L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi sarà diretta dal tedesco Clemens Schuldt. Sul palco di largo Mahler la star internazionale britannica Chloë Hanslip, impegnata nell’esecuzione del Concerto n. 1 per violino e orchestra di Goldmark.
Venerdì 25 Settembre 2015_09_25
Domenica 27 Settembre 2015_09_27
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2014/15
Schubert e il capolavoro incompiuto
Il tedesco Clemens Schuldt dirige laVerdi nella Sinfonia n.8. del grande viennese.
La star britannica Chloë Hanslip alle prese con il Concerto n.1
per violino e orchestra di Goldmark
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Violino Chloë Hanslip
Direttore Clemens Schuldt
Un appuntamento con la storia il secondo programma sinfonico della stagione autunnale de laVerdi, di quello che fu una inesauribile fucina di autori e di spettacolare produzione: l’Impero asburgico. Un appuntamento particolare, che ci regala tagli e prospettive diverse di un’epoca intramontabile quanto irripetibile. Sarà la bacchetta del tedesco Clemens Schuldt a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, venerdì 25 (ore 20.00) e domenica 27 settembre (ore 16.00), all’Auditorium di Milano, in una “vetrina musicale” che espone gioielli di Goldmark (Concerto n. 1 per violino e orchestra), Ligeti (Concerto Românesc) e Schubert, con la Sinfonia n. 8, universalmente conosciuta come Incompiuta.
Una graditissima sorpresa per il pubblico milanese sarà il ritorno sul palco di largo Mahler, dopo 12 anni, della straordinaria violinista britannica Chloë Hanslip. Classe 1987, interprete di caratteristiche tecniche e sensibilità artistica eccezionali, la star d’Oltremanica debuttò ai londinesi BBC Proms nel 2002 a soli 15 anni e, l’anno dopo, in Italia proprio con laVerdi, con il Concerto n. 1 di Paganini.
In apertura, la locandina propone una nuova “tessera” delle Expo Variations di Nicola Campogrande, dedicata al Kuwait (prima assoluta, commissione laVerdi).
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Conferenza
Martedì 22 (ore 18.00, al M.A.C. di piazza Tito Lucrezio Caro, ingresso libero), in occasione del concerto della rassegna Around the World dedicato al Cile (martedì 22, ore 20.30, all’Auditorium di Milano in largo Mahler), la tradizionale conferenza settimanale sarà dedicata a “La tradizione degli Inti-illimani”, storico gruppo musicale cileno. Intervengono: Fernando Ayala, AmbAciatore del Cile in Italia; Horacio Duran, direttore di Inti-Illimani Histórico; Eduardo Mono Carrasco e Johnny Dell'Orto. Nel corso dell’incontro, sarà presentata la mostra di artisti cileni El canto pintado, a cura di Johnny Dell'Orto, che si apre in Auditorium prima del concerto (fino al 4 ottobre, ingresso libero).
Programma
Dedicata al Kuwait, la nuova frazione di Expo Variations di Nicola Campogrande prelude però a tre lavori di autori diversissimi, eppure tutti nati in quella straordinaria culla musicale che fu l’impero asburgico. Incontriamo per primo Carl Goldmark, classe 1830, polivalente ungherese, amico intimo di Brahms, nello stesso tempo sostenitore di Wagner e Richard Strauss, stimatissimo compositore ai suoi tempi e oggi (come si dice: ingiustamente) dimenticato. L’opera La regina di Saba ebbe enorme successo e torna ancora in cartellone. E così il suo primo Concerto per violino (il secondo è inedito) non a caso contemporaneo dei capolavori di Brahms e di Cajkovskij.
Gyorgy Ligeti nasce nel 1923 in un’Ungheria post-imperiale, vive le tormentate vicende della dittatura, dell’alleanza con la Germania nazista, della repubblica popolare comunista. Fugge in Occidente nel 1956 e diventa finalmente un autore di successo, pur se d’avanguardia. Ascolteremo oggi un suo lavoro d’esordio, scritto secondo i dettami del realismo socialista e con grande attenzione al patrimonio popolare; eppure non privo di sprazzi d’ironica innovazione che troveremo nei lavori della maturità.
Infine troviamo Franz Schubert, viennese puro, con la sua Sinfonia detta Incompiuta, abbandonata a metà per motivi che ancora ci sfuggono. Ma che nei suoi due movimenti completi dura quanto un’intera sinfonia di Mozart e Haydn, anche di Beethoven. E ciascun movimento, nella sua abnorme dimensione temporale, mostra una tecnica di elaborazione e di sviluppo che sarà ripreso, mezzo secolo dopo, da Bruckner e Mahler.
Enzo Beacco
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