2011_03_05 Coccia cambio di balletto e ritorna Ruben Celiberti

Sabato 5 marzo 2011_03_05 ore 21.00
TANGO D'AUTORE & BOLERO
Musiche di Astor Piazzolla, Carlos Gardel e Maurice Ravel
Con Ruben Celiberti
Balletto di Milano
Primi Ballerini Giulia Paris e Martin Zanotti
Musiche dal vivo eseguite da
Giuseppe Acquaviva (violino), Carlos Adrian Fioramonti (chitarra), Antonio Ippolito (pianoforte), Virgilio Monti (contrabbasso), 
Nicola Daniele Ippolito (bandoneòn)
Lighting Designer Jean Paul Carradori
Assistente alle coreografie Cristina Molteni
Produzione Fondazione Teatro Coccia
 
Ruben Celiberti, l'eclettico ed inarrestabile artista argentino, sarà ancora una volta protagonista sul palcoscenico del Tetro Coccia, accompagnato dai ballerini del Balletto di Milano e da 5 bravissimi musicisti.
Lo spettacoli vuole essere l'evocazione di un ricordo che accompagna Ruben dall'infanzia: il giorno che suo padre lo incuriosì facendogli ascoltare i suoni che scaturivano magicamente dal grammofono gli trasmise una tale emozione che ha fatto nascere in lui l'amore per la musica passionale di Buenos Aires; da allora quegli autori lo hanno accompagnato nella sua crescita artistica, come il leggendario cantautore Carlo Gardel, artista dell'inizio del '900, fino all'ultimo grande compositore Astor Piazzola. In questo spettacolo di balletto e musica Ruben vuole rappresentare le sue esperienze interiori più intense, i ricordi, le passioni e la nostalgia di un paese lontano attraverso i suoni e i ritmi sublimi che solo il Tango possiede.
L'orchestra ed i ballerini combineranno virtuosismo e sensualità con assoli, duetti e insiemi dell'intera compagnia.
A chiusura della prima parte il celeberrimo Bolero di Ravel, un brano che già di per sé suscita emozioni straordinarie. 
Danza popolare spagnola fra le più affascinanti, nota già alla fine del 1700, ha origini ed etimologia non del tutto certe. Nella versione classica è ambientato in una taverna, dove una zingara che si esibisce in un tavolo fa cadere in estasi i presenti. Ravel compose il Bolero per Ida Rubistein nel '28 e così lo descrive: "È una danza dal movimento moderato e costantemente uniforme, tanto nella melodia che nel ritmo, quest'ultimo è marcato costantemente dal tamburo. Il solo elemento di diversità è costituito dal crescendo orchestrale". Tutto si gioca sulla caratteristica ripetitività della partitura, con progressive entrate degli strumenti sino al climax finale dell'inatteso crescendo. Questi "17 minuti di orchestra senza musica" (Ravel), hanno stimolato in questi 60 anni la fantasia e la creatività di molti coreografi. Celeberrima è la versione de Maurice Bejart del 1961. Bolero ha la capacità di entrare nella vita delle persone, di colpire i sensi, di passare la cute, di entrare nel sangue, di arrivare alle cellule anche più lontane di cuore e cervello.
Qui gli interpreti, soggiogati da una enigmatica coppia, si fanno coinvolgere, travolgere ed infine condurre, nell'incalzante crescendo musicale, in una danza di seduzione. 


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