CIRCOLO ECONOMICO RICREATIVO ROBECCO (SN)
Indirizzo: Via Roma, 11, 20087 Robecco Sul Naviglio MI
SABATO 7 DICEMBRE 2024 ore 17.30
(inizio collegamento ore 18.00 esatte)
Serata inaugurale del Teatro alla Scala
introduzione guidata alla visione dell'opera,
con risottata finale facoltativa al termine.
Teatro alla SCALA - Milano
Stagione 2024-2025
Giuseppe Verdi (1813-1901)
LA FORZA DEL DESTINO
Melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave
tratto da Don Álvaro o la Fuerza del sino di A. Saavedra, duca di Rivas
Prima rappr. 10 novembre 1862 al Teatro Teatro Imperiale, San Pietroburgo
CAST:
Il marchese di Calatrava, signore di Spagna (basso) Fabrizio Beggi
Donna Leonora, sua figlia (soprano) Anna Netrebko
Don Carlo di Vargas, il fratello Ludovic Tézier
Don Alvaro, l’amante meticcio, ma figlio di regnanti (baritono) Jonas Kaufmann
Preziosilla, influencer Vasilisa Berzhanskaya
Padre guardiano, saggio Abate francescano (basso) Alexander Vinogradov
Fra Melitone, fraticello vivandiere (baritono buffo) Marco Filippo Romano
Curra, cameriera di Leonora (mezzosoprano) Marcela Rahal
Un alcade, gestore di ristorazione (basso) Huanhong Li
Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo (tenore brillante) Carlo Bosi
Un chirurgo, medico di guerra Xhieldo Hyseni
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia LEO MUSCATO
Scene FEDERICA PAROLINI
Costumi SILVIA AYMONINO
Luci ALESSANDRO VERAZZI
Nuova produzione Teatro alla Scala
3 ore e 40 minuti circa intervalli inclusi
INGRESSO LIBERO per la visione
(con offerta facoltativa)
COSTO DEL BUFFET 20.00 Euro facoltativo e solo su prenotazione
Per prenotare chiamare 349 825 3070 sig. Attilio
Dopo la chiusura del Cineteatro Agorà di Robecco per ristrutturazione ormai giunta quasi alla fase finale e la forzata chiusura per pandemia, lo scorso dicembre 2023 abbiamo potuto tornare a vedere insieme la PRIMA dal Teatro alla Scala grazie alla disponibilità del Circolo Economico Ricreativo di Robecco SN che ha attrezzato la sala superiore per la visione in diretta su grande schermo dell’opera inaugurale.
Grazie alla direzione organizzativa di Attilio Viganò, che ha da sempre gestito l’organizzazione delle stagioni di “Opera e Arte” al Agorà, l’offerta si ripete anche per il 2024 con la possibilità offerta gratuitamente (con offerta libera all’ingresso) di seguire “La forza del destino” l’opera scelta dalla Scala per aprire la stagione 2024-2025 nella serata del 7 dicembre. Al termine della rappresentazione per chi vuole aderire, prenotando per tempo vista la disponibilità di posti che è solo di 65 posti, sarà possibile prendere parte al buffet dopo teatro al costo di 20.00€ a testa.
Buffet dopo l’opera
Selezione di antipasti e formaggi
Risotto Milanese al giallo di zafferano
Panettone
Calice di Vino bianco o rosso
Per prenotare chiamare 349 825 3070 sig. Attilio
Come tradizione alle 17.30 precise inizierà la guida alla visione dell’opera a cura di Mario Mainino, giornalista e musicologo, che ha curato le passate edizioni e il programma di sala.
Riccardo Chailly inaugura la Stagione 2024/2025 con una nuova produzione de “La forza del destino”, il suo nono titolo verdiano alla Scala, con la regia di Leo Muscato e, ancora una volta, con una distribuzione dei ruoli di straordinario prestigio.
Opera drammaturgicamente complessa, nata nel 1862 a San Pietroburgo e approdata in versione definitiva, e rimaneggiata completamente nel finale, alla Scala nel 1869 oltre che con la creazione della celebre Sinfonia.
La forza del destino offre alcune delle più memorabili melodie verdiane. Dal cartellone manca da 24 anni, dalla stagione del centenario verdiano del 2001 quando fu portata alla Scala dai complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ma Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999.
“La forza del destino” l’abbiamo vista nella stagione del Cineteatro Agorà Cultura 2018/2019 martedì 2 aprile 2019, e in quella occasione il terzetto delle voci principali era dei nomi previsti per questa inaugurazione ANNA NETREBKO, JONAS KAUFMANN, LUDOVIC TÉZIER con Orchestra of the Royal Opera House e direttore ANTONIO PAPPANO
URNA FATAL DEL MIO DESTINO
L’opera che porta sfortuna, forse legata al fatto che il baritono Leonard Warren morì in palcoscenico proprio al termine dell'esecuzione della sua aria “Urna fatal” al MET di New York. Per il direttore del Teatro Imperiale di San Pietroburgo fu relativamente facile convincere Verdi a scrivere un’opera nuova per la stagione 1861-62, anche per la consistente offerta economica: sessantamila franchi oro.
Il difficile fu invece trovare un soggetto che soddisfacesse sia la censura che il compositore. Dopo lunghe ricerche fu scelto Don Álvaro, ó La fuerza del sino di Ángel de Saavedra y Ramírez duca di Rivas. “Il dramma è potente, singolare, e vastissimo; a me piace assai”: il compositore era attratto dall’intensa tragicità della vicenda, il pittoresco e romantico colore locale, la vastità delle dimensioni, e soprattutto l’implacabilità di quel destino che trascina i protagonisti in situazioni abnormi e metodicamente li elimina. Ma dopo la prima, trionfale rappresentazione a San Pietroburgo il 24 settembre 1862 dove morivano tutti i protagonisti, Verdi sentì la necessità di modificare la conclusione dell’opera, con il perdono finale a don Alvaro. Ci saranno anche altre modifiche nella musica: una, particolarmente importante, è la nuova sinfonia. “Con le gambe aggiustate” – l’espressione è di Verdi – l’opera andò in scena alla Scala il 27 febbraio 1869.
Atto I. È sera, e nella casa di Siviglia il marchese di Calatrava indugia nell’augurare la buona notte alla figlia Leonora Buona notte, mia figlia e, convinto che ella abbia rinunciato a un amore che egli considera indegno per lei, la esorta a confidare nel suo affetto. Ritiratosi il Marchese nei suoi appartamenti, la cameriera Curra si affretta a riaprire la porta che dà sul verone: da lì entrerà don Alvaro, l’uomo che Leonora ama segretamente, e con il quale fuggirà dalla casa paterna. Me pellegrina ed orfana Leonora ha il cuore gonfio d’angoscia, ed è combattuta da opposti sentimenti. Quando giunge don Alvaro, che con ardente trasporto la sollecita a fuggire Ah! per sempre, o mio bell'angiol , essa indugia, non sa risolversi, e quando infine si appresta alla fuga Seguirti fino agli ultimi, è troppo tardi. Il Marchese, seguito dai servi, entra nella stanza con la spada sguainata e ripudia la figlia, nonostante don Alvaro protesti l’innocenza di Leonora e offra la propria vita per salvare l’onore. Il Marchese provoca don Alvaro il quale, armatosi a sua volta di pistola, nell’intimare ai servi di allontanarsi lascia cadere a terra l’arma; ne parte un colpo che ferisce a morte il Marchese Vil seduttor!... infame figlia!.... Leonora, inorridita, si precipita ai piedi del padre, il quale la respinge e la maledice, spirando fra le braccia dei servi, mentre don Alvaro trascina via Leonora e fugge.
Atto II. Un’osteria nel villaggio di Hornachuelos, affollata di gente di ogni genere Coro e Ballabile Holà, holà, holà! . Fra gli altri uno studente, che osserva attentamente tutto e tutti: si tratta di don Carlo, fratello di Leonora, sulle tracce della sorella e di don Alvaro, deciso a vendicare la morte del padre. Nell’osteria c’è anche Leonora in fuga travestita da uomo: essa crede che don Alvaro sia stato ucciso dai servi del padre. Don Carlo, insospettito dallo strano aspetto del giovane imberbe, ne chiede invano notizie al mulattiere Mastro Trabuco. Ma il dialogo è interrotto dall’arrivo di Preziosilla, Viva la guerra! … Al suon del tamburro la bella zingara venuta ad arruolare giovani per la guerra in Italia contro i Tedeschi, e da un corteo di pellegrini diretti al convento della Madonna degli Angeli, per il giubileo Padre Eterno Signor.... L’Alcade, infastidito dalla curiosità dello studente, lo invita a raccontare la sua storia. Don Carlo dice Son Pereda, son ricco d'onore , di essere uno studente che ha interrotto gli studi per aiutare un amico a rintracciare il seduttore della sorella per vendicarne il padre da questi assassinato. Ora la sorella dell’amico è morta, il seduttore è fuggito in America, e così lui ha deciso di tornare all’università. Preziosilla non crede affatto al racconto dello studente; Ucciso fu quel Marchese? Ma gnaffe a me non la si fà. Leonora si reca al convento della Madonna degli Angeli, decisa di abbandonare il mondo Sono giunta!... grazie, o Dio! Aria Madre, pietosa Vergine . Bussa alla porta, e al guardiano fra Melitone Una donna a quest’ora? Chiedo il Superiore .. giunge il Padre Guardiano, al quale rivela la propria identità e l’intenzione di isolarsi in un eremo. Il religioso cerca di far meditare Leonora sul passo che si accinge a compiere, e, accertata la fermezza della donna, acconsente a schiuderle le porte di un eremo isolato nella montagna Più tranquilla l'alma sento . Quindi ordina a fra Melitone di radunare nella chiesa i confratelli, ai quali, durante la cerimonia della consacrazione, presenta il penitente senza svelarne il nome e il sesso, e invoca la benedizione della Vergine degli Angeli sul capo di Leonora. Il santo nome di Dio Signore … La Vergine degli Angeli (Padre Guardiano, Leonora, Coro)
Atto III. Don Alvaro, che crede Leonora morta, sotto il falso nome di don Federico Herreros, è divenuto capitano dei granatieri, gloria dell’esercito spagnolo che combatte in Italia presso Velletri. Mentre è assorto nei suoi più tormentosi ricordi La vita è inferno all'infelice... Romanza O tu che in seno agli angeli (egli è di stirpe reale, ma meticcio, figlio di uno spagnolo ed una principessa e ultimo discendente di una dinastia Incas perseguitata dai conquistadores spagnoli), ode suoni di lotta Scena Attenti al gioco... (Coro) e corre in soccorso di un ufficiale spagnolo coinvolto nella lite per una partita di carte, e riesce a salvarlo. L’ufficiale non è altri che don Carlo sotto il falso nome di don Felice de Bornos; i due, non conoscendosi, si giurano amicizia eterna Amici in vita e in morte, e si gettano eroicamente nella battaglia che nel frattempo si è accesa Battaglia Arde la mischia!... . Don Alvaro però viene ferito Piano... qui posi... approntisi il mio letto e trasportato in barella, accompagnato da un chirurgo e da don Carlo, che lo rincuora, e gli promette che una volta guarito sarà insignito dell’ordine di Calatrava. Al sentire questa parola il ferito ha un sussulto, e credendosi ormai in fin di vita, consegna all’amico la chiave di una valigia, nella quale è conservato un plico che custodisce il più geloso segreto della sua vita: se dovesse morire, il plico dovrà essere bruciato Solenne in quest'ora giurarmi dovete ... Or muoio tranquillo.... Il chirurgo porta via il ferito, e don Carlo insospettito vorrebbe aprire lo scrigno Urna fatale del mio destino E s'altra prova rinvenir potessi?... ma frugando vi trova il ritratto di Leonora e comprende chi sia il ferito. In quel momento il chirurgo annuncia che l’operazione è riuscita,don Carlo esulta per la gioia feroce di poterlo uccidere con le proprie mani Egli è salvo!... oh gioia immensa. Nell’accampamento militare presso Velletri, sorge il sole, e l’accampamento si anima di soldati, di vivandiere, di mendicanti, di reclute, Coro Lorché pifferi e tamburi ai quali Mastro Trabuco cerca di vendere la sua povera merce A buon mercato chi vuol comprare? , mentre Preziosilla predice la sorte Venite all'indovina. Giunge anche fra Melitone che rimprovera i peccatori con una buffa predica Pane, pan per carità! Toh, toh!... Poffare il mondo!... Preziosilla per salvare il povero frate minacciato da folla e soldati intona Lasciatelo, ch'ei vada... Rataplan Rataplan, rataplan.
Atto IV. Sono trascorsi cinque anni, e nel chiostro del convento della Madonna degli Angeli fra Melitone distribuisce la minestra ai poveri, Fate la carità (Mendicanti) Aria buffa Che? siete all'osteria?... (Melitone) e si irrita quando i più impertinenti gli ricordano la gentilezza del padre Raffaele (che altri non è che don Alvaro fattosi frate). Anche il Padre Guardiano rimprovera fra Melitone, per la sua insofferenza nei confronti di padre Raffaele Pazienza non v'ha che basti! Del mondo i disinganni (Padre Guardiano, Melitone). Alla porta si presenta un cavaliere, che chiede di padre Raffaele è don Carlo. I due nemici sono nuovamente di fronte, invano don Alvaro invita a dimenticare il passato ma Don Carlo lo affronta con arroganza ... la macchia del tuo stemma Ah, segnasti la tua sorte! don Alvaro rifiuta di combattere, ma quando viene insultato si ribella, e i due si allontanano per battersi. Una grotta fra rupi inaccessibili. Leonora in eremitaggio, coperta dal saio monacale, ripensa al suo tragico amore, Pace, pace, mio Dio! e invoca il Signore quando ode un improvviso cozzare di spade, giunge don Alvaro con la spada insanguinata perché ha appena ucciso il suo fratello, è impuro e chiama il presunto eremita affinché dia l’estrema benedizione al morente. Quando Leonora esce i due si riconoscono, la donna accorre verso il fratello che nel momento di spirare, la uccide con un pugnale compiendo così la sua vendetta. Don Alvaro assiste impotente alla morte dell’amata, Non imprecare, umiliati confortato dal Padre Guardiano che lo esorta alla fede nella pietà divina.
Programma e introduzione alla visione dell’opera a cura di Mario Mainino
www.concertodautunno.it
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