44ª STAGIONE OPERISTICA 2018-2019
CIRCOLO MUSICALE
MAYR-DONIZETTI
ente senza fini di lucro - direzione artistica Damiano Maria Carissoni & Valerio Lopane
TEATRO SAN GIOVANNI BOSCO
Bergamo – via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
Venerdì 12 ottobre 2018 - ore 21:00
CAVALLERIA RUSTICANA
melodramma in un atto, di Giovanni Taggioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni
Inizia venerdì 12 ottobre la 44ª stagione operistica con Cavalleria Rusticana (prima: 17 maggio 1890 Teatro Costanzi, Roma), dramma a tinte forti e colpo di genio d’esordio di Pietro Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863 – Roma, 2 agosto 1945).
L’opera, basata su una novella popolare di Giovanni Verga, affronta magistralmente i temi della passione, del tradimento, della seduzione, del sospetto, dell’affronto, secondo l’ottica di una qualunque civiltà primordiale (come tante ancora presenti nel nostro mondo), in cui pare che l’unico amore autentico sia quello materno.
Eccezionalmente equilibrata per durata, sviluppo drammatico ed invenzione musicale, contiene melodie memorabili: la siciliana di Turiddu “O Lola ch’hai di latti la cammisa”; il coro “Gli aranci olezzano”; l’aria di Santuzza “Voi lo sapete o Mamma”, il brindisi “Viva il vino spumeggiante”, il duetto con la celebre intimazione “bada Santuzza, schiavo non sono di questa vana tua gelosia”, l’addio alla Madre; senza dimenticare lo struggente Intermezzo.
Note di regia di Valerio Lopane
Cavalleria Rusticana racchiude, nella sua brevità, una concitazione drammaturgica enorme. Sintesi mirabile di teatro e musica, trova la sua forza nello scontro diretto delle passioni; questo dramma, che divenne il manifesto del verismo, è attraversato da figure che camminano sole perché escluse dalla massa. Massa di monolitica coralità che trae dalla tradizione siciliana, dalla spiritualità e dalla forza del branco, il suo impeto emotivo. Esclusione e passione, quindi: tratti che, per mia scelta evidenzierò, senza voler colmare la frattura. Da un lato la comunità ancestrale schiava di una primitiva religione, violenta e sanguigna; dall'altra il singolo, travolto da sensualità bruciante, furore, disperazione, ira e lacrime. Ho posto il momento simbolo di questa lettura nell’evocazione della Pasqua Siciliana, e in particolare nel celebre Inneggiamo che sostanzierà da un lato il bisogno di preghiera rituale e dall'altro la solitudine accorata di Santuzza.
Il Circolo Mayr-Donizetti inaugura questa nuova stagione un’opera breve che certo non si può definire “piccola”.
Il Mayr-Donizetti dedica la serata alla memoria della maestra e soprano Ezia Rolfini, figura di riferimento musicale delle attività del Circolo, fin dagli albori. Ezia oltre che direttrice della Rassegna delle Scuole di Canto promossa dal Circolo, è stata una sensibile interprete verista ed una mascagnana d’elezione.
Damiano Maria Carissoni, alla guida della Piccola orchestra dei Colli Morenici e del Coro lirico Patavino Giuseppe Verdi istruito da Pietro Perini, ha concepito un cast che, pur non rinunciando alla seduzione della generosa vocalità verista, possa muoversi con proprietà stilistica e senza eccessi. Turiddu sarà Giorgio Casciarri, tenore ben noto alla nostra platea, a cui si affiancherà la bella vocalità di Taisiya Ermolaeva (applaudita nel nostro Ballo in maschera); debuttante sulle tavole del Teatro san Giovanni Bosco sarà Liudmila Schiavotti, nelle vesti di Mamma Lucia. Il baritono Lorenzo Battagion (ricordiamo il suo Marchese di Posa in Don Carlo), sarà Alfio e la bergamasca Elena Bertocchi, Lola. Costumi Casa d’arte Grandi Spettacoli e scene EMFG con animazioni di Enrico Maffi. Regia di Valerio Lopane.
Il Mayr-Donizetti saluta con rimpianto Francesco Zini, storico collaboratore del Teatro San Giovanni Bosco, scomparso pochi giorni fa.
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