"UNO
CHE CONOSCEVO"
scritto e
diretto da Corrado Accordino
con
Riccardo Buffonini, Veronica Franzosi,
Valentina
Mandruzzato, Chiara Tomei
Assistente
alla regia Valentina Paiano
scene e
costumi Maria Chiara Vitali
produzione
Compagnia Teatro Binario 7/La Danza Immobile
Spettacolo
sostenuto nell'ambito del progetto Next 2016
- Prima
Nazionale -
ORARI
SPETTACOLO:
Lun-sab ore
21
domenica
ore 16
INFO
BIGLIETTERIA:
Biglietto
intero: 16€
Biglietto
ridotto: 12€
Info
riduzioni e convenzioni:
Mail:
biglietteria@teatrolibero.it,
Tel. 02.8323126
"UNO CHE
CONOSCEVO" OVVERO DE LE MENZOGNE, IL POTERE DI CONTROLLO, LA MANIPOLAZIONE
DELL'INFORMAZIONE E L'ESERCIZIO DELLA PAURA
Da martedì 17 a giovedì 26 gennaio debutterà
al Teatro Libero di Milano in Prima
Nazionale lo spettacolo "Uno
che conoscevo", ultimo
lavoro del drammaturgo e regista Corrado
Accordino.
Ambientato
nella redazione di un telegiornale, la narrazione s'incentra su tre
giornalisti, una stagista
e undici
quadri per raccontare la quotidiana preparazione del TG.
Quali sono
le notizie prioritarie?
Ogni giorno
la redazione si anima. Gli ascolti sono in calo e la preoccupazione di perdere
il lavoro aleggia in ufficio. L’atmosfera si infiamma per un nonnulla, ma gli
equilibri tra le scrivanie sono consolidati fra Riccardo Chiesa, il caporedattore
famoso per il fiuto e un passato da giornalista d’assalto, Valentina Pedretti,
suo braccio destro, pratica, risoluta e capace di acquietare gli umori
dell’ufficio e Chiara Guidetti, il volto più noto del giornalismo italiano.
La loro
quotidianità viene stravolta dall’arrivo della nuova stagista, una neo laureata
che ancora crede nel senso profondo del giornalismo: informare le persone dei
fatti, dire la verità. Ma non siamo più a scuola. Il sistema a cui appartengono
è molto più complesso, le leggi che governano il mondo dell’informazione sono
altre, ogni notizia provoca una reazione a catena e sono i media che
sensibilizzano, dettano le priorità, creano l’agenda setting.
Così, tra
vessazioni ed educazione al mestiere, la giovane stagista impara le regole del
gioco, un subdolo e necessario destreggiarsi tra dinamiche d’ufficio, segreti
pericolosi e opportunismi. E in meno di un mese di lavoro, tra una notizia e
l’altra, impara bene il mestiere, meglio di quanto i suoi tutor potessero
pensare.
NOTE DI REGIA
Il mondo
intorno, le notizie da raccontare, le priorità di una realtà da decifrare. Il
difficile compito di raccontare la vita, nella rete complessa delle sue
manifestazioni. Dalla guerra in Siria al traffico romano, dall’emergenza bomba
al costo dell’acqua, dalle preoccupazioni del Papa alla Champions League. Quali
sono le riflessioni, intuizioni o follie, di chi ha la possibilità di svelarci
il mondo, le sue strategie per dire il vero o per mistificarlo? Cosa si
nasconde dietro la mente di chi, giorno per giorno, attraverso la scatola
magica sa usare le parole che disegnano la nostra immaginazione, alimentano la
nostra paura, gestiscono la nostra ansia, provocano sorrisi, inventano sogni?
Quali pensieri sottili, quali leggi dell’attenzione sta adottando? Si può
spostare l’attenzione degli ascoltatori, con la stessa leggerezza o maestria,
da un caso di cronaca nera all’ansia del cenone di Capodanno. Si può infarcire
il niente di senso e sottrarre ai fatti la loro autenticità. Si può dire tutto
e il contrario di tutto. Si può essere veri nella menzogna e bugiardi davanti
all’evidenza. Le parole possono colorare il mondo di senso, ma possono anche
diventare armi giocattolo sulle labbra di chi le sa usare. Non si tratta di un
Grande Fratello che ci osserva e ci guida, in questa storia si vuole piuttosto
mostrare come tutto possa essere maneggiato ad uso e consumo immediato, perché
la legge imperante non è più quella di una mente superiore e malata che ci
vuole orientare e guidare: i mostri sono diventati gli indici di ascolto, le
pubblicità a cui non puoi rinunciare, gli sponsor che devi conservare, i
sondaggi da manipolare, il lavoro che non puoi perdere. In questa storia non
c’è una teoria da dimostrare ma c’è un rischio che tutti noi corriamo, la
disumanizzazione dell’informazione, la sua insensibilità, la sua ricerca
dell’effetto, la sua parodia della realtà.
Nessun commento:
Posta un commento