Basilica di Sant'Eustorgio - Milano
Giovanni Battista Pergolesi
Stabat Mater
per soprano, mezzosoprano, archi e basso continuo
Francesco Durante, concerto n.1 in la minore per archi
Soprano, Marinella Pennicchi
Mezzosoprano, Marzia Castellini
ORCHESTRA DA CAMERA CARLO COCCIA
Direttore MICHELE BRESCIA
Ingresso libero
per info stagione.segnidibellezza@gmail.com
www.orchestracarlococcia.it
G.B. PERGOLESI (1710-1736)
Lo Stabat Mater è ricavato dall'omonima elegia di Jacopone da Todi: un testo semplice, scarno, disadorno, tutto concentrato nella nuda espressione del sentimento cristiano, nella resa partecipata di un intenso dolore, quello della Vergine Maria davanti al figlio morto.
Duetto "Stabat Mater dolorosa"
Aria per soprano "Cuius animam gementem"
Duetto "O quam tristis et afflicta"
Aria per contralto "Quae moerebat et dolebat"
Aria per soprano "Vidit suum dulcem natum"
Aria per contralto "Eja, Mater, fons amoris"
Duetto "Fac, ut ardeat cor meum"
Duetto "Sancta Mater, istud agas"
Aria per contralto "Fac, ut portem Christi mortem"
Duetto "Inflammatus et accensus"
Duetto "Quando corpus morietur"
L'elegia ebbe nel corso dei secoli una fortuna costante e ad essa si dedicarono numerosi musicisti, da Josquin des Prez a Verdi, ma è forse solo con Pergolesi che la composizione raggiunse un clima di pathos raccolto, intenso e delicato al tempo stesso.
Giovanni Battista Pergolesi
Stabat Mater, In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo.
Testo di Jacopone da Todi
Giovanni Battista Pergolesi Stabat Mater, In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo. Testo di Jacopone da Todi
Giovanni Battista Pergolesi Stabat Mater, In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo. Testo di Jacopone da Todi
Stabat mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat filius.
Cuius animam gementem
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater unigeniti!
Quae maerebat et dolebat,
pia Mater, dum videbat
nati poenas incliti!
Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
Quis non posset contristari
Christi Matrem contemplari
dolentem cum filio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum;
Vidit suum dulcem natum
moriendo desolatum,
dum emisit spiritum.
Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam!
Fac, ut ardeat cor meum
in amando Christum deum,
ut sibi complaceam!
Sancta Mater, istud agas,
crucifixi fige plagas
cordi meo valide!
Tui nati vulnerati
tam dignati pro me pati
poenas mecum divide!
Fac me vere tecum flere,
crucifixo condolere,
donec ego vixero!
Iuxta crucem tecum stare
te libenter sociare
in planctu desidero.
Virgo virginum praeclara,
mihi iam non sis amara:
fac me tecum plangere.
Fac, ut portem Christi mortem,
passionis fac consortem
Et plagas recolere!
Fac me plagis vulnerari,
cruce fac inebriari
ob amorem filii!
Inflammatus et accensus
per te, Virgo, sim defensus
in die iudicii!
Fac me cruce custodiri
morte Christi praemuniri,
confoveri gratia!
Quando corpus morietur,
fac, ut animae donetur
Paradisi gloria! Amen.
|
Alla croce del Signore
tutta immersa nel dolore,
sta la madre in lacrime.
Una spada acuminata,
già da tempo profetata,
le trafigge l'anima.
Oh! l'angoscia e la distretta
della donna benedetta
madre dell'Altissimo.
Quante lacrime e lamenti
nell'assistere ai tormenti
del suo divin Figlio!
Chi potrà frenare il pianto
nel vedere in tale schianto
la beata Vergine?
Chi la madre addolorata
con il Figlio suo associata
guarderà impassibile?
Vede il Figlio tanto amato
per le colpe flagellato
del suo stesso popolo.
Vede il dolce Figlio in croce
mentre soffre pena atroce
esalar lo spirito.
Salve, fonte dell'amore
fa ch'io provi il tuo dolore,
fammi con te piangere.
Il mio cuore sia fervente
verso Cristo sofferente,
Salvatore amabile.
Siano impresse nel mio cuore
le ferite del Signore
sul duro patibolo.
Delle pene che ha provato
il tuo Figlio sì piagato
fa ch'io sia partecipe.
Possa anch'io con te soffrire
e con Cristo compatire
fino al giorno ultimo.
Alla croce stare accanto
ed unirmi a te nel pianto,
madre mia, desidero.
Salve, Vergine preclara;
tua bontà non sia avara
voglio con te piangere;
Del Signor portar la morte,
aver parte alla sua sorte,
le sue piaghe accogliere;
Delle piaghe esser segnato,
della croce inebriato,
del sangue purissimo.
E nel giorno del giudizio
ch'io non cada a precipizio
nell'eterno carcere.
Quando un dì dovrò morire
possa, Cristo, a te venire,
per tua madre amabile.
E, se il corpo avrà la morte,
giunga l'anima alle porte
dell'eterna patria. Amen
|
Nessun commento:
Posta un commento