2023_05_12 Barbiere barbierissimo al Coccia di Novara con un sacco di iniziative

Tra presentazioni reali e virtuali e dress-code (ovvero indicazioni d'abito) e opere d'arte ispirate sta per andare in scena ...

Teatro Coccia Novara
http://www.fondazioneteatrococcia.it
Carlo Coccia (14.4.1782 Napoli - 13.4.1873 Novara

Stagione 2023

Direzione Artistica CORINNE BARONI



Venerdì 12 Maggio 2023_05_12 - ore 20.30 (Turno A)
Sabato 13 Maggio 2023_05_13 - ore 20.30 (F.A.)
Domenica 14 Maggio 2023_05_14 - ore 16.00 (Turno B)
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Musica di GIOACHINO ROSSINI
Libretto di Cesare Sterbini



CAST:
Conte d’Almaviva Chuan Wang (12-14) / Claudio Zazzaro(13)
Don Bartolo Michele Govi (12-14) / Davide Piva (13)
Rosina Aya Wakizono (12-14) /Magdalena Urbanowicz (13)
Figaro Emmanuel Franco (12-14) / Diego Savini (13)
Don Basilio Abramo Rosalen
Berta Giovanna Donadini
Fiorello/Un ufficiale Matteo Mollica
Ambrogio Edoardo Sgariglia Moresi
Direttore Christopher Franklin
Regia Alberto Jona
Scene Matteo Capobianco
Costumi Silvia Lumes
Interventi di ombre Controluce Teatro d'Ombre
Luci Ivan Pastrovicchio
Maestro del Coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro As.Li.Co
Orchestra Filarmonica Italiana
Nuova Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara
Main Sponsor MIRATO
Biglietti recite 12 e 14 Maggio dai 26,00 euro. Biglietti recita 13 Maggio da15,00 euro.

La nuova produzione dell’opera buffa Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini vedrà in buca l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Christopher Franklin, presente nei migliori cartelloni internazionali, formatosi sotto la guida di un rossiniano d'eccellenza quale è stato Maestro Gianluigi Gelmetti, la regia è di Alberto Jona; scene di Matteo Capobianco e costumi di Silvia Lumes: un team creativo affiatato che ha già avuto modo di mostrare la propria efficacia sul palcoscenico del Coccia in più di un’occasione.
Interventi di ombre Controluce Teatro d’Ombre, disegno luci di Ivan Pastrovicchio.

L’opera sarà preceduta da:
Venerdì 5 Maggio alle 18.30 (evento sold out) 
Operitivo in collaborazione con Cannavacciuolo Cafè&Bistrot
Sabato 6 Maggio alle 14 su Sipario Virtuale.
Opera allo Specchio, la consulente d’immagine Pier Ancora attraverso lo studio dei costumi firmati da Silvia Lumes per l’opera racconta la scelta dei colori, che hanno ispirato anche il dresscode della prima: blu e le sue sfumature.
Martedì 9 Maggio alle 20 su Sipario Virtuale
Parola all’Opera: racconta l’opera il critico, storico e scrittore Sergio Ragni. 
Infine anche per questa produzione, come per Il Trovatore e per le future, l’artista Giulio Pedaci ha realizzato un’opera ispirata questa volta al personaggio di Rosina, che sarà inserita all’interno del libretto di sala.

Con Il Barbiere di Siviglia si prosegue con la nuova consuetudine del Teatro Coccia: consegnare a giovani e debuttanti la seconda recita (quella del Sabato sera, fuori abbonamento), a concreto sostegno delle nuove generazioni. Sabato 13 Maggio restano invariati i ruoli di Don Basilio, Berta, Fiorello e Ambrogio, mentre sono debutti assoluti quelli di Magdalena Urbanowicz nel ruolo di Rosinra, Diego Savini come Figaro, il Conte di Almaviva interpretato da Claudio Zazzaro, Davide Piva nel ruolo di Don Bartolo.
Dal comunicato stampa ufficiale:
Alberto Jona nelle note di regia “Mettere in scena Il Barbiere di Siviglia di Rossini è per me una scommessa entusiasmante: quando si affrontano i grandi capolavori è impossibile non rapportarsi, con timore quasi reverenziale, a messinscene che sono diventate pietre miliari e che sembrano aver raccontato tutto il raccontabile; ma quando si riapre lo spartito del Barbiere si materializza una partitura scenica perfetta, dove ogni nota è gesto e ogni gesto è musica e che come un fuoco d'artificio produce immaginario a bizzeffe, come direbbe Lindoro.
Penso che Il Barbiere, perfetto meccanismo a orologeria, possieda una vis comica travolgente da commedia dell'arte, ma contenga in sé anche i segni della crisi dell'Illuminismo, mostrando l'ascesa di una nuova borghesia post-rivoluzionaria che sta prendendo il potere. Rossini descrive un mondo che vacilla sul bordo di un abisso, emotivo, sociale, politico; ma tutto questo lo fa con un'immensa ironia e autoironia, sorridendo dei propri meccanismi musicali, dei propri topoi, oltre che dell'uomo e del caos che si profila all'orizzonte.
Partendo dal plot narrativo, al centro vi è lo scontro generazionale tra vecchi e giovani, e in mezzo si staglia una nuova figura, Figaro, che rappresenta la borghesia in ascesa, astuta e determinata.  Ho immaginato un mondo ancien régime, affastellato di oggetti, angusto, oppressivo e nel contempo risibile, dominato dal complesso di Diogene del padrone di casa, Don Bartolo, che cerca in ogni modo di resistere e opporsi al mondo nuovo e alla spregiudicatezza dei giovani. Dall'altra appunto i giovani che sentono il fervore del cambiamento e vi scommettono sopra. Ma l'imprevedibile e il caos sono in agguato e in questo il teatro d'ombre ha la funziona di evocarne i fantasmi, in uno spazio scenico che ho voluto opponesse all'accumulo claustrofobico di Don Bartolo, il respiro dell'open air, dietro cui comunque intravediamo le crepe della crisi, pronta a esplodere.
Commedia, follia, crisi, felicità questi gli ingredienti che hanno guidato la mia lettura del Barbiere, in cui i personaggi rossiniani si muovono da una parte come marionette ideofore, usando un termine caro a Guido Ceronetti, quali allegorie della crisi, e dall'altra come uomini e donne in carne ed ossa che avanzano tragicamente spensierati verso l'ignoto. Vi è però nel Barbiere la consapevolezza che lo scarto fra il naufragare nella follia o il naufragare nella felicità sia appena un soffio. Forse gli unici a salvarsi saranno Figaro e Rossini stesso.
Ho immaginato dunque con i miei compagni di avventura, Matteo Capobianco, Silvia Lumes e Controluce, uno spazio scenico dinamico e cangiante, costumi che attraverso colore e segno, fra tardo Settecento e primo Ottocento, suggeriscono le dinamiche emotive dei personaggi, e infine un immaginario di ombre in perenne disequilibrio fra realtà e follia, tutto questo per raccontare ancora una volta il capolavoro rossiniano”.

Gli fanno eco Matteo Capobianco e Silvia Lumes per scene e costumi. “Per una sfida importante come Il Barbiere di Siviglia – spiega Capobianco - la scelta è stata quella di progettare un grande impianto classico, nel pieno e doveroso rispetto del contesto voluto da Rossini e l'epoca storica in cui si svolge la vicenda, imponente e di forte impatto visivo, un mondo colorato sospeso nel tempo tra Settecento e Ottocento, che ha però all'interno l'inizio di un cambiamento che stravolgerà la società.
L'idea è stata quindi di raccontare questa trasformazione sociale e storica con un impianto scenografico innovativo nella sua possibilità di mutare e trasformarsi a vista, con continui cambi scena e alternanze tra un interno ed esterno, un dentro/fuori, che è tanto fattuale nella drammaturgia quanto metaforico nella chiave di lettura delle vicende.
Tornano così nel progetto le macchine sceniche fulcro della mia ricerca progettuale in ambito scenografico, intese come strumenti di interazione registica, movimenti che oltre a cambiare l'aspetto dei luoghi e portarci da un contesto visivo ad un altro, danzano in quella sorta di equilibrio Rossiniano tra gli ingranaggi perfetti di un orologio e il caos controllato che si dipana in maniera imprevedibile in vari momenti.
La struttura principale, ovvero la dimora di Don Bartolo, posizionata su una grande piattaforma girevole, a sua volta andrà a comprimersi ed aprirsi, come fosse una estensione del proprietario stesso, del suo umore e carattere, in una ricerca dell'accumulo che sfocia nel complesso di Diogene, rappresentato da un riferimento diretto alle wunderkammer molto di moda nell'epoca dei fatti che però scivola inesorabilmente verso un accumulo ossessivo compulsivo, dove si rischia di essere travolti, da un epoca che affonda, travolgendo tutto e tutti”.
“Il viaggio nei costumi del nostro Barbiere di Siviglia – aggiunge Silvia Lumes - nasce da una prima necessità, ovvero rappresentare il contrasto tra due mondi: il “vecchio” e il “nuovo”. Ambientare l’opera a cavallo di due secoli come il ‘700 e l’800 è già emblematico; con ulteriori caricature e rivisitazioni ho potuto sottolineare i caratteri del conflitto che mettiamo in scena. I colori vivaci e la leggerezza si scontrano con tonalità cupe, materia e pesantezza. Mettere questo tipo di estetica al servizio della regia di Alberto non mi bastava. Avevo bisogno di trovare un filo conduttore che amalgamasse questi due mondi. Il nostro Don Bartolo è un accumulatore seriale quindi è stato naturale per me identificare come musa ispiratrice l’oggetto. Ho ricercato per ogni personaggio oggetti che mi suggerissero pattern, colori e silhouette o che potessero essere essi stessi parte integrante del costume. er esempio vasi da pots-pourris e porcellane cinesi per Rosina, ciotole da Barba per Figaro e scatoline per tabacco da fiuto per il conte d'Almaviva. Per me sono stati il mezzo di comunicazione più o meno implicito che mi ha permesso di unire racconto, logica ed estetica in sintonia con regia e scenografia senza lasciare nulla al caso”.

Il titolo è sostenuto da MIRATO SPA, main sponsor dell’evento. Commenta così Fabio Ravanelli, Presidente di Mirato, “Mirato sostiene le stagioni del Teatro Coccia di Novara da molti anni. In anni più recenti la collaborazione si è intensificata con progetti legati ai giovani e concreto supporto e coinvolgimento del pubblico. Il Barbiere di Siviglia è l’opera che amo maggiormente, sin da bambino. L'opportunità di accostare il nome della nostra azienda a questo titolo rossiniano è stata quindi colta immediatamente con grandissimo entusiasmo. Come azienda che opera sul territorio, sento sia un vero e proprio dovere sostenere le realtà cittadine, e specificamente quelle culturali che sono un motore di crescita, ed inclusione nel quale crediamo in particolar modo. Per questo sostenere il Teatro Coccia è per noi una missione da molti anni”.



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