The Last Supper di Harrison Birtwistle
Quadri drammatici per 14 solisti, piccolo coro femminile e orchestra da camera
Testi di Robin Blaser
London Sinfonietta
Elgar Howarth, direttore
Exaudi, coro femminile
Festival MITO dedica un’ampia rassegna monografica ad un compositore contemporaneo: Harrison Birtwistle. Formatosi in quella fucina di talenti che fu negli anni Cinquanta il Royal Manchester College of Music, Birtwistle è unanimemente considerato una delle voci contemporanee più originali e autorevoli.
Giovedì 4 settembre alle 21, MITO presenta in prima italiana The Last Supper, al Piccolo Teatro Studio, opera musicale per il teatro, in forma semiscenica. Un cast d’eccezione per questa prima rappresentazione, ed una orchestra pioniera della musica d’avanguardia, la London Sinfonietta, da quasi 38 anni interprete indiscussa, sulla scena internazionale, delle espressioni più avanzate della musica contemporanea, sotto la guida del direttore Elgar Howarth. L’introduzione sarà di Vittorio Sgarbi.
Nella stessa giornata il compositore si presenta al pubblico milanese con un incontro organizzato al Circolo Filologico Milanese alle ore 15.00. Con l’artista saranno presenti il musicologo Richard Causton e il compositore Francesco Cilluffo. Coordina il direttore artistico del Festival Enzo Restagno.
Scritta nel 2000, l’Ultima Cena, The Last Supper, è una complessa opera su testo di Robin Blaser, che reinterpreta la storia di Cristo alla luce dei due millenni trascorsi, guardando agli orrori del XX secolo. Essa infatti rappresenta una seconda venuta del Messia con evidenti riflessioni teologiche, storiche e politiche, in cui i discepoli insieme ad un ulteriore personaggio, lo Spirito interpretato da un coro greco, rivivono e reinterpretano sulla scena, in un percorso a ritroso, gli ultimi momenti del dramma cristiano. Tra i discepoli anche Giuda, che giustifica il suo tradimento con il ruolo a lui assegnato nella storia della Passione: permettere a Dio di dimostrare che Gesù era il Messia. E sarà proprio Cristo questa volta a salvare Giuda dall’ira dei discepoli, comparendo tra essi nel momento di massima tensione dell’opera. Una musica corale poi individua tre momenti particolari, tre Visioni: la crocifissione, la Via Crucis, il tradimento. Si tratta di mottetti preregistrati, appositamente composti per The Last Supper, che emergono nel silenzio della scena, come provenienti da lontano. Il Coro dal vivo, composto da nove voci femminili, è situato nella buca dell’orchestra e canta spesso in latino, in alternanza con l’inglese cantato in palcoscenico. Questo Coro Mistico funge da controparte dei discepoli e contribuisce a dare articolazione alla struttura musicale dell’opera, come nel caso della Lavanda dei Piedi, in cui Cristo purifica dai peccati i suoi discepoli. Il significato del Perdono assume in quest’opera una funzione vitale perché rappresenta la possibilità per l’umanità di redimersi dalla crudeltà causata proprio dalle religioni nei millenni passati.
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