Sabato 6 maggio 2017 ore 20.30 – Turno A
Domenica 7 maggio 2017_05_17 ore 16.00 – Turno B
Teatro Coccia di Novara
Gaetano Donizetti
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso su libretto di Felice Romani
Personaggi e interpreti
ADINA Barbara Massaro/ Luana Lombardi/ Yuanyuan Zhang
NEMORINO Sehoon Moon/ Shinichiro Kawasaki/
Pasquale Conticelli
DULCAMARA Alessandro Spina/ Jaime Eduardo Pialli
BELCORE Qipeng Tang/ Sunghun Kim/
Hojoum Lee
GIANNETTA Claudia Strano/ Gaëlle Meyer
CORO del LABORATORIO OPERA STUDIO
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO “G. VERDI” DI MILANO
Direttore d’orchestra Andrea Sanguineti
Assistenti alla direzione Jacopo Suppa, Cesare della
Sciucca, Luca Dong Lee
Regia Laura Cosso
Scene e costumi Elisabeth Bohr
NOTE DI REGIA di
Laura Cosso
“Si vendono sogni”
potrebbe essere il motto di Dulcamara, il simpatico imbonitore che compare tra
i protagonisti dell’Elisir d’amore. Fosse un personaggio odierno, sarebbe un
promoter pubblicitario; il set televisivo come naturale campo d’azione, creme
di bellezza e bevande miracolose tra i prodotti reclamizzati. Del resto,
cos’altro è l’espediente che muove la trama del capolavoro di Donizetti?
Devo confessare che
l’idea di ambientare l’intera opera all’interno di uno studio pubblicitario mi
era venuta in mente già sei anni or sono, per un Elisir d’amore prodotto sempre
dal Laboratorio Opera-studio del Conservatorio di Milano: cori di contadini che
reclamizzano il “Pane del mietitore” (sulla scorta del “Mulino bianco”), eventi
live, attori e comparse, aiuto-regia, cameraman e poi ancora truccatrici,
fotografi e stuoli di fans inferocite che si contendono l’attenzione del
pubblico, mentre si consuma la storia d’amore tra Adina e Nemorino. Insomma, un
modo per dare all’opera una veste schiettamente contemporanea, pur senza
tradire il carattere dei personaggi e l’ambientazione rurale a cui il libretto
si riferisce in modo esplicito.
Questa nuova
produzione non è tuttavia una semplice ripresa, pur rinnovata, di quella regia.
Al contrario, la possibilità di ritornare sull’Elisir d’amore in una
collaborazione tra il Conservatorio di Milano e il Teatro Coccia di Novara, mi
ha offerto la possibilità di reinventare totalmente la mia idea primitiva. E
non solo dal punto di vista della scenografia, dei costumi e dei contributi
video, tutti creati ex novo, ma soprattutto per ciò che riguarda la lettura
drammaturgica.
Per essere più
chiari, in questo Elisir d’amore l’ambientazione all’interno di uno studio
televisivo ha funzionato solo come il contenitore di una serie di rapporti e
situazioni che stanno prendendo forma grazie anche all’apporto dei
cantanti-attori che partecipano al Laboratorio Opera-studio, i quali non si
limitano a mettere in pratica le direttive della regia, ma vi partecipano
attivamente, fornendo un contributo di capacità e di idee. Per fare solo un
esempio, è dal lavoro di improvvisazione collettiva che è nata l’idea di un
Belcore impegnato a pubblicizzare una marca di videogiochi (e cosa c’è di
meglio che una guerra da videogioco, per restituire il carattere spaccone di
Belcore?), o che Giannetta e compagne spettegolino attraverso Facebook. Al
tempo stesso, gli aspetti competitivi dell’ambiente televisivo hanno suggerito
al coro la giusta efficacia nel deridere Nemorino alla fine del primo atto, e
con un surplus di crudeltà che mette ben il luce la varietà espressiva della
commedia donizettiana. Quanto ai ruoli di Adina e Nemorino, una volta
differenziati socialmente attraverso le rispettive mansioni (lei prima attrice
sul set, lui semplice cameramen), spetta poi al singolo cantante nutrirli di un
equilibrio tra tratti comici e sentimentali consono sia al personaggio che alla
propria personalità.
Naturalmente, questo
modo di fare regia si può realizzare solo attraverso i tempi lunghi un
laboratorio operistico, attraverso il percorso formativo e l’interazione
continua tra preparazione musicale e scenica. Ma, vi assicuro, ne vale la pena.
Il
LABORATORIO OPERA STUDIO del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Daniele
Agiman,
direzione d’orchestra
Demetrio
Colaci,
concertazione dell’opera lirica
Laura
Cosso,
teoria e tecnica dell’arte scenica
Umberto
Finazzi, prassi
esecutiva e repertorio teatrale
Che cos’è
Fondato da docenti
del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano e pensato in collaborazione
con il Dipartimento di Canto e Teatro
musicale, il laboratorio OPERA
STUDIO nasce dalla volontà di mettere in contatto le diverse
professionalità legate al repertorio musicale operistico, in modo da offrire
agli allievi un percorso formativo che conduce alla rappresentazione di
un’opera, facendo interagire i necessari livelli di preparazione.
Il Laboratorio Opera
Studio ha inaugurato la propria attività con La bohème, in occasione delle Celebrazioni
pucciniane del 2008, rappresentata a settembre in sala Verdi e ripresa al
Teatro comunale di Erba (novembre 2008).
Nel 2009 ha
proseguito con Il signor Bruschino di
Rossini e, l’anno successivo, ha dato vita al progetto Traviata 2010, progetto di collaborazione internazionale tra il
Conservatorio di Milano e la Kurashiky Sakuyo University (Japan): dopo il Galà
Concert del 27 settembre, con il patrocinio del Consolato del Giappone,
e dopo la rappresentazione scenica de La
traviata (28 settembre) in sala Verdi, il progetto si è concluso nel mese
di ottobre, quando il Laboratorio ha partecipato a quattro produzioni de La Traviata nei Teatri giapponesi di
Kurashiky e di Kyushu.
Nel 2011 è stata la
volta dell’Elisir d’amore, cui sono
seguite le rappresentazioni di Rigoletto,
poi di Don Pasquale e, nel 2016, de Le nozze di Figaro, dirette da Matteo
Beltrami e rappresentate sia a Milano che al Teatro Sociale di Pinerolo,
nell’ambito della stagione promossa dell’Accademia di Musica di Pinerolo.
Obiettivi
Rinnovata attenzione
alla figura del cantante-attore, preparazione di una categoria di
professionisti (direttori d’orchestra, maestri accompagnatori) capaci di
muoversi con consapevolezza attraverso i diversi codici coinvolti nel teatro
d’opera e di appropriarsene in modo originale e creativo.
Modalità
Attraverso un lavoro
di ricerca misurato sul terreno concreto della produzione spettacolare, il modo
‘laboratoriale’ di costruire lo spettacolo punta a un allestimento essenziale,
focalizzato sull’interazione tra partitura musicale e partitura delle azioni,
tra interpretazione musicale e linguaggio delle emozioni.
Repertorio
Diversamente dai due altri Laboratori
teatrali del Conservatorio, e al fine di variare concordemente l’offerta
formativa, il Laboratorio Opera-Studio si rivolge prevalentemente al repertorio
operistico ottocentesco.
L’OPERA
L'azione ha luogo in un villaggio dei paesi
baschi alla fine del XVIII secolo.
ATTO I
La giovane Adina se ne sta in disparte, leggendo delle vicende di Tristano e Isotta, mentre i mietitori riposano all'ombra. Intanto, l'umile contadino Nemorino la osserva da lontano, esprimendo per lei tutto il suo amore e la sua ammirazione, dolendosi della propria incapacità di conquistarla. I contadini chiedono ad Adina di renderli partecipi delle sue letture; lei comincia a leggere delle peripezie di Tristano e del filtro magico che lo ha aiutato a far innamorare di sé la regina Isotta. Mentre Nemorino sogna di trovare questo magico elisir, arriva in paese il sergente Belcore, con lo scopo di arruolare nuove leve. Belcore - anch'egli innamorato di Adina - le chiede di sposarlo; lei evita una risposta e dice di volerci pensare un po' su.
Adina espone a Nemorino la sua teoria circa l'amore: l'amore fedele e costante proprio non fa per lei...
in quel mentre arriva in paese il dottor Dulcamara; egli in realtà è un truffatore che, girando di paese in paese, vende i propri miracolosi preparati medicinali. Nemorino coglie la palla al balzo e gli chiede se abbia un elisir che faccia innamorare le persone. Il ciarlatano pesca dal mucchio una bottiglia di vino bordò e gliela vende, fornendo precise istruzioni: la pozione avrà effetto dopo ventiquattro ore (il tempo utile per permettergli di fuggire indisturbato dal paese...). Nemorino beve tutta l'"elisir" e si ubriaca. Ciò lo fa diventare disinvolto, quel tanto che basta per mostrarsi indifferente nei confronti di Adina. La giovane contadina, abituata com'è a sentirsi desiderata, prova fastidio verso Nemorino. Per ripicca decide dunque di accettare la proposta di Belcore e sposarlo quel giorno stesso, prima che lui riparta.
Nemorino crede fermamente nell'elisir da lui bevuto, cerca per questo di convincere Adina a spostare la data delle nozze per permettere all'elisir di fare effetto. Adina non lo ascolta e se ne va con il sergente Belcore.
La giovane Adina se ne sta in disparte, leggendo delle vicende di Tristano e Isotta, mentre i mietitori riposano all'ombra. Intanto, l'umile contadino Nemorino la osserva da lontano, esprimendo per lei tutto il suo amore e la sua ammirazione, dolendosi della propria incapacità di conquistarla. I contadini chiedono ad Adina di renderli partecipi delle sue letture; lei comincia a leggere delle peripezie di Tristano e del filtro magico che lo ha aiutato a far innamorare di sé la regina Isotta. Mentre Nemorino sogna di trovare questo magico elisir, arriva in paese il sergente Belcore, con lo scopo di arruolare nuove leve. Belcore - anch'egli innamorato di Adina - le chiede di sposarlo; lei evita una risposta e dice di volerci pensare un po' su.
Adina espone a Nemorino la sua teoria circa l'amore: l'amore fedele e costante proprio non fa per lei...
in quel mentre arriva in paese il dottor Dulcamara; egli in realtà è un truffatore che, girando di paese in paese, vende i propri miracolosi preparati medicinali. Nemorino coglie la palla al balzo e gli chiede se abbia un elisir che faccia innamorare le persone. Il ciarlatano pesca dal mucchio una bottiglia di vino bordò e gliela vende, fornendo precise istruzioni: la pozione avrà effetto dopo ventiquattro ore (il tempo utile per permettergli di fuggire indisturbato dal paese...). Nemorino beve tutta l'"elisir" e si ubriaca. Ciò lo fa diventare disinvolto, quel tanto che basta per mostrarsi indifferente nei confronti di Adina. La giovane contadina, abituata com'è a sentirsi desiderata, prova fastidio verso Nemorino. Per ripicca decide dunque di accettare la proposta di Belcore e sposarlo quel giorno stesso, prima che lui riparta.
Nemorino crede fermamente nell'elisir da lui bevuto, cerca per questo di convincere Adina a spostare la data delle nozze per permettere all'elisir di fare effetto. Adina non lo ascolta e se ne va con il sergente Belcore.
ATTO II
Fervono i preparativi per le nozze. Adina vuole aspettare che venga sera per celebrare le nozze, perche vuole che assista anche Nemorino, per punirlo della sua indifferenza. Intanto Nemorino vorrebbe comprare un'altra bottiglia di elisir da Dulcamara, ma non ha i soldi. Decide quindi di arruolarsi per avere la paga. Il sergente Belcore riesce così ad allontanare lo scomodo rivale. Giannetta sparge in paese la notizia che Nemorino ha ottenuto una grande eredità da un parente recentemente deceduto. Questo non lo sanno né l'interessato, né Adina, né Dulcamara: la novità fa sì che le ragazze del paese corteggino Nemorino e questi pensi sia l'effetto dell'elisir. Dulcamara resta perplesso, Adina si ingelosisce.
Quando Dulcamara racconta ad Adina di aver venduto l'elisir d'amore a Nemorino, lei capisce che di essere la sua amata. Una lacrima negli occhi di Adina tradisce i suoi sentimenti; Nemorino, vedendola, capisce di essere ricambiato. Adina entra in possesso del contratto di arruolamento di nemorino e glielo rende, consigliandogli di rimanere in paese. Nemorino, dopo aver tanto penato, vorrebbe una dichiarazione d'amore da lei. Quando infine dichiara di volersene andare, Adina cede e dichiara il suo amore.
La scena si conclude con Belcore che se ne va, convinto di trovare altre ragazze da corteggiare, e Dulcamara trionfante e incredulo per il successo ottenuto dal suo improbabile elisir.
Fervono i preparativi per le nozze. Adina vuole aspettare che venga sera per celebrare le nozze, perche vuole che assista anche Nemorino, per punirlo della sua indifferenza. Intanto Nemorino vorrebbe comprare un'altra bottiglia di elisir da Dulcamara, ma non ha i soldi. Decide quindi di arruolarsi per avere la paga. Il sergente Belcore riesce così ad allontanare lo scomodo rivale. Giannetta sparge in paese la notizia che Nemorino ha ottenuto una grande eredità da un parente recentemente deceduto. Questo non lo sanno né l'interessato, né Adina, né Dulcamara: la novità fa sì che le ragazze del paese corteggino Nemorino e questi pensi sia l'effetto dell'elisir. Dulcamara resta perplesso, Adina si ingelosisce.
Quando Dulcamara racconta ad Adina di aver venduto l'elisir d'amore a Nemorino, lei capisce che di essere la sua amata. Una lacrima negli occhi di Adina tradisce i suoi sentimenti; Nemorino, vedendola, capisce di essere ricambiato. Adina entra in possesso del contratto di arruolamento di nemorino e glielo rende, consigliandogli di rimanere in paese. Nemorino, dopo aver tanto penato, vorrebbe una dichiarazione d'amore da lei. Quando infine dichiara di volersene andare, Adina cede e dichiara il suo amore.
La scena si conclude con Belcore che se ne va, convinto di trovare altre ragazze da corteggiare, e Dulcamara trionfante e incredulo per il successo ottenuto dal suo improbabile elisir.
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