UN’ESTATE CON LA MUSICA 2013
la stagione estiva de
laVerdi
Dodicesimo
appuntamento
Giovedì
1 agosto 2013_08_01 ore 20.30
Auditorium
di Milano, largo Gustav Mahler
Una
sera con Mascagni e Rota
Orchestra
Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Marcello Panni
Direttore Marcello Panni
A
Un’Estate con la Musica 2013, la stagione
estiva de laVerdi, torna protagonista l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi con il quarto dei
cinque programmi dedicati al cinema e alle musiche per film. Dopo il “trittico”
d’apertura con i “muti” di Charlie Chaplin, è ora la vota di un doppio cameo.
La
serata si apre con l’esecuzione della colonna sonora del film La
strada di Federico Fellini (1966), scritta dal compositore milanese Nino Rota.
La
seconda parte del programma prevede invece la proiezione sul grande schermo
dell’Auditorium di una vera e propria rarità, Rapsodia Satanica di Nino
Oxilia (1917), con l’esecuzione in sincrono delle musiche originali di Pietro Mascagni.
Appuntamento
dunque giovedì 1 agosto (ore 20.30) sul
palco dell’Auditorium di Milano, in largo Mahler.
Per
l’occasione, laVerdi sarà guidata dalla bacchetta del Maestro Marcello Panni.
Per informazioni e
prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org.
Biglietti: Euro 17,00
La strada
E' durante la guerra che Rota inizia la sua
attività di compositore per il cinema. Dopo aver realizzato il suo primo
accompagnamento musicale per il film Zazà
di Renato Castellani nel 1944, incontra Federico Fellini, impegnato a
produrre Lo sceicco bianco. Da allora
tra i due artisti si instaura un'amicizia lunga trent'anni e una collaborazione
per numerosi film, resa fortunata dalla felice intuizione del Maestro di dover
comporre musiche al servizio delle immagini. Negli anni '50 diventa l'autore
delle principali musiche di scena del teatro di Eduardo De Filippo, tra cui
quelle per Napoli milionaria. Rota
alterna la composizione di colonne sonore con la composizione di musica
operistica, e la consacrazione in questo campo avviene nel 1955 con l'opera Il cappello di paglia di Firenze, messo
in scena alla Piccola Scala con la regia di Giorgio Strehler. Ma come nascevano
le colonne sonore di Nino Rota? Egli lavorava su appunti presi durante colloqui
con i registi; il film lo vedeva solo dopo aver composto gran parte delle
musiche, e quasi mai per intero. "Suonava
il pianoforte come altri mangiano", diceva di lui Fedele D' Amico. Gli
faceva eco Alberto Savinio: "È il
più musicale dei musici che io conosca. Egli vive soltanto in musica, e là solo
è felice". Mentre componeva, sembrava lasciar fluire l'ispirazione che
gli urgeva dentro.
Federico Fellini ricordava così i loro incontri di lavoro: "Improvvisamente, nel mezzo del discorso, metteva le mani sul pianoforte e partiva, come un medium. Si produceva come una rottura del contatto, e sentivi che non ti seguiva più, non ti ascoltava più, come se i concetti, le spiegazioni, i suggerimenti ostacolassero il corso creativo".
Se non che, proprio come un vero medium, una volta "rientrato in sé", Nino non ricordava quello che aveva appena suonato. Fu così che Fellini decise di collocare dei registratori nella stanza durante i loro incontri: "ma bisognava metterli in azione senza che lui se ne accorgesse, altrimenti il contatto con la sfera celeste si interrompeva".
Federico Fellini ricordava così i loro incontri di lavoro: "Improvvisamente, nel mezzo del discorso, metteva le mani sul pianoforte e partiva, come un medium. Si produceva come una rottura del contatto, e sentivi che non ti seguiva più, non ti ascoltava più, come se i concetti, le spiegazioni, i suggerimenti ostacolassero il corso creativo".
Se non che, proprio come un vero medium, una volta "rientrato in sé", Nino non ricordava quello che aveva appena suonato. Fu così che Fellini decise di collocare dei registratori nella stanza durante i loro incontri: "ma bisognava metterli in azione senza che lui se ne accorgesse, altrimenti il contatto con la sfera celeste si interrompeva".
Rapsodia Satanica
Sulle diverse fasi
della nascita e della composizione della Rapsodia
Satanica abbiamo puntuali riferimenti nell'Epistolario di Mascagni (a cura di Mario Morini,
Roberto Iovino e Alberto Paloscia, ed. Libreria Musicale Italiana,1997) mentre
della prima esecuzione pubblica e delle reazioni del pubblico e della critica
parla ampiamente l'accurato saggio di Carlo Piccardi nel programma di sala
pubblicato in occasione della prima ripresa del film con musica dal vivo a
Siena, avvenuta all’Accademia Musicale Chigiana nell’estate del 1990, in
abbinamento con Cavalleria Rusticana.
Lo stesso Piccardi ne aveva curato nel 1983 una registrazione televisiva per la Radio Svizzera
Italiana, dalla quale partì il rilancio d’interesse per questa significativa
partitura di Mascagni, dopo un lungo oblio.
La prima esecuzione
di Rapsodia Satanica avviene a Roma, nella prestigiosa sala
dell'Augusteo, in una serie di 4 concerti sinfonici diretti da Mascagni - che
nel frattempo ha scritto e rappresentato Lodoletta - tra il 2 e il 14 luglio
1917.
Il materiale
d’orchestra superstite è composto di 41fascicoli rilegati, scritti a penna con
una calligrafia molto larga e leggibile ma purtroppo inutilizzabili per un’orchestra
moderna, abituata ad altre convenzioni (mancano per esempio i riporti degli
accidenti in chiave ad ogni inizio di rigo). Sono parti sovraccariche di segni
dinamici, indicazioni espressive, legature di espressione, che rimandano a una
partitura originale molto accurata nei dettagli, persino eccessiva nelle
didascalie che si sovrappongono in una stessa battuta. Manca nelle parti, ma
anche nella riduzione pianistica stampata, qualsiasi accenno alla
sincronizzazione della musica con il film, di cui Mascagni andava così fiero,
ad eccezione della chiara suddivisione in tre movimenti, Prologo, Parte Prima e
Parte Seconda. L’organico è mastodontico.
Il film di Nino Oxilia (1917, la storia è una variazione
della vicenda faustiana, da un poema di Fausto Maria Martini) scelto da
Mascagni tra i tanti che gli erano stati sottoposti dalla Cines, aveva
all’origine una durata di 55 minuti come sappiamo da lui stesso (“con 55 minuti di musica me la cavo”,18
maggio 1914), forse qualcosa di più (“debbo
aggiungere un po’ di musica per la scena finale nuova”, 15 maggio 1915).
Oggi abbiamo a
disposizione la copia del film restaurato meravigliosamente dalla Cineteca di
Bologna, che ha ripristinato le originali sfumature di colore e aggiunto anche
alcuni “neri” per le parti perdute o irrecuperabili, come si usa nel
restauro degli affreschi. Con tutto ciò, il film raggiunge appena i 44
minuti.
Per questo, eseguendo
la musica insieme con il film, si rendono necessari alcuni tagli. Si tratta in
ogni caso di sincroni difficili, ai quali Mascagni si era applicato accanitamente,
con metodi artigianali e pioneristici, ma con risultati di grande efficacia che
fanno di Rapsodia Satanica un momento
di congiunzione straordinario della Storia del Cinema e della Musica.
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