a Milano, dal 10 luglio al 29 agosto 2012
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 – 20122 Milano -tel / fax 02.76317176
e-mail: lacappellamusicale@libero.it - sito www.lacappellamusicale.com
Lunedì 20 agosto 2012_08_20 ore 18.30 e ore 20.30
Sala Capitolare del Bergognone (Basilica di Santa Maria della Passione)
Via Conservatorio 16, Milano
Il Divino ed il Diabolico: Cent’anni di Musica Romana
Hopkinson Smith, liuto
Martedì 21 agosto 2012_08_21 ore 18.30 e ore 20.30
Sala Capitolare del Bergognone (Basilica di Santa Maria della Passione)
Via Conservatorio 16, Milano
Mirth and Melancholy: Music of the English Golden Age
Hopkinson Smith, liuto
Biglietti 20, 21 agosto posto unico 10 euro
Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 – 20122 Milano -tel / fax 02.76317176
e-mail: lacappellamusicale@libero.it - sito www.lacappellamusicale.com
PROGRAMMA
Lunedì 20 agosto ore 18.30 e ore 20.30
Sala Capitolare del Bergognone (Basilica di Santa Maria della Passione)
Il Divino ed il Diabolico: Cent’anni di Musica Romana
Francesco da Milano (1497-1543) Sola la dolce sirena (ricostruzione)
Recercar (2) del ottavo tono
Pescatore che va cantando (Anon.)
Giovanni Girolamo Kapsberger (1575-1641) Opere da Il Primo Libro de Lauto (Roma, 1611)
Toccata 7 Corrente 7
Francesco da Milano Fantasia (51) del primo tono
Saltarello ‘Che glian strazza la socha’(Anon.)
Giovanni Girolamo Kapsberger Toccata Arpeggiata
Toccata 6 Canario
Francesco da Milano Mi fato e miserabil sorte (ricostruzione)
Saltarello la Mantuanella Fantasia (33) sopra mi-fa-mi
Liuto otto cori opera di Joel van Lennep, New Hampshire, USA.
Martedì 21 agosto ore 18.30 e ore 20.30
Sala Capitolare del Bergognone (Basilica di Santa Maria della Passione)
Mirth and Melancholy: Music of the English Golden Age
John Dowland (1562-1626)A Dream Mrs White’s Nothing
Anthony Holborne (c.1545-1602) Pavan and Galliard
Anthony Holborne My Selfe Heigh Ho Holiday Passion Mad Dog
Anthony Holborne Mr Holborns Last Will and Testament The Fairy Round
John Dowland Lachrimae Pavin Fantasie
Liuto opera di Joel van Lennep, Rindge, New Hampshire.
Anche lunedì 20 agosto (ore 18.30 e ore 20.30) e martedì 21 agosto (ore 18.30 e ore 20.30) sarà proposto un doppio appuntamento, con il liutista Hopkinson Smith nella raccolta Sala Capitolare del Bergognone della Basilica di Santa Maria della Passione (via Conservatorio 16), ma questa volta per un gioco di specchi, un confronto tra il repertorio liutistico del Seicento in Italia lunedì 20 agosto (musiche di Francesco da Milano e Giovanni Girolamo Kapsperger) e la contemporanea produzione liutistica del Seicento in Inghilterra martedì 21 agosto (musiche di John Dowland e Anthony Holborne). Entrambi i concerti sono proposti in due turni (ore 18.30 e ore 20.30) per la limitata capienza della sala.
Francesco Canova, nato a Monza nel 1497, è certamente la figura più rappresentativa dell’arte liutistica del Rinascimento italiano. Allievo di Giovanni Angelo Testagrossa, ebbe modo di viaggiare in Europa al seguito di cardinali e di nobili, lavorando in particolare a Roma e a Milano, dove venne sepolto nella chiesa di Santa Maria alla Scala.
Oltre ad essere autore di ardite trascrizioni di composizioni vocali, canzoni e madrigali, la sua produzione, raccolta in diversi libri d’intavolatura per liuto, annovera diversi brani originali, fantasie e ricercari, che mostrano l’altissimo livello di virtuosismo raggiunto dalla sua arte. Al “divino” Francesco il programma accosta – o contrappone – un altro grande personaggio del mondo musicale italiano, il “tedesco della tiorba” Giovanni Girolamo Kapsberger, nato a Venezia da padre tedesco e madre veneziana, e trasferitosi a Roma nel 1605, divenendo, insieme a Girolamo Frescobaldi, il principale esponente della cultura musicale del primo Barocco romano.
Nella celebre incisione dal titolo Melencolia, gravida di simbolismi alchemici, Albrecht Dürer presenta l’arte e la conoscenza come rimedi ad uno stato d’animo tendente a paralizzare l’attività dello spirito. La musica dunque, che è arte e conoscenza, è in grado di liberare l’animo dalle catene della “melancolia”. La musica liutistica inglese del tardo Rinascimento sembra particolarmente sensibile, accanto a quello amoroso, al tema della melancolia, come attesta il repertorio in programma. John Dowland e Anthony Holborne, compositori dell’epoca elisabettiana, ma il primo apertamente in conflitto con la regina che gli aveva rifiutato un posto di musicista a corte, sono tra i nomi di spicco del tardo rinascimento inglese: di Dowland è certamente famosissima la raccolta delle “Lachrimae”, sette Pavane basate sulla canzone “Flow, my tears”, ma anche le sue fantasie ed i brani, dal titolo spesso curioso o ironico, vanno annoverati tra i capolavori della musica liutistica. Come Dowland, anche Holborne ha lasciato un gran numero di composizioni per liuto (e molte altre per consort di viole), soprattutto Pavane e Gagliarde, le due danze più note ed universalmente utilizzate nella musica strumentale dell’epoca.
Francesco Canova, nato a Monza nel 1497, è certamente la figura più rappresentativa dell’arte liutistica del Rinascimento italiano. Allievo di Giovanni Angelo Testagrossa, ebbe modo di viaggiare in Europa al seguito di cardinali e di nobili, lavorando in particolare a Roma e a Milano, dove venne sepolto nella chiesa di Santa Maria alla Scala.
Oltre ad essere autore di ardite trascrizioni di composizioni vocali, canzoni e madrigali, la sua produzione, raccolta in diversi libri d’intavolatura per liuto, annovera diversi brani originali, fantasie e ricercari, che mostrano l’altissimo livello di virtuosismo raggiunto dalla sua arte. Al “divino” Francesco il programma accosta – o contrappone – un altro grande personaggio del mondo musicale italiano, il “tedesco della tiorba” Giovanni Girolamo Kapsberger, nato a Venezia da padre tedesco e madre veneziana, e trasferitosi a Roma nel 1605, divenendo, insieme a Girolamo Frescobaldi, il principale esponente della cultura musicale del primo Barocco romano.
Nella celebre incisione dal titolo Melencolia, gravida di simbolismi alchemici, Albrecht Dürer presenta l’arte e la conoscenza come rimedi ad uno stato d’animo tendente a paralizzare l’attività dello spirito. La musica dunque, che è arte e conoscenza, è in grado di liberare l’animo dalle catene della “melancolia”. La musica liutistica inglese del tardo Rinascimento sembra particolarmente sensibile, accanto a quello amoroso, al tema della melancolia, come attesta il repertorio in programma. John Dowland e Anthony Holborne, compositori dell’epoca elisabettiana, ma il primo apertamente in conflitto con la regina che gli aveva rifiutato un posto di musicista a corte, sono tra i nomi di spicco del tardo rinascimento inglese: di Dowland è certamente famosissima la raccolta delle “Lachrimae”, sette Pavane basate sulla canzone “Flow, my tears”, ma anche le sue fantasie ed i brani, dal titolo spesso curioso o ironico, vanno annoverati tra i capolavori della musica liutistica. Come Dowland, anche Holborne ha lasciato un gran numero di composizioni per liuto (e molte altre per consort di viole), soprattutto Pavane e Gagliarde, le due danze più note ed universalmente utilizzate nella musica strumentale dell’epoca.
Nessun commento:
Posta un commento