Martedì 8 dicembre 2009
Lodi, Chiesa di San Francesco ore 16.00
Lodi, Chiesa di San Francesco ore 16.00
Domenica 13 dicembre 2009
Crema, Chiesa di San Benedetto ore 21.00
Diretta radiofonica su Radio Antenna 5 (FM 87.800-96.300)
Crema, Chiesa di San Benedetto ore 21.00
Diretta radiofonica su Radio Antenna 5 (FM 87.800-96.300)
Sabato 19 dicembre 2009
Capralba, Chiesa Parrocchiale ore 21.00
Capralba, Chiesa Parrocchiale ore 21.00
Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-2009)
Lauda Sion
Coro e orchestra del Collegium Vocale di Crema
Direttore Giampiero Innocente
Lauda Sion
Coro e orchestra del Collegium Vocale di Crema
Direttore Giampiero Innocente
Programma
(per Capralba con alcune variazioni)
Lauda Sion op. 73, Per Coro e Orchestra
Finale dalla Sonata VI, Orchestra
Richte mich Gott (Psalm 43, Op. 78, No. 2) Mottetto a otto voci per coro a cappella
Da nobis pacem (Verleih uns Frieden) op. 115 Cantata per coro e Orchestra
Jauchzet dem Hernn alle Welt! Psalm 100 Mottetto a otto voci per coro a cappella
Hark the herald! Per coro e orchestra
(per Capralba con alcune variazioni)
Lauda Sion op. 73, Per Coro e Orchestra
Finale dalla Sonata VI, Orchestra
Richte mich Gott (Psalm 43, Op. 78, No. 2) Mottetto a otto voci per coro a cappella
Da nobis pacem (Verleih uns Frieden) op. 115 Cantata per coro e Orchestra
Jauchzet dem Hernn alle Welt! Psalm 100 Mottetto a otto voci per coro a cappella
Hark the herald! Per coro e orchestra
In collaborazione
con l'Associazione "L. Quartieri" di Lodi, il Centro Culturale Diocesano "G. Lucchi"di Crema e la Biblioteca Comunale di Capralba
con l'Associazione "L. Quartieri" di Lodi, il Centro Culturale Diocesano "G. Lucchi"di Crema e la Biblioteca Comunale di Capralba
Info su : www.collegiumvocale.it
Violini I: Stephen Beszant, Viviana Carniti, Lucy Manfredi, Jacopo Bigi
Violini II: Emanuela Barbieri, Stefania Ruini, Silvia Canavero
Viole: Claudia Galvani, Lorenzo Fassina
Violoncelli: Irene Alzani, Lorenzo Barbieri
Contrabbasso: Nicola Moneta
Timpani: Pietro Micheletti
Flauto: Marco Pedrabissi
Oboe: Emanuele Rovetti
Clarinetto: Consuelo Corvi
Fagotto: Marco Ferri
Trombe: Fabio Carioni, Michele Bubbico, Francesco Panico
Violini II: Emanuela Barbieri, Stefania Ruini, Silvia Canavero
Viole: Claudia Galvani, Lorenzo Fassina
Violoncelli: Irene Alzani, Lorenzo Barbieri
Contrabbasso: Nicola Moneta
Timpani: Pietro Micheletti
Flauto: Marco Pedrabissi
Oboe: Emanuele Rovetti
Clarinetto: Consuelo Corvi
Fagotto: Marco Ferri
Trombe: Fabio Carioni, Michele Bubbico, Francesco Panico
Daniela Assandri, Elisa Barbaglio*, Erika Boccaccio, Elisa Cazzamalli, Silvia Corbani*, Cinzia Denti, Sara Faraoni, Sara Franceschini, Maria Grazia Gagliardoni, Chiara Ghiozzi, Marta Invernizzi*, Lorena Mariani, Elena Mattea, Piera Pelizzari*, Loretta Trabattoni, Ilaria Ventura
Chiara Abbondio, Ester Bertozzi*, Adriano Bianchi*, Marzia Meleri*, Vanna Moretti*, Adriana Mori, Doriana Peroni, Claudia Pislor, Elisa Rossi
Angelo Arpini*, Sergio Boschini, Matteo Caravaggi*, Fabio Corlazzoli*, Alberto Galvani, Francesco Paveglio*, Massimiliano Toro
Luca Arpini*, Stefano Castellazzi, Nicola Fava, Edoardo Gammarelli*, Giorgio Ghiozzi, Pierangelo Mulazzani*, Daniele Pandini, Simone Riccetti, Doriano Soldati*
* Soli
Chiara Abbondio, Ester Bertozzi*, Adriano Bianchi*, Marzia Meleri*, Vanna Moretti*, Adriana Mori, Doriana Peroni, Claudia Pislor, Elisa Rossi
Angelo Arpini*, Sergio Boschini, Matteo Caravaggi*, Fabio Corlazzoli*, Alberto Galvani, Francesco Paveglio*, Massimiliano Toro
Luca Arpini*, Stefano Castellazzi, Nicola Fava, Edoardo Gammarelli*, Giorgio Ghiozzi, Pierangelo Mulazzani*, Daniele Pandini, Simone Riccetti, Doriano Soldati*
* Soli
Note al Programma:
Nell'anno del secondo centenario della nascita di Felix Mendelssohn (1809-2009) il Collegium Vocale di Crema propone un programma interamente dedicato al grande compositore tedesco.
Il Lauda Sion op. 73 è uno splendido esempio dell'evoluzione musicale nel primo Ottocento.
La composizione, su testo di Tommaso d'Aquino, si articola in otto movimenti, otto "stanze" con tonalità e tempi diversi, una perfetta articolazione musicale e testuale.
I fortissimi dell'orchestra e del coro si alternano a momenti di profonda contemplazione del mistero, passaggi austeri e solenni lasciano lo spazio alla suggestione che nasce da momenti estremamente espressivi.
L'impressione è quella di spostarsi in continuazione dalle buie navate laterali di una grande cattedrale gotica al centro di essa, dove la luce e lo spazio incantano per la grandiosità.
L'orchestra, che abbraccia tutte le famiglie di strumenti, si alterna col coro nella dichiarazione solenne del testo, non semplicemente "accompagnando" il coro ma divenendo una quinta voce aggiunta a volte in evidenza, a volte scomparendo.
I mottetti Jauchzet dem Herrn alle Welt e Richte mich Gott sono due composizioni per coro a cappella a otto voci, strutturate in modo sinfonico con tre movimenti: allegro, un poco adagio, allegro. Nella parte centrale le voci divengono otto muovendosi in alternanza e creando effetti d'eco di grande suggestione.
L'ultimo tempo della Sonata VI è una trascrizione orchestrale dall'originale organistico: andante riccho di melodia e di sonorità romantiche, perfetto esempio della musicalità di Mendelssohn.
Da nobis pacem (Verleih uns Frieden) è una piccola cantata per coro e orchestra il cui testo fu scritto da Martin Lutero come preghiera per invocare la pace. Dopo le critiche dei musicologi alla prima esecuzione, Mendelssohn decise di cambiare il testo tedesco con le parole latine "Da nobis pacem". Di grande intensità il dialogo iniziale tra gli strumenti bassi dell'orchestra, interrotto solo dalla semplice e dolcissima melodia del coro.
Il programma, oltre che esaltare la grandezza di Felix Mendelssohn, porta direttamente nel cuore della grande musica tedesca che, da Bach fino a Brahms, segna il secolo musicale per eccellenza, ricco di capolavori unici dal valore assoluto.
Note sull'autore:
Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-2009) a duecento anni dalla nascita
Nacque ad Amburgo da un'aristocratica famiglia di origine ebraica, figlio di Abraham, banchiere, e nipote del filosofo Moses Mendelssohn.
La famiglia di Felix, poi, si convertì al luteranesimo, aggiungendo al proprio cognome Bartholdy per distinguersi dai membri della famiglia rimasti ancora fedeli all'ebraismo.Il giovane Felix ebbe modo di maturare rapidamente, grazie ai suoi genitori, assai colti, che fecero in modo che gli venisse impartita un'educazione completa, rivelandosi veloce nell'apprendimento della musica.
Nel 1819 si trasferì con la famiglia a Berlino, dove si concentrò nello studio del pianoforte sotto l'insegnamento di Ludwig Berger - allievo diretto di Muzio Clementi - e della composizione con Carl Friedrich Zelter, che gli insegnò ad amare la musica di Bach e gli presentò, nel 1821, Goethe. L'anziano poeta manifestò grande ammirazione per il giovane Mendelssohn, tanto che lo invitò a suonare per lui per alleviare la sua malinconia.
Durante la giovinezza si concentrò sul suo lavoro nella sua abitazione grazie ad un'Orchestra privata. Scrisse le sue prime dodici sinfonie, che iniziarono ad essere eseguite con regolarità solamente in tempi recenti, durante i primi anni di adolescenza (più precisamente, dai dodici ai quattordici anni).
Mendelssohn intraprese non di rado viaggi per l'Europa, incontrando le personalità di spicco della musica di quel tempo. A Parigi nel 1825 ebbe modo di conoscere Gioachino Rossini, Giacomo Meyerbeer e Luigi Cherubini, responsabile in parte della carriera musicale poi intrapresa da Felix. A Roma incontrò Hector Berlioz, con il quale instaurò una duratura amicizia, pur non considerandolo un musicista di gran livello.
Mendelssohn ebbe il merito di riportare alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, caduta in oblio in quel periodo, in particolare la Passione secondo Matteo (mai più interpretata dalla morte di Bach), di cui diresse un'esecuzione (non integrale e rimaneggiata nella strumentazione dal giovane Mendelssohn stesso) nel 1829, con un grande successo che gli permise di guadagnare un'ottima reputazione, e i cui effetti di riscoperta verso la musica bachiana durano tutt'oggi. Felix ebbe anche un ruolo determinante anche nella riscoperta dei lavori di Mozart, dal quale (congiuntamente a Bach) subì la maggior influenza musicale.
Nel 1835 fu nominato direttore dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia e nel 1843 fondò il Conservatorio di Lipsia.
Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-2009) a duecento anni dalla nascita
Nacque ad Amburgo da un'aristocratica famiglia di origine ebraica, figlio di Abraham, banchiere, e nipote del filosofo Moses Mendelssohn.
La famiglia di Felix, poi, si convertì al luteranesimo, aggiungendo al proprio cognome Bartholdy per distinguersi dai membri della famiglia rimasti ancora fedeli all'ebraismo.Il giovane Felix ebbe modo di maturare rapidamente, grazie ai suoi genitori, assai colti, che fecero in modo che gli venisse impartita un'educazione completa, rivelandosi veloce nell'apprendimento della musica.
Nel 1819 si trasferì con la famiglia a Berlino, dove si concentrò nello studio del pianoforte sotto l'insegnamento di Ludwig Berger - allievo diretto di Muzio Clementi - e della composizione con Carl Friedrich Zelter, che gli insegnò ad amare la musica di Bach e gli presentò, nel 1821, Goethe. L'anziano poeta manifestò grande ammirazione per il giovane Mendelssohn, tanto che lo invitò a suonare per lui per alleviare la sua malinconia.
Durante la giovinezza si concentrò sul suo lavoro nella sua abitazione grazie ad un'Orchestra privata. Scrisse le sue prime dodici sinfonie, che iniziarono ad essere eseguite con regolarità solamente in tempi recenti, durante i primi anni di adolescenza (più precisamente, dai dodici ai quattordici anni).
Mendelssohn intraprese non di rado viaggi per l'Europa, incontrando le personalità di spicco della musica di quel tempo. A Parigi nel 1825 ebbe modo di conoscere Gioachino Rossini, Giacomo Meyerbeer e Luigi Cherubini, responsabile in parte della carriera musicale poi intrapresa da Felix. A Roma incontrò Hector Berlioz, con il quale instaurò una duratura amicizia, pur non considerandolo un musicista di gran livello.
Mendelssohn ebbe il merito di riportare alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, caduta in oblio in quel periodo, in particolare la Passione secondo Matteo (mai più interpretata dalla morte di Bach), di cui diresse un'esecuzione (non integrale e rimaneggiata nella strumentazione dal giovane Mendelssohn stesso) nel 1829, con un grande successo che gli permise di guadagnare un'ottima reputazione, e i cui effetti di riscoperta verso la musica bachiana durano tutt'oggi. Felix ebbe anche un ruolo determinante anche nella riscoperta dei lavori di Mozart, dal quale (congiuntamente a Bach) subì la maggior influenza musicale.
Nel 1835 fu nominato direttore dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia e nel 1843 fondò il Conservatorio di Lipsia.
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