Mercoledì 8 aprile 2009, ore 21
DUE ORGANI IN CONCERTO
X edizione
Händel, Haydn, Mendelssohn e l'eredità classica
Basilica di Santa Maria della Passione
via Conservatorio 16, Milano
F. J. Haydn (1732-1809)
Le sette ultime parole di Cristo sulla croce
Anima Eterna http://www.concertodautunno.it/cur/ensbleanimaeterna.html
Jos van Immerseel, direttore http://www.concertodautunno.it/cur/immerseelj.html
PROGRAMMA
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce
Introduzione Maestoso & adagio
Sonata I Largo
Pater, Pater dimitte illis quia nesciunt quid faciunt
Sonata II Grave e cantabile
Hodie mecum eris in paradiso
Sonata III Grave
Ecce Mulier filius tuus
Sonata IV Largo
Deus meus, Deus meus ut quid dereliquisti me
Sonata V Adagio
Sitio
Sonata VI Lento
Consummatum est
Sonata VII Largo
In manus tuas Domine commendo spiritum meum
Il Terremoto Presto
In collaborazione con ViviMilano - Corriere della Sera
L'Associazione Culturale La Cappella Musicale è felice di presentare la decima edizione di DUE ORGANI IN CONCERTO, "Händel, Haydn, Mendelssohn e l'eredità classica".
Il concerto inaugurale, mercoledì 8 aprile alle ore 21, vedrà il debutto in Italia dell'orchestra belga Anima Eterna, sotto la direzione del suo fondatore Jos van Immerseel, per una preziosa esecuzione delle Sette ultime parole di Cristo sulla croce di Franz Joseph Haydn, un'opera che trova nella Settimana Santa e nella Basilica di Santa Maria della Passione la propria collocazione ideale.
Anima Eterna è l'orchestra residente del Concertgebouw di Bruges. Fondata nel 1987, si è evoluta da piccolo complesso barocco a grande orchestra sinfonica e gode ormai di fama ad altissimo livello nell'esecuzione filologica sia del grande repertorio classico che di quello di fine '800 e del primo '900, assai meno eseguito secondo questo approccio interpretativo. Dal 2002 incide per l'etichetta Zig-Zag Terrioires con una propria collana, "Collection Anima Eterna" che conta oggi 17 CD.
La serata si svolgerà in collaborazione con ViviMilano - Corriere della Sera
La decima edizione della rassegna DUE ORGANI IN CONCERTO è organizzata dall'Associazione Culturale La Cappella Musicale con la collaborazione del Comune di Milano, della Provincia di Milano, della Regione Lombardia, e con il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Banca Popolare di Milano, A2A spa, Ser-Fid Italiana spa, in collaborazione con Amadeus.
Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla Croce furono composte per un canonico di Cadice che richiedeva ad Haydn una musica per l'annuale celebrazione della Passione il Venerdì Santo. Eseguite probabilmente la prima volta il Venerdì Santo del 1786, le sette "Suonate" dovevano accompagnare l'adorazione del vescovo ai piedi della croce subito dopo la declamazione del testo sacro ed un commento di dieci minuti per ognuna delle sette parole. Oltre alle sette "Suonate" Haydn compose una Introduzione e, a chiusura, una descrizione del terremoto che, seguendo il racconto dell'evangelista Matteo, sconvolse il Calvario al momento della morte di Cristo.
Haydn si era immediatamente reso conto della difficoltà di sollecitare la contemplazione del crocifisso attraverso sette movimenti lenti, evitando al contempo di annoiare gli spettatori. L'esperienza dello Stabat Mater forniva comunque al compositore utili indicazioni in questa direzione: anche se nel caso delle ultime sette parole non vi è un testo cantato, le parole sacre sono sufficientemente evocate dalla musica in quanto ogni tema iniziale è realizzato seguendo il metro delle parole latine.
L'organicità e coerenza delle singole composizioni è assicurata dalla ricorrenza dei Leitmotive ed inoltre, pur essendo ogni movimento indipendente sul piano tematico, esistono tutta una serie di ben calcolate corrispondenze melodiche e ritmiche, prima fra esse la scelta delle tonalità: re minore (Introduzione), si bemolle maggiore, do minore, mi maggiore, fa minore, la maggiore, sol minore, mi bemolle maggiore, do maggiore (terremoto). Lo schema evidenzia, oltre all'alternanza fra tonalità maggiori e minori, la successione di intervalli di terza ascendenti e discendenti alternati ad intervalli di seconda che assicura alla sequenza delle tonalità una struttura simmetrica e speculare alla quale non è difficile attribuire un significato simbolico.
Il Terremoto interrompe e distrugge volutamente questa atmosfera, servendosi tra l'altro di materiali tematici che non hanno alcuna relazione con le Suonate.
Stupisce, inoltre, la ricchezza e varietà delle risorse ritmiche e melodiche che non ha riscontro ritengo in alcuna precedente composizione strumentale sacra o profana e che servono magistralmente ad evocare differenti atmosfere affettive: dalla tragicità del "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" alla rassegnata serenità del "Nelle tue mani consegno il mio spirito", dall'intima dolcezza del "Donna, ecco tuo figlio" al tormentato affanno del "Ho sete".
Sull'atmosfera di queste pagine scrive uno dei massimi studiosi di Haydn, Robbins Landon: "L'Introduzione e le sette sonate sono l'equivalente sonoro dei dipinti e delle sculture delle chiese cattoliche rococò, che generano pensieri tranquilli e serenità di spirito. Il terremoto è un brutale sconvolgimento, un ricordo della grande tragedia originale e, in senso più generale, costituisce l'aspetto inesplicabile dei fenomeni naturali nell'ambito della fede religiosa".
Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla Croce furono composte per un canonico di Cadice che richiedeva ad Haydn una musica per l'annuale celebrazione della Passione il Venerdì Santo. Eseguite probabilmente la prima volta il Venerdì Santo del 1786, le sette "Suonate" dovevano accompagnare l'adorazione del vescovo ai piedi della croce subito dopo la declamazione del testo sacro ed un commento di dieci minuti per ognuna delle sette parole. Oltre alle sette "Suonate" Haydn compose una Introduzione e, a chiusura, una descrizione del terremoto che, seguendo il racconto dell'evangelista Matteo, sconvolse il Calvario al momento della morte di Cristo.
Haydn si era immediatamente reso conto della difficoltà di sollecitare la contemplazione del crocifisso attraverso sette movimenti lenti, evitando al contempo di annoiare gli spettatori. L'esperienza dello Stabat Mater forniva comunque al compositore utili indicazioni in questa direzione: anche se nel caso delle ultime sette parole non vi è un testo cantato, le parole sacre sono sufficientemente evocate dalla musica in quanto ogni tema iniziale è realizzato seguendo il metro delle parole latine.
L'organicità e coerenza delle singole composizioni è assicurata dalla ricorrenza dei Leitmotive ed inoltre, pur essendo ogni movimento indipendente sul piano tematico, esistono tutta una serie di ben calcolate corrispondenze melodiche e ritmiche, prima fra esse la scelta delle tonalità: re minore (Introduzione), si bemolle maggiore, do minore, mi maggiore, fa minore, la maggiore, sol minore, mi bemolle maggiore, do maggiore (terremoto). Lo schema evidenzia, oltre all'alternanza fra tonalità maggiori e minori, la successione di intervalli di terza ascendenti e discendenti alternati ad intervalli di seconda che assicura alla sequenza delle tonalità una struttura simmetrica e speculare alla quale non è difficile attribuire un significato simbolico.
Il Terremoto interrompe e distrugge volutamente questa atmosfera, servendosi tra l'altro di materiali tematici che non hanno alcuna relazione con le Suonate.
Stupisce, inoltre, la ricchezza e varietà delle risorse ritmiche e melodiche che non ha riscontro ritengo in alcuna precedente composizione strumentale sacra o profana e che servono magistralmente ad evocare differenti atmosfere affettive: dalla tragicità del "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" alla rassegnata serenità del "Nelle tue mani consegno il mio spirito", dall'intima dolcezza del "Donna, ecco tuo figlio" al tormentato affanno del "Ho sete".
Sull'atmosfera di queste pagine scrive uno dei massimi studiosi di Haydn, Robbins Landon: "L'Introduzione e le sette sonate sono l'equivalente sonoro dei dipinti e delle sculture delle chiese cattoliche rococò, che generano pensieri tranquilli e serenità di spirito. Il terremoto è un brutale sconvolgimento, un ricordo della grande tragedia originale e, in senso più generale, costituisce l'aspetto inesplicabile dei fenomeni naturali nell'ambito della fede religiosa".
La musica di Haydn, che ascoltiamo questa sera nell'originale versione orchestrale, si trova a proprio agio nello spazio architettonico e sonoro della chiesa di Santa Maria della Passione, uno dei luoghi più adatti, per vocazione storica ed artistica, a ricreare la giusta atmosfera di contemplazione che accompagna i giorni della settimana santa.
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