Teatro alla Scala
Giovedì 7 dicembre 2023 ore 18.00
Serata inaugurale
Giuseppe Verdi
DON CARLO
Opera nella versione in italiano in quattro atti
Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle
Sarò in scena dal 10 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024
Nuova produzione Teatro alla Scala
Cast:
Filippo II, Re di Spagna MICHELE PERTUSI
Don Carlo, Infante di Spagna FRANCESCO MELI
Rodrigo, Marchese di Posa LUCA SALSI
Il Grande Inquisitore AIN ANGER
Un frate JONGMIN PARK
Elisabetta di Valois ANNA NETREBKO
La Principessa d’Eboli ELĪNA GARANČA
Tebaldo, paggio d’Elisabetta ELISA VERZIER
Il conte di Lerma / Un araldo reale JINXU XIAHOU
Una voce dal cielo ROSALIA CID
Deputati Fiamminghi
Chao Liu*
Wonjun Jo*
Huanhong Li*
Giuseppe De Luca**
Xhieldo Hyseni*
Neven Crnić
* Allievo dell'Accademia Teatro alla Scala
**Ex allievo dell'Accademia Teatro alla Scala
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia LLUÍS PASQUAL
Scene DANIEL BIANCO
Costumi FRANCA SQUARCIAPINO
Luci PASCAL MÉRAT
Video FRANC ALEU
Movimenti coreografici NURIA CASTEJÓN
A meno di 20 giorni dalla prima della Scala non c'è ancora nessuna notizia sulle previste durate di trasmissione e sulle iniziative che prepareranno all'evento per la manifestazione diventata tradizione sotto il nome di PRIMA DIFFUSA.
Quelli eran tempi ...
Stagione: 1977/1978
Rappresentazione del 7 gennaio 1978
Giuseppe Verdi
DON CARLO (1978)
Edizione in cinque atti
Dramma lirico di François-Joseph Méry e Camille Du Locle
Revisione di Ursula Günther e Luciano Petazzoni
Cast:
Filippo II EVGENIJ NESTERENKO
Il grande inquisitore LUIGI RONI
Rodrigo RENATO BRUSON
Un frate GIOVANNI FOIANI
Don Carlo PLACIDO DOMINGO
Elizabeth di Valois MARGARET PRICE
La principessa Eboli ELENA OBRAZTSOVA
Tebaldo MARIA FAUSTA GALLAMINI
Voce dal cielo FRANCESCA CALDARA
Il conte di Lerma GIANFRANCO MANGANOTTI
Un araldo reale ANTONIO SAVASTANO
Corifeo Luigi De Corato
Otto deputati fiamminghi
Leonida Bergamonti, Bruno Grella, Mario Mattiotti, Carlo Meliciani, Giuseppe Morresi, Alfredo Pistone, Aldo Reggioli, Saverio Safina, Domenico Versaci
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Concertatore e direttore d'orchestra Claudio Abbado
Direttore del Coro Romano Gandolfi
Regia Luca Ronconi
Scene e costumi Luciano Damiani
con la collaborazione di Sibylle Ulsamer
Direttore dell'allestimento scenico Tito Varisco
Segue presentazione dell'opera di Mario Mainino.
Don Carlos (o Don Carlo nelle
versioni in italiano)
E'
un'opera lirica di Giuseppe Verdi su libretto di Joseph Mery e
Camille Du Locle, rappresentata la prima volta a al Théâtre de
l'Académie Impériale de Musique di Parigi, nella versione in cinque
atti e in lingua francese, l'11 marzo 1867. In seguito l'opera fu
tradotta in italiano da Achille de Lauzières e rimaneggiata a più
riprese per quasi quindici anni. Nel 1872 Verdi operò alcune
modifiche minori con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, il
librettista di Aida. La revisione più importante fu realizzata oltre
10 anni dopo e comportò l'eliminazione dell'originario atto primo.
Le
modifiche al libretto furono messe a punto da Du Locle, ma la
versione in 4 atti andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il
10 gennaio 1884 nella traduzione italiana di Angelo Zanardini e sarà
quella presentata questa sera.
E‘
un Grand Opéra, corredato di balletto nella prima versione, con
grandiose scene di massa, nella quale la base storica viene resa
drammaturgia teatrale invecchiando il personaggio di Filippo II
(32enne in realtà) ma visto qui come un vecchio dai capelli bianchi
e presupponendo un amore nascosto tra il figlio Don Carlo (15enne) e
la matrigna Elisabetta di Valois (14enne).
Nella
realtà i due bimbi non ebbero modo certo di avere simili sentimenti
e morirono ben presto, le loro tombe sono ancora oggi vicine
nell‘avello dell‘Escorial.
Verdi
sviluppa in questo lavoro diverse tematiche: il contrasto
genitore/figlio, fra Filippo II di Spagna e Don Carlos; il tema
politico delle Fiandre oppresse verso le quali Carlo è chiamato in
soccorso; il tema dell‘amicizia nel personaggio del Marchese di
Posa, Rodrigo, che muore facendosi credere sobillatore della rivolta
al posto di Carlo; il tema del potere religioso con la figura del
Grande Inquisitore al quale anche il Re di Spagna si deve
sottomettere; il tema della gelosia di Filippo II verso il figlio e
della Principessa di Eboli verso Don Carlo quando lo scopre
innamorato della propria matrigna.
Atto primo
L‘opera
si apre nel Chiostro del Convento di San Giusto con il Coro dei Frati
Carlo il sommo
Imperatore Non è più che muta polve.
Che commenta
la morte dell‘Imperatore. Don Carlo ricorda l‘incontro con
Elisabetta in Francia Io
l'ho perduta! Oh potenza suprema! Nel dolce suol di Francia,
Nella foresta di
Fontainebleau! Io la vidi e il suo sorriso Nuovo un cielo apriva a
me!. Qui lo
raggiunge il Marchese di Posa che lo incita a prendere le difese
delle Fiandre L'ora
suonò; te chiama il popolo fiammingo!.
i due si promettono amicizia eterna Giuriam
insiem di vivere e di morire insieme.
Nella scena seguente siamo alle Porte del Chiostro di S. Giusto, dove
una dama della Regina, la principessa Eboli canta una canzone moresca
Nei giardin del bello
Saracin ostello Mohammed, re moro, sen va.
Arriva la Regina Elisabetta di Valois (promessa a Don Carlo ma poi
sposata da Filippo II) a lei Posa consegna un foglio di Carlo e la
prega di volerlo ricevere prima della sua partenza. Elisabetta cede e
allontana le dame. Carlo arriva e risponde (con veemenza): Figlio!
Tal nome no; ma quel D'altra volta!.. alla
Regina. Il colloquio rischia di riaccendere il loro amore, ma
l'arrivo improvviso di Filippo II mette in fuga Carlo.
Il
Re trovando la Regina sola, condanna la dama di compagnia che doveva
essere presente al ritorno immediato in Francia. Elisabetta la
consola Non pianger,
mia compagna, Lenisci il tuo dolor. Bandita sei di Spagna Ma non da
questo cor.
L'atto
si chiude con un grande duetto tra Filippo e Posa, il quale non ha
nessun timore del Re ma gli chiede senza mezzi termini la libertà
per i Fiamminghi, e non la "La
pace che Voi date al mondo, la pace dei sepolcri"
che invece vuole dare Filippo.
Atto II
E‘
notte, Don Carlo aspetta la Regina nel giardino ma il foglio che lo
aveva invitato all‘incontro era invece della Principessa Eboli. Don
Carlo le rivolge frasi d‘amore interrompendosi di colpo quando si
accorge che non è Elisabetta. Eboli, scoprendo di non essere amata e
che la Regina è sua rivale si infuria e nemmeno Posa riesce a
calmarla. Eboli medita vendetta e insinua in Filippo il sospetto
della tresca tra figlio e matrigna.
La
scena più grandiosa è quella che segue con la piazza piena di
popolo in attesa del corteo del Re, Spuntato
ecco il dì d'esultanza
a lui Carlo presenta i deputati Fiamminghi e, quando il Re si rifiuta
di ascoltarli, alza la spada verso il padre, fermato solo da Posa che
lo disarma. Carlo viene imprigionato, Posa
nominato Duca. Gli
eretici fiamminghi vengono portati al rogo, mentre una voce dal cielo
dice Volate verso il
ciel, volate, pover'alme, V'affrettate a goder la pace del Signor!
Atto III
Bellissima
è l‘aria che Verdi scrive per Filippo II, solo nell‘Avello
dell‘Escorial. Non riesce a dormire e ricorda il giorno delle sue
nozze Ella giammai
m'amò!... Quel core chiuso è a me, Amor per me non ha!... Io la
rivedo ancor contemplar trista in volto Il mio crin bianco il dì che
qui di Francia venne.
Segue il duetto con il Grande Inquisitore che viene a chiedere la
testa di Posa, che ha osato difendere i Fiamminghi, in cambio offre
l‘assoluzione al Re se volesse giustiziare il proprio figlio.
Arriva Elisabetta che ha scoperto la sottrazione del suo scrigno
personale, ma il Re glielo mostra e la invita ad aprirlo, scoprendovi
all‘interno un ritratto di Carlo, che diviene prova del suo
tradimento. Il diverbio tra i due degenera ed Elisabetta sviene.
Eboli si rende conto di quello che ha fatto accusando la Regina di
amare Carlo, rivela la sua colpa ad Elisabetta che le propone il
chiostro o l‘esilio. Ma Eboli farà qualcosa d‘altro solleverà
il popolo portandolo alla prigione per liberare Carlo. Qui Eboli
canta Oh dono
fatale maledicendo
la sua beltà che l‘ha illusa dell‘amore di Carlo. (da notare la
benda sull'occhio perché nella realtà Eboli aveva perduto un occhio
ma dicono che fosse una donna comunque molto ricercata).
Nella
prigione Carlo riceve la visita di Posa che è stato trovato in
possesso delle carte compromettenti che Carlo gli aveva consegnato,
per cui tutti lo credono il sobillatore delle Fiandre. Mentre stanno
parlando, due sicari gli sparano alle spalle uccidendolo Per
me giunto è il di supremo.
In quel mentre entra Filippo II, invano cerca di rappacificarsi con
il figlio Tu più
figlio non hai! No! i regni miei Stan, presso a lui!.
Arriva il popolo, e, nel subbuglio che ne segue, Eboli mascherata
riesce a fare fuggire Carlo.
Atto IV
Siamo
alla fine della
vicenda, e torniamo dove ha avuto inizio, nel Chiostro del Convento
di San Giusto. Elisabetta sola attende Don Carlo per l‘ultimo
addio, prega sulla tomba di Carlo V, sommo imperatore Tu
che le vanità conoscesti del mondo E godi nell'avel il riposo
profondo, Se ancor si piange in cielo, piangi
sul mio dolor, E porta il pianto mio al trono del Signor.
Giunge Carlo ed i due si salutano in un melanconico duetto Ma
lassù ci vedremo in un mondo migliore. Dell'avvenire eterno suonan
per noi già l'ore; E là noi troverem nel grembo del Signor Il
sospirato ben che fugge in terra ognor!.
Irrompe
Filippo (prendendo il braccio della Regina):
Io voglio un doppio sacrifizio!
Ma
avviene un fatto miracoloso, una frate (l‘apparizione di Carlo V)
appare e trae Don Carlo nella cappella del chiostro sottraendo al
furore del padre:
Il
duolo della terra Nel chiostro ancor ci segue,
Solo
del cor la guerra In ciel si calmerà!
A distanza di ben sedici anni ricordiamo la prima scaligera con il Don Carlo che fu l'evento presentato al Cinema Teatro Odeon di Vigevano per la prima stagione di "Opera al cinema" iniziata a Vigevano e poi proseguita per dodici anni al CineamaTeatro Agorà di Robecco sino al 2020 quando fu sospesa per l'epidemia Covid.
l'informatore Week End Mese di dicembre 2008
Vigevano Cinema Teatro Odeon.
Qui Scala a voi Odeon, c'è il Don Carlo.
Il pubblico vigevanese potrà assistere alla prima in diretta sul grande schermo.
L’ultimo appuntamento con l’opera lirica, dei tre programmati per quest’anno, sul grande schermo del Cinema Teatro Odeon di via Mons. Berruti Vigevano, sarà per domenica 7 a partire dalle ore 17, quando la sala comincerà ad accogliere il pubblico per assistere in diretta alla inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano con l’opera Don Carlo di Giuseppe Verdi.
L’opera partirà alle ore 18.00 e si prevede la conclusione verso le 23.30 dopo quattro atti ed un lungo intervallo nel quale sarà possibile rifocillarsi al bar appositamente predisposto per la lunga serata.
Si farà? Non si farà?
Le voci si sono rincorse nelle ultime settimane ed hanno reso ancora più trepidante l’attesa per l’inaugurazione del maggior teatro lirico italiano: il Teatro alla Scala di Milano.
Non è la prima volta che le maestranze del teatro milanese colgono l’occasione per porre le loro rivendicazioni contrattuali. Anche lo scorso anno, si era instaurato questo copione, ma per fortuna le ultime notizie danno per conclusi gli accordi e la prima si farà. Una ansia che ha toccato anche la nostra città dove oltre 150 sono già gli spettatori che si sono prenotati un posto per assistere in diretta a questa prestigiosa prima, comodamente seduti in poltrona al Cinema Teatro Odeon, dove prosegue la rassegna “Opera sul grande schermo”.
Nata per iniziativa della Parrocchia della Immacolata con la collaborazione della Ass. Culturale La Barriera, questa rassegna ha già presentato due titoli la Sonnambula di Bellini in ottobre e la Carmen di Bizet lo scorso novembre.
Con la Carmen si sono raggiunte quasi le trecento presenze collocandosi come la seconda sala in tutto il Nord Italia con il maggior numero di spettatori.
Un bel risultato che testimonia della validità della iniziativa, dell’interesse del pubblico vigevanese verso l’opera lirica ma è anche confermato da una elevata qualità della ripresa, dell’immagine e del suono, che rendono la visione una vera emozione. [n.d.r. e dalla capacità divulgativa di Mario Mainino che introduce e guida il pubblico alla visione]
Molti attendevano la prima della Scala anche perché non è molto frequente la programmazione di Don Carlo “Siamo stati anche a Verona per riuscire a vederlo, ma è piovuto. Speriamo di riuscire a vedere quest’opera almeno qui all’Odeon.” Cosi ci dicevano alcuni spettatori, e Don Carlo è sicuramente un lavoro di Verdi tra i più complessi ed interessanti.
Molte sono le tematiche presenti: il rapporto genitore/figlio e la gelosia del padre verso il figlio come presunto amante della matrigna, sua ex promessa sposa; il tema politico delle Fiandre oppresse; il tema religioso dell’eresia protestante; la lotta tra il potere della chiesa e dello stato; l’amicizia ed il sacrificio. Nell’allestimento scaligero li ritroveremo rappresentati da grandi interpreti tra i quali primeggia Fiorenza Cedolins come Elisabetta di Valois.
La direzione sarà di Daniele Gatti. [mm=Mario Mainino]
Vigevano Teatro Odeon.
Un Don Carlo a metà.
Quasi 250 spettatori hanno assistito all'Odeon alla prima della Stagione di Lirica della Scala.
Ormai diventa tradizione nella tradizione arrivare alla inaugurazione della Stagione di Lirica e Balletto al Teatro alla Scala con molte trepidazioni, e quest’anno non si è saltata una sola riga del “copione” sino alle immancabili contestazioni in corso d’opera.
La novità della edizione 2008 è stata che anche nel nostro piccolo questa volta siamo stati direttamente coinvolti con le apprensioni della vigilia e con il coinvolgimento durante la serata grazie alla iniziativa che la Parrocchia della Immacolata con l’Ass. Culturale “La Barriera” hanno organizzato con il collegamento in diretta con il tempio della lirica, il Teatro alla Scala, la sera di domenica 7 dicembre 2008.
Uno straordinario successo ha coronato il terzo appuntamento della rassegna “Opera lirica sul grande schermo” organizzata con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Dopo Sonnambula di V.Bellini in ottobre, Carmen di G.Bizet in novembre, ecco l’attesa prima scaligera con la monumentale opera di Giuseppe Verdi “Don Carlo”, quattro ore e mezza di spettacolo con solo due intervalli da 30 minuti.
Un ascolto impegnativo che ha raccolto l’interesse di quasi 250 spettatori che hanno partecipato “spiritualmente” a questa inaugurazione.
Con Don Carlo abbiamo assistito alla ennesima riprova della grandezza di Giuseppe Verdi.
Le ansie per lo sciopero hanno lasciato il campo alla bufera per la sostituzione dell'ultimo momento del tenore Giuseppe Filianoti.
Tanto basta per dare vita a due partiti opposti che si sono scatenati all'apertura del II atto da una parte in prolungati "buu" e dall'altra nei "bravo" per il povero Daniele Gatti, accusato del "gran rifiuto".
L'opera è difficile ma la presa sul pubblico ha funzionato ancora ad oltre 140 anni dalla prima rappresentazione.
La musica di Verdi da vita ad un "giro di vite" che risulta moderno e attuale.
Il presunto amore peccaminoso tra matrigna e figliastro corrode l'anima di Re Filippo, sposo per motivi dinastici alla giovinetta che era un tempo promessa all'infante 14enne.
Il regista ha pensato nel primo atto di rappresentare su due piani quello che era il momento che si stava vivendo e sullo sfondo il passato con Filippo che sposa Elisabetta bambina mentre i due fanciulli, Carlo e Rodrigo, li osservano in disparte e si promettono eterna amicizia.
Peccato che l'idea, pur buona, venga poi ad affliggere il resto dell'opera, mettendo il regista Stéphane Braunschweig alla gogna dei fischi finali (crediamo per altro in parte ben meritati).
Notevole la differenza di doti interpretative nel cast.
Sublime il Filippo II di Ferruccio Furlanetto e l'Elisabetta di Fiorenza Cedolins, ottimo il Marchese di Posa di Dalibor Jenis, molto compreso dalla sua parte.
Meno felici il Don Carlo di Stuart Neill di ottimi mezzi vocali, ma impedito dal possente fisico, come del resto la Eboli di Dolora Zajick, assente come movenza scenica, e con i resti di un antico splendore vocale.
Molti spettatori hanno riconfermato nella stessa sera l'abbonamento (già in vendita) per il prossimo anno che prevede Aida, Barbiere di Siviglia e Traviata per gennaio, febbraio e marzo.
Il 15 aprile 2009 invece l'opera arriverà dal vivo con Bohéme, nella versione canto e pianoforte, per la regia di Mario Mainino. [mm = Mario Mainino]
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