2018_08_19 Milano Arte Musica Vittorio Ghielmi, viola da gamba

Associazione Culturale La Cappella Musicale
Milano Arte Musica
XII edizione 2018
Direzione Artistica Maurizio Salerno
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
Via Vincenzo Bellini 2, 20122 Milano
Tel / fax 02.76317176
e-mail lacappellamusicale@libero.it
sito www.lacappellamusicale.com
Milano Arte Musica programma XII edizione 2018

Domenica 19 agosto 2018, ore 18.30 e ore 20.30
Chiesa di Santa Maria della Sanità
Via Durini 20, Milano
Les Voix des Anges
Vittorio Ghielmi, viola da gamba

PROGRAMMA

Marin Marais(1656-1728)
Prelude
Allemande
Sarabande à l’Espagnole
Le Badinage
Les Voix Humaines
Musette
Arabesque

John Jenkins(1592-1678) Preludium

Vittorio Ghielmi (1968- )
Slow ayre
The jumping rabbit
A springlike rain

Captain Tobias Hume(c.1569-1645)
Harke, harke (ascolta, ascolta!)
A Pavin

Vittorio Ghielmi (1968- ) A Bagpipe

Antoine Forqueray(1672-1745)
Allemande 
La Girouette (la banderuola da vento)

Karl Friedrich Abel(1723-1787)
3 pezzi per viola da gamba sola
(dal Quaderno di improvvisazioni di Karl Friedrich Abel)

Un altro grande nome della scena internazionale a Milano Arte Musica: domenica 19 agosto, in un doppio turno (18.30 e 20.30), Vittorio Ghielmi presenta Les voix des Anges, programma di brani ispirati al repertorio inglese della lyra viol e che prende il titolo da un brano di Marin Marais, con musiche di Marais, Hume, Abel, Jenkins, Forequay e trascrizioni dello stesso Ghielmi.

Con la viola da gamba, e non con l’antica lira o la cetra, il semidio Orfeo incantava gli animali, nella versione del mito dipinta da Jan Roos, nato ad Anversa nel 1591 ma stabilitosi a Genova, dove si affermò col nome italianizzato di Giovanni Rosa. Alla voce della viola da gamba ancora nel 1724 Johann Sebastian Bach affidava la vertiginosa meditazione attonita di quel compianto sul Cristo morente che è l’aria «Es ist vollbracht», nella prima grande passione lipsiense, quella secondo Giovanni. Il fascino esercitato, a un secolo di distanza, su un pittore fiamminga e un compositore tedesco testimonia la fortuna internazionale di uno strumento, che come pochi altri esprime in realtà una qualità spiccatamente nazionale, cioè francese. Cordofono dalla storia illustre, chiamato a presidiare il registro grave, si contrapponeva al moderno violoncello di origine italiana: ne sfruttò in funzione drammatica l’antagonismo Giovanni Bononcini nell’oratorio La conversione di Maddalena (1701), l’esplicitò in termini polemici Hubert Le Blanc nel pamphlet Défense de la basse de viole contre les entreprises du violon et les prétentions du violoncel (“Difesa della  viola da gamba contro le imprese del violino e le pretese del violoncello”, 1740).
La fortuna dello strumento, innanzitutto secentesca ma con un’importante prosieguo fin nella seconda metà del secolo successivo, è legata essenzialmente a tre nazioni, tutte opportunamente rappresentate nel concerto odierno: la Francia, vero centro d’irradiazione, l’Inghilterra e la Germania. Il repertorio dello strumento era alimentato dalla ricchissima produzione di virtuosi come il sommo Marin Marais, autore, tra il 1686, l’anno dopo la nascita di Bach, e il 1725, di ben cinque libri a stampa di suite per viola da gamba. La forma, francese anch’essa, della suite rappresenta infatti la composizione standard dello strumento, che vi si cimenta in un preludio di forma libera, spesso pseudo-improvvisativo, e in una corona di danze, o air (non a caso Jenkins intitola Slow ayre la seconda pagina della sua suite): pezzi vuoi spiccatamente coreutici, vuoi caratteristici, dalla vocazione non di rado descrittiva. Stravaganza, sibilline allusioni autobiografiche, spunti realistici si rincorrono nel palinsesto pittoresco e suggestivo delle suite, più o meno estese, quando non in pezzi isolati che costituiscono il banchetto musicale imbandito dallo strumento.
Ancor prima di Marais, al pieno Seicento ci conduce la produzione dell’inglese John Jenkins, virtuoso, le cui doti godettero di tale apprezzamento da non temere i rivolgimenti politici d’un secolo turbolento: musico di camera di re Carlo I, restò attivo sotto il governo rivoluzionario di Cromwell, così come, alla caduta di quest’ultimo, durante la Restaurazione della monarchia. Ancora più avventurosa la figura più antica del programma, il misterioso militare scozzese noto come Captain Hume, al servizio sul Mar Baltico degli eserciti svedese e russo, che già nel 1605 dava alle stampe la prima di due raccolte, The First Part of Ayres, e che alla viola da gamba dedicò il meglio della sua produzione. Si muta decisamente stile con le pagine brillanti di Antoine Forqueray, che a metà Settecento veniva ritenuto l’unico che fosse stato in grado di eguagliare il leggendario magistero di Marais. Chiude il programma il tedesco Carl Friedrich Abel, figlio d’arte (il padre era gambista alla Corte di Cöthen) e allievo a Lipsia di Bach. Col figlio minore di quest’ultimo, Johann Christian Bach (il “Bach di Milano”), gestiva a Londra una stagione concertistica tra le più avanzate per concezione, che il piccolo Mozart visitò nel 1764. Che questo artista tedesco, animatore della vita musicale della modernissima Londra, conservasse il culto per lo strumento francese per eccellenza, voce arcaica d’un mondo all’epoca ormai trascorso, testimonia come meglio non si potrebbe la felice, feconda continuità della storia della musica europea.

BIGLIETTI
19 agosto posto unico 15 €
Giovani fino 26 anni: posto unico 5 euro (disponibilità limitata)
Gruppi: sconto 20% (minimo 10 persone)
Trenord: sconto 20% per abbonati IO VIAGGIO / ITINERO (solo acquisto online)
Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto; in sede presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione (via Conservatorio 16) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00; online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it

SEDE
Chiesa di Santa Maria della Sanità
via Durini 20
MM San Babila, tram 12, 19, 24, 27 bus 54, 60, 61, 94,

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