Venerdì 24 febbraio 2017_02_24
Domenica 26 febbraio 2017_02_26
Auditorium di Milano, largo Mahler
laVerdi Stagione Sinfonica 2017
Nel segno del Classicismo viennese
Gradito ritorno dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
all’Auditorium di Milano, sotto la guida di Benjamin Bayl
Continua l’apertura de laVerdi verso le collaborazioni
esterne, con il gradito ritorno nel cartellone della stagione principale dell’Orchestra
Haydn di Bolzano e Trento, diretta dall’australiano Benjamin Bayl, e la
partecipazione della pianista sudcoreana Chloe Mun, Primo premio “Busoni 2015”.
Lo scorso dicembre fu l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, guidata
da Zhang Xian, ad esibirsi nella doppia sede di Bolzano e Trento della Haydn.
Doppio appuntamento venerdì 24 (ore 20.00) e domenica 26
febbraio (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, con una locandina
all’insegna del Classicismo viennese. Sui leggii dei musicisti della Haydn vi
saranno Lexicon III di Ivan Fedele, pagina che l’autore pugliese ha realizzato
su commissione della stessa Orchestra; il Concerto per pianoforte e orchestra
in mi bemolle maggiore K 482 di Wolfgang Amadeus Mozart e, a chiudere, la
Sinfonia n. 101 di Joseph Haydn.
Venerdì 24, sempre in Auditorium (Foyer della balconata, ore
18.00, ingresso libero), la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto
dal titolo: La cultura pianistica mozartiana:
il Concerto n. 22, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano,
vedrà il relatore Enrico Reggiani portarci a Vienna sul finire del 1785, in un
periodo sereno per Mozart sul piano personale e prospero dal punto di vista
musicale, quando vide la luce e fu eseguito per la prima volta il Concerto per
pianoforte e orchestra K 482, con immediato e unanime successo.
(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni:
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom,
ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org
o www.vivaticket.it ).
Programma
Lexikon III di Ivan Fedele chiude un ciclo di composizioni
sinfoniche che prendono come spunto altrettanti argomenti musicali e
extra-musicali come quelli proposti dalle Lezioni americane che Italo Calvino
scrisse nel 1985 per una serie di conferenze all’Università di Harvard, che non
poté tenere perché la morte lo colse prima: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità,
Molteplicità e Consistenza (quest’ultima non fece in tempo a redigerla). Questi
concetti – scrive Ivan Fedele nella sua nota introduttiva - sono per Calvino le
qualità che avrebbero assicurato la sopravvivenza della letteratura nel terzo
millennio, a fronte di una profetica intuizione di come e quanto la diffusione
dell’informatica nella vita quotidiana potesse rappresentare, accanto alle
conquiste importanti nel campo dell’informazione e della comunicazione, una
seria minaccia al romanzo e alla letteratura.
Il Concerto per pianoforte e orchestra K 482 di Wolfgang
Amadeus Mozart porta la data del 16 dicembre 1785 e fu eseguito a Vienna la
prima volta il 23 dicembre dello stesso anno, ottenendo un grande successo da
parte del pubblico che volle la replica del secondo tempo. Si trattava del
resto di un periodo fortunato nella vita viennese del musicista. Le poche
lettere di quegli anni rispecchiano uno stato d'animo sollevato ed euforico,
vivaci istantanee dell'ambiente musicale viennese in quell'epoca, in cui gli
artisti lavoravano personalmente a contatto col pubblico. La maggiore novità dell’opera
è rappresentata dalla formazione dell’orchestra, che comprende, come il solito,
archi, un flauto, due fagotti, due corni, due trombe e timpani, ma anche (è il
primo caso nella produzione mozartiana) al posto dei due oboi, due clarinetti,
che ne determinano un diverso colore orchestrale.
Composta da Joseph Haydn a Londra nel 1794, la Sinfonia n.
101 è una delle gemme più preziose del ciclo delle dodici Sinfonie cosiddette
“londinesi” con le quali Haydn, spinto dall'esempio degli ultimi capolavori di
Mozart, getta un ponte verso il titanico sinfonismo beethoveniano e anticipa
modi addirittura romantici, rivelandosi artista di smisurata grandezza
inventiva. Accolta a Londra con trionfale successo, la Sinfonia in Re maggiore
deve gran parte della sua popolarità a un fortunato sottotitolo affibbiatole
all’inizio dell’Ottocento, “L’orologio”, a causa del movimento ritmico regolare
che accompagna le entrate del tema nel secondo tempo (Andante), dove lo
staccato dei fagotti e il pizzicato degli archi sembrano imitare il ticchettio
di una pendola. Ma, come ben scrive il Manzoni, “non c’è assolutamente nulla di
banalmente descrittivo o di superficialmente imitativo in questa Sinfonia, che
risulta invece una costruzione ampia e solida, dal possente alito già quasi
beethoveniano”.
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico
di Milano Giuseppe Verdi www.laverdi.org
Piazza Tito Lucrezio Caro 20136 Milano
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