Convento della Annunciata - Abbiategrasso
Venerdì 26 febbraio 2010 ore 21.00
SECONDO CONCERTO
Musiche di Giovanni Batttista Sammartini, Luigi Boccherini, Gioachino Rossini e W.A.Mozart.
Solisti della Accademia Musicale dell'Annunciata.
Enrico Groppo, violino principale e concertatore.
Ingresso gratuito su prenotazione presso Servizi Culturali del Comune di Abbiategrasso ai numeri tel. 02-94692220, 94692292 email cultura@comune.abbiategrasso.mi.it
Venerdì 26 febbraio 2010 ore 21.00
SECONDO CONCERTO
Musiche di Giovanni Batttista Sammartini, Luigi Boccherini, Gioachino Rossini e W.A.Mozart.
Solisti della Accademia Musicale dell'Annunciata.
Enrico Groppo, violino principale e concertatore.
Ingresso gratuito su prenotazione presso Servizi Culturali del Comune di Abbiategrasso ai numeri tel. 02-94692220, 94692292 email cultura@comune.abbiategrasso.mi.it
[Note al programma di Paolo Zeccara]
Giovanni Battista Sammartini (1701-1775)
Quartetto Sinfonico in sol maggiore per archi
Quartetto Sinfonico in sol maggiore per archi
I - Allegro con brio
II - Andante molto espressivo
III - Presto
II - Andante molto espressivo
III - Presto
All'ombra dei famosi editori musicali Ricordi (Giovanni il capostipite e poi i figli Tito e Giulio) a Milano esisteva una miriade di piccoli stampatori di musica che si occupavano di autori minori o raccoglievano in grossi album numerose pagine vocali e musica strumentale specificatamente rivolte all'intrattenimento salottiero della buona società. Fra tante musiche ecco che qualche volta (come nel caso del quasi del tutto oscuro editore Romualdo Fantuzzi di Milano) si potevano trovare in vendita pagine di musica barocca la cui fonte era spesso sconosciuta ma che riportavano titoli accattivanti come appunto Quartetto Sinfonico, terminologia assai difficilmente riconducibile al XVIII secolo. Pubblicati nel 1895 e conservati a Milano, questi tre movimenti sono attribuiti a Giovanni Battista Sammartini e testimoniano la forte attrazione che l'autore milanese cominciava a suscitare presso il grande pubblico (fin dal 1863 i musicofili italiani si stavano interessando al repertorio non-operistico grazie proprio a Tito Ricordi, che fondò la celebre Società del Quartetto di Milano; lo stesso Verdi, ripetutamente, invitò gli studiosi e gli appassionati a rinnovare l'interesse per la tradizione musicale italiana in tutte le sue espressioni, non solo in quella dell'opera lirica).
Su questa scia, dunque, Romualdo Fantuzzi decide di dare alle stampe musica di Giovanni Battista Sammartini, sapendo perfettamente che la Famiglia Ricordi - lungimirante come pochissime in Italia in fatto di musica - quando indirizzava la propria attenzione ad un particolare repertorio non era certo per rimetterci del denaro. Un trionfo editoriale dei Ricordi fu l'edizione di Antiche Arie curate da Alessandro Parisotti, un volume che ancora oggi costituisce un punto di riferimento nelle musiche da camera con voce. È da questo momento che le pubblicazioni di musiche antiche italiane iniziano ad occupare un considerevole spazio nel mercato musicale, riportando alla luce autori scomparsi o semisconosciuti e - soprattutto - di stimolare la fantasia creativa di compositori come Ottorino Respighi, il quale talmente tanto apprezzò i nostri musicisti del passato da ispirarsi a loro per la composizione delle tre "suites" Antiche Arie e Danze. Sono questi gli anni nei quali Giovanni Battista Sammartini non fu più trattato come un musicista lontano e "parruccone", ma come un modello di modernità ed inventiva musicale, tanto che Alfredo Casella, nel 1939, adatterà per pianoforte, violino e violoncello alcune pagine dalla sua Sonata Notturna per due violini e basso continuo.
Su questa scia, dunque, Romualdo Fantuzzi decide di dare alle stampe musica di Giovanni Battista Sammartini, sapendo perfettamente che la Famiglia Ricordi - lungimirante come pochissime in Italia in fatto di musica - quando indirizzava la propria attenzione ad un particolare repertorio non era certo per rimetterci del denaro. Un trionfo editoriale dei Ricordi fu l'edizione di Antiche Arie curate da Alessandro Parisotti, un volume che ancora oggi costituisce un punto di riferimento nelle musiche da camera con voce. È da questo momento che le pubblicazioni di musiche antiche italiane iniziano ad occupare un considerevole spazio nel mercato musicale, riportando alla luce autori scomparsi o semisconosciuti e - soprattutto - di stimolare la fantasia creativa di compositori come Ottorino Respighi, il quale talmente tanto apprezzò i nostri musicisti del passato da ispirarsi a loro per la composizione delle tre "suites" Antiche Arie e Danze. Sono questi gli anni nei quali Giovanni Battista Sammartini non fu più trattato come un musicista lontano e "parruccone", ma come un modello di modernità ed inventiva musicale, tanto che Alfredo Casella, nel 1939, adatterà per pianoforte, violino e violoncello alcune pagine dalla sua Sonata Notturna per due violini e basso continuo.
Luigi Boccherini (1743-1805)
Quintettino in do maggiore op. 30 n. 6 (G 324) "La musica notturna delle strade di Madrid"
Quintettino in do maggiore op. 30 n. 6 (G 324) "La musica notturna delle strade di Madrid"
Le campane dell'Ave Maria - Il tamburo dei Soldati - Minuetto dei Ciechi - Il Rosario - Passa calle - Il tamburo - Ritirata
Nato a Lucca nel 1743, Luigi Boccherini fu tra i maggiori (e musicalmente prolifici) compositori del XVIII secolo. A quattordici anni, come violoncellista, seguì il padre Leopoldo (che era contrabbassista) a Vienna, dove entrambi suonarono nell'orchestra del
Teatro Imperiale. Il fascino che la capitale asburgica suscitò sul ragazzo lo portò presto ad assimilare le nascenti forme musicali che andavano per la maggiore: il quartetto e il quintetto per archi. Dopo un periodo di apprendistato a Roma, tornò nella sua città Prima parte natale dove fu assunto presso la Cappella Palatina. Fu qui che riuscì a formare il primo quartetto per archi d'Italia insieme ad altri tre solisti eccezionali come i due violinisti Filippo Manfredi e Pietro Nardini e il violista Giuseppe Maria Cambini. Nel 1767, durante una fortunata tournée col "suo" quartetto, Boccherini ottenne l'assunzione presso la corte spagnola. Se il suo incarico al seguito di Don Luigi Infante di Spagna non gli dava molta soddisfazione non di meno la sua musica fu sempre assai applaudita ed apprezzata. L'infante poi, siamo nel 1776, venne esiliato dal padre Carlo III per uno scandalo a corte e Boccherini fu costretto a seguirlo nella reggia di Las Arenas. La morte della moglie (dalla quale ebbe cinque figli) e del suo datore di lavoro lo videro in breve tempo alla ricerca di una nuova occupazione, che ottenne nel 1786 presso il palazzo della duchessa Benevante-Osuna. Solo un anno durò questo incarico: infruttuosi furono poi i contatti con Federico Guglielmo II di Prussia (al quale dedico moltissima musica con violoncello solista, strumento che il regnante suonava da valido dilettante). Nel 1799 giunse a Madrid Luciano Bonaparte che spazzò via la monarchia spagnola e con essa anche le speranze di Boccherini di trovare un'occupazione stabile. Trascorse gli ultimi anni in miseria, colpito anche dalla perdita di tre figlie e della seconda moglie. Morì il 28 maggio 1805. Nella Musica notturna delle strade di Madrid Boccherini descrive la singolare vitalità che le strade di Madrid offrono nelle ore notturne. Divenuta popolarissima ancora vivente l'autore, questa composizione presenta alcuni arrangiamenti di lavori precedenti come La Ritirata, un movimento che fa parte del quintetto con fortepiano e successivamente riadattata anche per chitarra.
Teatro Imperiale. Il fascino che la capitale asburgica suscitò sul ragazzo lo portò presto ad assimilare le nascenti forme musicali che andavano per la maggiore: il quartetto e il quintetto per archi. Dopo un periodo di apprendistato a Roma, tornò nella sua città Prima parte natale dove fu assunto presso la Cappella Palatina. Fu qui che riuscì a formare il primo quartetto per archi d'Italia insieme ad altri tre solisti eccezionali come i due violinisti Filippo Manfredi e Pietro Nardini e il violista Giuseppe Maria Cambini. Nel 1767, durante una fortunata tournée col "suo" quartetto, Boccherini ottenne l'assunzione presso la corte spagnola. Se il suo incarico al seguito di Don Luigi Infante di Spagna non gli dava molta soddisfazione non di meno la sua musica fu sempre assai applaudita ed apprezzata. L'infante poi, siamo nel 1776, venne esiliato dal padre Carlo III per uno scandalo a corte e Boccherini fu costretto a seguirlo nella reggia di Las Arenas. La morte della moglie (dalla quale ebbe cinque figli) e del suo datore di lavoro lo videro in breve tempo alla ricerca di una nuova occupazione, che ottenne nel 1786 presso il palazzo della duchessa Benevante-Osuna. Solo un anno durò questo incarico: infruttuosi furono poi i contatti con Federico Guglielmo II di Prussia (al quale dedico moltissima musica con violoncello solista, strumento che il regnante suonava da valido dilettante). Nel 1799 giunse a Madrid Luciano Bonaparte che spazzò via la monarchia spagnola e con essa anche le speranze di Boccherini di trovare un'occupazione stabile. Trascorse gli ultimi anni in miseria, colpito anche dalla perdita di tre figlie e della seconda moglie. Morì il 28 maggio 1805. Nella Musica notturna delle strade di Madrid Boccherini descrive la singolare vitalità che le strade di Madrid offrono nelle ore notturne. Divenuta popolarissima ancora vivente l'autore, questa composizione presenta alcuni arrangiamenti di lavori precedenti come La Ritirata, un movimento che fa parte del quintetto con fortepiano e successivamente riadattata anche per chitarra.
Gioachino Rossini (1792-1868)
Sonata a quattro n. 1 in sol maggiore
Sonata a quattro n. 1 in sol maggiore
I - Moderato
II - Andantino
III - Allegro
II - Andantino
III - Allegro
Il nome completo di Rossini era Giovacchino Antonio Rossini, nato nel giorno bisestile 29 febbraio del 1792 - grazie al quale diceva di invecchiare solo ogni quattro anni -. Di lui sono assai note le fortune musicali (composizioni come Il barbiere di Siviglia, La cenerentola e L'Italiana in Algeri ne fanno l'ultimo grande erede del genere comico dell'opera italiana), sappiamo che fu maestro indiscusso anche nel genere serio (con titoli fortunatissimi come Semiramide, Mosè in Egitto, L'assedio di Corinto), che nel 1829 inaspettatamente si ritirò dalle scene musicali (col capolavoro Guglielmo Tell), che si dilettò di cucina, che era ipocondriaco, che si sposò due volte (la prima con la celebre cantante Isabella Colbran; la seconda con Olympe Pélissier, avvenente modella, la preferita del pittore Horace Vernet), che durante la sua vecchiaia compose moltissima splendida musica per pianoforte e infi ne che nel 1863 diede alla luce il suo estremo capolavoro, la Petite Messe Solennelle. Non tutti però sanno che fu, come Mozart, un bambino prodigio. A otto anni era già iscritto presso il Liceo Musicale di Bologna, e lì studiò intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagnò l'appellativo di "tedeschino"). Dimostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa, Rossini scrisse la sua prima opera a quindici anni: Demetrio e Polibio. Ma già nel 1804 compose le celebri Sei Sonate a Quattro, durante le vacanze estive, quando fu ospitato nella tenuta Triossi di Conventello, presso la villa della ricca famiglia di Ravenna. Fu il giovane Agostino Triossi, dilettante contrabbassista autodidatta, ad invitare il ragazzino a comporre musica da intrattenimento, coinvolgendo poi nel progetto i cugini Luigi e Giovanni Morini, rispettivamente violinista e violoncellista. Furono giorni di straordinaria felicità, durante i quali Rossini riuscì a stupire ed entusiasmare la famiglia che lo ospitava.
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Serenata in sol maggiore K 525 "Eine kleine Nachtmusik"
I - Allegro
II - Menuetto in si bemolle magg. (K.Anh136/498a)
III - Romanza. Andante
IV - Menuetto. Allegretto
V - Rondò, Allegro
II - Menuetto in si bemolle magg. (K.Anh136/498a)
III - Romanza. Andante
IV - Menuetto. Allegretto
V - Rondò, Allegro
Non sono solo il Requiem e la Messa in do minore K 427 ad essere avvolti da un "mistero" storico e musicologico (entrambi questi lavori sono rimasti incompiuti), ma anche questa celeberrima serenata che Mozart completava nel 1787 (anno della morte del padre Leopold e della première del Don Giovanni a Praga). Mozart aggiornava costantemente un piccolo quaderno dove catalogava tutte le sue composizioni portate a termine. Così scriveva: "Eine Kleine NachtMusick (sic), che consiste in un Allegro, un Menuett con Trio, una Romance, un Menuett con Trio e un Finale. Per 2 violini, viola e i Bassi". Del primo dei due minuetti scritti non se ne sa nulla. L'autografo mozartiano è scritto su pagine da musica riunite in volumetto e oggi così numerate: l'Allegro sul folio 1 e 2; il folio 3 è stato vistosamente strappato dal volumetto; la Romanza su folio 4 e 5; sul folio 6 tutto il secondo Menuetto e una parte del Rondo che si conclude sul folio 7 e 8. Non si sa né il motivo della commissione, né il committente di questa serenata... e non si sa nemmeno il perché manchi il primo Minuetto! Più di uno studioso mozartiano ha tentato di chiarire questa vicenda e - soprattutto - di dare la forma originaria a questo capolavoro. In tempi recenti sia Christopher Hogwood (celebre clavicembalista e direttore inglese) che Andrew Manze (altrettanto celebre violinista e musicologo mozartiano) hanno voluto completare l'Eine kleine, per i loro concerti e le loro incisioni, con un Minuetto ritrovato tra le pagine di Thomas Attwood, un violinista inglese che fu pupillo di Mozart e che in quel 1787 era ospite per studio a Vienna presso la casa del compositore. La pagina in questione è un lavoro in puro stile mozartiano e ben differisce dalle altre pagine scritte dall'Inglese a Londra. Che sia un lavoro di Mozart copiato da Attwood? Gli studiosi inglesi sostengono di sì, anche se le prove sono impossibili da mostrare.
Più "vicino" al mondo viennese è invece la scoperta - risalente al 1951 - di Alfred Einstein (cugino del famoso scienziato Albert e luminare della poetica mozartiana) che individua in una Sonata per pianoforte del 1786 il "precedente" musicale dell'Eine kleine. Questo lavoro (oggi catalogato a parte nell'elenco mozartiano col numero K.Anh136/498a) è un lavoro che sviluppa tematiche più vicine a quelle di una serenata che non a quelle di un pezzo per pianoforte. Einstein sostiene che Mozart "assemblò" un un unico lavoro quattro diversi movimenti per pianoforte, forse scritti singolarmente per i suoi allievi. La cosa strana è che Mozart non scrive mai sonate per pianoforte in quattro movimenti e questo ha indotto lo studioso tedesco a supporre che fossero pagine "preparatorie" per un lavoro successivo. Questa Sonata fu pubblicata per la prima volta nel 1798 sia da Thonus di Lipsia che da André di Offenbach sul Meno. Studi più recenti hanno permesso di scoprire un'edizione a stampa del 1806 ma con attribuzione al compositore August Eberhard Müller.
Oggi la discussione sull'autenticità di questo lavoro è ancora assai vivace e lontana dalla sua defi nitiva conclusione. Nel 1978 Karl Marguerre giudica di mano mozartiana il solo Minuetto, mentre nel 2006 il Mozart Forum (uno dei migliori siti dedicati al "divino Wolfgang") ravvisa anche nel primo movimento di questo lavoro (un Allegro) la mano del genio di Salisburgo. Il M° Enrico Groppo, sulla scia del grande musicologo inglese Thurston Dart, (che nel 1952 trascrisse per archi questo Minuetto) ha voluto strumentare per quintetto questa curiosa pagina di danza K 498a, posizionandola in quella che doveva essere nel 1787 la sua originaria collocazione all'interno della serenata.
Più "vicino" al mondo viennese è invece la scoperta - risalente al 1951 - di Alfred Einstein (cugino del famoso scienziato Albert e luminare della poetica mozartiana) che individua in una Sonata per pianoforte del 1786 il "precedente" musicale dell'Eine kleine. Questo lavoro (oggi catalogato a parte nell'elenco mozartiano col numero K.Anh136/498a) è un lavoro che sviluppa tematiche più vicine a quelle di una serenata che non a quelle di un pezzo per pianoforte. Einstein sostiene che Mozart "assemblò" un un unico lavoro quattro diversi movimenti per pianoforte, forse scritti singolarmente per i suoi allievi. La cosa strana è che Mozart non scrive mai sonate per pianoforte in quattro movimenti e questo ha indotto lo studioso tedesco a supporre che fossero pagine "preparatorie" per un lavoro successivo. Questa Sonata fu pubblicata per la prima volta nel 1798 sia da Thonus di Lipsia che da André di Offenbach sul Meno. Studi più recenti hanno permesso di scoprire un'edizione a stampa del 1806 ma con attribuzione al compositore August Eberhard Müller.
Oggi la discussione sull'autenticità di questo lavoro è ancora assai vivace e lontana dalla sua defi nitiva conclusione. Nel 1978 Karl Marguerre giudica di mano mozartiana il solo Minuetto, mentre nel 2006 il Mozart Forum (uno dei migliori siti dedicati al "divino Wolfgang") ravvisa anche nel primo movimento di questo lavoro (un Allegro) la mano del genio di Salisburgo. Il M° Enrico Groppo, sulla scia del grande musicologo inglese Thurston Dart, (che nel 1952 trascrisse per archi questo Minuetto) ha voluto strumentare per quintetto questa curiosa pagina di danza K 498a, posizionandola in quella che doveva essere nel 1787 la sua originaria collocazione all'interno della serenata.
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