Associazione Culturale La Cappella Musicale
Milano Arte Musica
XI edizione 2017
Milano Arte Musica
XI edizione 2017
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
Via Vincenzo Bellini 2, 20122 Milano
Tel / fax 02.76317176
e-mail lacappellamusicale@libero.it
sito www.lacappellamusicale.com
Milano Arte Musica programma XI edizione 2017
Associazione Culturale La Cappella Musicale
Via Vincenzo Bellini 2, 20122 Milano
Tel / fax 02.76317176
e-mail lacappellamusicale@libero.it
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Milano Arte Musica programma XI edizione 2017
Giovedì 03 Agosto 2017_08_03 ore 20.30
Chiesa di San Pietro in Gessate
Devozione barocca, Monteverdi e i suoi eredi
Musiche di Monteverdi, Cavalli, Legrenzi, Bassani
Raffaele Pe, controtenore
Cornetto
Andrea Inghisciano
Violino
Efix Puleo
Tiorba
Gabriele Palomba
Organo
Davide Pozzi
PROGRAMMA
Annibale
Gregori (Seconda metà 1500-1633)Ruggiero à un
soprano
Claudio
Monteverdi Pianto
della Madonna
Dario
Castello (1621-1658)Sonata terza
a due, secondo libro
Francesco
Cavalli (1602-1676)O quam suavis
Giovanni
Battista Riccio (1570?-1621)Canzon
La Grileta
Giovanni
Legrenzi (1626-1690)Angelorum ad
convivia
Giovanni
Battista Bassani(1647-1716)Tantum
ergo (inedito)
Giovanni
Antonio Pandolfi Mealli (1624-1687)Sonata
“La Castella”
Benedetto
Ferrari Queste
pungenti spine(1603-1681)
La
celebrazione del 450° anniversario della nascita di Claudio
Monteverdi continua durante la serata del 3 agosto (ore 20.30), nella
chiesa di S. Pietro in Gessate. Il controtenore Raffaele
Pe
e l’ensemble La
Venexiana,
per la prima volta ospiti di Milano Arte Musica, faranno rivivere la
magia della Venezia Seicentesca, culla dei maggiori compositori e
operisti dell’epoca barocca, eseguendo musiche di Monteverdi,
Castello, Cavalli, Giovanni Battista Riccio, Legrenzi, Bassani,
Pandolfi Mealli, e Benedetto Ferrari.
LASCIA CH'IO PIANGA... E CHE SOSPIRI
La
Venezia nella quale si trovò dal 1613 Claudio Monteverdi come
maestro di cappella della Basilica di San Marco era uno dei centri
culturali ed economici più importanti d’Europa. Per dominio
diretto o influenza politica molte delle città vicine cadevano sotto
il suo controllo e questo faceva sì che in laguna arrivassero non
solo grandi letterati, pittori e compositori, ma anche i migliori
artigiani, costruttori e musici. La raffinatezza e il buon gusto del
patriziato, l’ingente disponibilità economica, lo stesso spirito
intraprendente dei veneziani offrono le condizioni ideali per lo
sviluppo della nuova musica moderna, i cui germi erano partiti dalla
Firenze degli anni Settanta del Cinquecento, per attecchire poi alla
corte dei Gonzaga e in altri centri di potere.
A
Venezia Monteverdi trova i migliori musicisti, i migliori cantanti e
i migliori costruttori di strumenti, soprattutto a fiato (cornetti e
flauti).
Dalla
vicina Germania famiglie intere di mastri liutai si sono trasferiti
fra Padova e Venezia, così come celeberrimi trombettai. Il sontuoso
apparato insieme statale e religioso che contraddistingue le
celebrazioni a San Marco può così contare di una combinazione di
voci e strumenti pressoché unica nel suo genere. Ma se la cerimonia
è rappresentazione dei poteri che reggono la città, il cuore di
questa pulsa per vicende molto più umane: le passioni e gli scontri
della quotidiana esperienza, finalmente raccontati in musica sulla
scena dei teatri. E il nuovo stile del recitar cantando deve
trapassare gli animi, soggiogare le menti, stupire e muovere. Che sia
il lamento di Arianna abbandonata o la Madonna che piange il Cristo
morto, il paradigma espressivo è lo stesso, come pure la vestizione
sonora: voce sola, libera d’esprimere con le mille inflessioni gli
stadi di un cuore turbato e un accompagnamento flessibile,
dinamicamente in grado di seguire gli scompigli emotivi del canto.
Tutto il programma è uno spaccato di questo dialogo fra senso
religioso, devozione che sta in bilico fra la sfera privata e atto
pubblico, e celebrazione di una società aristocratica e mercantile
con i suoi valori (e i suoi piaceri). Ma è anche un dialogo fra la
voce umana, che modula secondo i nuovi modi del canto recitativo
parole sacre dall’eco a volte molto terrena, con gli strumenti:
cornetti (i più flessibili e simili alla voce umana, marcatore
sonoro di un tardo Rinascimento che sta lasciando il posto alla
modernità) e poi violini.
Annibale
Gregori, nato a Siena, fu primo cornetto del Palazzo civico e poi
maestro di cappella del Duomo della sua città. Pubblica postuma, nel
1635, una raccolta di Ariosi
concerti,
brani ricchi di diminuzioni nel nuovo stile strumentale, basati su
danze e bassi, come nel caso di Ruggiero.
Anche
Dario Castello fu uno strumentista a fiato, capo della compagnia dei
fiati per San Marco e la Serenissima, ma anche violinista eccellente.
Scrisse canzoni da sonar ancora nella forma rinascimentale di
successione di blocchi compatti, ma ricche di figure e passi diversi,
ad imitazione dello stile vocale.
Altro
prolifico autore di canzoni strumentali è Giovanni Battista Riccio,
protetto del vescovo Grimani, organista della confraternita di San
Giovanni a Venezia. Le sue composizioni presentano punti di novità,
ad esempio nell’organico: due violini, violino e trombone, flauto
sopranino.
Giovanni
Legrenzi, di Bergamo, fu allievo di Rovetta e discepolo di
Monteverdi. Ricoprì diversi incarichi, fra i quali quello di
organista di Santa Maria Maggiore a Bergamo, sino ad essere nominato
vice maestro di cappella a San Marco nel 1681. Qui portò il numero
degli strumentisti a trentaquattro, contribuendo non poco a fare del
complesso uno dei più grandi e versatili del tempo.
Bassani
fu allievo di Legrenzi e ne riprese lo stile, specialmente nelle arie
a voce sola. Mealli era originario di Perugia, ma fu attivo a
Innsbruck e scrisse una serie di sonate da chiesa e per la camera.
Benedetto Ferrari fu conosciuto per esser un ottimo tiorbista, legato
quindi all’accompagnamento dei cantanti sia sulle scene sia in
chiesa.
Del
cremasco Cavalli, l’altro grande iniziatore del teatro e della
nuova vocalità a Venezia insieme a Monteverdi, bisognerebbe parlare
soprattutto delle musiche di scena. Qui, come nel caso del Divino
Claudio, le stesse movenze sono destinate a un mottetto su testo
sacro, contenuto in un’antologia di
Diversi
eccellentissimi autori del
1645. Di lui Doglioni nel 1655 diceva: “Veramente in Italia non ha
pari, e per esquisitezza del suo canto, e per valore del suono
dell’organo, e per le rare di lui composizioni musicali”.
BIGLIETTI
3
agosto posto unico 10
€
Giovani
fino 26 anni: posto
unico 5 € (disponibilità limitata)
Gruppi:
Ufficio Gruppi Vivaticket
gruppi@bestunion.com
Abbonamenti:
120 €
Vendita
sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto e
presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione (via
Conservatorio 16) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00.
Prevendite
biglietti, carnet e abbonamenti
(con diritto di
prevendita):
Circuito
Vivaticket
www.vivaticket.it
SEDE
Chiesa
di San Pietro in Gessate
piazza
San Pietro in Gessate
MM San Babila, tram 9, 12, 19, 27, bus 60, 65, 73, 84, 94
MM San Babila, tram 9, 12, 19, 27, bus 60, 65, 73, 84, 94
PER
INFORMAZIONI
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Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
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e-mail mail@lacappellamusicale.com
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