2017_11_14 TieffeTeatro Milano MOBY DICK

STAGIONE  2017 | 2018
TieffeTeatro Milano
Stagione 48… il viaggio continua
@TieffeTeatro 
CALENDARIO SPETTACOLI TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano - tel. 02 36592544 - biglietteria@tieffeteatro.it

ORARI BIGLIETTERIA
Dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
domenica ore 14.30 | 16.30 solo nei giorni di spettacolo

Acquisti online con carta di credito su www.teatromenotti.org

ORARI SPETTACOLI
martedì, giovedì e venerdì ore 20.30
mercoledì e sabato ore 19.30 (eccetto le prime ore 20.30)
domenica ore 16.30


14 | 19 novembre
Pleiadi Art Productions, Campsirago Residenza
presentano
MOBY DICK
prima milanese
di Michele Losi, Mariasofia Alleva  
regia Michele Losi | cura del movimento scenico Caterina Poggesi  
con Mariasofia Alleva, Andrea Pietro Anselmi, Lucia Donadio, Carolina Leporatti, 
Giovanni Serratore e in video Joseph Scicluna  
musiche originali Cristina Abati, Chiara Codetta, Tobia Galimberti| 
drammaturgia Riccardo Calabrò, Mariasofia Alleva, Michele Losi  
scenografia Marialuisa Bafunno, Michele Losi, Anna Turina  
costumi Stefania Coretti, Maria Barbara De Marco  
sound design Diego Dioguardi | light design Andrea Violato | video Alberto Sansone 

La scelta di avvicinarsi a un grande classico come Moby Dick rappresenta la sfida di affrontare il mare aperto dell’esistenza. Saliamo a bordo della baleniera Pequod con Ismaele, Queequeg e l’equipaggio per uno spettacolo di parole, suoni, gesti e attese. In scena una grande assenza, quella del Capitano Achab e una grande attesa, quella della balena bianca. 
L’adattamento drammaturgico è fedele alla trama del romanzo, scegliendo di far emergere le tensioni esistenziali dei personaggi. Si compone un Moby Dick nel quale l’alternanza tra profondità individuale e azione collettiva definisce il ritmo e la forma dello spettacolo, lasciando spazio anche a momenti ironici e comici. 
Ismaele si muove tra le angosce e le elucubrazioni dei personaggi minori creati da Melville, riuniti sul pontile della baleniera, in uno spazio drammaturgico simbolico e metafisico. Uno spazio giocato tra un presente e un immaginario, in cui gli elementi cardine del romanzo - il mare, la balena bianca e lo stesso Achab - non si manifestano, ma la loro presenza (o assenza?) permea ogni dialogo e azione. 
È il linguaggio evocativo che porta in scena il mare, grazie a un impianto scenico di forte impatto visivo esaltato da un potente soundscape teatrale. Il paesaggio sonoro in cui si muove la balena bianca nasce dalla rielaborazione in chiave elettronica di suoni di strumenti della tradizione occidentale e orientale (dal violoncello ai tamburi Taiko) quasi a rievocare il Pequod, nave americana con forti alberi di legno giapponese. 
E su quel pontile, dove tutto ha inizio e fine, le partiture fisiche corali raccontano la vita quotidiana a bordo, le ripetitive e cicliche azioni che intervallano la grande attesa, la vera protagonista di questa rilettura del romanzo di Melville. 

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