2009 05 26 Madama ButterlFly a Robecco Sul Naviglio

La prossima Opera che proietteremo in diretta al "CineteatroAgorà di Robecco sul Naviglio"  dal teatro la Fenice di Venezia sarà 

MERCOLEDI 27 MAGGIO 2009 ALLE ORE 18,45
IN DIRETTA DAL TEATRO LA FENICE

UN OPERA DI GIACOMO PUCCINI

MADAMA BUTTERFLY

Con questo collegamento l'Agorà prosegue la programmazione di spettacoli in diretta dai grandi teatri italiani ed europei.

E' una delle poche sale della nostra zona che ha aderito intregralmente alla stagione trasmettendo con coraggio anche opere liriche poco conosciute e che purtroppo sono state seguite solo da alcuni ardimentosi che si sono messi in gioco ed accettato la sfida.

Ricordiamo il collegamento con l'Operà della Wallonie di Liegi per "Le Roy d'IS", opera molto bella nel suo insieme ma conosciuta da tre o quattro appassionati, ed assolutamente ingnota al grande pubblico.

Segnaliamo anche che nei prossimi mesi estivi la programmazione non si arresta ma dovrebbero in arrivo altri interessanti collegamenti come Nozze di Figaro, Cavallino bianco ed altro.

Per essere aggiornati sulla programmazione seguire questo link http://www.cineteatroagora.it/index.php 

 

 

Dalle note di sala del Teatro La Fenice  : Madama Butterfly di Giacomo Puccini

Il Teatro La Fenice ospita la produzione di Madama Butterfly di Puccini firmata dal regista Daniele Abbado con lo scenografo Graziano Gregori e la costumista Carla Teti per la Fondazione Petruzzelli di Bari. Nicola Luisotti dirigerà l'Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice.

Composta su un libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratto dalla tragedia omonima di David Belasco, Madama Butterfly, tragedia giapponese, andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 17 febbraio 1904 in due atti, ma fu poi ripresa con numerosi cambiamenti nel maggio dello stesso anno a Brescia e nel dicembre 1906 a Parigi, in tre atti – la versione standard riproposta ora a Venezia. La prima rappresentazione fu una grossa delusione per l'autore e fu segnata da un solenne fiasco "la farfalletta stenta a volare". Puccini vi rimise mano portandola ai tre atti anche se poi il passaggio tra secondo e terzo è più di idea che di fatto.

In questa edizione troviamo il soprano Micaela Carosi che interpreterà il ruolo di Cio Cio San; Rossana Rinaldi il ruolo di Suzuki; Elisabetta Forte sarà Kate Pinkerton; Massimiliano Pisapia interpreterà il ruolo di F.B Pinkerton; Gabriele Viviani sarà il console  Sharpless; Bruno Lazzaretti Goro; Elia Fabbian Il Principe Yamadori, Alberto Rota Lo zio Bonzo, Roberto Menegazzo Yakudidé; il commissario imperiale  Claudio; l'ufficiale del registro Cosimo D'Adamo la madre di Cio-Cio-San Paola Rossi; la zia Gabriella; la cugina Antonella Meridda . Molti personaggi sono delle semplici apparizione che musicalmente non hanno neppure una battuta. Anche Kate Pinkerton che appare nel finale ha pochissime battute.

 

Accolta dal pubblico della Scala di Milano con «grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate», Madama Butterfly fu trascinata al suo infausto esordio (17 febbraio 1904) da un'infelice trovata del regista Tito Ricordi, che volle — come ricorda Rosina Storchio, la prima protagonista — «colorire il quadro con maggior suggestione» aggiungendo «al cinguettìo della scena» la risposta di «altri stormi dal loggione», disseminandovi «con appositi fischietti intonati musicalmente, alcuni impiegati della Ditta e delle Officine, disposti in due gruppi a sinistra e a destra per rispondere a tempo. Agli schiamazzatori non parve vero d'approfittarne. Al cinguettìo seguirono latrati di cani, chicchirichì di galli, ragli d'asino, boati di mucche, come se in quell'alba giapponese si risvegliasse l'arca di Noè». L'insuccesso fu dovuto anche all'incauta decisione di dividere l'opera in due soli atti, il secondo dei quali corrispondeva agli attuali secondo e terzo uniti senza soluzione di continuità, risultando eccessivamente lungo. La fiducia di Puccini nella sua creazione tuttavia non vacillò, ed ottenne una vistosa conferma con il grande successo arriso a Madama Butterfly a partire dalla ripresa del 28 maggio 1904 al Teatro Grande di Brescia (un successo da allora mai più venuto meno), tanto da conquistare in brevissimo tempo a questo suo capolavoro il rango di classico del teatro musicale. Quattro anni prima dell'infausto esordio milanese, durante l'estate del 1900, Puccini aveva assistito a Londra alla rappresentazione di un dramma d'analogo soggetto che David Belasco aveva tratto da una novella di John Luther Long, mutandone il finale da lieto a tragico. Il suo fiuto teatrale gli aveva fatto riconoscere nella protagonista Cio-Cio-San un personaggio affascinante, la cui caratterizzazione si adattava singolarmente alle proprie inclinazioni e doti di compositore: per mano dei fidati Illica e Giacosa l'opera venne totalmente incentrata sulla protagonista, attorno alla quale vennero fatti ruotare gli altri personaggi, dai ruoli, benché drammaturgicamente essenziali, di fatto tutti secondari. Raffinate alchimie timbriche e continui richiami a modelli musicali orientaleggianti (emerge il ricorso a scale difettive o a procedimenti armonici eterodossi) accompagnano il percorso psicologico della fragile geisha dall'iniziale ingenuità al dubbio e alla dolorosa rassegnazione finale con sensibilità e delicatezza straordinarie, tanto da farne uno dei personaggi più umanamente e finemente caratterizzati dell'intera storia del melodramma.

Madama Butterfly è un atto di condanna contro la violenza ottusa e barbarica della civiltà occidentale, contro il suo sadismo, la sua superficialità, il suo cinismo, il suo infondato senso di superiorità. Lontana anni luce da certa facile e sterile oleografia orientalistica, l'opera pone con forza il contrasto tra culture del quale è vittima la protagonista, incentrando su di essa (su una piccola giapponese ingenua e naïve) l'indagine psicologica, con esiti che conoscono paragone solo nelle figure femminili più interiormente ricche (Violetta, Tatiana…) della storia del melodramma.

Di grande rilievo è lo stile musicale dell'opera, che non evita contaminazioni linguistiche delle più ardite: accanto al già menzionato influsso della musica giapponese, che prende sostanza soprattutto nel frequente ricorso alla scala pentatonica, confluiscono elementi della tradizione occidentale colta (il fugato, gli echi wagneriani, i richiami a Massenet, le reminiscenze dalla Bohème e da Tosca, ma anche i modalismi orientaleggianti derivati dalla musica russa) e di quella d'uso (l'inno nazionale americano): un mélange estremamente duttile di modelli che consente da un lato svariate possibilità combinatorie nell'invenzione sonora, tali da garantire la continua adesione della musica al dramma ovvero la sua profonda pregnanza drammaturgica, e dall'altro una continua reinvenzione del suono che evita lo scadimento del linguaggio ad un cliché orientalistico estetizzante il cui manierismo non avrebbe potuto che banalizzare l'autenticità della vicenda umana di Butterfly.



 

2009 05 30 Biblioteca civica "L.Mastronardi"


SABATO 30 MAGGIO 2009
ORE 18.00
Biblioteca civica "L.Mastronardi"
C.so Cavour 82-VIGEVANO
ALLE SIGNORE PIACE IL NERO
Presentazione del libro
Antologia di racconti noir
...saranno presenti
Carmen Covito, Barbara Garlaschelli,Adele Marini e Daniela Losini
Presenta: BIANCA GARAVELLI
INGRESSO LIBERO
SEGUIRA' APERITIVO
Servizio Iniziative Culturali e Biblioteche
In collaborazione con: L'Erbolario, Via Caduti per la Liberazione 22, Vigevano

2009 05 22 Biblioteca Civica "L. Mastronardi"


Servizio Iniziative Culturali e Biblioteche
Venerdì 22 Maggio 2009
Ore 21,00
Biblioteca Civica "L. Mastronardi"
C.so Cavour 82, Vigevano
...a parole
Presentazione dell'ultimo libro
di Ugo Sajini
presenta Ambrogio Cotta Ramusino
con Tullio Bologna
Sono esposti nell'androne della Biblioteca
i disegni di grafica umoristica dell'autore "I FERRI DEL MESTIERE"

2009 05 28 Senato della Repubblica - Roma. Relazione di Nella Anfuso sullo stato attuale della vocalità.

Fondazione Centro Studi Rinascimento Musicale
Giovedì, 28 Maggio 2009 alle ore 14.30 al Convegno-Dibattito
"S.O.S.  Made in Italy"
L'età d'oro del Canto Italiano (XV-XVIII sec.) ed il nostro tempo.
Per una azione di Rinascita.
Relazione di Nella Anfuso sullo stato attuale della vocalità.
Relatrice NELLA ANFUSO
BIBLIOTECA DEL SENATO "GIOVANNI SPADOLINI" SALA ATTI PARLAMENTARI PIAZZA DELLA MINERVA, 38 ROMA
Chiusura dei lavori: ore 17.30
FONDAZIONE CENTRO STUDI RINASCIMENTO MUSICALE
La lingua Toscana nella sua caratteristica sonora, con l'equilibrio delle risonanze dei due registri naturali di petto e di testa o falsetto, ha permesso, nel tempo e lentamente, la costruzione del perfetto strumento vocale ottenuto con la realizzazione della fusione totale dei due registri naturali e la conseguente creazione di un unico registro.
Ma è il platonismo fiorentino del secolo XV che pone le basi di ciò che uno studioso, Luigi Leonesi definisce, nel 1904, "una trovata di genio, miracolosa", poiché è il recupero del predomino, totale e totalizzante della parola, nella sua essenza "sonora", sul linguaggio musicale, che determina la costruzione, tutta italiana, dello strumento vocale perfetto.
È per questo motivo che solo l'Italia sviluppa una Vocalità, sia dal punto di vista espressivo che tecnico, che non ha eguali nella storia mondiale e che domina l'Europa musicale fino ai primi decenni del XIX secolo.
Ed è ancora il platonismo fiorentino del XV secolo che permette all'Italia la creazione di un patrimonio polifonico e monodico immenso ed unico per valore oltre alla realizzazione dello "stile rappresentativo" o "fiorentino" (che niente ha a che vedere con l'Opera che  si  sviluppa proprio in concomitanza con l'esaurirsi del platonismo, nella metà del Seicento).
Info: fondazionecsrm@tele2.it   Fax: 0773 80 37 44
FONDAZIONE  CENTRO  STUDI  RINASCIMENTO  MUSICALE
N E L L A     A N F U S O
A N N I B A L E    G I A N U A R I O
FESTIVAL   MEDICEO  DI  ARTIMINO
S P R E Z Z A T U R A
DISTRIBUTION  E-MUSIC  THE  ORCHARD
OFFICIAL INTERNATIONAL NELLA ANFUSO FAN CLUB
Nella Anfuso insegna Giulio Caccini

2009 05 21 Mario Di Marco in Le Stanze, suite per clarinetto, elettronica e oggetti

Giovedì 21 Maggio 2009, ore 21,15
Teatro Arciliuto - Roma
 "Le Stanze"
suite per clarinetto, elettronica e oggetti di Mario Di Marco
 
Caos e leggerezza si fondono nelle note prima lunghe, poi brevi, irrequiete e fragili, sfavillanti e pure. Un sogno che diviene incubo per trasformarsi in fiaba tra i ricordi di un bambino in una stanza piena di solitudine e il rumore impazzito del traffico dell'anima (…)
Ottavia D'Elia

Eventi Culturali
Dopo il successo al RomaEuropa Festival (finalista del contest di musica elettronica nella sezione RomaEuropa Web Factory), il musicista e performer Mario Di Marco presenterà al Teatro Arciliuto di Roma giovedì 21 maggio il suo ultimo lavoro musicale, "Le Stanze - suite per clarinetto, elettronica e oggetti". Il concerto di Mario Di Marco, clarinettista tra i più acclamati della scena nazionale, sarà pensato come un racconto musicale che si realizza tra la musica classica e quella elettronica, senza dimenticare l'uso dell'improvvisazione tipico del jazz. Un'ora e venti minuti ininterrotti di musica originale composta da Mario Di Marco per l'occasione, con l'artista unico protagonista della performance insieme al suo clarinetto. Partecipano attivamente effetti elettronici ed oggetti di scena che diventano veri e propri strumenti musicali.
 
"Le Stanze" è un viaggio all'interno delle emozioni che la vita ci regala, quelle che viviamo nella privacy delle nostre case, nelle stanze che ci vedono protagonisti assoluti della vita, con i nostri pensieri, i nostri sogni e le nostre difficoltà. Tutte le emozioni che scaturiscono dalla quotidianità, dagli incontri più o meno fortunati, dalla gioia e dal dolore che segnano la vita di tutti noi, sono rappresentate attraverso il linguaggio non verbale della musica. Ogni stanza rappresenta una situazione di vita, un'esperienza, un'emozione, in altre parole qualcosa che ha lasciato il segno e che allo stesso tempo fa parte del quotidiano ed inesorabile scorrere del tempo e della vita. In ogni stanza si entra passando attraverso strade e piazze di una città, e in ogni percorso il viaggio è arricchito dalla stanza appena visitata ovvero dalla vita appena vissuta.
Mario Di Marco
 
Mario Di Marco, clarinettista e compositore, è diplomato in clarinetto con il massimo dei voti presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma. Ha scritto per numerose ensemble musicali. Tra queste, le più recenti, sono il duo con Riccardo Fassi, il quintetto di musica contemporanea Mario Di Marco Ensemble (flauto, clarinetto, viola, pianoforte e contrabbasso), il trio con Giulio Ceccacci e Roberto Palermo (del quale è in uscita un cd registrato live al Teatro Eliseo), e il quintetto jazz Okinerò. Negli anni ha composto per la danza, il teatro e le video installazioni, per le quali ha curato anche la realizzazione e la messa in scena. Dal 1995 é direttore del mensile "Prove Aperte". Attualmente è direttore artistico del Jazz Festival del Teatro del Sogno di Roma, del Jazz Festival di Civitella Alfedena (AQ) e della rassegna di musica contemporanea dell'Anfiteatro Naturale della Camosciara (Parco Nazionale d'Abruzzo). Ha al suo attivo numerose collaborazioni, sia nell'ambito della musica classica che jazz e contemporanea; ha composto le musiche per video, spettacoli di danza e di teatro presentati in numerose rassegne sia nazionali che internazionali. Nell'ultimo anno ha scritto le musiche per gli spot pubblicitari di Grandi Stazioni.
 
Informazioni
"Le Stanze", suite per clarinetto, elettronica e oggetti di Mario Di Marco
Giovedì 21 maggio 2009, ore 21,15
Teatro Arciliuto, sala anfiteatro, Piazza di Montevecchio 5 - Roma
(alle spalle di Piazza della Pace, zona Piazza Navona)
Ingresso: 10 euro
Tel. 06.6879419
Info:
www.myspace.com/mariodimarco  
Ufficio Stampa: Pier Paolo Mocci 347.3615473 – pierpaolo.mocci@gmail.com

2009 05 28 Cesare Giardini nella Sala Ottocento di Palazzo Roncalli

Fondazione Vincenzo Roncalli
Giovedì 28 maggio 2009 alle ore 17,00  inaugurazione della mostra del pittore
Cesare Giardini
nella Sala Ottocento di Palazzo Roncalli.
 
Cesare Giardini presenta al pubblico  nuove opere esposte recentemente in manifestazioni fuori Vigevano e una serie di "corrierine" realizzate in ceramica nei forni del Roncalli.
La mostra rimane aperta nella Sala Ottocento di Palazzo Roncalli giovedì 28, venerdì 29, sabato 30, domenica 31 maggio, lunedì 1° e martedì 2 giugno, quindi sarà visitabile tutti i giorni fino al 7 giugno nello studio del pittore, sempre nel Palazzo Roncalli, (cortile della Biblioteca dei ragazzi al primo piano).
Palazzo Roncalli, via del Popolo 17, 27029 Vigevano, 038182147.
feriali apertura al pomeriggio: 16,00 – 19,00. festivi: e sabato: 10,30 – 12,30 – 15,30 – 19.
www.cesaregiardini.com   art@cesaregiardini.com  

2009 05 28 I fuochi di Haendel al Ghislieri

VII Stagione di Concerti del Collegio Ghislieri
16 marzo • 19 giugno 2009
Giovedì 28 maggio 2009 alle ore 21.00, presso l'Aula Magna del Collegio Ghislieri, sesto appuntamento del cartellone di Ghislierimusica e del cartellone di RETEORFEO 2009 – Circuito Lombardo di Musica Antica: protagonista l'Orchestra Barocca Zefiro che proporrà un programma interamente dedicato a Händel nel duecentocinquantesimo anniversario della morte. Dedicata alle Città della Musica, ReteOrfeo fa così tappa in quella Londra che il compositore scelse come propria patria elettiva. L'appuntamento, secondo la filosofia della Rete che vuole la circuitazione dei gruppi componenti oltre che degli artisti ospiti delle diverse stagioni, sarà replicato a Mantova il 29 maggio in Piazza Santa Barbara nell'ambito della stagione L'Armonia e l'invenzione.
 
Giovedì 28 maggio 2009 ore 21.00
Aula Magna del Collegio Ghislieri
FIREWORKS MUSIC
Händel - Musica per i reali fuochi d'artificio
 
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685-1759)
Concerto a due cori in fa maggiore HWV 333
per 4 oboi, 4 corni, 2 fagotti, archi e b.c.
 
Concerto Alexander's Feast in do maggiore HWV 318
per 2 violini concertini e violoncello, 2 oboi, archi e b.c.
 
Concerto a due cori in si bemolle maggiore HWV 332
per 4 oboi, 2 fagotti, archi e b.c.
 
The Music for the Royal Fireworks in re maggiore HWV 351
per 3 trombe, timpani, 3 oboi, 3 corni, fagotto, controfagotto, archi e b.c.
 
Orchestra Barocca Zefiro
Trombe: Luca Marzana, Jonathan Pia, Paolo Gaviglio
Oboi: Paolo Grazzi, Emiliano Rodolfi, Andrea Mion, Molly Marsh
Corni: Dileno Baldin, Francesco Meucci, Ermes Pecchinini, Gabriele Rocchetti
Fagotto e controfagotto: Alberto Grazzi, Maurizio Barigione
Violini I: Mauro Lopes, Isabella Bison, Monika Toth, Ulrike Fischer, Daniela Nuzzoli
Violini II: Renata Spotti, Laura Mirri, Alessandro Di Vona, Isotta Grazzi
Viole: Anna Aldomà, Krishna Nagaraja
Violoncelli: Gaetano Nasillo, Sara Bennici
Contrabbassi: Michele Zeoli, Riccardo Coelati
Cembalo: Luca Guglielmi
Timpani: Riccardo Balbinutti
 
Alfredo Bernardini Direttore
 
BIGLIETTI:
Settore A Intero: € 10     Ridotto: €  7   Settore B Intero: € 7     Ridotto: €  5
Speciale "Ridotto Giovani" under 26 – Settore Unico: € 5
 
 
 
Dal programma di sala:Note al programma
 
Quando Händel presentò a Re Giorgio II d'Inghilterra la prima stesura della "Music for the Royal Fireworks", questi notò che la partitura comprendeva anche gli archi, mentre egli voleva un grande pezzo per soli fiati, visto che si trattava di una celebrazione militare (la Pace di Aquisgrana firmata il 7 ottobre 1748) anche perché questa musica andava suonata all'aperto su un palco nel londinese Green Park (St. James's Upper Park) appositamente costruito per l'occasione dal famoso architetto teatrale francese Giovanni Niccolò Servandoni. Il Re ordinò dunque di riscriverla per un organico di soli fiati e timpani. Händel, che sapeva ben arrangiare le sue cose, si limitò a cancellare dalla stessa partitura la dicitura "violino, viola, violoncello…" ecc, senza cambiare una nota, e segnò, cosa eccezionale, il numero di strumenti a fiato che voleva avere per ogni parte: 24 oboi, 12 fagotti, controfagotto, 9 trombe, 9 corni, 3 timpani. Dopo un'imponente prova, a cui assistettero 12000 persone, un incidente causò l'incendio del palco (gli esperti dei fuochi d'artificio erano venuti da Bologna!…) ed il grande spettacolo atteso per il 27 aprile 1749 fu annullato. Un mese più tardi, Händel utilizzò esattamente la stessa partitura per un concerto di beneficenza presso il Foundling Hospital, questa volta con una grande orchestra che comprendeva anche gli archi. La nostra esecuzione si rifà dunque a questa versione, che probabilmente corrisponde alla stesura originale del maestro di Halle.
Per questa grande composizione celebrativa Händel realizzò una suite di stile francese con un'Ouverture e quattro movimenti tra cui spiccano La Paix (un largo alla siciliana) e La Réjouissance (una brillante fanfara) che si collegano direttamente all'occasione politica della firma della pace di Aquisgrana e sono incorniciati da più tradizionali movimenti di danza: una bourrée e un minuetto conclusivo in due parti.
I cosiddetti Concerti a due Cori (1746/48) hanno in comune con la Music for the Royal Fireworks (1749) l'organico (grande orchestra con molti fiati) e l'epoca di composizione, quella di un Händel maturo, anzi più che sessantenne; di fatto sono considerati insieme ai Fireworks le sue ultime composizioni orchestrali.
Il titolo di Concerti a due Cori, con il quale sono comunemente conosciuti, non è originale: lo dobbiamo al musicologo Friedrich Chrysander, il primo a pubblicarli negli opera omnia haendeliani alla fine dell'Ottocento. Non è un titolo sbagliato e di fatto la tecnica di scrittura si gioca tra due cori di strumenti a fiato che costituiscono una specie di concertino a due teste, e un coro orchestrale che funge da concerto grosso. Il titolo dato all'HWV 332 dal copista di Händel John Christopher Smith senior è Concerto made from Choruses. E infatti questi pezzi strumentali utilizzano molto materiale dei pezzi corali composti precedentemente da Händel per i suoi grandi oratori quali The Messiah, Belshazzar, Esther, Alexander Balus, Semele, Occasional Oratorio e dall'opera Ottone, secondo una pratica molto abituale per il compositore. Recentemente è stato appurato che questi concerti furono concepiti come intermezzi strumentali all'interno di grandi oratori, nel segno della tradizione inglese di musica entr'acte, in particolare il concerto HWV 332 in Joshua, l'HWV 333 in Alexander Balus, tutti eseguiti per la prima volta nel Teatro Reale del Covent Garden in coincidenza della grande stagione degli oratori haendeliani degli anni Quaranta del Settecento. La scrittura di queste musiche combina una serie di componenti distinte, come quella dell'ouverture alla francese, di elaborate fughe, di larghi ed adagi espressivi, di fanfare che richiamano la caccia. Molti movimenti si concludono con grandi adagi che evocano l'amen o l'alleluja finale dei grandi cori della musica sacra. In queste composizioni Händel sprigiona una grande fantasia nel combinare i tre cori strumentali (legni, ottoni e archi), mantenendo per ciascun gruppo delle aree indipendenti anche per gli strumenti solisti; all'interno di questa scrittura monumentale infatti vengono comunque ritagliati degli spazi di particolare virtuosismo, soprattutto per gli oboi, il fagotto e i corni.
(Angela Romagnoli)
 

Gli interpreti
 
Nel 1989 a Mantova, gli oboisti Alfredo Bernardini e Paolo Grazzi ed il fagottista Alberto Grazzi fondano Zefiro, un complesso con organico variabile specializzato in quel repertorio del Settecento in cui i fiati hanno un ruolo di primo piano. In questi anni Zefiro è diventato un punto di riferimento, in ambito internazionale, per il repertorio di musica da camera del '700 e '800 con strumenti d'epoca.
I suoi fondatori, insegnanti presso i Conservatori di Musica di Amsterdam, Barcellona, Mantova, Verona, Milano, sono considerati tra i più validi esecutori nell'ambito della musica antica e apprezzati solisti di famose orchestre; si avvalgono della collaborazione dei migliori strumentisti in campo europeo.
Zefiro è presente nei principali festival europei di musica (Amsterdam, Barcellona, Bonn, Ginevra, Helsinki, Innsbruck, Lione, Londra, Manchester, Milano, Monaco di Baviera, Palma di Mallorca, Parigi, Praga, Regensburg, Salisburgo, Utrecht, Vienna, ecc.) e con tournée in Israele, in Egitto, in Sud America (Cile, Argentina, Uruguay e Brasile - estate 2004), in Giappone (gennaio 2005), Canada (giugno 2006), Corea (settembre 2006) e Stati Uniti (agosto 2007), riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica.
Zefiro è stato scelto dalla televisione belga per un documentario su Vivaldi ed ha al suo attivo la registrazione di 13 compact disc, tra cui le sei sonate di J.D.Zelenka, la musica per insieme di fiati di W.A.Mozart, la Water Music di Handel e Wassermusik di Telemann, gli arrangiamenti per 13 strumenti a fiato di arie da Opere di Mozart e la pubblicazione dei "Concerti per vari strumenti" di A.Vivaldi (Opus 111/Naïve). Le registrazioni più recenti, pubblicate da Sony Classical, riguardano la musica per fiati di L. van Beethoven ed i Divertimenti per fiati e archi di W.A.Mozart. Alcuni di questi CD hanno ricevuto diversi premi internazionali, tra cui il Grand Prix du Disque, il "Premio Nazionale Classic Voice" e le "Choc du Monde de la Musique de l'année 2007", e fanno di Zefiro un punto di riferimento per questo repertorio nel mondo intero.
L'attività di Zefiro si divide in tre organici: ensemble da camera, gruppo di fiati ["Harmonie"] ed orchestra barocca proponendo una grande varietà di programmi dall'ampio repertorio del Settecento: dai concerti a 5 e per strumenti solisti di Vivaldi alle opere teatrali e musica festiva di Handel, dalle cantate di Bach alle Messe di Haydn, fino alla musica per fiati di Mozart, Beethoven e Rossini.
 
 

2009 05 31 LA RISAIA, LA FILANDA…LAVORI DI DONNA

DOMENICA 31 MAGGIO 2009
ORE 16.30 PARCO URBANO XXI SETTEMBRE
Comitato USCIAMO DAL SILENZIO       COMUNE DI MEDE
Presentano a MEDE (PV)
LA RISAIA, LA FILANDA…LAVORI  DI DONNA NEL SECOLO SCORSO

INTERVENTI di
Maria Antonietta Arrigoni storica ,insegnante..
Calvi Silvia assessore alle pari opportunità
A seguire concerto dei CANTOSOCIALE con
Dai Campi e dalle Filande alle… Officine
Quando eravamo signorine . . .
Un SECOLO di CANTI ,MUSICHE e STORIE di LAVORO e IMPEGNO SOCIALE delle DONNE

Uno spettacolo e non solo , quasi una lezione ancora "viva" di storia orale e sociale ricca di sentimento e passione da trasportare attraverso versi popolari e ricordi di una vita. Un omaggio alle donne questo spettacolo fatto di canti,musiche,balli popolari ma anche di passioni sociali,lotte per i diritti quindi recupero delle tradizioni,del dialetto della civiltà' contadina e operaia lombarda .Tutto questo si puo' trovare nello spettacolo che vede ancora una volta insieme il gruppo dei CANTOSOCIALE recuperare storie di vita e lavoro esperienze personali e collettive di ex operaie e contadine testimoni diretti della storia sociale di un'importante periodo del novecento.

Il progetto è quello di valorizzare e celebrare,senza inutile enfasi retorica, la cultura orale contadina e operaia con uno spettacolo che e' la bella sintesi del percorso di recupero della memoria iniziato da oltre dieci anni dai CANTOSOCIALE che oltre a proporre il repertorio di canti di risaia e di campagna e quello di fabbrica,soprattutto tessile propongono testimonianze dirette sulla vita vissuta all'interno e intorno ai luoghi di lavoro da lavoratori e lavoratrici .

La fatica, le gioie collettive, le rabbie e le lotte per rivendicare diritti e poi le i momenti di festa vengono poi rivissuti e spettacolarizzati sulla scorta dei racconti fatte dalle protagoniste e poi rielaborati in modo da riproporre il clima di quegli anni dove spesso finita la giornata in fabbrica se ne cominciava una in campagna e i canti servivano sia per alleviare la stanchezza che per "contargliene due" ai padroni di turno.

Verranno riproposti oltre ai classici del repertorio di risaia come Sento il fischio del vapore,Le otto ore,Domani è Festa,Bella Ciao delle mondine,Oh mondina dal cuore dolente… altri canti più rari frutto della ricerca del gruppo in territorio pavese-novarese come Curmaja sciur padròn,Prim che nàs un servitur ; si tratta di brani storici opportunamente riarrangiati in chiave più attuale senza travisarne l'originario spirito acustico popolare.

Non mancano anche brani originali del gruppo ispirati al tema come Dòn cuntra la guèra sugli scioperi delle operaie tessili che chiedevano la Pace durante la 1^ guerra mondiale oltre naturalmente ai "classici" della fabbrica come :Povere filandere,Oh mama mia tegnim a cà, Mama mia mi sun stufa.Per finire canzoni sulle lotte femminili degli anni 60/70 con riferimenti anche nel passato . E' l'omaggio dovuto ad una generazione che non ha mai smesso credere alla cultura e alla funzione collettiva del lavoro
con le donne protagoniste spesso assolute delle conquiste sociali del novecento.

2009 05 27 Ultrapadum il programma

FESTIVAL ULTRAPADUM EDIZIONE 2009
 
Mercoledì 27 Maggio ore 21
PAVIA Chiesa di San Francesco
"Note di solidarietà"
Luther Choir (USA-IOWA) Giovanni Manfrin (tenore) - Elisa Choi (soprano) Stefano Maffizzoni (flautista) - Angiolina Sensale (pianista)
Ingresso a donazione Info 0382 538795 – 0383 46918
 
Giovedì 28 Maggio ore 21,15
VOLPEDO (AL) Ristorante La Palmana - Via Clementina
"Sulle ali del canto" - Duo Burani-Sanguinetti
Ingresso 10 euro ( concerto + cena 35 euro)
Info e prenotazioni: 0131 806204 - 346 3895368
 
Venerdì 29 Maggio ore 21,15
BORGO PRIOLO – Loc. Torrazzetta Centro Rosa Mistica
"Virtuosismi Vocali e Strumentali"
Pianista Takahira Yoshikawa Vincitori del Concorso Teatro Giacosa Castello di Masino Ingresso 8 euro
 
Sabato 30 Maggio ore 21,15
MONTU' BECCARIA Chiesa di San Michele Arcangelo
"Musica Oltre i Confini"
Uga Chamber Choir (Georgia -Usa)
Ingresso a offerta
 
Domenica 31 Maggio ore 17.30
TORRAZZA COSTE Casa Rossa
"Tra alti e bassi": Lirikabaret
con Pippo Santonastaso Ingresso libero
 
Sabato 6 Giugno ore 21,15
VOGHERA Duomo
"Quando senti cantare, fermati"
Corale di Belluno, Coro Timallo, Coro San Rocco
Ingresso libero
 
Domenica 7 Giugno ore 21,15
VOGHERA Teatro Don Orione
Finale Concorso Giacomotti
Ingresso 5 Euro
 
Giovedì 11 Giugno ore 21,15 VOGHERA
Teatro Arlecchino - (Società Operaia di Mutuo Soccorso) "Note di Classe" Artisti Vogheresi per il Senegal Lucia Scilipoti - Anna Valdetarra: soprani Aldo Bertone - Aldo Niccolai - Angiolina Sensale: pianisti Rosaria Falovo: violoncello
Ingresso a offerta
 
Domenica 14 Giugno ore 21,15
ROBBIO Chiesa di San Valeriano
The University of Kentucky Women's Choir (USA)
Ingresso libero
 
Sabato 20 Giugno ore 21,15
CANNETO PAVESE Chiesa Parrocchiale Peninsula
Girls Chorus (Usa) e Schola Regina Pacis
Ingresso a offerta
 
Domenica 21 Giugno ore 21,15 VOGHERA
Villa Strada Lambertenghi - (Lions Club La Collegiata Voghera)
 "Insieme per ricostruire" (Concerto a favore dell'Abruzzo)
Pianista David Malusà
Ingresso 10 euro
 
Venerdì 26 Giugno ore 21,15
FORTUNAGO Piazza del Municipio
"Il Mito di Broadway " - musical (USA)
Ingresso 10 Euro
 
Sabato 27 Giugno ore 21,15
BARBIANELLO Palazzo Nocca
"Ritratto d'autore: G. Puccini, tra lirica e jazz"
Monica Boschetti (soprano) - Giorgia Borgacci (pianoforte) Barbara Sirotti (voce narrante) A.d.M. (Atelier du Midì – quartetto jazz):
Enrico Benvenuti sax tenore e soprano Gabriele Zanchini pianoforte Mauro Mussoni contrabbasso
Marco Frattini batteria Ingresso 8 Euro
 
Domenica 28 Giugno ore 21,15
RIVANAZZANO Parco Brugnatelli
"La Principessa della Czarda" (operetta di E. Kallman)
Ingresso 15 Euro
Info e prenotazioni 334 3964181
 
Domenica 5 Luglio ore 21,15
ZAVATTARELLO Chiesa Parrocchiale
"Voce di Donna o d'Angelo"
Bakanova,( soprano) - Mascolo, (pianoforte)
Ingresso a offerta
 
Sabato 11 Luglio ore 21,15
TORRE D'ISOLA Villa Botta Adorno
Orchestra di Edegem (Belgio)
Ingresso 10 Euro
 
Venerdì 17 Luglio ore 21,15 VARZI
Chiesa dei Rossi
"Suoni della Ribalta"
Trio Calliope Gian Marco Solarolo (oboe) Alfredo Pedretti (corno) Cristina Monti (pianoforte)
Ingresso 5 Euro
 
Sabato 18 Luglio ore 21,15
PINAROLO Campo Sportivo
"Figli delle Stelle"
Rondo Band: Concerto di musica anni '60
Ingresso libero
 
Domenica 19 Luglio ore 21,15
CURA CARPIGNANO Villa Isimbardi
"La Magia del Folklore Ungherese"
Orchestra di Tzigana di Budapest
Ingresso 10 Euro
 
Giovedì 23 Luglio ore 21,15
MONTALTO PAVESE Piazza Vittorio Veneto
Magnasco Movie Quartet
con il Campione del Mondo di Fisarmonica Gianluca Campi Andrea Cardinale (Violino) Francesco Gardella (Clarinetto e Sax)
Alessandro Magnasco (Pianoforte)
Ingresso 8 Euro
 
Venerdì 24 Luglio ore 21,15
STRADELLA – Loc. Montebruciato Ristorante Bellavista – Via Rocca 43
"Rags, Swing & Songs"
Quartetto Italiano di clarinetti
Ingresso 10 euro (cena + concerto 35 euro) Info e prenotazioni 0385 88031
 
Sabato 25 Luglio ore 21,15
LUNGAVILLA Parco ( vicinanze Municipio)
"Virtuosi allo specchio"
Duo Alberto Casadei- Vladimir Zubisky (Ucraina)
Ingresso libero
 
Domenica 26 LUGLIO ore 21,15
OLIVA GESSI Antica Corte Co d'a dla
"1999-2009: 10 Anni di Grande Musica"
Orchestra Sinfonica dei Balcani
Ingresso a offerta
 
Sabato 1 Agosto
VALVERDE Campo Sportivo
Opera Lirica
(in fase di definizione)
 
Domenica 2 Agosto ore 21,15
PASSO DEL GIOVA' Chiesetta di Pian del Poggio
Tra Boschi e Valli D'or
Eleonora Perolini (arpa) – Angelica Cirillo (soprano)
Ingresso libero
 
Domenica 9 Agosto ore 21,00
CEGNI Piazza della Chiesa
Cegni Trad 2009
Birkin Tree In Trio , Duo Valla Scurati, Duo Blanc-Coltri Ingresso 10 Euro
 
Lunedì 10 Agosto ore 21,15
CODEVILLA Azienda Agricola Montelio
Black Or White
Quintetto Brass di Bolzano
Ingresso 10 Euro
 
Giovedì 13 Agosto ore 21,15
CA' DEL MONTE - CECIMA Osservatorio Astronomico G. Giacomotti
"Un dì all'azzurro spazio guardai profondo"
con ideoproiezioni e spettacolo astronomico
Ingresso 15 euro Info e prenotazioni 338 8090925
 
Sabato 15 Agosto ore 21,15
VALVERDE Piazza della Resistenza
"Acquarello Napoletano"
Pietro Quirino e Quartetto Calace
Ingresso 10 Euro
 
Domenica 16 Agosto
CEGNI
XXXVIIII Carnevale Bianco
Festa Folcloristica gratuita con Musica, Canti e Balli per le vie del Borgo
 
22 AGOSTO ore 21,15
MONTECALVO VERSIGGIA Piazza della Chiesa
"Quando la voce è donna"
Grande Orchestra Sinfonica degli Urali e tre soprani direttore Leonardo Quadrini
Ingresso a offerta
 

Venerdì 4 Settembre ore 21,15
SANT'ALESSIO CON VIALONE Sagrato della Chiesa Parrocchiale
"Omaggio a Rondò Veneziano"
Orchestra Pressenda
Ingresso libero
 
Domenica 6 Settembre ore 16
CAMPOSPINOSO Palazzo Arnaboldi
"Canzoni di Gioventù – anni '40 e '50"
Ingresso libero
 

Domenica 20 Settembre ore 21,15
CASTEGGIO Certosa Cantù
"La Spagna e Garcia Lorca"
Quartetto di musica flamenca
Ingresso 10 Euro
 
Venerdì 25 Settembre ore 21,15
VOGHERA Circolo Il Ritrovo
"Virtuosi all'opera"
Trio Marinetti Ingresso 8 Euro
 

Sabato 3 Ottobre ore 21,15
BADIA PAVESE Ai Due Taxodi - Cascina Pezzanchera 3
"Cinema Mon Amour!"
Quartetto Corelli:
Matteo Salerno (flauto) Stefano Martini (violino)
Aldo Zangheri (viola) Fabio Gaddoni (violoncello)
Ingresso 10 Euro ( cena + concerto Euro 30)
Info e prenotazioni 0382 728126
 

Ottobre (data da definire) PAVIA
Teatro Fraschini Finale del Concorso Gaetano Fraschini Info e prenotazioni 0382 26055
 
 
Il programma dei concerti è suscettibile di variazioni. In caso di maltempo i concerti si terranno al coperto. Info per il pubblico: Società dell'Accademia di Voghera, tel: 0383.46918, 335.66.80.112, 349.18.80.328, www.festivalultrapadum.com

2009 05 27 FESTIVAL ULTRAPADUM EDIZIONE 2009

Con il concerto del prossimo 27 maggio presso la chiesa di San Francesco a Pavia, prenderà il via la 17a edizione del
FESTIVAL ULTRAPADUM EDIZIONE 2009
la lunga kermesse musicale che fino al 20 ottobre invaderà i grandi e i piccoli centri della Provincia di Pavia, Alessandria e Lodi con un ricchissimo programma di concerti di musica cameristica, sinfonica e lirica, in un felice connubio tra musica, cultura, tradizione ed enogastronomia. Il Festival Ultrapadum è reso possibile grazie al prezioso lavoro e alla grande esperienza del suo direttore artistico Angiolina Sensale della Società dell'Accademia di Voghera. [ http://www.oltrepopavese.com/categorie/news_0.html
 
Con il concerto del prossimo 27 maggio presso la chiesa di San Francesco a Pavia, prenderà il via la 17a edizione del Festival Ultrapadum, la lunga kermesse musicale che fino al 20 ottobre invaderà i grandi e i piccoli centri della Provincia di Pavia, Alessandria e Lodi con un ricchissimo programma di concerti di musica cameristica, sinfonica e lirica, in un felice connubio tra musica, cultura, tradizione ed enogastronomia. Il Festival Ultrapadum è reso possibile grazie al prezioso lavoro e alla grande esperienza del suo direttore artistico Angiolina Sensale della Società dell'Accademia di Voghera, che anche quest'anno ha messo in campo le migliori sinergie per la realizzazione di questo appuntamento così importante per il territorio pavese. Alla realizzazione del Festival ha collaborato l'Associazione Amici della Musica di Voghera, con il patrocinio della Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Pavia e del Comune di Voghera.
 
L'edizione di quest'anno porterà sulle colline e nelle piazze della provincia di Pavia oltre 800 musicisti provenienti da Stati Uniti, Corea, Giappone, Ucraina, Russia, Moldavia, Romania, Belgio, Germania e Ungheria.
Tra gli artisti presenti quest'anno: il pianista pavese David Malusà; il trio cameristico Calliope; l'Orchestra belga di Edegem, che si esibirà in un programma che sottolinea il bicentenario della nascita di Mendelssohn; il campione del mondo di Fisarmonica Gianluca Campi; la Grande Orchestra Sinfonica degli Urali, i Violini di Antal Szalay.
I 45 concerti che compongono il cartellone musicale di questa edizione rispecchiano tematiche specifiche: I grandi eventi sinfonici; Le mille e… una nota, rassegna corale internazionale; Le ricorrenze; Musica ed enogastronomia, con cena pre-concerto e degustazione finale a base di prodotti tipici. I grandi eventi corali e sinfonici sono realizzati grazie al sostegno della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia.
 
Madrina d'eccezione di Ultrapadum 2009 è la quasi centenaria soprano piemontese Magda Olivero, una delle maggiori interpreti italiane e internazionali del repertorio pucciniano e verista, dotata di una tecnica del fiato esemplare che le ha consentito di eseguire filature delicatissime. La sua voce è sempre stata riconoscibile per la pronuncia personale e chiara e soprattutto per l'estrema duttilità nel modificare timbro e dinamica a seconda delle esigenze espressive. Allo stile di canto insolitamente sensuale, ha sempre abbinato una intensa presenza scenica. Magda Olivero era presente giovedì 21 maggio alla conferenza stampa di presentazione di Ultrapadum testimoniando la sua grande esperienza di artista e donna.
 

Il binomio musica ed enogastronomia che caratterizza questa edizione di Ultrapadum, con cene e degustazioni di prodotti tipici, è imperniato sulla partnership con il grande evento enogastronomico Autunno Pavese DOC (dal 2 al 5 ottobre 2009 - Palazzo Esposizioni di Pavia). In un territorio come quello pavese così ricco di eccellenze produttive agroalimentari e vitivinicole, bellezze paesaggistiche, storia e tradizioni, il legame tra musica e buona tavola si è rivelato imprescindibile al fine della migliore promozione reciproca.
 
Quella di Ultrapadum è, insomma, un'offerta musicale di alto livello, che da sempre riscuote un grande successo di critica e di pubblico grazie alla varietà del programma e al talento degli artisti. Dalla prima edizione (1993) a oggi, Ultrapadum ha visto crescere costantemente la partecipazione del pubblico (oltre 15.000 presenze nel 2008) e l'adesione delle istituzioni, che vedono in questo evento una valida opportunità di sviluppo e promozione del territorio pavese.
 
Il programma dei concerti è suscettibile di variazioni. In caso di maltempo i concerti si terranno al coperto. Info per il pubblico: Società dell'Accademia di Voghera, tel: 0383.46918, 335.66.80.112, 349.18.80.328, www.festivalultrapadum.com

2009 04 24 UNA DOMENICA PARTICOLARE

Giro d'Italia sulle strade e Turandot a teatro
FORLI' : UNA DOMENICA PARTICOLARE
Due eventi storici per i capoluogo romagnolo tra bicicletta e buon canto
Prenotazioni da tutta la regione e in particolare da Modena e Ravenna

Domenica 24 maggio sarà per Forlì una "domenica particolare". Il simpatico capoluogo romagnolo sarà infatti invaso dai fans del ciclismo provenienti da tutta la regione nonchè dalla Toscana e dalla Marche per la partenza della tappa del Giro d'Italia del Centenario che qui ha sostato sabato notte.
Appena la carovana dei girini si sarà allontanata tutti a teatro dove alle ore 16 va in scena un altro evento: "Turandot" di Giacomo Puccini.
E' la prima volta in epoca moderna che quest'opera viene presentata a Forlì che in questo modo celebra due grandi passioni : la bicicletta e la "lirica".
Al teatro sono giunte prenotazioni da tutta la regione e in particolare da Modena e Ravenna, e nei ristoranti da giorni è fuori il cartello "tutto esaurito" perchè se vale lo storico binomio "pedale e forchetta", è pure intramontabile la regola: "la lirica si applaude a teatro e si festeggia a tavola".
L'opera incompiuta di Giacomo Puccini, voluta dall'associazione culturale "Forlì per Giuseppe Verdi" presieduta da Giovanni Basini, è una produzione del Laboratorio Lirico Europeo di Milano diretto da Daniele Rubboli che ne firma anche la regia e sarà diretta dal romagnolo Marco Berdondini di Faenza, a capo dell'Orchestra Sinfonica di Lecco.
Protagonista, nel ruolo della Principessa, sarà Anna Maria Caruso, soprano drammatico di Brescia che ha sostenuto felicemente questo ruolo, nel 2008, in un lungo tour che ha toccato anche le città di Lecco, Cascina, Volterra e Milano.
Con lei l'ottimo tenore coreano Bosco Kim Choong Sik (Calaf), già applaudito a Forlì nel "Trovatore" di due anni fa.
Nel ruolo di Liu' sarà in scena il soprano romeno Laura Muncaciu, artista di grandissima sensibilità musicale, da anni residente a Cagli, nelle Marche.
Il basso milanese Andrea Mastroni sarà il vecchio Timur, mentre Ping, Pang e Pong saranno rispettivamente il baritono Simone Tansini di Piacenza e i tenori Enrico Giovagnoli di Pesaro e Andrea Bragiotto di Milano. Da Livorno viene invece il tenore Marco Voleri (Imperatore) e da Cremona il baritono Diego Bellini (Mandarino).
Il Coro Simon Mayr di Bergamo è diretto dal M° Salvo Sgrò,  le coreografie del Balletto Ateneo Danza di Forlì sono di Stefania Sansovini, mentre le comparse provengono dalla Palestra Body Club di Forlì.
L'allestimento scenico è del Teatro Cenacolo di Lecco in collaborazione con l'Associazione Forlì per Giuseppe Verdi e i costumi sono della Casa d'Arte Angaroni e Ciapessoni di Gerenzano (VA).
Curiosità: il regista e direttore artistico Daniele Rubboli proviene da una famiglia ravennate e sua nonna Teresa da ragazza posò per le figure femminili affrescate nel teatro di Cervia.
Il tenore coreano Kim Choong Sik si è battezzato cristiano e come tale ha assunto il nome di Bosco in onore a Don Bosco.
 

2009 08 17 Seminario con Corrado d'Elia

Seminari estivi 2009
Montevaso (PI)
17 - 23 agosto 2009
Locandiera" di Carlo Goldoni
con Corrado d'Elia e Monica Faggiani
quota di partecipazione:
€ 710 per le iscrizioni entro lunedì 4 maggio
€ 790 per le iscrizioni dal giorno 5 maggio
(+ tessera associativa € 10)
Nella meravigliosa tenuta Agroforestale del Montevaso, Corrado d'Elia e Monica Faggiani, conosciuta insegnante ed attrice storica della Compagnia Teatri Possibili terranno il seminario su "La Locandiera" di Carlo Goldoni, prossima produzione della Compagnia di Teatri Possibili per la stagione teatrale 2009-10

E' dunque ufficiale: Corrado d'Elia sarà uno dei docenti del seminario estivo di Montevaso.
Affiancherà dunque Monica Faggiani nel lavoro su Locandiera di Goldoni, seguirà il gruppo e l'allestimento delle scene con gli attori e gli allievi attori.. Una risposta ai tantissimi che ci chiedevano da tempo un seminario con lui e anche un'esigenza pratica da parte di Corrado di iniziare il lavoro che poi arriverà al debutto in novembre della prossima produzione Teatri Possibili, Locandiera appunto.
Un'occasione da non perdere dunque. Preziosa e unica visto che d'Elia tiene pochissimi e rari seminari.
Attenzione, si prevede a breve il tutto esaurito.

INFO e PRENOTAZIONI: tel. 02.8323182 
email: milano@teatripossibili.org 
 
Un rapido riepilogo delle iniziative di questa estate:
Pronti quindi a tuffarci nelle famose settimane di studio, di piena immersione nel teatro, che portano a scoperte meravigliose e a importanti incontri; un'occasione unica per lavorare in maniera intensiva con i registi, gli attori della compagnia, i nostri insegnanti e i molti artisti che collaborano con Teatri Possibili.
I seminari residenziali offrono l'opportunità di studiare teatro per una settimana lontano dalla propria città: in strutture attrezzate, luoghi esclusivi e di grande suggestione, a contatto con la natura, in una dimensione di concentrazione e raccoglimento. Una preziosa opportunità per approfondire la propria formazione e trovare nuovi spunti di riflessione artistica.
I seminari, della durata di una settimana, sono aperti a tutti: principianti, allievi-attori e attori.
Sono previste circa otto ore di lavoro giornaliere, in parte dedicate al riscaldamento e al completamento della formazione in parte allo studio e all'approfondimento laboratoriale sul tema del seminario.
Ma veniamo ai seminari di quest'anno e alle novità:
Un lavoro approfondito sui personaggi e le loro particolari psicologie, uno studio affascinante e intenso circondati da una natura rigogliosa, immersi nella zona etrusca toscana.... assolutamente impensabile mancare!

Numana (AN)
6 - 13 settembre 2009
Girotondo  di A. Schnitzler
con Mariano Furlani
quota di partecipazione:
€ 610 per le iscrizioni entro lunedì 4 maggio
€ 690 per le iscrizioni dal giorno 5 maggio
(+ tessera associativa € 10)

Un appuntamento da oltre 20 anni quello con la riviera del Conero e Numana. Ancora una volta con Mariano Furlani,
uno dei nostri più apprezzati ad amati insegnanti, per dare vita questa volta all' intricata e grottesca trama de "Il girotondo"  di A. Schnitzler, lo stesso testo a cui si ispirò Stanley Kubrick per il suo Eyes Wide Shut.
Vi porteremo per mano in un valzer di trame relazionali e giochi psicologici.
Un'ottima occasione per misurarsi con la drammaturgia contemporanea e la capacità registica di Mariano Furlani. Non fatevi scappare l'occasione!

Queste tutte le novità. Come ogni anno è previsto il tutto esaurito. Prenotate quindi la vostra settimana estiva:
INFO e PRENOTAZIONI: tel. 02.8323182 
email: milano@teatripossibili.org www.teatripossibili.it 

2009 05 26 Teatro dell'Elfo Buona la prima

Teatro dell’Elfo
martedì 26 maggio 2009, ore 21
Buona la prima
Giovanni Mancuso Flauti e Forbici
prima assoluta – commissione degli Amici di Sentieri selvaggi
Ana Gnjatovic Pixelization
prima assoluta – commissione degli Amici di Sentieri selvaggi
Carlo Boccadoro Siam poi gente delicata
su testo di Paolo Nori
prima assoluta – commissione degli Amici di Sentieri selvaggi
Ensemble Sentieri selvaggi
Paola Fre, flauto
Mirco Ghirardini, clarinetto
Andrea Dulbecco, vibrafono e percussioni
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Piercarlo Sacco, violino
Aya Shimura, violoncello
Carlo Boccadoro, direzione
con la partecipazione di Paolo Nori
Teatro dell’Elfo via Ciro Menotti 11 Milano
Biglietti intero 10 euro / ridotto* 5 euro
Prevendita su VivaTicket
*<26, >65, cittadini extra UE, studenti, Amici di Sentieri selvaggi, abbonati Teatridithalia, titolari Carta Più Feltrinelli e dipendenti di Librerie Feltrinelli, soci e dipendenti di Scuole Civiche di Milano Fdp, possessori tessera AGIS Amici del Cinema, Soci Arci 2009, Soci Touring Club 2009. I possessori degli abbonamenti Teatridhitalia stagione 2008/2009 possono inserire tra le loro scelte uno dei concerti di Sentieri selvaggi che si terrà al Teatro dell'Elfo
www.musicaleggera.sentieriselvaggi.org

Un memo da ALESSANDRO BARICCO togliere i finanziamenti

ALESSANDRO BARICCO togliere i finanziamenti a 

"In questi tempi di crisi non si può più pensare che tutta la cultura sia finanziata con i fondi statali. L'intervento pubblico ha prodotto stagnazione. Basta soldi pubblici al teatro meglio puntare su scuola e Tv" ALESSANDRO BARICCO

in ROSSO = evidenzio frasi di Baricco
in BLU = vedi i miei commenti

Sotto la lente della crisi economica, piccole crepe diventano enormi, nella ceramica di tante vite individuali, ma anche nel muro di pietra del nostro convivere civile.
Una che si sta spalancando, non sanguinosa ma solenne, è quella che riguarda le sovvenzioni pubbliche alla cultura.
Il fiume di denaro che si riversa in teatri, musei, festival, rassegne, convegni, fondazioni e associazioni.

Io prenderei ad esempio il nucleo fondamentale della nostra società: LA FAMIGLIA
piccole crepe diventano enormi
In un momento di crisi ogni famiglia deve fare i conti con le entrate e le uscite.
 
1) se le entrate sono SOLO lo stipendio che arriva da un lavoro dipendente non ci sono molte possibilità di intervento sulle entrate, forse chiedere l'aumento??
Ma se c'è crisi è più facile perdere il proprio lavoro che vedere un aumento dello stipendio.
 
2) se le entrate sono le PENSIONI, idem come per lo stipendio salvo un minimo di adeguamento annuale che già esiste e che lo stato potrebbe ritoccare aumentandolo.
In questo caso però con una percentuale inversa rispetto al massimale dell'importo erogato. Chi più prende meno aumenta!!
 
3) se le entrate derivano da una attività, magari basta ritoccare i prezzi e magari si continua comunque a vendere e le entrate se non aumentano almeno sopportano meglio la crisi.
 
QUINDI OCCORRE OPERARE TAGLI SULLE USCITE, PERFETTO
 

sovvenzioni pubbliche alla cultura
1) governo dopo governo alla cultura si fanno dei tagli
2) ci sono i grandi enti di IMPORTANZA NAZIONALE che DEVONO essere sempre salvati, SCALA, ARENA DI VERONA???
3) lo STATO eroga a loro cifre enormi quando sono gli unici che hanno un incasso garantino
4) perchè non si finanziona con gli incassi e riduco le loro spese
 

fiume di denaro che si riversa in teatri, musei, festival, rassegne, convegni, fondazioni e associazioni
1) vedi sopra
2) il problema è quali sono i soggetti che ricevono i SOLDONI e chi ha deciso, con quale capacità critica di DARGLIELI
3) il problema è stato e sarà che saranno ancora dati TROPPI SOLDI a chi siautopagherà uno stipendio di 62.000 Euro/Anno più appartamento, più spese pagate, luce, uffici gratuti dal Comune e quanto altro per produrre tre/quattro eventi
mentre
se i soli,  dico SOLI, 62.000 Euro se fossero stati stanziati come UNICO investimento culturale della città avrebbero potuto produrre anni di avvenimenti formativi in campo culturale di grande valore anche se di costo minimale rispetto a quanto buttato al vento senza lasciare ai posteri che un ENORME BUCO FINANZIARIO. (il caso è reale e può essere docuementato)

 
Dato che il fiume si sta estinguendo, ci si interroga. Si protesta. Si dibatte. Un commissariamento qui, un'indagine per malversazione là, si collezionano sintomi di un'agonia che potrebbe anche essere lunghissima, ma che questa volta non lo sarà. Sotto la lente della crisi economica, prenderà tutto fuoco, molto più velocemente di quanto si creda.

In situazioni come queste, nei film americani puoi solo fare due cose: o scappi o pensi molto velocemente. Scappare è inelegante. Ecco il momento di pensare molto velocemente. Lo devono fare tutti quelli cui sta a cuore la tensione culturale del nostro Paese, e tutti quelli che quella situazione la conoscono da vicino, per averci lavorato, a qualsiasi livello. Io rispondo alla descrizione, quindi eccomi qui. In realtà mi ci vorrebbe un libro per dire tutto ciò che penso dell'intreccio fra denaro pubblico e cultura, ma pensare velocemente vuol dire anche pensare l'essenziale, ed è ciò che cercherò di fare qui.

Se cerco di capire cosa, tempo fa, ci abbia portato a usare il denaro pubblico per sostenere la vita culturale di un Paese, mi vengono in mente due buone ragioni.
Prima: allargare il privilegio della crescita culturale, rendendo accessibili i luoghi e i riti della cultura alla maggior parte della comunità.
Seconda: difendere dall'inerzia del mercato alcuni gesti, o repertori, che probabilmente non avrebbero avuto la forza di sopravvivere alla logica del profitto, e che tuttavia ci sembravano irrinunciabili per tramandare un certo grado di civiltà.

A queste due ragioni ne aggiungerei una terza, più generale, più sofisticata, ma altrettanto importante: la necessità che hanno le democrazie di motivare i cittadini ad assumersi la responsabilità della democrazia: il bisogno di avere cittadini informati, minimamente colti, dotati di principi morali saldi, e di riferimenti culturali forti.
 
[ma è vero che si eroga alla cultura per creare cittadini coli ed informati?? Visto che si spendono soldi per oscenità in luogo pubblico, cacca in giardino, effusioni sotto le lenzuola e quanto altro di più come ne LA CASA DEL GRANDE FRATELLO e simili ISOLE dei FAMOSI (prima o dopo) mi sembra che si spenda per formare dei DEFICIENTI più che acculturare i miseri sprovveduti]
 
Nel difendere la statura culturale del cittadino, le democrazie salvano se stesse, come già sapevano i greci del quinto secolo, e come hanno perfettamente capito le giovani e fragili democrazie europee all'indomani della stagione dei totalitarismi e delle guerre mondiali. [come dice Baricco le democrazie !! non qualcosaltro]
Adesso la domanda dovrebbe essere: questi tre obbiettivi, valgono ancora?
Abbiamo voglia di chiederci, con tutta l'onestà possibile, se sono ancora obbiettivi attuali? Io ne ho voglia. E darei questa risposta: probabilmente sono ancora giusti, legittimi, ma andrebbero ricollocati nel paesaggio che ci circonda. Vanno aggiornati alla luce di ciò che è successo da quando li abbiamo concepiti. Provo a spiegare.

Prendiamo il primo obbiettivo: estendere il privilegio della cultura, rendere accessibili i luoghi dell'intelligenza e del sapere. Ora, ecco una cosa che è successa negli ultimi quindici anni nell'ambito dei consumi culturali: una reale esplosione dei confini, un'estensione dei privilegi, e un generale incremento dell'accessibilità. L'espressione che meglio ha registrato questa rivoluzione è americana: the age of mass intelligence, l'epoca dell'intelligenza di massa.

Oggi non avrebbe più senso pensare alla cultura come al privilegio circoscritto di un'élite abbiente: è diventata un campo aperto in cui fanno massicce scorribande fasce sociali che da sempre erano state tenute fuori dalla porta. Quel che è importante è capire perché questo è successo. Grazie al paziente lavoro dei soldi pubblici? No, o almeno molto di rado, e sempre a traino di altre cose già successe. La cassaforte dei privilegi culturali è stata scassinata da una serie di cause incrociate: Internet, globalizzazione, nuove tecnologie, maggior ricchezza collettiva, aumento del tempo libero, aggressività delle imprese private in cerca di un'espansione dei mercati. Tutte cose accadute nel campo aperto del mercato, senza alcuna protezione specifica di carattere pubblico.

Se andiamo a vedere i settori in cui lo spalancamento è stato più clamoroso, vengono in mente i libri, la musica leggera, la produzione audiovisiva: sono ambiti in cui il denaro pubblico è quasi assente. Al contrario, dove l'intervento pubblico è massiccio, l'esplosione appare molto più contratta, lenta, se non assente:
pensate all'opera lirica, alla musica classica, al teatro, se non sono stagnanti, poco ci manca. Non è il caso di fare deduzioni troppo meccaniche, ma l'indizio è chiaro: se si tratta di eliminare barriere e smantellare privilegi, nel 2009, è meglio lasciar fare al mercato e non disturbare. Questo non significa dimenticare che la battaglia contro il privilegio culturale è ancora lontana dall'essere vinta: sappiamo bene che esistono ancora grandi caselle del Paese in cui il consumo culturale è al lumicino. Ma i confini si sono spostati. Chi oggi non accede alla vita culturale abita spazi bianchi della società che sono raggiungibili attraverso due soli canali: scuola e televisione.
Quando si parla di fondi pubblici per la cultura, non si parla di scuola e di televisione.
Sono soldi che spendiamo altrove. Apparentemente dove non servono più.
Se una lotta contro l'emarginazione culturale è sacrosanta, noi la stiamo combattendo su un campo in cui la battaglia è già finita.

Secondo obbiettivo: la difesa di gesti e repertori preziosi che, per gli alti costi o il relativo appeal, non reggerebbero all'impatto con una spietata logica di mercato. Per capirci: salvare le regie teatrali da milioni di euro, La figlia del reggimento di Donizetti, il corpo di ballo della Scala, la musica di Stockhausen, i convegni sulla poesia dialettale, e così via. Qui la faccenda è delicata. Il principio, in sé, è condivisibile. Ma, nel tempo, l'ingenuità che gli è sottesa ha raggiunto livelli di evidenza quasi offensivi.

Il punto è: solo col candore e l'ottimismo degli anni Sessanta si poteva davvero credere che la politica, l'intelligenza e il sapere della politica, potessero decretare cos'era da salvare e cosa no. Se uno pensa alla filiera di intelligenze e saperi che porta dal ministro competente giù fino al singolo direttore artistico, passando per i vari assessori, siamo proprio sicuri di avere davanti agli occhi una rete di impressionante lucidità intellettuale, capace di capire, meglio di altri, lo spirito del tempo e le dinamiche dell'intelligenza collettiva?
Con tutto il rispetto, la risposta è no.
Potrebbero fare di meglio i privati, il mercato? Probabilmente no, ma sono convinto che non avrebbero neanche potuto fare di peggio.

Mi resta la certezza che l'accanimento terapeutico su spettacoli agonizzanti, e ancor di più la posizione monopolistica in cui il denaro pubblico si mette per difenderli, abbiano creato guasti imprevisti di cui bisognerebbe ormai prendere atto.
Non riesco a non pensare, ad esempio, che l'insistita difesa della musica contemporanea abbia generato una situazione artificiale da cui pubblico e compositori, in Italia, non si sono più rimessi: chi scrive musica non sa più esattamente cosa sta facendo e per chi, e il pubblico è in confusione, tanto da non capire neanche più Allevi da che parte sta (io lo so, ma col cavolo che ve lo dico).
Oppure: vogliamo parlare dell'appassionata difesa del teatro di regia, diventato praticamente l'unico teatro riconosciuto in Italia?
Adesso possiamo dire con tranquillità che ci ha regalato tanti indimenticabili spettacoli, ma anche che ha decimato le file dei drammaturghi e complicato la vita degli attori: il risultato è che nel nostro paese non esiste quasi più quel fare rotondo e naturale che mettendo semplicemente in linea uno che scrive, uno che recita, uno che mette in scena e uno che ha soldi da investire, produce il teatro come lo conoscono i paesi anglosassoni: un gesto naturale, che si incrocia facilmente con letteratura e cinema, e che entra nella normale quotidianità della gente.

Come vedete, i principi sarebbero anche buoni, ma gli effetti collaterali sono incontrollati. Aggiungo che la vera rovina si è raggiunta quando la difesa di qualcosa ha portato a una posizione monopolistica. Quando un mecenate, non importa se pubblico o privato, è l'unico soggetto operativo in un determinato mercato, e in più non è costretto a fare di conto, mettendo in preventivo di perdere denaro, l'effetto che genera intorno è la desertificazione. Opera, teatro, musica classica, festival culturali, premi, formazione professionale: tutti ambiti che il denaro pubblico presidia più o meno integralmente. Margini di manovra per i privati: minimi.
Siamo sicuri che è quello che vogliamo?
Siamo sicuri che sia questo il sistema giusto per non farci derubare dell'eredità culturale che abbiamo ricevuto e che vogliamo passare ai nostri figli?

Terzo obbiettivo: nella crescita culturale dei cittadini le democrazie fondano la loro stabilità. Giusto.
Ma ho un esempietto che può far riflettere, fatalmente riservato agli elettori di centrosinistra. Berlusconi. Circola la convinzione che quell'uomo, con tre televisioni, più altre tre a traino o episodicamente controllate, abbia dissestato la caratura morale e la statura culturale di questo Paese dalle fondamenta: col risultato di generare, quasi come un effetto meccanico, una certa inadeguatezza collettiva alle regole impegnative della democrazia. Nel modo più chiaro e sintetico ho visto enunciata questa idea da Nanni Moretti, nel suo lavoro e nelle sue parole. Non è una posizione che mi convince (a me Berlusconi sembra più una conseguenza che una causa) ma so che è largamente condivisa, e quindi la possiamo prendere per buona.
E chiederci: come mai la grandiosa diga culturale che avevamo immaginato di issare con i soldi dei contribuenti (cioè i nostri) ha ceduto per così poco?

Bastava mettere su tre canali televisivi per aggirare la grandiosa cerchia di mura a cui avevamo lavorato?
Evidentemente sì. E i torrioni che abbiamo difeso, i concerti di lieder, le raffinate messe in scena di Cechov, la Figlia del reggimento, le mostre sull'arte toscana del quattrocento, i musei di arte contemporanea, le fiere del libro? Dov'erano, quando servivano? Possibile che non abbiano visto passare il Grande Fratello? Sì, possibile. E allora siamo costretti a dedurre che la battaglia era giusta, ma la linea di difesa sbagliata. O friabile. O marcia. O corrotta. Ma più probabilmente: l'avevamo solo alzata nel luogo sbagliato.
[Com'era bella la RAI quando era in bianco e nero con teatro in prima serata ogni venerdì sera, con ragazzi che andavano con i genitori in latteria, dove c'era la TiVù per vederli pagando solo una bibita, visto che la TiVù in casa non c'era e che il teatro costava]
Riassunto. L'idea di avvitare viti nel legno per rendere il tavolo più robusto è buona: ma il fatto è che avvitiamo a martellate, o con forbicine da unghie. Avvitiamo col pelapatate. Fra un po' avviteremo con le dita, quando finiranno i soldi.

Cosa fare, allora? Tenere saldi gli obbiettivi e cambiare strategia, è ovvio. A me sembrerebbe logico, ad esempio, fare due, semplici mosse, che qui sintetizzo, per l'ulcera di tanti.

1. Spostate quei soldi, per favore, nella scuola e nella televisione.
Il Paese reale è lì, ed è lì la battaglia che dovremmo combattere con quei soldi. Perché mai lasciamo scappare mandrie intere dal recinto, senza battere ciglio, per poi dannarci a inseguire i fuggitivi, uno ad uno, tempo dopo, a colpi di teatri, musei, festival, fiere e eventi, dissanguandoci in un lavoro assurdo? Che senso ha salvare l'Opera e produrre studenti che ne sanno più di chimica che di Verdi?
 
Cosa vuol dire pagare stagioni di concerti per un Paese in cui non si studia la storia della musica neanche quando si studia il romanticismo?
 
Perché fare tanto i fighetti programmando teatro sublime, quando in televisione già trasmettere Benigni pare un atto di eroismo?
Con che faccia sovvenzionare festival di storia, medicina, filosofia, etnomusicologia, quando il sapere, in televisione - dove sarebbe per tutti - esisterà solo fino a quando gli Angela faranno figli? Chiudete i Teatri Stabili e aprite un teatro in ogni scuola. Azzerate i convegni e pensate a costruire una nuova generazione di insegnanti preparati e ben pagati. Liberatevi delle Fondazioni e delle Case che promuovono la lettura, e mettete una trasmissione decente sui libri in prima serata.
Abbandonate i cartelloni di musica da camera e con i soldi risparmiati permettiamoci una sera alla settimana di tivù che se ne frega dell'Auditel.
[ su questo devo dire che il mio avvicinamento alla musica da camera è avvenuto con i vari concerti proposti in città mentre oggi tutti si sono disabiutati ad ascoltarla. Quando propongo uno strumento solo mi si chiede --- ma non si può fare venire qualcun'altro in più - Ughi vale meno di un trio, ed un trio meno di un quartetto, una orchestra da camera meno di una sinfonica, più sono più valgono per cui finaziamo solo TE DEUM di Berlioz o SINFONIA DEI MILLE di Mahler]
Lo dico in un altro modo: smettetela di pensare che sia un obbiettivo del denaro pubblico produrre un'offerta di spettacoli, eventi, festival: non lo è più. Il mercato sarebbe oggi abbastanza maturo e dinamico da fare tranquillamente da solo. Quei soldi servono a una cosa fondamentale, una cosa che il mercato non sa e non vuole fare:
formare un pubblico consapevole, colto, moderno.
E farlo là dove il pubblico è ancora tutto, senza discriminazioni di ceto e di biografia personale: a scuola, innanzitutto, e poi davanti alla televisione.
La funzione pubblica deve tornare alla sua vocazione originaria: alfabetizzare. C'è da realizzare una seconda alfabetizzazione del paese, che metta in grado tutti di leggere e scrivere il moderno. Solo questo può generare uguaglianza e trasmettere valori morali e intellettuali. Tutto il resto, è un falso scopo.

2. Lasciare che negli enormi spazi aperti creati da questa sorta di ritirata strategica si vadano a piazzare i privati.
Questo è un punto delicato, perché passa attraverso la distruzione di un tabù: la cultura come business. Uno ha in mente subito il cattivo che arriva e distrugge tutto. Ma, ad esempio, la cosa non ci fa paura nel mondo dei libri o dell'informazione: avete mai sentito la mancanza di una casa editrice o di un quotidiano statale, o regionale, o comunale? Per restare ai libri: vi sembrano banditi Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Adelphi, per non parlare dei piccoli e medi editori? Vi sembrano pirati i librai? È gente che fa cultura e fa business. Il mondo dei libri è quello che ci consegnano loro. Non sarà un paradiso, ma l'inferno è un'altra cosa. E allora perché il teatro no? Provate a immaginare che nella vostra città ci siano quattro cartelloni teatrali, fatti da Mondadori, De Agostini, Benetton e vostro cugino. È davvero così terrorizzante? Sentireste la lancinante mancanza di un Teatro Stabile finanziato dai vostri soldi?

Quel che bisognerebbe fare è creare i presupposti per una vera impresa privata nell'ambito della cultura.
 
Crederci e, col denaro pubblico, dare una mano, senza moralismi fuori luogo. Se si hanno timori sulla qualità del prodotto finale o sull'accessibilità economica dei servizi, intervenire a supportare nel modo più spudorato. Lo dico in modo brutale: abituiamoci a dare i nostri soldi a qualcuno che li userà per produrre cultura e profitti.
 
Basta con l'ipocrisia delle associazioni o delle fondazioni, che non possono produrre utili: come se non fossero utili gli stipendi, e i favori, e le regalie, e l'autopromozione personale, e i piccoli poteri derivati.
 
Abituiamoci ad accettare imprese vere e proprie che producono cultura e profitti economici, e usiamo le risorse pubbliche per metterle in condizione di tenere prezzi bassi e di generare qualità. Dimentichiamoci di fargli pagare tasse, apriamogli l'accesso al patrimonio immobiliare delle città, alleggeriamo il prezzo del lavoro, costringiamo le banche a politiche di prestito veloci e superagevolate.

Il mondo della cultura e dello spettacolo, nel nostro Paese, è tenuto in piedi ogni giorno da migliaia di persone, a tutti i livelli, che fanno quel lavoro con passione e capacità [e molte volte sono costretti a pagare di tasca propria per produrre momenti artistici di grande qualità che altrimenti nessuno, dico nessuno caccerebbe 50 Euro per finanziarli]
Diamogli la possibilità di lavorare in un campo aperto, sintonizzato coi consumi reali, alleggerito dalle pastoie politiche, e rivitalizzato da un vero confronto col mercato.
Sono grandi ormai, chiudiamo questo asilo infantile.
Sembra un problema tecnico, ma è invece soprattutto una rivoluzione mentale. I freni sono ideologici, non pratici.
Sembra un'utopia, ma l'utopia è nella nostra testa: non c'è posto in cui sia più facile farla diventare realtà.
 
il testo di base è stato tratto da http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/spettacolo-baricco/spettacolo-baricco/spettacolo-baricco.html sperando che siano esattamente le parole di Baricco.

2009 05 24 Concerto duo pianistico Danilo Lorenzini e Luca Ciammarughi

domenica 24 maggio 2009 alle ore 16.30
Milano- Teatro dell'Arca
Concerto del duo pianistico
Danilo Lorenzini e Luca Ciammarughi
Associazione Laris -Musica Nuova

2009 05 22 San Maurizio: La Risonanza e Fabio Bonizzoni


Musica e poesia a San Maurizio 63° ciclo - Primavera 2009
venerdì 22 maggio 2009, ore 21
Basilica di San Simpliciano
Apollo e Dafne
G.F. Händel - Cuopre talvolta il ciel HWV 98
- Agrippina condotta a morire HWV 110
- Apollo e Dafne HWV 122
La Risonanza
Fabio Bonizzoni direttore
Laura Antonaz soprano
Thomas Bauer baritono
 
Biglietti: intero € 15, ridotto € 12 - Giovani (fino a 30 anni) € 5
Società del Quartetto di Milano
Palazzo Durini - Via Durini, 24 - 20122 Milano - Tel. 02 76005500 Fax 02 76014281
www.quartettomilano.it  - info@quartettomilano.it  

Partito quattro anni orsono e distribuito tra "Musica e poesia" e la Stagione del "Quartetto", il progetto dell'esecuzione integrale delle cantate italiane di Händel, veleggia verso la sua conclusione. Una sostanziale differenza distingue la cantata di Bach da quella di Händel: la lingua (il tedesco per l'uno e l'italiano per l'altro), il genere (prevalentemente sacro in Bach e profano in Händel) e la modalità espressive del linguaggio musicale (fortemente scandito dal corale luterano nel compositore di Eisenach, e invece aperto agli influssi belcantistici del melodramma italiano nel giovane Sassone).
Dei tre numeri händeliani in programma Cuopre talvolta il ciel (del 1708), affidato alla voce di basso, archi e b.c. è una raffigurazione di animo turbato (la tempesta ne è il correlativo oggettivo); la cantata Agrippina condotta a morire, per soprano, archi e b.c. è il lamento di una madre condannata dal figlio Nerone, la quale si dibatte fra l'amore deluso e la ragion di stato; infine Apollo e Dafne, per basso, soprano, strumenti a fiato, archi e b.c. è una scena teatrale (un'opera in miniatura) di soggetto mitologico.
Quanto alle date di composizione di Agrippina e di Apollo e Dafne, scritte probabilmente per la nobiltà partenopea, entrambe si collocano intorno all'ultimo periodo del soggiorno italiano di Händel. 

2009 05 22 Giulio Casale al Teatro sociale di Rovigo

Teatro sociale di Rovigo
Venerdì 22 maggio 2009 ore 21.00
Giulio Casale Intanto corro
concerto-reading per Parole in scena 2009
Rassegna di libri e spettacoli organizzata da Comune di Rovigo, Assessorato alla Cultura,  in collaborazione con Associazione Culturale Cuore di Carta.
A cura di Bruna Coscia
www.cuoredicarta.org redazione@cuoredicarta.org 
Lo spettacolo : Scrittore, autore e cantattore di grande talento, negli ultimi anni ha saputo farsi apprezzare dal grande pubblico portando in teatro due spettacoli che si collocano a pieno merito nel genere del teatro- canzone: Polli di allevamento di Giorgio Gaber e Sandro Luporini e Formidabili quegli anni, di cui ha curato personalmente la drammaturgia, liberamente ispirato al libro di Mario Capanna.
Ora si presenta in un concerto-reading legato ai racconti tratti dal suo ultimo libro Intanto corro (Garzanti, 2008), storie dolci-amare, dure e sognanti, specchio della nostra società; uno spettacolo nel quale musica, teatro e letteratura si fondono e si rincorrono sulle note dei cantautori più amati da Casale: Tenco, De Andrè, Jeff Buckley, Jacques Brel e brani dello stesso Casale.
 
Giulio Casale, classe 1971, veneto di origini milanesi, cantattore.
Nel 1991 fonda il gruppo rock Estra con il quale s'impone all'attenzione di critica e pubblico grazie a ricerca poetica e doti istrioniche.
Con gli Estra vince nel 1994 Rock Targato Italia.
Le tournées che accompagnano le uscite dei dischi sottolineano i punti di forza di Giulio Casale: tensione interpretativa, lirismo e simbolismo in testi dolorosi e introspettivi che parlano anche del vivere quotidiano, guadagnandosi la definizione di poeta-rock.
Le apparizioni in numerosi festivals e la memorabile esibizione al Concerto del 1° maggio a Roma, davanti a 600.000 persone in diretta Rai, consentono agli Estra di portare la sua musica e le sue parole a un pubblico sempre più vasto, e di essere considerati tra i portavoce del nuovo rock d'autore.
Parallelamente Casale si dedica con maggiore impegno alla scrittura e nel 2000 pubblica Sullo Zero, il suo primo libro, dove le doti di scrittore emergono con estrema delicatezza proprio come nei testi delle sue canzoni.
Il successo del libro, che Casale presenta e legge dal vivo (radio, televisione, club e teatri),dà vita dapprima ad un concerto-reading che alterna le letture poetiche alle canzoni degli Estra eseguite solo con voce e chitarra acustica, e in seguito all'album Sullo Zero, fedele documento live, a cui viene assegnato il Premio Mariposa 2002 e la Targa Premio Grinzane Cavour 2003.
Con la partecipazione, nel luglio 2004 a Viareggio, al prestigioso Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber, Giulio Casale getta le basi per il suo nuovo percorso artistico, che lo porta a pubblicare nel 2005 l'album solista In fondo al blu che viene presentato, insieme alle nuove canzoni, nello spettacolo di teatro-canzone Illusi d'esistenza con la regia di Roberto Citran.
Nel 2006 pubblica il libro su Giorgio Gaber Se ci fosse un uomo – gli anni affollati del Signor Gaber.
Nello stesso anno riprende lo spettacolo di teatro-canzone Polli di allevamento di Giorgio Gaber e Sandro Luporini (prod. Teatro Filodrammatici con Fondazione Giorgio Gaber). Ne seguirà un lungo tour nazionale ricco di successi che fa conoscere al pubblico e alla critica non solo le sue doti di cantante, ma anche quelle di attore..
Nel 2007 vince il Premio speciale Enriquez come miglior attore.
Nel 2008 realizza Formidabili quegli anni (prod. Tieffe-Stabile d'innovazione), dai racconti di Mario Capanna sul '68 italiano: un viaggio in parole e musica tra i sogni e le ribellioni di quei giovani che hanno voluto e saputo cambiare la nostra società.
Sempre nel 2008 pubblica la raccolta di racconti Intanto corro (Garzanti)
 

2009 05 30 Alessio Boni in concerto


Unica data: sabato 30 maggio, ore 21 Teatro Italia di Roma
Alessio Boni in un concerto-recital per dare voce all'Africa 
di Marzia Apice (ricveuto da www.4ARTS.it )
Orchestra da Camera Giuseppe Tartini di Latina

Il popolare attore Alessio Boni, già ambasciatore dell'Unicef, continua a dedicarsi alla solidarietà: sarà lui infatti il protagonista di Viaggio in musica e versi per l'Africa, il concerto-recital che andrà in scena il 30 maggio (unica data) al teatro Italia di Roma. Ad accompagnare Boni sul palco i 25 elementi dell'Orchestra da Camera Giuseppe Tartini di Latina, in uno spettacolo che coniuga brani celebri e tradizionali di tutto il mondo con le poesie scritte da alcuni autori del continente nero. L'intero ricavato della serata servirà a sostenere una nuova missione che la Comunità Missionaria di Villaregia (dal 1981 impegnata in progetti per aiutare i Paesi in via di sviluppo) fonderà a Maputo, capitale del Mozambico.Teatro Italia, via Bari 18, Roma. U

Per prenotazioni biglietti : Comunità Missionaria di Villaregia: posta.rm@cmv.it