2015_02_12 Una nuova regia di Manuel Renga al Teatro ATIR

Dal 12 al 15 febbraio 2015_02_12
Teatro Atir Ringhiera
Piazza Fabio Chiesa - Via Pietro Boifava 17 (MM2 ABBIATEGRASSO)
PER UNA DONNA
di Letizia Russo 
regia di Manuel Renga
supervisione artistica Serena Sinigaglia
con Sandra Zoccolan
scene Stefano Zullo
luci Alessandro Verazzi

Per una donna è la storia di un desiderio inaspettato che investe la vita di una quarantenne dalla vita normale, troppo normale. 
Sposata con un uomo che la rispetta e la ama, scopre con tremore che esiste la possibilità di vivere, magari per una volta nella vita, un momento di abbandono totale al desiderio. Ma il suo è un desiderio che non può riconoscere e chiamare con il nome giusto: è una donna che incontra per caso e di cui nulla sa e di cui tutto, ma proprio tutto, immagina. Nella forma semplice di un dialogo con se stessa, la protagonista del testo dovrà scegliere quale, tra le sue due parti in guerra, vincerà la battaglia.
Sandra Zoccolan interpreta la protagonista di questo racconto che con ironia, ma senza risparmiare crude sferzate all’animo dello spettatore, racconta un'inusuale lotta fra libertà e morale. Per una donna è uno spettacolo/concerto, un canto polifonico per voce sola; è un unico aggrovigliato mondo, ampio e insieme intimo, che prende vita da rumori, suoni e parole dette, ripetute o per troppo tempo rimaste nascoste.

orario spettacoli: da giovedì a sabato ore 20:45 - domenica ore 16:00

Un altro spettacolo come non te lo aspetti ... devo dire che mi sono sentito spiazzato, mi aspettavo qualcosa di molto tragico ma non certo una storia, che è in fondo quello che promette, ma presentata con tantissima ironia sino ad arrivare alla soluzione che non c'è. 
Un impianto scenico semplice, una gabbia di microfoni con un pavimento di ingrovigliatissimi cavi, ingrovigliati come i propri desideri quando non si sa dove ci portano. 
Non serve essere "intelligenti" o "studiati" per cercare di mettersi in discussione e cercare di conciliare i due diversi "dentro di se" che dopo 45 anni di latenza si scoprono a vicenda convivere nello stesso corpo, e soppesano il futuro che ancor non c'è per cercare di capire - se possibile - da che parte andare. La routine del matrimonio o l'incognita del divenire "la zia pazza che vive con l'amica". La regia di Manuel Renga guida la prova di Sandra Zoccolan, che deve anche controllare mentre recita i numerosi effetti sonori che duplicano la sua voce in un continuo dialogo o coro con se stessa, sino al rogo finale con il quale si chiude lo spettacolo accolto con un trionfo di applausi. (mm)

2015_02_18 In scena all'OUT-OFF l'origine del più famoso falso storico musicale, la rivalità tra Mozart e Salieri

Dal 18 febbraio 2015_02_18 a domenica 8 marzo 2015_03_08
mart/ven. h 20.45, sab. h 19.30, dom. h 16 
Teatro OUTOFF via Mac Mahon, 16 20155 Milano tel. 0234532140
XXXIX stagione 2014.2015
in collaborazione con I Demoni
MOZART E SALIERI
da Aleksandr Puškin
regia Alberto Oliva
con  Mino Manni, Davide Lorenzo Palla
Musiche originali Ivan Bert
Scene Francesca Barattini
Costumi  Marco Ferrara
Disegno Luci Alessandro Tinelli
(Prima Nazionale)
Spettacolo sostenuto nell’ambito del Progetto NEXT 2014 e  sostenuto da Rosana Rosatti

Salieri contro Mozart nella prima “cena con delitto” della Storia.
Un duello a colpi di musica, mentre il fuoco della passione brucia insieme al fuoco dell’invidia. L’inevitabile conseguenza di un dialogo fatto di “non detti”, parole schivate e sguardi incrociati, è il delitto, consumato subdolamente, senza il coraggio del gesto plateale, al punto che la morte di Mozart resterà per sempre avvolta nel mistero.
A partire dal breve, ma potentissimo testo di Aleksandr Puskin, da cui Peter Shaffer e Milos Forman hanno tratto un grande film, lo spettacolo propone una discesa negli inferi della mediocrità, dell’ambizione artistica tarpata dal senso di inferiorità. Sposando la tesi puskiniana dell’avvelenamento da parte di Antonio Salieri, il testo incontra suggestioni originali e altre fonti letterarie, fra cui Il Soccombente di Thomas Bernhard, le lettere di Mozart e i libretti delle sue opere, in particolare Il Flauto Magico con tutti i misteri che gravitano attorno alle sue influenze massoniche, ma soprattutto Dostoevskij con il suo Grande Inquisitore.
Lo spettacolo si inserisce nel percorso che I Demoni stanno portando avanti sui grandi autori russi dell’Ottocento. Dopo il percorso dedicato a Dostoevskij (Notti Bianche, La confessione, Ivan e il diavolo e Il giocatore), quest’anno hanno scelto di rivolgersi a Puskin, suo contemporaneo, considerato il più grande poeta russo, che condivide con Dostoevskij gli stessi temi d’indagine: il cuore dell’uomo e le contraddizioni che lo fanno pulsare. Anche Puskin e Dostoevskij, due giganti della letteratura mondiale, proprio come Mozart e Salieri nella musica, sono stati costretti a dividersi lo stesso palcoscenico, in un confronto continuo che li ha spinti a superarsi costantemente, tenendo altissimo il livello della loro arte.
Alberto Oliva “lavorare su un personaggio tanto complesso e amato come Mozart, consacrato dal cinema in una versione ormai mitica, ci ha richiesto di fare una scelta audace, tirando e seguendo uno dei tanti fili della sua straordinaria personalità. Così, durante le prove, ci siamo lasciati trasportare dalla sua eccentricità, decidendo di percorrere quel sentiero che da sempre unisce genialità e follia per creare un Mozart completamente immerso nell'estasi creativa, al punto da renderlo goffo e impacciato nel rapporto con la realtà.”
WhAM for Symbolic Orchestra
Lo spettacolo si avvale della collaborazione del compositore Ivan Bert che, per rappresentare in musica la non celata matrice Massonica della commissione del Flauto Magico, ha scelto di esplorare i suoni nascosti negli strumenti della Carpenteria indagando sulle sonorità esoteriche di quegli oggetti di lavoro per estrarne un archivio di suoni “concreti” prodotti da  scalpelli, mazze, livelle, tegole, massi, mattoni,  martelli, cunei di metallo, squadre, tenaglie antiche.  I suoni concreti della “Carpenteria”  compongono il corpus sonoro utilizzato per l'elaborazione e la sintesi di alcuni “caratteri” del Flauto Magico di W.A.Mozart.
La scenografia è affidata alla giovane Francesca Barattini, i costumi a Marco Ferrara, già collaboratore de I Demoni, come Alessandro Tinelli, light designer.
(Fonte Teatro Out Off http://www.teatrooutoff.it)

2015_02_13 Un ballo in maschera ma quello di Verdi al Mayr-Donizetti di Colognola

CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI
40ª STAGIONE OPERISTICA
VENERDÌ 13 FEBBRAIO 2015_02_13 ore 21.00
Teatro San Giovanni Bosco
Bergamo – via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
 UN BALLO IN MASCHERA
Melodramma in tre atti. Musica di Giuseppe Verdi.
Prima dell’opera la biglietteria sarà a disposizione del pubblico (singoli ingressi 18€).
Personaggi   e interpreti
Riccardo Diego Cavazzin, tenore 
Renato Eun Yong Park,baritono 
Amelia Taisiya Ermolaeva, soprano 
Ulrica Elena Serra, mezzosoprano 
Oscar Mirella Di Vita, soprano 
Silvano Giovanni Guerini 
Samuel Paolo Battaglia 
Tom Rocco Cavalluzzi 
Un Giudice Livio Scarpellini 
Un Servo d'Amelia Livio Scarpellini
Coro lirico Patavino Giuseppe Verdi
maestro del coro  Pietro Perini
Studio Danza leva
coreografie   Anna Maria Ieva
Piccola orchestra dei Colli Morenici
direttore DAMIANO MARIA CARISSONI
scene e regia VALERIO LOPANE

Dopo la calorosa accoglienza riservata a Manon Lescaut, il Mayr - Donizetti apre il nuovo anno e saluta il Carnevale nel nome di Giuseppe Verdi (Le Roncole - PR, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901), con un nuova produzione di Un ballo in maschera (prima, 17 febbraio 1859 - Teatro Apollo di Roma). L’appuntamento è per 13 febbraio alle 21, al Teatro San Giovanni Bosco di Bergamo.
Curiosità: un sottile filo collega le prime tre opere di questa 40a stagione: l’America. Americano è Pinkerton in Madama Butterfly, in America si svolge l’ultimo atto di Manon Lescaut, e a Boston, Massachussets, è ambientato Un ballo in maschera.
Con Un ballo in maschera, ultima sua opera prima dell’Unità d’Italia, Giuseppe Verdi realizzò una sorta di miracolo, cioè un’opera perfetta sia per il palato godereccio del melomane, sia per l’orecchio fine del musicofilo. Fin dalle prime note Verdi procede infatti spedito in solido parallelismo su un doppio binario: quello del teatro “per il popolo” e quello della narrativa musicale “elevata”. Il prodotto è un formidabile e coerente profluvio di arie, scene e situazioni ora scherzose, ora estatiche, ora amare, ora ironiche, ora surreali, ora elettrizzanti, capaci di sospendere lo spettatore in un’esperienza teatrale assoluta, fino all’ultimo quadro in cui si fondono amore e morte, perdono ed estasi.
È possibile scaricare liberamente il libretto alla pagina http://www.librettidopera.it/zpdf/balmasc.pdf
Note di regia di Valerio Lopane
Un Ballo in Maschera a differenza di Forza, Otello e Falstaff, benché sia un’opera di repertorio, non si è mai identificata come queste ultime in un particolare allestimento “stereotipo”. Sebbene infatti esistano precise indicazioni sceniche dello stesso Verdi, come del resto per tutte le opere della sua piena maturità, nessuna particolare lettura del Ballo si è mai attestata come riferimento imprescindibile. Nemmeno le edizioni più riuscite del Novecento come quella della Scala del ’57, hanno avuto la forza di imporsi in questo senso. Restano vive nel ricordo collettivo le splendide foto che ritraggono la Callas, nei mirabili abiti ideati dalla creatività di Nicola Benois, ma né le scene, né i costumi né la regia ci hanno lasciato una vera traccia indelebile.
Per questo motivo, nell’allestire oggi questo titolo si dispone di scarsi riferimenti certi ma, di converso, di ampia libertà interpretativa.
Ho quindi deciso di intraprendere un cammino autonomo, senza particolari vincoli ma con la sola ed unica condizione di rispettare la chiarezza narrativa traendo beneficio anche dalle nuove possibilità video-scenografiche e digitali. Da un lato ho scelto di rispettare l’ambientazione sia geografica sia cronologica, dall’altro ho cercato di imprimere coerenza cromatica idealizzando i toni cupi, fangosi e sfumati, lampeggiati da improvvise fiammate, tanto cari al Seicento di Rembrandt. Le note cromatiche e grafiche si fonderanno con le luci di scena e con i costumi. Poiché l’opera si svolge prevalentemente in ambienti chiusi e poco illuminati oppure nel mistero della notte, per i fondali ho cercato ispirazione tra le opere del grande incisore Giambattista Piranesi (1720[1] – 1778). 
Le sue carceri intricate di invenzione e le sue ossessive visioni di ruderi classici avvolgeranno la vicenda in un clima di fascinazione irreale. Mancava però un ulteriore elemento per ricreare i momenti di inquietudine onirica; per questo scopo ho inserito alcune prospettive azzardate, al limite del surreale, tratte da celebri interni progettati da Filippo Juvarra (1678 – 1736).
Renderò il tratto magico e demoniaco con il supporto tecnico di effetti animati.
Il ballo finale, in costumi cupi, ampi e flessuosi, dominati dai neri, descriverà una macabra danza alla quale interverranno tutti i protagonisti che, con maggiore o minore consapevolezza, disegneranno il tragico epilogo.
Richiederò agli artisti una condotta scenica semplice e diretta per dare chiarezza all’avvincente narrazione. Così facendo spero di poter guidare efficacemente lo spettatore nell’evoluzione drammatica offerta da questo immortale capolavoro verdiano.

Note sull'opera: 
Un ballo in Maschera è un’opera che inaugura una svolta nel cammino compositivo verdiano: cadute in prescrizione le tradizionali “cabalette” si manifesta in maniera sempre più decisa il valore della “parola scenica” elemento costitutivo della teatralità del Verdi maturo. Oltre alla qualità delle “voce”, totale attenzione è richiesta al dosaggio dello spessore vocale e sonoro e al gusto del fraseggio: questi presupposti hanno guidato le scelte del maestro Damiano Maria Carissoni, che dirigerà la Piccola Orchestra dei Colli Morenici. Il cast raccoglie quindi solisti di solida esperienza verdiana. Salutiamo in particolare il gradito ritorno del tenore Diego Cavazzin, punto di riferimento di questa stagione, quale Riccardo. Riascolteremo anche Eun Yong Park, Renato, baritono assai apprezzato nella nostra recente edizione di Chénier. Benvenuta new entry per il Circolo, il soprano Taisiya Ermolaeva (Amelia), che sta ottenendo successi verdiani in Italia e in Germania. Torneranno Elena Serra e Mirella di Vita (già ammirate “sorellastre” nella scorsa La Cenerentola), rispettivamente nei ruoli di Ulrica e Oscar. Debuttano al San Sisto nei ruoli di Samuel e Tom due artisti di solida esperienza: Paolo Battaglia e Rocco Cavalluzzi. Completa il cast la preziosa e amichevole presenza di Livio Scarpellini e di Giovanni Guerini. 
Il Coro Lirico Patavino Giuseppe Verdi, diretto e istruito dal maestro Pietro Perini, e il corpo di ballo Studio Danza Ieva, guidati dalla coreografa Anna Maria Ieva, integreranno le numerose scene di insieme.
Scene e regia di Valerio Lopane, costumi originali di Simone Martini.

40ª Stagione 2014-2015

Venerdì 24 ottobre 2014 - ore 21.00 
Concerto Pucciniano

Venerdì 14 novembre 2014 - ore 21.00 
Madama Butterfly

Venerdì 12 dicembre 2014 - ore 21.00 
Manon Lescaut

Venerdì 13 febbraio 2015 - ore 21.00 
Un ballo in maschera

Venerdì 20 marzo 2015 - ore 21.00 
Norma

Venerdì 17 aprile 2015 - ore 21.00 
Le nozze di Figaro


Come di consueto, sarà possibile prenotare e ricevere informazioni telefonando al numero 035 315854 tutti i giorni dalle ore 13 alle ore 16 o scrivendo all’indirizzo info@mayrdonizetti.it.
L’opera sarà replicata il giorno seguente (sabato 14 febbraio 2015), all’Auditorium San Nicolò di Chioggia (VE). http://www.eventi.chioggia.org/eventi-cultura.php

2015_02_11 LaVerdi Barocca alla riscoperta di Giacomo Carissimi con Gianluca Capuano

Mercoledì 11 febbraio 2015_02_11, ore 20.00
Auditorium di Milano – largo Mahler
Alla riscoperta di Giacomo Carissimi 
Ensemble laBarocca
Ensemble Vocale
Direttore Gianluca Capuano
(Biglietti: euro 25,00/17,50/10,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334). 

Programma
Judicium Extremum, oratorio per 5 solisti, doppio coro, 2 violini & continuo
Le trombe del Giudizio
Sinfonia
Propheta - Aspiciebam in visione noctis
Christus - Ite, ite, angeli miei
Chorus - Tunc horribili sonitu
Angelus - Surgite, primi qui obdomistis in Domino
Angelus - Congregamini populi
Angeli - Surgite, mortui
Angeli - State omnes ante tribunal Christi
Angelus - Plangite omnes
Chorus - Quam magna
Historicus - Tunc, apertis cælis
Christus - Congregate angeli mei
Angeli - lusti separentur ab impiis
Iusti - Ecce nos, pro te, Domine
Christus - Venite benedicti Paris miei
Peccatores - Cur in æternum
Christus - Quare exurivi, sitivi
Peccatores - Domine, quando te vidimus
Christus - Quod non fecistis
Angelus - O vox nimium tremenda!
Angelus - O vox tristis et funesta
Chorus - Quam magna

Diluvium universale, Oratorio per soli, coro e orchestra
Lavoro imponente per dimensioni e carattere, il Diluvium universale (nella titolazione del manoscritto di Amburgo) fa parte del gruppo delle grandi historiae in latino. Con le sue 779 misure, è superato in ampiezza solo dal Daniele (789) e dalla Historia divitis (825). Fonte per il testo sono alcuni passi della Genesi, nella versione della Vulgata, in cui si narra di Noè, del diluvio, e della finale riconciliazione tra Dio e l'uomo. Da notare i numerosi riferimenti classici: alcuni versi non sono altro che parafrasi di passi di Virgilio e Ovidio (vedi le note al testo latino). Il riecheggiare di autori che erano oggetto quotidiano di studio e di memorizzazione nelle scuole latine dell'epoca fa propendere per l'ipotesi espressa da Andrew Jones, secondo cui autore dei testi degli oratori sarebbe un padre gesuita della cerchia del Collegio Romano o del Collegio Ungarico-Germanico. L’oratorio è diviso in due parti: la prima interamente dedicata alla vicenda del diluvio; la seconda si sofferma sul giubilo per la recuperata unione con Dio tramite l'immagine spettacolare dell'arcobaleno, segno del rinnovato patto fra Dio e gli uomini. Due violini accompagnano il doppio coro (SSATB-SSATB) insieme al basso continuo. Un ruolo speciale è affidato a due soprani solisti Cantus XI e Cantus XII) che intessono un fitto dialogo con i due cori nei grandi momenti di commento all'azione. La voce di Dio – in maniera inconsueta rispetto al caso sopra citato e ad altri esempi carissimiani: si pensi, ad esempio, all'Extremum judicium, dove è intonata dal basso – è affidata al Tenor del primo coro. Noè è impersonificato, invece, dal Bassus del primo coro. I violini, oltre alla sinfonia iniziale, intervengono nei cori e rispondono talora con piccoli ritornelli agli interventi dei soli o dopo i duetti tra i due soprani. Impressionante la vicinanza stilistica e sintattica con altri oratori policorali, e in particolare con Extremum Dei judicium e ancor più con Historia divitis (conosciuto anche con il titolo di Dives malus). Il doppio coro è in entrambi i casi il vero protagonista dell'azione.

Appuntamento speciale quello di mercoledì 11 febbraio 2015_02_11 (ore 20.00) con la Stagione di musica barocca all’Auditorium di Milano: laBarocca, orchestra specialistica de laVerdi, e il gemello Ensemble Vocale, per l’occasione diretti da Gianluca Capuano, andranno alla riscoperta (anche se per i più si tratterà di una vera e propria scoperta) di Giacomo Carissimi e dei suoi Oratori. Capuano è uno dei massimi conoscitori e studiosi del compositore laziale, per troppo tempo lasciato nel dimenticatoio, a causa della perdita dei suoi manoscritti.
Atmosfera austera e solenne per il quinto appuntamento della stagione di musica barocca, mercoledì 11 febbraio (ore 20.00). Sul palco dell’Auditorium di Milano, in largo Mahler, l’Orchestra laBarocca e il gemello Ensemble, per l’occasione diretti da Gianluca Capuano, renderanno omaggio a Giacomo Carissimi. Il compositore laziale fu l’iniziatore del genere musicale dell’oratorio e una delle due colonne portanti – insieme a Claudio Monteverdi – del Barocco italiano, purtroppo per lungo tempo dimenticato a causa della perdita dei suoi manoscritti. La serata sarà dedicata a uno dei temi più affascinanti e misteriosi della religione, così come dell’animo umano universalmente inteso: la fine del mondo, con l’esecuzione di due oratori per soli, coro e orchestra: Diluvium universale e Extremum Dei Judicium, opere al pari poco note e di grande impatto emotivo. 
Gianluca Capuano un approfondimento della figura di Giacomo Carissimi: 
“Giacomo Carissimi è da considerare una delle due grandi colonne su cui poggia l’edificio del barocco musicale italiano: insieme a Claudio Monteverdi, sovrano indiscusso del nuovo stile concertato distillato nella musica sacra, nel madrigale, nel melodramma, Carissimi trionfa e unirà in eterno il suo nome e la sua fama all’oratorio barocco, di cui è ritenuto l’iniziatore. In quell’Oratorio del Crocefisso, ancora oggi visitabile a Roma, che diede il nome al genere musicale, videro la luce per la prima volta i capolavori grazie al quale Carissimi, pur non muovendosi mai dall’Urbe, divenne così famoso in Europa attirando alla sua scuola alcuni dei migliori talenti dell’epoca, Charpentier, Bernhard, Kerll e molti altri. Le Historiae sacrae da lui composte, tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, segnano un esito altissimo nella storia della rappresentazione musicale di un testo letterario, scolpito in modo indimenticabile nella tempesta dello Jonas, nel lamento della figlia di Jephte, nel brivido metafisico dell’annuncio della fine dei tempi nell’Extremum judicium. L’eccezionale varietà degli affetti musicali, la capacità di dipingere con tratti precisi le più lievi sfumature dell’animo umano, la sapienza nel creare spazi sonori inediti resero famosissimo Carissimi fra gli amanti di musica dell’epoca. Purtroppo un destino beffardo - la perdita di tutti i suoi manoscritti alla chiusura dell’ordine dei Gesuiti (1773) con la conseguente dispersione dell’archivio musicale del Collegium Germanicum in cui insegnò per tutta la vita - hanno fatto in modo che l’opera di Carissimi fosse presto dimenticata. Ancora oggi solo pochissime composizioni sono state incise e ancora meno sono entrate nel repertorio dei gruppi di musica antica”.
Oratori eseguiti:
La fine del mondo e il giudizio universale sono qualcosa di presente in tutte le religioni, a qualsiasi latitudine. L’idea di una fine di tutte le cose ha ispirato in tutti i secoli pittori,
musicisti scrittori, che in vario modo hanno dato immagini, parole e suoni a questo evento sovrannaturale. Per il cattolicesimo si tratta dell’avvenimento sommo, del momento in cui i morti risorgeranno e ognuno dovrà rispondere delle proprie azioni in vita.
Impressionante il modo in cui Giacomo Carissimi, con grande dispiego di forze, ha voluto rappresentare il Giudizio, un oratorio poco conosciuto ma di grande impatto emotivo. Ancora meno noto l’oratorio a doppio coro “Diluvium universale”, conservato in un manoscritto seicentesco custodito nella Repubblica Ceca, in cui si rievoca a forti tinte la vicenda del Diluvio e della salvezza concessa da Dio a Noè e alla sua stirpe. Raramente eseguito in tempi moderni, è di recente uscita l’edizione critica dell’oratorio a cura di Gianluca Capuano per l’Istituto Italiano di Storia della Musica.

2015_02_12 LaVerdi in concerto con Mozart e Prokofiev

Giovedì 12 febbraio 2015_02_12 (ore 20.30)
Venerdì 13 febbraio 2015_02_13 (ore 20.00)
Domenica 15 febbraio 2015_02_15 (ore 16.00)
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2014/15
CONCERTO SINFONICO
Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Shai  Wosner,  Pianoforte 
Direttore Otto Tausk
Programma:
Sergej Prokofiev
L’amore delle tre melarance
Suite n.2 dal balletto Romeo e Giulietta
Wolfgang Amadeus Mozart
oncerto per pianoforte e orchestra n.21 K467

(Biglietti euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334).  
Il 21° programma della Stagione sinfonica de laVerdi, che vedrà il debutto della star israelo-statunitense Shai Wosner e il  ritorno dell’olandese Otto Tausk alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, è dedicato alla commemorazione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe (10 febbraio) e della Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio). 
Si ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E. (Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).
Il 21° programma della Stagione principale de laVerdi propone una parte sinfonica dedicata a Prokof’ev e una concertistica nel segno di Mozart. Due deliziosi camei del compositore russo – L’amore delle tre melarance e la Suite n.2 dal balletto Romeo e Giulietta – faranno da scrigno all’esecuzione del popolarissimo Concerto per pianoforte e orchestra n.21 K467 del salisburghese, affidata alla star internazionale israelo-statunitense Shai Wosner,  al debutto con laVerdi.
Per l’occasione, torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, dopo due anni, la bacchetta dell’olandese Otto Tausk.
Giovedì 12, sempre in Auditorium (Foyer della Balconata, ore 18.30, ingresso libero), i musicologi Enzo Beacco e Fausto Malcovati terranno la conferenza di introduzione a Prokof’ev teatrale, per il ciclo Storia della musica russa.
In occasione della commemorazione del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe (10 febbraio) e della Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio), laVerdi ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E. (Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).

Note al programma di Enzo Beacco
La reazione dei grandi musicisti alla fine della Grande guerra è molto varia. Per alcuni reduci dal dissolvimento dell’impero austro-ungarico, come Korngold e Janacek, resta l’incubo della tragedia appena consumata. Per altri è pura liberazione, come nel caso del beffardo Milhaud del microballetto Le boeuf sur le toit. Per altri ancora, e sono i più, è un invito a reinventare un passato settecentesco, immaginato limpido e senza problemi. Ecco Stravinskij che riscrive Pergolesi e Ravel che ritrova Couperin. 
Così fa anche il trentenne Prokof’ev, uscito da una Russia in fiamme e approdato al compunto capitalismo di Chicago con un’opera che porta in scena una bizzarra commedia dell’illuminista italiano Carlo Gozzi. Si chiude il suo periodo iconoclasta e percussivo degli anni anteguerra e si apre l’assimilazione dello spirito “occidentale” che segnerà la sua residenza nella Parigi degli anni Venti.
Un altro salto stilistico, Prokof’ev è obbligato a compiere quando rientra in Unione sovietica nel 1936 e si mette al servizio dei programmi di educazione musicale e civile propagandati da Stalin. Scrive colonne sonore per film d’autore, cantate celebrative, fiabe per bambini; stando attento a inventare melodie cantabili e armonie più soffici. Sa che al grande dittatore e alla sua cerchia piacciono i balletto e produce un capolavoro fuori dal tempo, non d’avanguardia, forse neo-romantico come Romeo e Giulietta. Il successo si propaga fuori dai confini dell’URSS e a suo modo contagia i colleghi sovietici, dal più anziano e anzi maestro Nikolaj Miaskovskij ai circa coetanei Dmitri Šostakovic e Aram Khachaturian. Prokof’ev crea così un’oasi di lirismo, che nulla presagisce del tremendo giro di vite che si abbatterà da quell’anno sulla società civile sovietica. E neppure del prossimo secondo conflitto, che colpirà il mondo intero. E che forse intuiscono lo straniato lirismo del Concerto per violino di Alban Berg e le allucinate geometrie di Musica per archi, celesta e percussione di Bela Bartók.
Tutt’altri intorni ha il Concerto K 467 che apre la serie di ultimi concerti per pianoforte e orchestra di Mozart proposti nella nostra stagione. Siamo nel 1785, anno felice e denso di ogni soddisfazione, ricco di capolavori immortali, che oscurano qualunque concorrenza, compresa quella di Haydn, di Cimarosa e (si direbbe: ovviamente) di Salieri. Prima che la nobiltà viennese volti le spalle a Mozart, offesa per l’irriverenza delle Nozze di Figaro e sgomenta per la rivoluzione di Don Giovanni. 

Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi - www.laverdi.org

2015_02_16 Vigevano ricorda la GRANDE GUERRA

1915 - 2015
LA GRANDE GUERRA
centenario dell’entrata in guerra dell’Italia
Un anno di incontri ed eventi sulla Prima guerra mondiale
16 febbraio - 27 settembre 2015
Un percorso tra la grande e la piccola storia

Ciclo organizzato da:
Comune di Vigevano - Assessorato alla Cultura
Società Storica Vigevanese
Università per il tempo libero e la terza età
Associazione onlus “La Barriera”
Coro “La Vetta” - USCI Pavia
In collaborazione con:
Fondazione Piacenza e Vigevano
Istituto tecnico statale Luigi Casale
Liceo statale Benedetto Cairoli
LattOria progetto teatrale

Rassegna cinematografica
Sala della Comunità Cinema Teatro Odeon - Via Mons. Berruti 2 Vigevano

Lunedì 16 febbraio 2015_02_16 - ore 21.15
Torneranno i prati
Regia di Ermanno Olmi - Italia, 2014
Inverno 1917, fronte italiano dopo gli ultimi sanguinosi scontri sugli altipiani. Il racconto si svolge tutto in una notte, in un avamposto di soldati interrato sulla linea del fuoco. Gli accadimenti si susseguono imprevedibili, dominati dalla paura.

Lunedì 16 marzo 2015_03_16 - ore 21.15
La grande illusione
Regia di Jean Renoir - Francia, 1937
1917: un comandante tedesco di nobile famiglia disprezza i prigionieri di bassa origine e serba le sue simpatie per un capitano francese, nobile anch'esso. Il capitano, con grande generosità, organizza un tentativo di fuga a favore di due colleghi.

Lunedì 20 aprile 2015_04_20 - ore 21.15
Per il re e per la patria
Regia di Joseph Losey - Regno Unito, 1964
Un soldato inglese volontario, Hamp, dopo tre anni al fronte, colpito da choc, si mette in marcia per tornare a casa. Viene arrestato e finisce davanti alla Corte marziale; lo difende il capitano Hargreaves, che però non lo salverà dal plotone di esecuzione

Lunedì 18 maggio 2015_05_18 - ore 21.15
The Water Diviner
Regia di Russell Crowe - Australia, Turchia, Usa, 2014
Turchia 1919. La guerra è finita, ma non per l’agricoltore Joshua Connor.
Dalla nativa Australia è arrivato a Gallipoli, dove una delle più sanguinose battaglie del confiitto gli ha portato via i suoi tre figli. Forse, però, uno dei tre potrebbe essere ancora vivo.
Rassegna a cura dell’Associazione onlus “La Barriera”, realizzata con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Pavia


CONFERENZE
Sala conferenze - Palazzo Merula, via Merula 40

Venerdì 17 aprile 2015_04_17 - ore 21.00
Davide Pinardi, Geopolitica della Grande Guerra
Le condizioni politico-sociali europee con particolare attenzione alle implicazioni mondiali del confiitto e alle strategie diplomatiche e militari elaborate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.

Venerdì 8 maggio 2015_05_08 - ore 21.00
Davide Pinardi, Soldati e civili: vita quotidiana
La cosiddetta “piccola Storia”, quella di tutti i giorni: il vivere con la paura e con l'affanno, con le speranze e con le illusioni, con le furie e le repressioni. Che cosa si mangiava nelle trincee, come si combatteva, perché si moriva.

Venerdì 22 maggio 2015_05_22 - ore 21.00
Marta Bonzanini, La voce dei testimoni: carteggi e diari
Il ricordo della Grande Guerra nella memoria di chi l’ha vissuta. I diari e gli epistolari conservati nell’Archivio di scrittura popolare della Società Storica Vigevanese rielaborano il vissuto dei protagonisti e restituiscono l’impatto del confiitto sui testimoni.

Venerdì 5 giugno 2015_06_05 - ore 21.00
Pierluigi Muggiati, Chiara A. Aimaretti, Vigevano e la Grande Guerra
Uno spaccato di storia locale negli anni della guerra, ricostruito attraverso i documenti conservati nell’Archivio Storico cittadino. Nuove scoperte relative alle testimonianze prodotte nel territorio tra il 1915 e il 1918.

Venerdì 11 settembre 2015_09_11 - ore 21.00
Valerio Giberti, La Grande Guerra scrive
La letteratura davanti alla Grande Guerra. Come la scrittura vive questa esperienza, come le forme e i messaggi cambiano sotto la pressione di una contingenza irresistibile e deformante; un rapido giro dei fronti con le voci italiane e straniere più intense. Letture drammatizzate a cura di Alessia Gennari, LattOria progetto teatrale.

Venerdì 25 settembre 2015_09_25 - ore 21.00
Anna Strada, Valentina Summa, La Grande Guerra nell’arte
Le ideologie, la frenesia scientifica ed espansionistica, la ribellione di una generazione mandata a morire in trincea hanno lasciato un’impronta indelebile sulla produzione artistica del secondo decennio del XX secolo.

Ingresso libero

Concerti
Due serate musicali con il Coro "La Vetta" e la Corale "I maestri cantori" di Vigevano
Civico Teatro Cagnoni - C.so Vittorio Emanuele 45

Domenica 31 maggio 2015_05_31 - ore 21.00
I canti della Grande Guerra cent’anni dopo
I canti e i motivi rievocativi legati alle battaglie più famose avvenute nel nostro Paese, intervallati dalla narrazione storica e dalla lettura di lettere dal fronte.
Coro dell’Associazione nazionale alpini “Italo Timallo” di Voghera; Coro “La Vetta” di Vigevano; Coro della Comunità montana Oltrepò Pavese di Varzi; Gruppo bandistico musicale cassolese di Cassolnovo.

Domenica 27 settembre 2015_09_27 - ore 21 .00
Musiche e canti del primo Novecento
I canti e gli stili musicali nati e sviluppatisi nei primi trent’anni del Novecento, un viaggio tra arie liriche di Puccini, motivi gospel, blues, jazz e musica leggera dell’epoca.
Coro “I maestri cantori” di Vigevano; “Ticinum gospels choir” di Pavia; gruppo vocale “Gli ottomisti” di Pavia.
Ingresso libero, è gradita la prenotazione: tel. 0381 82242

Eventi correlati
L’Archivio di scrittura popolare della Società Storica Vigevanese
Progetto “Il laboratorio delle voci”, rivolto alle classi quinte del Liceo Cairoli,
dell’Istituto tecnico Casale di Vigevano e del Liceo Omodeo di Mortara.
L’Archivio storico cittadino
Ricerca d’archivio finalizzata alla redazione e pubblicazione degli elenchi dei caduti vigevanesi, dei dispersi e dei soldati morti negli ospedali vigevanesi.
L’Università per il tempo libero e la terza età di Vigevano
Corso monografico sulla Grande Guerra; raccolta di materiale documentario presente nell’Archivio Storico Civico; raccolta di fotografie, lettere, diari relativi al periodo bellico.
Progetto a cura di Marco Beretta e Marta Bonzanini

MOSTRA
Dalla Belle Époque alla Grande Guerra - Le scarpe raccontano storia di un'epoca. Dal 7 marzo al 3 maggio presso il Museo della Calzatura "Pietro
Bertolini", Castello Sforzesco, primo piano scuderie ducali.
INFO
COMUNE DI VIGEVANO www.comune.vigevano.pv.it
CINEMA TEATRO ODEON via Mons. Berruti 2 Vigevano - Tel. 348 1269711 - www.labarriera.it
SOCIETÀ STORICA VIGEVANESE - Tel. 0381 312624 - 348 4758300 - www.vigevanostoria.it
Il programma potrebbe subire variazioni per cause indipendenti dalla volontà dell’organizzazione

2015_05_08 Venezia La Fenice approda una Butterfly nata in collaborazione con LaVerdi Milano

Venerdì 08 Maggio 2015_05_08
Domenica 10 Maggio 2015_05_10
Venerdì 22 Maggio 2015_05_22
Martedì 26 Maggio 2015_05_26
Domenica 31 Maggio 2015_05_31
Teatro La Fenice - Venezia
Giacomo PUCCINI
MADAMA BUTTERFLY
Cast vocale:
Svetlana Kasyan, soprano (Madama Butterfly Cio-Cio-San)
Vincenzo Costanzo, tenore (B.F. Pinkerton, Tenente della marina degli S.U.A.)
Luca Grassi, baritono (Sharpless, Console degli Stati Uniti a Nagasaki)



Manuela Custer, mezzosoprano (Suzuki, Ancella di Cio-Cio-San)
Julie Mellor, mezzosoprano (Kate Pinkerton)
Direttore Jader Bignamini 
regia: Alex Rigola
scene e costumi : Mariko Mori
Sito ufficiale de La Fenice
Una produzione speciale della celebre opera di Puccini che riprende l'allestimento del 2014 e viene realizzata per la prima volta con una produzione parallela dove i protagonisti principali sotto la direzione dello stesso Jader Bignamini l'hanno presentata in Auditorium di Milano per la Stagione de laVerdi.

2015_02_12 POMERIGGI MUSICALI da Piazzolla a Beethoven

70ª STAGIONE SINFONICA
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno 
Stagione 2014-2015 
Giovedì 12 febbraio 2015_02_12, ore 21.00
Sabato 14 febbraio 2015_02_14, ore 17.00
Prove generali - Giovedì 12 febbraio, ore 10.00 

Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
Villa Lobos, Bachiana brasileira n.9
Piazzolla, Le quattro stagioni
Beethoven, Sinfonia n.2, op.36 
Direttore: Alvise Casellati
Violino: Marc Bouchkov
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Al Teatro Dal Verme, il prossimo appuntamento della 70ª Stagione sinfonica vedrà il debutto con la nostra orchestra del giovane violinista francese Marc Bouchkov, diretto per l'occasione dal M° Alvise Casellati. È l’inizio di una collaborazione artistica, fresca e giovane, che vede l’Orchestra I Pomeriggi Musicali affiancare la continua ricerca di Bouchkov, volta a comunicare emozioni e sentimenti tramite la timbrica del suo strumento per restituire un'interpretazione unica e dal forte impatto emotivo. Il programma del concerto si apre con Bachiana brasileira n.9 per archi e orchestra, di Villa Lobos, omaggio del compositore brasiliano a Bach e alla musica colta europea, in cui quest’ultima si fonde con i ritmi e le timbriche della musica popolare brasiliana. A chiudere saranno le note di Beethoven e della sua magnifica Sinfonia n.2, op. 36. Il momento centrale del concerto è invece dedicato all' esecuzione de Le quattro stagioni dell'argentino Astor Piazzolla, in cui i colori brillanti e gli equilibri del barocco veneziano, che permeano l’omonima opera vivaldiana, lasciano il posto alle atmosfere malinconiche e delicate di un mondo lontano, che palpita al ritmo del tango.
Biglietteria TicketOne 
Teatro Dal Verme 
Via San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano 
Tel. 02 87.905.201
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 18.00

2015_02_06 Jader Bignamini a LaVerdi dirige il capolavoro di Puccini in forma di concerto

Venerdì 6 febbraio 2015_01_06 ore 20.00
Domenica 8 febbraio 2015_01_08 ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2014/15
Giacomo Puccini
Madama Butterfly 
La grande opera italiana nella casa de laVerdi 
Coro sinfonico di Milano Giuseppe verdi
Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Svetlana Kasyan, soprano (Cio-cio-san)
Manuela Custer, mezzosoprano (Suzuki)
Julie Mellor, mezzosoprano (Kate)
Vincenzo Costanzo, tenore (Pinkerton)
Luca Grassi, baritono (Sharpless)
Nicola Pamio, tenore (Goro)
William Corrò, basso (Yamadori)
Cristian Saitta, basso (Zio Bonzo)
Maestro del Coro Erina Gambarini
Direttore Jader Bignamini 

Nella maxi stagione che apre le porte all’Expo, laVerdi conferma la tradizione di inserire l’opera nel suo cartellone principale. E, naturalmente, di opera italiana si tratta. Non solo. Quello di venerdì 6 febbraio (ore 20.00), con replica domenica 8 (ore 16.00) all’Auditorium di Milano in largo Mahler, sarà un evento speciale, in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia. Titolo protagonista del doppio appuntamento Madama Butterfly. Il capolavoro di Giacomo Puccini, che debuttò alla Scala nel febbraio 1904, sarà eseguito in forma di concerto dall’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi  e rappresenta l’anteprima della versione in forma scenica in programma il prossimo maggio nello storico teatro veneziano, con lo stesso direttore e lo stesso cast. A dirigere laVerdi sarà infatti il cremasco Jader Bignamini, “bacchetta” contesa dai teatri di tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda il repertorio tricolore e che in largo Mahler ha affinato la sua arte. 
Note al Programma: Puccini esotico e tragico di Laura Nicora 
Madama Butterfly è il primo lavoro di Puccini ambientato in Oriente. Si tratta di una tragedia giapponese su libretto di Illica e Giacosa. 
L’argomento cui Puccini si ispirò è un fatto di cronaca avvenuto in Giappone, cui avevano fatto seguito il romanzo  Madame Chrysanthème (1887) del francese Pierre Loti, il racconto Madame Butterfly (1898) di John Luther Long, pubblicato a Philadelphia sul Century Magazine, e la “tragedia giapponese in un atto” dallo stesso titolo, dell’americano David Belasco. 
Alla fine dell’800 cominciava ad andare di moda un diffuso interesse per le Civiltà dell’Estremo Oriente, anche grazie ai molti rapporti commerciali con quelle terre. Il Japonisme si sviluppa in Francia dopo l’Exposition parigina del 1867 e raggiunge il suo culmine con quella del 1900. Le opere pittoriche e plastiche accolgono questo stile e la passione contagia tutta Europa. Il fascino esotico dell’ambientazione giapponese arriva in Italia solo nel 1902 con l’Esposizione Internazionale di arte decorativa di Torino, che influenzerà molti artisti: da Antonio Fontanesi a Galileo Chini (amico di Puccini) e Anselmo Bucci. In musica questa moda influenza dapprima l’operetta e poi il melodramma: è Mascagni, con Iris (1898), il primo in Italia ad ambientare un’opera in Giappone. Puccini, nel luglio del 1900, assiste a Londra alla pièce teatrale Madame Butterfly di Belasco. Capisce ben poco dei dialoghi, dal momento che non conosce l’inglese, ma in un’intervista rilasciata al “Giornale d’Italia” dice: “ne rimasi così impressionato.. così preso da non poterlo raccontare. Credevo si trattasse di uno stato speciale dell’animo mio e ci tornai una seconda sera. Fu lo stesso che versare benzina sul fuoco… volli che Denza e Tosti e altri amici mi accompagnassero a teatro. Anche loro si commossero… Decisi subito che Butterfly sarebbe stato il mio libretto”.
Puccini è attentissimo alle novità e vede in questa ventata nipponica uno sbocco per la sua arte. In Madama Butterfly l’esotismo può diventare un simbolo potente della sua fantasia musicale. Per caratterizzare l’atmosfera, ascolta dischi provenienti da Tokyo e canti originali giapponesi, annota melodie e si confronta con artisti e personalità della cultura orientale. Inserirà l’esotico non solo nelle scene, nei costumi e negli arredi, ma anche nel testo, nella musica, nella strumentazione e nella recitazione. Molti temi sono autentici; quelli reinventati riesce a fonderli con il linguaggio armonico occidentale. Per caratterizzare al meglio la tragedia utilizza strumenti come i campanelli giapponesi, le campane tubolari e il tam-tam (lo farà anche per Turandot, ambientata in Cina).
Un argomento di profonda suggestione gli deriva dal personaggio della protagonista: Cio-Cio-San, in lingua originale la “signora farfalla” (madama Butterfly), ragazza giapponese di appena quindici anni. La giovane è sognatrice e immatura e vede il matrimonio come un riscatto dall'infamante professione di geisha. Per Pinkerton, l’americano che deve sposare e dal quale avrà un figlio, rinnega la sua religione. Si innamora di lui perché fragile e bisognosa d’affetto. All’uomo chiede “un bene piccolino… un bene da bambino”, ma non è ricambiata e l’epilogo non può essere che tragico: il duro scontro con la realtà, la caduta finale e la terribile decisione del suicidio. E’ la legge della tragedia che si basa sul “contrasto sempre più lancinante tra le convinzioni ostinate di Butterfly e il mondo circostante che le è estraneo”.
Puccini inizia a scrivere la musica di Madama Butterfly nel 1901 e la completa solo due anni dopo. La prima rappresentazione avviene alla Scala la sera del 17 febbraio 1904, ma è un fiasco clamoroso. Una claque ostile boicotta l’opera, che viene ritirata. Puccini vi rimette mano con qualche taglio e poche modifiche (soprattutto la divisione del secondo atto in due parti). L’opera viene trionfalmente riabilitata tre mesi dopo al Teatro Grande di  Brescia, che la accoglie con intensa commozione. 

(Biglietti euro 40,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334  www.laverdi.org).