2020_02_22 Teatro il Cielo sotto Milano Don Quijote de la Mancha

sabato 22 febbraio 2020, ore 20.45
Teatro il Cielo sotto Milano
Don Quijote de la Mancha
Il disincanto di Dulcinea
di e con Paola Morales
musiche di Mauro Buttafava
spettacolo in italiano e spagnolo
E’ con vivo piacere che la Dual Band ospita nuovamente una cara amica, l’attrice e drammaturga spagnola Paola Morales. Pupilla amatissima di Giorgio Strehler, con il quale lavorò nel Faust di Goethe e nell’Arlecchino servitore di due padroni, Paola è perfettamente bilingue, e ci regalerà questo gioiellino tratto dal Don Chisciotte: Il disincanto di Ducinea, in cui a tratti ci farà udire la parola di Cervantes nell’altissimo linguaggio originario (ma sempre, come è uso al Cielo sotto Milano, in modo che tutto sia chiarissimo anche per chi il castigliano non lo conoscesse). Paola sceglie di raccontarci l’avventura in cui Don Chisciotte - per amore - cade in un duplice inganno: l’uno tramato da Sancho, che gli fa credere che l’amata Ducinea sia vittima di un incantesimo, e l’altro dai Duchi, che inscenano un grandioso scherzo per prendersi gioco del Cavaliere dalla Trista Figura e del suo scudiero. 
Oltre che con Giorgio Strehler, Paola Morales ha lavorato in tutta Europa con registi e attori quali Ian McKellen, Giorgio Albertazzi e Pippo Del Bono.
Per questa serata sarà suo complice, nel restituire atmosfere e magie, il chitarrista Mauro Buttafava. 
Teatro il Cielo sotto Milano, il primo teatro al mondo in un metrò.
Viale Molise, 
all'interno della fermata del Passante di Porta Vittoria
raggiungibile tramite Passante ferroviario,
tram 12 o 27, bus 73 e filovia 90, 91 e 93
disponibile parcheggio in via Valentino Mazzola
tessera annuale (una tantum): €3
contributo di 20€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
under26: 15€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
contributo workshop: €20
per info e prenotazioni:
chiamare 02 915 38 705 (biglietteria)
o +39 338 191 25 81‬ (Lucrezia)
oppure inviare una mail a
organizzazione@ladualband.com

2019_02_23 Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita Alle Cose

Data :23/02/2019
Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita Alle Cose
Sede Abbazia di San Lanfranco, via Riviera
Città: Pavia Ovest, Pavia
Sezione #concertodautunnonews: altro
Descrizione: Torna a Pavia il Mercatino del Ri-Uso: domenica 23 Febbraio appuntamento all'Abbazia di San Lanfranco

Occasioni vintage e oggetti dalle molteplici vite nei chiostri del monastero vallombrosano. Gli iscritti parteciperanno con una piccola donazione alle opere di restauro del Chiostro Grande dell'Abbazia



Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita Alle Cose

23 Febbraio 2020

Dalle 10 alle 18

Abbazia di San Lanfranco, via Riviera, Pavia Ovest

Associazione Culturale Arca di Noé 347 7264448



Pavia, Febbraio 2020 – Torna a Pavia il Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose: ancora grande successo e "tutto esaurito" per l'appuntamento con il vintage e gli oggetti dalla seconda vita che danno appuntamento domenica 23 Febbraio all'Abbazia di San Lanfranco.

Dalle 10.00 alle 18.00 i bellissimi chiostri dell'Abbazia romanica si riempiranno di bancarelle, di colori e di forme, di oggetti che i cittadini metteranno in vendita, portandoli dalle loro case alle bancarelle del mercatino dell'usato. Una manifestazione che diventa vetrina per tutti quegli oggetti di cui le persone si liberano per fare spazio in casa, oggetti che riacquistano valore e scopo in un nuovo contesto.

L'evento è anche occasione per scoprire questo gioiello dell'architettura romanica poco conosciuto ma ricco di suggestioni: sarà infatti possibile visitare il monastero. Situato sulla sponda destra del Ticino, fu fondato tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo dai monaci vallombrosani e conserva al suo interno alcuni gioielli quali le tracce degli affreschi con la scena dell'assassinio di Thomas Beckett (l'arcivescovo di Canterbury fatto assassinare da Enrico II) ed i chiostri che ospiteranno il mercatino dell'usato.

La manifestazione risponde ad un'esigenza reale: quella di rimettere in circolo oggetti ancora in buone condizioni, che magari non ci servono più ma che possono trovare una seconda vita nelle case di altre persone. Una iniziativa che ha registrato un grande successo e che promuove la cultura del riuso e la filosofia anti-spreco delle 3 R: Riduco, Riuso e Riciclo per salvaguardare l'ambiente e pensare a come si può riutilizzare un prodotto invece che buttarlo via. Il Mercatino del Ri-Uso, organizzato dall'Associazione Amici di San Lanfranco Onlus in collaborazione con la parrocchia e l'Associazione Arca di Noè, avrà anche una finalità benefica: una piccola donazione da parte dei partecipanti sarà destinata al restauro del Chiostro grande (il Chiostro Piccolo, sede di ex cellette dei frati vallombrosani, da tempo disabitate, è stato oggetto di lunghi lavori di restauro dal 2010 al 2016).

Gli organizzatori hanno inoltre previsto il servizio bar e ristoro destinato sia agli espositori che al pubblico che anche in questo modo potranno contribuire al restauro dell'Abbazia.
Contatti:
Indirizzo e-mail :
Numero di cellulare:
Numero fisso: Associazione Culturale Arca di Noé 347 7264448
Sito Web:

2020_02_22 Turco in Italia torna alla Scala con Rosa Feola ed Alex Esposito dirige Diego Fasolis

nella foto Alex Esposito (Selim) con Mario Mainino
Teatro alla Scala – Milano
STAGIONE LIRICA 2019-2020
Sabato 22 febbraio 2020 ore 20.00
Gioachino Rossini  
Il Turco in Italia
libretto di Felice Romani
opera buffa in due atti
Prima rappresentazione

Personaggi ed interpreti:
Selim il Principe Turco - Alex Esposito
Donna Fiorilla, la ninfomane - Rosa Feola
Don Geronio il marito disperato - Giulio Mastrototaro
Don Narciso, l’amante cicisbeo - Edgardo Rocha
Prosdocimo, il poeta - Mattia Olivieri
Zaida, la schiava turca - Laura Verrecchia
Albazar, il fido servitore - Manuel Amati
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Diego Fasolis
Regia Roberto Andò
Collaboratore del Regista Emmanuelle Bastet
Scene e luci Gianni Carluccio
Costumi Nanà Cecchi
Video Luca Scarzella

Nuova Produzione Teatro alla Scala
Durata spettacolo: 3 ore e 05 minuti
incluso intervallo
Sarà possibile prepararsi all'ascolto dell'opera, un'ora prima dell'inizio di ciascuna recita, con una conferenza introduttiva, tenuta dal Prof. Cesare Fertonani, aperta a tutti gli spettatori muniti di biglietto presso il Ridotto delle gallerie.
Le recite:
Sabato 22 Febbraio 2020_02_22 ore 20:00
Martedì 25 Febbraio 2020_02_25 ore 20:00
Venerdì 28 Febbraio 2020_02_28 ore 20:00
Mercoledì 04 Marzo 2020_03_04 ore 20:00
Venerdì 13 Marzo 2020_03_13 ore 20:00
Domenica 15 Marzo 2020_03_15 ore 14.30
Martedì 17 Marzo 2020_03_17 ore 20:00 ScalAperta 50%
Giovedì 19 Marzo 2020_03_19 ore 20:00



Cronista o il grande fratello…

Il Turco in Italia è un’opera buffa in due atti di Gioacchino Rossini, su libretto di Felice Romani un lavoro che non ebbe molta fortuna, niente da paragonare alla splendida “L’Italiana in Algeri” della quale sono famosissime diverse pagine. Del Turco invece poco è passato alla storia e nulla nei recital di canto. Rossini ha l’idea straordinaria di mettere in scena l’autore del dramma alla ricerca di un soggetto quasi come un moderno “grande fratello” dove i protagonisti ignari (sic!) sono sotto i fari dei riflettori. La prima assoluta ebbe luogo al Teatro alla Scala a Milano, il 14 agosto 1814. Nell’occasione l’opera fu accolta freddamente, soffrendo il paragone con L’Italiana in Algeri, con la quale condivideva il gusto della “turcheria”. Ma l’opera fu riabilitata nello stesso teatro sette anni più tardi, nel 1821. La fortuna moderna del Turco in Italia nasce negli anni ‘50 del ‘900, a partire dall’allestimento della Scala del 1954, con Maria Callas nel ruolo di Fiorilla e la direzione di Gianandrea Gavazzeni.
[note di Mario Mainino]

Atto I

Nei pressi di Napoli, il poeta Prosdocimo è pensieroso “Ho da far un dramma buffo, E non trovo l'argomento! Questo ha troppo sentimento, Quello insipido mi par. “ difficile la vita per gli autori, occorre guardarsi in giro e trovare ispirazione dalla vita reale, da un po’ di folklore, magari un gruppo di zingari. Il povero Don Geronio (uomo debole e pauroso) ha dei grossi problemi con la moglie, Donna Fiorilla (donna capricciosa ma onesta); cerca “Se col tempo e la pazienza, Il cervello di mia moglie Potrò giungere a sanar.” e chiede alla zingara Zaida (un tempo schiava e promessa sposa di Selim) di leggergli la mano ma viene preso in giro. Il poeta avvicina Zaida e viene a sapere del suo amore per un principe Turco dal quale fu allontanata per invidia delle rivali. Proprio quella sera è annunciato l’arrivo di un Principe Turco ed una grande festa, il poeta aiuterà Zaida ad andarci e ad avvicinarlo. Donna Fiorilla passeggia con delle amiche e si descrive “Non si dà follia maggiore Dell'amare un solo oggetto: Noia arreca, e non diletto.” Arriva la nave di Selim “Bella Italia, alfin ti miro, Vi saluto amiche sponde; L'aria, il suolo, i fiori, e l'onde Tutto ride e parla al cor. Ah! del cielo, e della terra, Cara Italia sei l'amor.” Fiorilla viene subito attratta “Anche i Turchi non mi spiacciono.” ricambiata da Selim “L'Italiane son pur belle”.
E cominciano i guai. Prosdocimo incontra Narciso, cavalier servente di Fiorilla “Un vago sembiante, Di gioia m'accende” (cavatina del tenore). Ai due si aggiunge Don Geronio, disperato perché la moglie ha invitato a casa per un caffè il Principe turco “Un marito scimunito” (terzetto).
In casa di Fiorilla, la donna civetta con Selim, dove viene a stento sopportato da Geronio, che in segno d’omaggio deve baciargli la veste, e da Narciso (quartetto). Invano Geronio cerca di richiamare la moglie. Invece, Prosdocimo si rallegra, perché può trovare nuovi spunti per la sua opera. Selim attende sulla spiaggia Fiorilla, ma incontra Zaida, e i due si riabbracciano, riconoscendosi. Fiorilla giunge con Geronio e Narciso, e si scaglia sulla povera Zaida l’atto si chiude con “Quando il vento improvviso sbuffando” l’immancabile concertato finale.

Atto II

In una locanda Selim fa la proposta a Geronio di vendergli Fiorilla, usanza di Turchia, ma Geronio “buona o cattiva” la moglie se la vuole tenere “Ci vedremo in altro loco” (duetto).
Fiorilla e coro “Se il zefiro si posa” promette guerra a Zaida per portargli via Selim. Succede un parapiglia nel quale la povera Zaida si sente umiliata e fugge. Selim è indeciso e Fiorilla si arrabbia “Credete a quest'uomini” (duetto).
Narciso ascolta Prosdocimo narrare a Geronio del progetto di incontrasi ad una festa in maschera e di Selim che vuole rapire Fiorilla “Intesi: ah! tutto intesi” (aria). Durante la festa Narciso è vestito da Selim, Zaida è vestita da Fiorilla e quindi è ovvio che Geronio non capisca più nulla “Oh! guardate che accidente: Non conosco più mia moglie! Egual Turco, eguali spoglie, Tutto egual ... che farò?
La vera Fiorilla scappa con Narciso e Zaida con Selim mentre Geronio viene preso per pazzo da tutti.
Fiorilla vede che alla fine occorre mettere la testa a posto “Squallida veste, e bruna d'affano e pentimenti” visto che il marito finge di voler divorziare, e che Selim e Zaida sono tornati insieme e stanno per ripartire per la Turchia.
Il poeta esulta “Che dramma! son contento: Un migliore argomento trovar non si potea Né in miglior modo Avviluppar si cercherebbe un nodo. Pianti, strida, rimorsi da Tragedia. Il final non può sbagliar.” e tutto finisce tra la gioia generale ed il saluto di Selim “Cara Italia io t'abbandono, Ma per sempre in cor t'avrò.” e tutti insieme traggono la morale finale Restate contenti: Felici vivete, E a tutti apprendete Che lieve è l'error, Se sorge da quello Più bello l'amor.”

Programma a cura di Mario Mainino www.concertodautunno.it