Sabato 27 Aprile 2019
Lecce, Teatro Apollo
FRATE SOLE – cineconcerto
“La riscoperta di un capolavoro”
Orchestra Sinfonica e Coro di Lecce e del Salento
Gioele Muglialdo, direttore
L’esecuzione di Lecce si preannuncia un evento eccezionale: l'operazione di recupero e di valorizzazione di questo cineconcerto tutto italiano d' inizio secolo (ad opera del M° Muglialdo, curatore della revisione della partitura ed artefice di una accurata nuova sincronizzazione tra musica e immagini sulla versione restaurata del film), si concretizzerà nella proiezione del film in simbiosi con la colonna sonora eseguita dal vivo nella grandiosità dell' esteso organico sinfonico-corale originale.
2019_04_01 BEATRICE RANA AL TEATRO FRASCHINI
Teatro Fraschini di Pavia
Stagione 2018/2019
Stagione 2018/2019
www.teatrofraschini.org Call center Vivaticket by Charta 899.666.805
Call center 89.24.24 Pronto PagineGialle
Call center 89.24.24 Pronto PagineGialle
Controllare sempre DATE, ORARI e PREZZI
sul sito ufficiale!
sul sito ufficiale!
Teatro Fraschini - Pavia
CONCERTO SINFONICO
Beatrice Rana, pianoforte
Amsterdam Sinfonietta
Il programma della serata pavese prevede:
Wolfang Amadeus Mozart • Eine Kleine Nachtmusik
Johann Sebastian Bach • Concerto in D minor BWV 1052
Heinrich von Biber Battalia a 10
Béla Bartók • Divertimento
Johann Sebastian Bach • Concerto in F minor BWV 1056
BIGLIETTERIA
I biglietti sono in vendita al Teatro Fraschini
Orari di apertura di biglietteria: dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 (da lunedì a sabato). Telefono: 0382/371214
da 20 euro a 8 euro
Sono riconosciute riduzioni
Biglietto Giovani under30 - sconto del 50%
Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito ACQUISTO ON LINE www.teatrofraschini.it
2019_03_28 laVerdi tra parole e musica, un libro ed un Cd
Auditorium di Milano
Architettura Musica 1938-2018
edito da Silvana Editoriale Prezzo di copertina €18
Dopo la mostra alla Triennale un libro racconta la storia della “casa” dell’Orchestra Verdi
Nell’ottobre
del 1938 Giò
Ponti
chiedeva dalle colonne del “Corriere della Sera” la realizzazione
di un auditorium per Milano. Negli stessi giorni sorgeva nell’antico
Borgo San Gottardo il Cinema-Teatro Massimo, uno dei più grandi e
moderni del tempo, opera di Alessandro
Rimini.
L’appello di Ponti restò inascoltato e il nome di Rimini fu
occultato a seguito delle leggi razziali. Ma 60 anni dopo proprio il
“Massimo” diventerà l’Auditorium della città, realizzato da
Giancarlo
Marzorati
come sede stabile dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe
Verdi. Inaugurata il 6 ottobre 1999
con
l’Orchestra Verdi diretta da Riccardo Chailly, la sala è divenuta
nel corso di vent’anni un polo culturale imprescindibile nella
vivace zona milanese dei Navigli e della Darsena.
Il
volume, curato da Pasquale
Guadagnolo,
raccoglie ricerche, scritti e parte della documentazione sulla cui
base è stata ordinata la mostra tenutasi, con lo stesso titolo alla
Triennale di Milano dal 7 novembre al 5 dicembre 2018.
Una
prima sezione del libro è dedicata all’iniziativa imprenditoriale,
ai caratteri progettuali, ai lavori edilizi e impiantistici che hanno
segnato la realizzazione dell’Auditorium di Milano. La successiva
illustra sinteticamente attraverso le figure delle principali
formazioni artistiche e dei direttori musicali che si sono succeduti
dal 1993, l’attività dell’Orchestra sinfonica e coro sinfonico
di Milano Giuseppe Verdi. Una terza sezione ricostruisce la storia
dell’edificio dalla sua origine quale cinema-teatro e nella sua
“collocazione urbana”.
Il volume contiene anche scritti di Giovanna D’Amia, (docente al Politecnico) dell’architetto Giancarlo Marzorati, Liliana Rimini (in ricordo del padre), Ruben Jais (direttore artistico e esecutivo de laVerdi) e Gianni Cervetti (presidente de laVerdi), oltre all’articolo di Giò Ponti del 1938. La mostra, ed ora il volume, hanno anche l’intento di contribuire alla conoscenza e alla giusta rivalutazione della figura e dell’opera di Alessandro Rimini. Il volume è corredato da oltre 80 foto, molte delle quali inedite e provenienti dagli archivi del Comune di Milano.
Il volume contiene anche scritti di Giovanna D’Amia, (docente al Politecnico) dell’architetto Giancarlo Marzorati, Liliana Rimini (in ricordo del padre), Ruben Jais (direttore artistico e esecutivo de laVerdi) e Gianni Cervetti (presidente de laVerdi), oltre all’articolo di Giò Ponti del 1938. La mostra, ed ora il volume, hanno anche l’intento di contribuire alla conoscenza e alla giusta rivalutazione della figura e dell’opera di Alessandro Rimini. Il volume è corredato da oltre 80 foto, molte delle quali inedite e provenienti dagli archivi del Comune di Milano.
L’Auditorium
di Milano - Architettura Musica 1938-2018 è
edito
da
Silvana Editoriale,
casa
editrice specializzata nella produzione di libri illustrati d’arte,
il cui ricco catalogo, che annovera titoli italiani e stranieri,
spazia dall’archeologia all’arte contemporanea, dalla storia
all’architettura, dal design alla fotografia. Il volume è
distribuito in tutte le librerie ed è disponibile anche al bookshop
dell’Auditorium. Prezzo
di copertina €18.
E’ uscito con l’etichetta Glossa il CD
Zelenka Missa Omnium Sanctorum
registrato da laBarocca diretta da Ruben Jais
Il CD Glossa “Jan Dismas Zelenka Missa Omnium Sanctorum” (numero di catalogo 924103 - durata di 50' 16") è stato registrato presso l’Auditorium di Milano il 7 e 9 settembre del 2018 ed è già in vendita. In questa registrazione Ruben Jais è accompagnato da una squadra di solisti di primo piano, composta da Carlotta Colombo (soprano), Filippo Mineccia (alto) , Cyril Auvity (tenore) e Lukas Zeman (basso), con contributi più che importanti da parte delle forze corali e strumentali de la Barocca.
Nuova registrazione con l'etichetta Glossa dell’Ensemble laBarocca diretto da Ruben Jais Dopo la musica di Bach e Gluck, è la volta del compositore boemo Jan Dismas Zelenka (Louňovice, 16 ottobre 1679 - Dresda, 23 dicembre 1745) autore di opere estremamente originali e inusuali per la sua epoca, di straordinaria bellezza.
Personalità eminente del periodo tardobarocco, stimatissimo da Johann Sebastian Bach e da molti altri compositori dell’epoca, Zelenka che per più di 30 anni lavorò come compositore e contrabbassista alla corte di Dresda, fu dimenticato subito dopo la morte, per essere riscoperto solo nel XIX secolo. La Missa Omnium Sanctorum per solisti, coro e orchestra fu completata nel 1741, quando Zelenka aveva sessant'anni.
Come scrive Raffaele Mellace nel booklet del CD: “Nel 1735 per Zelenka arrivò il titolo di Kirchen Compositeur che costituiva la cifra definitiva del percorso esistenziale e creativo del musicista. A sessant’anni Zelenka mise così mano al progetto cui operava da ormai trent’anni, le Missae utltimaes. Dedicata a tutti i santi e intitolata significativamente con profetico intento testamentario, Missa ultimarum et forte omnium ultima, la messa qui registrata rappresenta dunque l’estremo promontorio della creatività del compositore, attestato da una data precisa, 3 febbraio 1741, apposta a conclusione del fascicolo del Gloria. Si tratta di una missa tota, cioè dell’intonazione completa delle cinque sezioni dell’ordinarium missae, proposta nella forma della cosiddetta “messa napoletana”, la moderna messa concertata articolata in più sezioni corali e solistiche che intonano brevi porzioni testuali alternando omofonia e contrappunto. Modello della musica da chiesa di Zelenka sono evidentemente i compositori italiani (…)”
2019_03_30 Pomeriggio musicale a SAN COLOMBANO
Sabato 30 Marzo 2019_03_30 ore 17.00
Pomeriggio musicale a SAN COLOMBANO
"Evoluzione della Toccata
da Claudio Merulo
a Johann Sebastian Bach"
Andrea Buccarella, clavicembalo
Prossimo pomeriggio musicale a San Colombano, a cura di Andrea Buccarella, vincitore del Concorso internazionale di clavicembalo di Bruges, Belgio (2018), in programma sabato 30 marzo 2019 alle ore 17.00 presso il Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini (Bologna, via Parigi 5). Musiche di Claudio Merulo, Jan Pieterszoon Sweelinck, Giovanni Picchi, Girolamo Frescobaldi, Michelangelo Rossi, Johann Jakob Froberger, Matthias Weckmann, Johann Kaspar Kerll, Dietrich Buxtehude, Johann Adam Reincken e Johann Sebastian Bach
N.B. L'ingresso al pomeriggio musicale è libero e gratuito, fino all'esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni: eventi@genusbononiae.it
San Colombano - Collezione Tagliavini via Parigi 5, Bologna
Per informazioni: sancolombano@genusbononiae.it
051.19936366 www.genusbononiae.it
Genus Bononiae. Musei nella Città 051.19936366
Pomeriggio musicale a SAN COLOMBANO
"Evoluzione della Toccata
da Claudio Merulo
a Johann Sebastian Bach"
Andrea Buccarella, clavicembalo
Prossimo pomeriggio musicale a San Colombano, a cura di Andrea Buccarella, vincitore del Concorso internazionale di clavicembalo di Bruges, Belgio (2018), in programma sabato 30 marzo 2019 alle ore 17.00 presso il Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini (Bologna, via Parigi 5). Musiche di Claudio Merulo, Jan Pieterszoon Sweelinck, Giovanni Picchi, Girolamo Frescobaldi, Michelangelo Rossi, Johann Jakob Froberger, Matthias Weckmann, Johann Kaspar Kerll, Dietrich Buxtehude, Johann Adam Reincken e Johann Sebastian Bach
N.B. L'ingresso al pomeriggio musicale è libero e gratuito, fino all'esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni: eventi@genusbononiae.it
San Colombano - Collezione Tagliavini via Parigi 5, Bologna
Per informazioni: sancolombano@genusbononiae.it
051.19936366 www.genusbononiae.it
Genus Bononiae. Musei nella Città 051.19936366
2019_04_16 La Passione secondo Matteo dirige Ruben Jais
Martedì 16 Aprile 2019_04_16 ore 19.30
Venerdì 19 Aprile 2019_04_19 ore 19.30
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
La Passione secondo Matteo
Ruben Jais dirige il tradizionale appuntamento
di Pasqua de laVerdi con le Passioni di Bach
Johann Sebastian Bach
Passione secondo Matteo BWV 244
Evangelista Bernhard Berchtold
Soprano Céline Scheen
Alto Nicholas Tamagna
Tenore Patrick Reiter
Baritono Marco Saccardin
Basso Lukáš Zeman
Basso Martin Hässler
Viola da gamba Cristiano Contadin
Ensemble laBarocca - Ensemble Vocale laBarocca
Direttore Ensemble Vocale Gianluca Capuano
Coro di Voci Bianche de laVerdi
Maestro Coro Voci Bianche M. Teresa Tramontin
Direttore Ruben Jais
La tradizione consolidata de laVerdi di eseguire le Passioni di Johann Sebastian Bach nel periodo pasquale vede quest’anno il turno della Passione secondo Matteo (Matthäuspassion) per soli, coro e orchestra con il Maestro Ruben Jais ancora una volta alla guida de laBarocca. Sul palco dell’Auditorium, martedì 16 aprile (ore 19.30) e venerdì 29 aprile (ore 19.30) insieme alla formazione de laVerdi specializzata in musica del Sei-Settecento, anche il suo ensemble vocale diretto da Gianluca Capuano e il Coro di Voci bianche diretto da Maria Teresa Tramontin, oltre a Cristiano Contadin alla viola da gamba. Un cast internazionale di specialisti del genere completa le formazioni in scena: Bernhard Berchtold (Evangelista), Céline Scheen (Soprano) Nicholas Tamagna (Alto) Patrick Reiter (Tenore) Marco Saccardin (Baritono) Lukáš Zeman e Martin Hässler (Basso). Proposta al pubblico per la prima volta nel 1727 a Lipsia, nella chiesa di San Tommaso, proprio in occasione del venerdì santo, la trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo, su libretto del poeta Picander, dopo la morte di J. S. Bach non fu più rappresentata. Nella primavera del 1829, in una Berlino da tempo pervasa dai fuochi romantici, Felix Mendelssohn ebbe il merito di far rappresentare per la prima volta la composizione all’epoca sconosciuta, che risvegliò immensi entusiasmi nel pubblico e negli appassionati. A distanza di centonovant’anni da quella memorabile rinascita, la composizione non ha mai smesso di entusiasmare il mondo musicale per la sua profondità musicale e irraggiungibile intensità drammatica. Anche quest’anno, grazie alla collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Cattedrale tornerà ad aprire le proprie porte alla musica immortale del Genio di Eisenach per una replica del concerto mercoledì 17 aprile 2018, ore 19.30 (ingresso libero a partire dalle 18.45).
Martedì 16 aprile, in Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo, relatori Mons. Gianantonio Borgonovo e Laura Nicora.
In occasione dei concerti del 16 e 19 aprile all’Auditorium il pubblico de laVerdi avrà anche la possibilità di conoscere e sostenere la campagna “Aiuta un guerriero” della Fondazione COOPI – Cooperazione internazionale Onlus, dedicata ai bambini che in guerra e contesti di emergenza come dei veri guerrieri sfidano pericoli ed avversità per riuscire a frequentare la scuola. Sarà così possibile contribuire ai progetti che COOPI porta avanti in Niger ed Iraq per costruire scuole temporanee, formare insegnanti e fornire materiale didattico a migliaia di bambini che con forza e coraggio devono lottare per fare una cosa che per i nostri figli è del tutto normale: andare a scuola.
Biglietti: serie Mahler euro 52,00/20,00 per le repliche del 16 e 19 aprile;
la rappresentazione di mercoledì 17 aprile in Duomo sarà a ingresso libero, fino a esaurimento posti, a partire dalle ore 18.45). Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00. Tel. 02.83389401/2, on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.
Programma
La Passione secondo Matteo è una delle cinque Passioni composte da Bach; a noi ne sono giunte solo due (l’altra è la Passione secondo Giovanni). Eseguita per la prima volta il Venerdì santo del 1727 nella Chiesa di S. Tommaso di Lipsia, negli anni successivi è stata ripresa almeno altre tre volte, in ognuna delle quali il musicista ha apportato modifiche. La versione che per tradizione si esegue fa riferimento alla edizione del 1736, per la quale Bach ha previsto, tra l’altro, l’inserimento a chiusura della prima parte di un grandioso corale proveniente dalla Passione secondo Giovanni. L’imponenza dell’organico vocale e strumentale - tre cori, dei quali uno di voci bianche, sei cantanti solisti e doppia orchestra - si adegua perfettamente a una partitura di grande respiro musicale che affronta l’episodio-chiave del Cristianesimo: dall’ultima cena di Gesù al tradimento di Giuda, dagli interrogatori ai quali è sottoposto alla condanna a morte, dalla crocifissione alla sepoltura. La voce recitante dell’Evangelista fa da filo conduttore (le sue parole provengono dai versetti del Vangelo di Matteo); tra i personaggi spiccano quelli di Gesù e di Ponzio Pilato. Un ruolo importante è affidato al Coro, impegnato in quasi la metà dei numeri (in totale sessantotto) per esprimere i turbamenti dei seguaci di Gesù, oppure impersonare la folla che assiste al processo, o ancora commentare - come nella tragedia greca - i diversi eventi. Per la musica Bach impiega più volte melodie proprie della tradizione sacra protestante, le cui origini risalgono alla metà del XVI secolo. La monumentale Passione secondo Matteo, intesa non come opera musicale a se stante bensì come parte della funzione religiosa, doveva avere un impatto quasi violento sul pubblico alla sua prima esecuzione. La drammaticità della musica e del racconto, la grandiosità e la lunghezza dell’opera, infatti, rendevano difficile la ricezione da parte del pubblico di questa composizione così inaudita. Solo cento anni più tardi, nel 1829, il ventenne Mendelssohn, alla guida della Berliner Singakademie, diede con la sua esecuzione l’inizio a una vera riscoperta e rivalutazione del compositore e del suo lavoro.
Venerdì 19 Aprile 2019_04_19 ore 19.30
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
La Passione secondo Matteo
Ruben Jais dirige il tradizionale appuntamento
di Pasqua de laVerdi con le Passioni di Bach
Johann Sebastian Bach
Passione secondo Matteo BWV 244
Evangelista Bernhard Berchtold
Soprano Céline Scheen
Alto Nicholas Tamagna
Tenore Patrick Reiter
Baritono Marco Saccardin
Basso Lukáš Zeman
Basso Martin Hässler
Viola da gamba Cristiano Contadin
Ensemble laBarocca - Ensemble Vocale laBarocca
Direttore Ensemble Vocale Gianluca Capuano
Coro di Voci Bianche de laVerdi
Maestro Coro Voci Bianche M. Teresa Tramontin
Direttore Ruben Jais
La tradizione consolidata de laVerdi di eseguire le Passioni di Johann Sebastian Bach nel periodo pasquale vede quest’anno il turno della Passione secondo Matteo (Matthäuspassion) per soli, coro e orchestra con il Maestro Ruben Jais ancora una volta alla guida de laBarocca. Sul palco dell’Auditorium, martedì 16 aprile (ore 19.30) e venerdì 29 aprile (ore 19.30) insieme alla formazione de laVerdi specializzata in musica del Sei-Settecento, anche il suo ensemble vocale diretto da Gianluca Capuano e il Coro di Voci bianche diretto da Maria Teresa Tramontin, oltre a Cristiano Contadin alla viola da gamba. Un cast internazionale di specialisti del genere completa le formazioni in scena: Bernhard Berchtold (Evangelista), Céline Scheen (Soprano) Nicholas Tamagna (Alto) Patrick Reiter (Tenore) Marco Saccardin (Baritono) Lukáš Zeman e Martin Hässler (Basso). Proposta al pubblico per la prima volta nel 1727 a Lipsia, nella chiesa di San Tommaso, proprio in occasione del venerdì santo, la trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo, su libretto del poeta Picander, dopo la morte di J. S. Bach non fu più rappresentata. Nella primavera del 1829, in una Berlino da tempo pervasa dai fuochi romantici, Felix Mendelssohn ebbe il merito di far rappresentare per la prima volta la composizione all’epoca sconosciuta, che risvegliò immensi entusiasmi nel pubblico e negli appassionati. A distanza di centonovant’anni da quella memorabile rinascita, la composizione non ha mai smesso di entusiasmare il mondo musicale per la sua profondità musicale e irraggiungibile intensità drammatica. Anche quest’anno, grazie alla collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Cattedrale tornerà ad aprire le proprie porte alla musica immortale del Genio di Eisenach per una replica del concerto mercoledì 17 aprile 2018, ore 19.30 (ingresso libero a partire dalle 18.45).
Martedì 16 aprile, in Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo, relatori Mons. Gianantonio Borgonovo e Laura Nicora.
In occasione dei concerti del 16 e 19 aprile all’Auditorium il pubblico de laVerdi avrà anche la possibilità di conoscere e sostenere la campagna “Aiuta un guerriero” della Fondazione COOPI – Cooperazione internazionale Onlus, dedicata ai bambini che in guerra e contesti di emergenza come dei veri guerrieri sfidano pericoli ed avversità per riuscire a frequentare la scuola. Sarà così possibile contribuire ai progetti che COOPI porta avanti in Niger ed Iraq per costruire scuole temporanee, formare insegnanti e fornire materiale didattico a migliaia di bambini che con forza e coraggio devono lottare per fare una cosa che per i nostri figli è del tutto normale: andare a scuola.
Biglietti: serie Mahler euro 52,00/20,00 per le repliche del 16 e 19 aprile;
la rappresentazione di mercoledì 17 aprile in Duomo sarà a ingresso libero, fino a esaurimento posti, a partire dalle ore 18.45). Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00. Tel. 02.83389401/2, on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.
Programma
La Passione secondo Matteo è una delle cinque Passioni composte da Bach; a noi ne sono giunte solo due (l’altra è la Passione secondo Giovanni). Eseguita per la prima volta il Venerdì santo del 1727 nella Chiesa di S. Tommaso di Lipsia, negli anni successivi è stata ripresa almeno altre tre volte, in ognuna delle quali il musicista ha apportato modifiche. La versione che per tradizione si esegue fa riferimento alla edizione del 1736, per la quale Bach ha previsto, tra l’altro, l’inserimento a chiusura della prima parte di un grandioso corale proveniente dalla Passione secondo Giovanni. L’imponenza dell’organico vocale e strumentale - tre cori, dei quali uno di voci bianche, sei cantanti solisti e doppia orchestra - si adegua perfettamente a una partitura di grande respiro musicale che affronta l’episodio-chiave del Cristianesimo: dall’ultima cena di Gesù al tradimento di Giuda, dagli interrogatori ai quali è sottoposto alla condanna a morte, dalla crocifissione alla sepoltura. La voce recitante dell’Evangelista fa da filo conduttore (le sue parole provengono dai versetti del Vangelo di Matteo); tra i personaggi spiccano quelli di Gesù e di Ponzio Pilato. Un ruolo importante è affidato al Coro, impegnato in quasi la metà dei numeri (in totale sessantotto) per esprimere i turbamenti dei seguaci di Gesù, oppure impersonare la folla che assiste al processo, o ancora commentare - come nella tragedia greca - i diversi eventi. Per la musica Bach impiega più volte melodie proprie della tradizione sacra protestante, le cui origini risalgono alla metà del XVI secolo. La monumentale Passione secondo Matteo, intesa non come opera musicale a se stante bensì come parte della funzione religiosa, doveva avere un impatto quasi violento sul pubblico alla sua prima esecuzione. La drammaticità della musica e del racconto, la grandiosità e la lunghezza dell’opera, infatti, rendevano difficile la ricezione da parte del pubblico di questa composizione così inaudita. Solo cento anni più tardi, nel 1829, il ventenne Mendelssohn, alla guida della Berliner Singakademie, diede con la sua esecuzione l’inizio a una vera riscoperta e rivalutazione del compositore e del suo lavoro.
2019_03_28 PALAZZINA LIBERTY IN MUSICA
PALAZZINA LIBERTY IN MUSICA
Stagione concertistica 2018/19
Comune di Milano | Cultura, Area Spettacolo
Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame, Largo Marinai d’Italia 1, Milano
Giovedì 28 marzo 2019_03_28, ore 20.00
CONCERTO PER IL 96° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELL’AERONAUTICA MILITARE
Fanfara del Comando 1a Regione Aerea
Civica Orchestra di Fiati di Milano
I Lgt. Orch. Antonio Macciomei, direttore
Con la partecipazione straordinaria di
Annalisa Minetti e Federico Angelucci
Presenta Francesca Testasecca
Ingresso libero fino a esaurimento posti
www.palazzinalibertyinmusica.it | c.palazzinalibertyinmusica@comune.milano.it | T. +39 02 884 62330 - 62320
www.aeronautica.difesa.it
Sabato 30 marzo 2019_03_30, ore 16 (prima parte) e ore 21 (seconda parte)
XXVII stagione di Milano Classica “Geni Italiani”
CONCERTO DI PRIMAVERA
in collaborazione con l’ISME - Istituto Musicale Europeo di Milano
I parte -
Musicisti e cantanti dell’ISME
II parte -
Giovanni Mantovani, violino, e studenti dell’Istituto
A cura di
Milano Classica s. c. a r. l. e Associazione Culturale Il Clavicembalo Verde
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
www.milanoclassica.it | segreteria@milanoclassica.it | T. +39 02 28510173
www.ilclavicembaloverde.com | info@ilclavicembaloverde.com | M. +39 340 3342059
Domenica 31 marzo 2019_03_31, ore 18.00
XXVII stagione di Milano Classica “Geni Italiani”
BAROCCO… O NO?
Ottorino Respighi, da
Antiche arie e danze, Suite n. 3
Georg Philipp Teleman, Concerto per due viole, archi e basso continuo in Sol maggiore TWV. 52 - G3
Georg Philipp Teleman, Concerto per violino, viola, archi e basso continuo in la minore TWV 52 - A1
Edvard Grieg,
Holberg Suite op 40
Trio il Furibondo,
solisti e concertatori
Orchestra Milano Classica
A cura di
Milano Classica s. c. a r. l.
Ingressi
Intero: € 10.00 | Ridotto € 5.00: under26, over65, studenti e dipendenti del Comune di Milano
www.milanoclassica.it | segreteria@milanoclassica.it | T. +39 02 28510173
Il 28 marzo 2019 l’Aeronautica Militare celebra
il 96° anniversario della costituzione, sancita con regio decreto il 28
marzo 1923 da Vittorio Emanuele III. Onorano la ricorrenza la
Fanfara del Comando della Prima Regione Aerea e la Civica Orchestra di Fiati di Milano, dirette in un’unica compagine dal Primo Luogotenente Orchestrale M°
Antonio Macciomei nel concerto commemorativo di giovedì 28 marzo, ore 20.00, con la partecipazione straordinaria dei cantanti
Annalisa Minetti e Federico Angelucci. La serata si apre
con la Marcia d’Ordinanza dell’Aeronautica Militare nella versione
integrale di Romualdo Marenco dal Ballo “Amor”, trascritta dal M°
Macciomei. Seguono cover di successi (“New York New York”,
“Smoke gets in your eyes”, “Bohemian Rhapsody”) interpretate da
Federico Angelucci e altre (“Almeno tu nell’universo”, “Pensiero
stupendo”, “Senza te o con te”) per la voce di Annalisa Minetti. In
chiusura il “Canto degli Italiani” di Michele Novaro. L’ingresso
è libero fino a esaurimento dei posti riservati alla cittadinanza.
La programmazione di Palazzina Liberty in Musica prosegue con il “Concerto di Primavera”, proposto da
Milano Classica e Il Clavicembalo Verde sabato 30 marzo in due distinti appuntamenti. La prima parte si terrà alle ore 16.00 con i musicisti e i cantanti dell’ISME - Istituto Musicale Europeo di Milano, mentre per la seconda delle ore 21.00
saranno gli allievi dell’Istituto a esibirsi, alternandosi al recital del violinista
Giovanni Mantovani. L’ingresso è libero per entrambi i concerti fino a esaurimento posti.
Il mese si conclude domenica 31 marzo, ore 18.00, con “Barocco.. O no” per la XXVII stagione di
Milano Classica “Geni italiani”, interpreti il trio d’archi su strumenti d’epoca
Il Furibondo – Liana Mosca al violino, Gianni de Rosa alla viola e
Marcello Scandelli al violoncello – e l’Orchestra Milano Classica.
In apertura la Suite n. 3 da “Antiche Arie e Danze” di Ottorino
Respighi (1879-1936). Allievo di Giuseppe Martucci a Bologna e di
Nikolai Rimsky-Korsakov a San Pietroburgo, Respighi
apprese dal primo l’interesse per le forme sinfoniche e cameristiche
elaborate dai Romantici tedeschi e dal secondo l’abilità nel trattamento
dell’orchestra. Forte di tali doti, maturò grande esperienza di
trascrittore e studioso di musiche antiche. Lo dimostra
l’opera in incipit, ultima delle tre suites per orchestra d’archi che
compongono le “Antiche Arie e Danze”, liberamente trascritte fra il 1917
e il 1931 da brani originali per liuto del XVI e XVII secolo. Del
compositore tedesco Georg Philipp Telemann (1681-1767)
si ascolteranno due Concerti dal Catalogo TWV 52: il primo - G3 - per
due viole, archi e basso continuo in Sol maggiore e il secondo – A1 –
per violino, viola, archi e basso continuo in la minore. Autore barocco
estremamente prolifico e celebrato dai contemporanei
come il più influente compositore tedesco, a differenza del coevo J.S.
Bach, Telemann privilegiò lo stile galante nella sua vastissima
produzione, di cui 120 concerti per strumenti vari nel novero di circa
600 composizioni strumentali. Il brano di chiusura
è affidato alla “Holberg Suite” op. 40 del norvegese Edvard Grieg
(1843-1907). Grande divulgatore del patrimonio folclorico della propria
terra, Grieg compose varie raccolte di danze e canti popolari norvegesi,
fra cui l’opera in programma dal titolo originale
“Dai tempi di Holberg”. La suite, in cinque movimenti ispirati a
stilemi e forme coreutiche del XVIII secolo (Preludio, Gavotta,
Sarabanda, Aria, Rigaudon), fu composta nel 1884 per il 200°
anniversario dell’umanista e drammaturgo Ludvig Holberg e trascritta
anche per orchestra d’archi nella versione proposta in concerto.
2019_04_07 Concerto alla Palazzina Liberty Milano
2019_04_04 CONCERTO PER LA CITTÀ
Giovedì 4 aprile 2019 ore 21
Pavia, Basilica di San Michele
CONCERTO PER LA CITTÀ
Coro e Orchestra Ghislieri diretti da Giulio Prandi saranno in concerto nella splendida Basilica di San Michele, a Pavia, giovedì 4 aprile alle 21 per una serata in occasione della presentazione della nuova immagine del Ghislieri.
Programma del concerto
Baldassarre Galuppi, Dixit Dominus
Antonio Vivaldi, Sonata a 4 Al Santo Sepolcro RV 130
Emanuele D'Astorga, Stabat Mater
Sonia Tedla, soprano
Marta Fumagalli, alto
Luca Cervoni, tenore
Matteo Bellotto, basso
Coro e Orchestra Ghislieri
Giulio Prandi, direttore
Ingresso con offerta libera per il restauro della Basilica.
Pavia, Basilica di San Michele
CONCERTO PER LA CITTÀ
Coro e Orchestra Ghislieri diretti da Giulio Prandi saranno in concerto nella splendida Basilica di San Michele, a Pavia, giovedì 4 aprile alle 21 per una serata in occasione della presentazione della nuova immagine del Ghislieri.
Programma del concerto
Baldassarre Galuppi, Dixit Dominus
Antonio Vivaldi, Sonata a 4 Al Santo Sepolcro RV 130
Emanuele D'Astorga, Stabat Mater
Sonia Tedla, soprano
Marta Fumagalli, alto
Luca Cervoni, tenore
Matteo Bellotto, basso
Coro e Orchestra Ghislieri
Giulio Prandi, direttore
Ingresso con offerta libera per il restauro della Basilica.
2019_03_28 SMACK! IL MUSICAL BACIA CHI TI PARE al Teatro Leonardo
MANIFATTURE TEATRALI MILANESI
STAGIONE 2018-2019
MTM al Teatro Leonardo - Milano
Teatro Leonardo, via Andrea Maria Ampère, 1
dal 28 al 31 marzo – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
dal 4 al 7 aprile – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
dall’11 al 14 aprile – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
Biglietti: Intero 25€ – Under26 e Convenzionati 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
spettacolo inserito in abbonamento: Arcobaleno, Uni 4 al Leonardo, Carta Regalo
SMACK! IL MUSICAL
BACIA CHI TI PARE!
libretto e liriche Tobia Rossi – musiche Francesco Lori – regia Manuel Renga
con Valerio Ameli, Chiara Anicito – Monica Faggiani – Dario Guidi – Eugenio Noseda – Ivan Portale – Luca Pozzar
concept project e art direction Barbara Cardinetti
costumi Barbara Petrecca
coreografie Monica Vallini
light designer Alberto Negri
direzione musicale Francesco Lori
assistenti alla produzione Monica Faggiani, Claudia Lazzara
grafica MR Print
Web marketing Orbita
ufficio stampa Alessandra Paoli
i musicisti della colonna sonora sono Fabrizio Bernasconi, Gabriele Costa, Giovanni Ghioldi, Francesco Lori, Elia Micheletto
produzione Trublu
Smack! – il musical è il primo musical a tematica gay originale italiano. Una musical comedy spregiudicata e pop che parla dell’imprevedibilità dell’amore, della sua straordinaria potenza e della sua libertà da etichette e definizioni.
Fil, Marti, Anto e Lu sono quattro ragazzi gay parecchio diversi tra loro, ma condividono una passione e una missione: la gestione dell’eccentrico Smack Club, luogo di riferimento per la nightlife trash milanese, in cui, tra l’altro, si esibiscono come drag queen. La più infelice delle notizie – l’improvviso aumento dell’affitto dell’immobile – catapulta i quattro in un’avventura che li porterà a mettere fortemente in discussione ogni convinzione e metterà alla prova la loro amicizia, in un rocambolesco avvicendarsi di rivelazioni e paure, di tensioni e di scoperte, di sentimenti e nevrosi.
Che cosa significa essere gay oggi, in Italia, a Milano? È possibile vivere liberamente la propria sessualità e a quale prezzo? Quanto siamo influenzati dagli stereotipi di genere? Quanto hanno senso le categorie di “maschile” e “femminile” per identificarci? Smack! – il musical parla di questo e di altro. Il tutto col gioco e col divertimento, con una storia inedita e dodici brani originali. Venite a trovarci, mettetevi comodi, abbandonate ogni pregiudizio e soprattutto… baciate chi vi pare!
STAGIONE 2018-2019
MTM al Teatro Leonardo - Milano
Teatro Leonardo, via Andrea Maria Ampère, 1
dal 28 al 31 marzo – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
dal 4 al 7 aprile – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
dall’11 al 14 aprile – da giovedì a sabato ore 20:30 – domenica ore 16:30
Biglietti: Intero 25€ – Under26 e Convenzionati 16€ – Over65 12€ – Under12 10€
spettacolo inserito in abbonamento: Arcobaleno, Uni 4 al Leonardo, Carta Regalo
SMACK! IL MUSICAL
BACIA CHI TI PARE!
libretto e liriche Tobia Rossi – musiche Francesco Lori – regia Manuel Renga
con Valerio Ameli, Chiara Anicito – Monica Faggiani – Dario Guidi – Eugenio Noseda – Ivan Portale – Luca Pozzar
concept project e art direction Barbara Cardinetti
costumi Barbara Petrecca
coreografie Monica Vallini
light designer Alberto Negri
direzione musicale Francesco Lori
assistenti alla produzione Monica Faggiani, Claudia Lazzara
grafica MR Print
Web marketing Orbita
ufficio stampa Alessandra Paoli
i musicisti della colonna sonora sono Fabrizio Bernasconi, Gabriele Costa, Giovanni Ghioldi, Francesco Lori, Elia Micheletto
produzione Trublu
Smack! – il musical è il primo musical a tematica gay originale italiano. Una musical comedy spregiudicata e pop che parla dell’imprevedibilità dell’amore, della sua straordinaria potenza e della sua libertà da etichette e definizioni.
Fil, Marti, Anto e Lu sono quattro ragazzi gay parecchio diversi tra loro, ma condividono una passione e una missione: la gestione dell’eccentrico Smack Club, luogo di riferimento per la nightlife trash milanese, in cui, tra l’altro, si esibiscono come drag queen. La più infelice delle notizie – l’improvviso aumento dell’affitto dell’immobile – catapulta i quattro in un’avventura che li porterà a mettere fortemente in discussione ogni convinzione e metterà alla prova la loro amicizia, in un rocambolesco avvicendarsi di rivelazioni e paure, di tensioni e di scoperte, di sentimenti e nevrosi.
Che cosa significa essere gay oggi, in Italia, a Milano? È possibile vivere liberamente la propria sessualità e a quale prezzo? Quanto siamo influenzati dagli stereotipi di genere? Quanto hanno senso le categorie di “maschile” e “femminile” per identificarci? Smack! – il musical parla di questo e di altro. Il tutto col gioco e col divertimento, con una storia inedita e dodici brani originali. Venite a trovarci, mettetevi comodi, abbandonate ogni pregiudizio e soprattutto… baciate chi vi pare!
2019_03_28 Pomeriggi Musicali Direttore: Daniele Callegari
Giovedì 28 marzo 2019_03_28 ore 20.00
Sabato 30 marzo 2019_03_30 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 28 marzo ore 10.00
Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
74ª STAGIONE SINFONICA 2018-2019
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Ritratti d’Autore
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
CONCERTO BEETHOVEN & STRAUSS
Beethoven, Concerto per pianoforte e orchestra n. 4, in Sol maggiore, op. 58
Strauss, Il borghese gentiluomo, suite, op. 60b - IIIa
Pianoforte: Yekwon Sunwoo
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Direttore: Daniele Callegari
In collaborazione con Gioventù Musicale d’Italia
Dopo il concerto del 29 novembre scorso, che ha visto protagonista il giovane violoncellista Victor Julien-Laferrière, giovedì 28 marzo alle ore 20:00 (con replica sabato 30 marzo alle ore 17:00), all’interno della 74ª Stagione sinfonica della nostra Orchestra si ripropone la collaborazione con Gioventù Musicale d’Italia, fondazione sodale dei Pomeriggi con cui da anni si intrattengono fruttuose collaborazioni tese a dare spazio a giovani e talentuosi solisti.
Il concerto, diretto dal M° Daniele Callegari, vedrà protagonista Yekwon Sunwoo, pianista ventottenne vincitore della Medaglia d'oro al Concorso Internazionale Van Cliburn nel 2017. Acclamato dal “San Francisco Examiner” per "il controllo totale sullo strumento e per la grande espressività", il giovane pianista si esibirà nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 di Ludwig van Beethoven.
La serata proseguirà poi con la suite Il borghese gentiluomo, un raffinato gioco musicale di scatole cinesi in nove numeri, scritto da Richard Strauss per musicare il capolavoro di Molière presentato nel 1912 al pubblico di Stoccarda in un rifacimento a firma di Hugo von Hofmannsthal.
ORCHESTRA
VIOLINI PRIMI
Fatlinda Thaci
Igor Riva
Alessandro Braga
Costanza Scanavini
Michele Buca
Laura Cuscìto
Sofia Villanueva
Carlotta Rossi
VIOLINI SECONDI
Cecilia Nocchi
Mauro Rovetta
Nicola Tassoni
Woon Young Kang
Tahmina Abdullayeva
Mario Roncuzzi
Elsa Righetti
VIOLE
Laura Vignato
Lizabeta Soppi
Bianca Marin
Monica Vatrini
Luca Maggioni
VIOLONCELLI
Andrea Favalessa *
Marco Paolini S
imone Scotto *
Giovanni Gallo
CONTRABBASSI
Elio Rabbachin *
Vincenzo Sardella
Paolo Speziale *
FLAUTI E OTTAVINI
Sonia Formenti *
Elisabetta La Licata
OBOI E CORNO INGLESE
Andrea De Francesco *
Domenico Lamacchia
FAGOTTI E CONTROFAGOTTO
Lorenzo Lumachi *
Sarah Ruiz *
Sabrina Pirola
CORNI
Alessandro Mauri *
Ambrogio Mortarino
TROMBE
Sergio Casesi *
Luciano Marconcini
TROMBONE
Alessandro Castelli
TIMPANI
Daniele Palma
PERCUSSIONI
Luca Vanoli
Paolo Tini
Antonio Scotillo
ARPA
Donata Mattei
PIANOFORTE
Vittorio Rabagliati
ISPETTORE
Alberto Cara
Sabato 30 marzo 2019_03_30 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 28 marzo ore 10.00
Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
74ª STAGIONE SINFONICA 2018-2019
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Ritratti d’Autore
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
CONCERTO BEETHOVEN & STRAUSS
Beethoven, Concerto per pianoforte e orchestra n. 4, in Sol maggiore, op. 58
Strauss, Il borghese gentiluomo, suite, op. 60b - IIIa
Pianoforte: Yekwon Sunwoo
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Direttore: Daniele Callegari
In collaborazione con Gioventù Musicale d’Italia
Dopo il concerto del 29 novembre scorso, che ha visto protagonista il giovane violoncellista Victor Julien-Laferrière, giovedì 28 marzo alle ore 20:00 (con replica sabato 30 marzo alle ore 17:00), all’interno della 74ª Stagione sinfonica della nostra Orchestra si ripropone la collaborazione con Gioventù Musicale d’Italia, fondazione sodale dei Pomeriggi con cui da anni si intrattengono fruttuose collaborazioni tese a dare spazio a giovani e talentuosi solisti.
Il concerto, diretto dal M° Daniele Callegari, vedrà protagonista Yekwon Sunwoo, pianista ventottenne vincitore della Medaglia d'oro al Concorso Internazionale Van Cliburn nel 2017. Acclamato dal “San Francisco Examiner” per "il controllo totale sullo strumento e per la grande espressività", il giovane pianista si esibirà nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 di Ludwig van Beethoven.
La serata proseguirà poi con la suite Il borghese gentiluomo, un raffinato gioco musicale di scatole cinesi in nove numeri, scritto da Richard Strauss per musicare il capolavoro di Molière presentato nel 1912 al pubblico di Stoccarda in un rifacimento a firma di Hugo von Hofmannsthal.
ORCHESTRA
VIOLINI PRIMI
Fatlinda Thaci
Igor Riva
Alessandro Braga
Costanza Scanavini
Michele Buca
Laura Cuscìto
Sofia Villanueva
Carlotta Rossi
VIOLINI SECONDI
Cecilia Nocchi
Mauro Rovetta
Nicola Tassoni
Woon Young Kang
Tahmina Abdullayeva
Mario Roncuzzi
Elsa Righetti
VIOLE
Laura Vignato
Lizabeta Soppi
Bianca Marin
Monica Vatrini
Luca Maggioni
VIOLONCELLI
Andrea Favalessa *
Marco Paolini S
imone Scotto *
Giovanni Gallo
CONTRABBASSI
Elio Rabbachin *
Vincenzo Sardella
Paolo Speziale *
FLAUTI E OTTAVINI
Sonia Formenti *
Elisabetta La Licata
OBOI E CORNO INGLESE
Andrea De Francesco *
Domenico Lamacchia
FAGOTTI E CONTROFAGOTTO
Lorenzo Lumachi *
Sarah Ruiz *
Sabrina Pirola
CORNI
Alessandro Mauri *
Ambrogio Mortarino
TROMBE
Sergio Casesi *
Luciano Marconcini
TROMBONE
Alessandro Castelli
TIMPANI
Daniele Palma
PERCUSSIONI
Luca Vanoli
Paolo Tini
Antonio Scotillo
ARPA
Donata Mattei
PIANOFORTE
Vittorio Rabagliati
ISPETTORE
Alberto Cara
2019_04_02 Teatro ibero - Milano SOGNO AMERICANO
dal 2 al 7 aprile 2019
Teatro ibero - Milano
SOGNO AMERICANO
CHAPTER1 #RAY
CON TUTTA QUELL’ACQUA A DUE PASSI DA CASA
(Tratto dalle opere di Raymond Carver)
A cura di Francesco Leschiera, Manuel Renga ed Ettore Distasio
drammaturgia Giulia Lombezzi
regia Francesco Leschiera
con Mauro Negri, Ettore Distasio e Ilaria Marchianò
scene e costumi Paola Ghiano e Francesco Leschiera
luci Luca Lombardi
elaborazioni e scelte musicali Antonello Antinolfi
assistente alla regia Alessandro Macchi
produzione Chronos3 / Teatro del Simposio / Duchessa Rossa
Una donna, Claire. Un uomo, Stuart. Un fiume pieno di pesci. Un tranquillo weekend fra amici. Un segreto dimenticato nell’acqua.
Una moglie che si trova a fare i conti con la parte più buia di suo marito. Il whisky che scorre inesorabile, accompagna ogni momento, tutto annebbia e tutto allevia. La morte, che non si ripara in alcun modo. La vita che zoppica e va avanti come può.
Ray è una piéce costruita sulla teoria delle omissioni resa dialogo, gesto, respiro, incarnata dagli attori sulla scena. Un uomo e una donna chiusi in un appartamento fanno i conti con sé stessi mentre fuori strombazza l’America degli anni Sessanta e qualcuno, disperato, invoca giustizia.
Un terzo uomo, Ray. Lo scrittore, il vero occupante di quella casa, colui che dà vita ai personaggi, li blocca, li cancella e li riscrive. Un uomo che scrive cose brevi perché per quelle lunghe non ha tempo, un uomo con la penna scarica che si racconta attraverso le poesie, un uomo il cui sguardo è stato una radiografia commovente e agghiacciante dell’essere umano. Un uomo che scrive un po’ ogni giorno arrabattandosi tra figli, lavori precari e povertà, senza speranza e senza disperazione.Questo spettacolo è un omaggio a Ray. Alla sua America incerta e sofferente. Al patrimonio di ombra e luce che ci ha lasciato.
“Sogno americano” nasce dalla sinergia di tre artisti di altrettante compagnie, che hanno condiviso la volontà di raccontare un periodo storico impattante ancora oggi sulla società occidentale, attraverso tre fra i più importanti autori del Novecento.
Quello dedicato a Raymond Carver è il primo dei tre capitoli in cui si sviluppa questo ambizioso progetto, il secondo vedrà come protagonista Tennesee William, mentre il terzo Truman Capote.
“Sogno americano” è il racconto di una società in bilico, sull’orlo del burrone, caratterizzata da luci e ombre fortissime: ricchezza e povertà, amore e odio, alcol e sobrietà, fantasmi della notte e angeli del giorno.
Martedì 02 Aprile 2019_04_02
Mercoledì 03 Aprile 2019_04_03
Giovedì 04 Aprile 2019_04_04
Venerdì 05 Aprile 2019_04_05
Sabato 06 Aprile 2019_04_06
Domenica 07 Aprile 2019_04_07
Orari e giorni di spettacolo: venerdì e sabato ore 21.00 domenica ore 18.00
Biglietteria
Teatro Libero - via Savona 10, Milano
biglietteria@teatrolibero.it
02.8323126
Biglietti
intero € 18 under 25, over 60 e convenzionati € 13, under 18, scuole di teatro, allievi accademie e università € 10
Teatro ibero - Milano
SOGNO AMERICANO
CHAPTER1 #RAY
CON TUTTA QUELL’ACQUA A DUE PASSI DA CASA
(Tratto dalle opere di Raymond Carver)
A cura di Francesco Leschiera, Manuel Renga ed Ettore Distasio
drammaturgia Giulia Lombezzi
regia Francesco Leschiera
con Mauro Negri, Ettore Distasio e Ilaria Marchianò
scene e costumi Paola Ghiano e Francesco Leschiera
luci Luca Lombardi
elaborazioni e scelte musicali Antonello Antinolfi
assistente alla regia Alessandro Macchi
produzione Chronos3 / Teatro del Simposio / Duchessa Rossa
Una donna, Claire. Un uomo, Stuart. Un fiume pieno di pesci. Un tranquillo weekend fra amici. Un segreto dimenticato nell’acqua.
Una moglie che si trova a fare i conti con la parte più buia di suo marito. Il whisky che scorre inesorabile, accompagna ogni momento, tutto annebbia e tutto allevia. La morte, che non si ripara in alcun modo. La vita che zoppica e va avanti come può.
Ray è una piéce costruita sulla teoria delle omissioni resa dialogo, gesto, respiro, incarnata dagli attori sulla scena. Un uomo e una donna chiusi in un appartamento fanno i conti con sé stessi mentre fuori strombazza l’America degli anni Sessanta e qualcuno, disperato, invoca giustizia.
Un terzo uomo, Ray. Lo scrittore, il vero occupante di quella casa, colui che dà vita ai personaggi, li blocca, li cancella e li riscrive. Un uomo che scrive cose brevi perché per quelle lunghe non ha tempo, un uomo con la penna scarica che si racconta attraverso le poesie, un uomo il cui sguardo è stato una radiografia commovente e agghiacciante dell’essere umano. Un uomo che scrive un po’ ogni giorno arrabattandosi tra figli, lavori precari e povertà, senza speranza e senza disperazione.Questo spettacolo è un omaggio a Ray. Alla sua America incerta e sofferente. Al patrimonio di ombra e luce che ci ha lasciato.
“Sogno americano” nasce dalla sinergia di tre artisti di altrettante compagnie, che hanno condiviso la volontà di raccontare un periodo storico impattante ancora oggi sulla società occidentale, attraverso tre fra i più importanti autori del Novecento.
Quello dedicato a Raymond Carver è il primo dei tre capitoli in cui si sviluppa questo ambizioso progetto, il secondo vedrà come protagonista Tennesee William, mentre il terzo Truman Capote.
“Sogno americano” è il racconto di una società in bilico, sull’orlo del burrone, caratterizzata da luci e ombre fortissime: ricchezza e povertà, amore e odio, alcol e sobrietà, fantasmi della notte e angeli del giorno.
Martedì 02 Aprile 2019_04_02
Mercoledì 03 Aprile 2019_04_03
Giovedì 04 Aprile 2019_04_04
Venerdì 05 Aprile 2019_04_05
Sabato 06 Aprile 2019_04_06
Domenica 07 Aprile 2019_04_07
Biglietteria
Teatro Libero - via Savona 10, Milano
biglietteria@teatrolibero.it
02.8323126
Biglietti
intero € 18 under 25, over 60 e convenzionati € 13, under 18, scuole di teatro, allievi accademie e università € 10
2019_04_12 Primo appuntamento con le sinfonie di Brahms dell’Orchestra Verdi
Venerdì 12 aprile 2019, ore 20.00
Domenica 14 aprile 2019_04_14, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Tutto Brahms
Primo appuntamento con le sinfonie di Brahms
Robert Trevino torna alla guida dell’Orchestra Verdi
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68
Johannes Brahms Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Robert Trevino
Al giovane e talentuoso direttore americano Robert Trevino laVerdi affida la direzione dell’integrale delle sinfonie di Johannes Brahms. Un graditissimo ritorno all’Auditorium di largo Mahler per il direttore texano, classe 1984, una delle “bacchette” più apprezzate e richieste dell’ultima generazione.
Nel primo dei due concerti dedicati a Brahms, venerdì 12 aprile (ore 20.00) e domenica 14 aprile (ore 16.00) l’Orchestra Verdi eseguirà la Prima e la Seconda Sinfonia, mentre venerdì 17 maggio (ore 20.00) e domenica 19 maggio (ore 16.00) sarà la volta della Terza e la Quarta Sinfonia del grande compositore tedesco.
Frutto di lunghe riflessioni, revisioni ed esperimenti, le Sinfonie di Johannes Brahms costituiscono un cardine della musica romantica della seconda metà del XIX secolo, una ideale conclusione del mondo beethoveniano e, al contempo, un punto di partenza per i capolavori della musica futura. La storia del sinfonismo dopo Beethoven è in gran parte quella dei tentativi di risolvere il problema stesso della forma sinfonica, portata da compositore alle più alte vette e lasciata in eredità alle generazioni successive; Johannes Brahms è stato forse il compositore più consapevole di questo e le sue sinfonie ne sono testimonianza eloquente. Brahms dovette attendere a lungo prima di iniziare la sua monumentale Prima Sinfonia, e ancora più a lungo prima di farla eseguire in pubblico, nel 1877, quando aveva ormai 43 anni. Meno lunga la gestazione della Seconda Sinfonia scritta quasi di getto, nell'estate del 1877, durante i sempre proficui periodi di vacanze trascorsi in Carinzia, in un periodo di grande serenità, tanto che lui stesso definì la sua Seconda, “una piccola sinfonia gaia e innocente”. Entrambe sono capolavori ed espressione felice della forma sinfonica, la più alta e più completa nella quale un compositore possa dare l'intera misura del proprio talento e del proprio mondo interiore.
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Conferenza introduttiva
Venerdì 12 aprile ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Programma
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68
Nel 1876 Johannes Brahms era già famoso ovunque, ma aveva superato la quarantina senza essersi ancora cimentato nel genere strumentale più illustre, quello della sinfonia. Chi si avventurava a scrivere una Sinfonia nella seconda metà dell'Ottocento sapeva bene che la riuscita si giocava sull'originalità con cui i movimenti erano predisposti e collegati fra loro; per colpire un pubblico smaliziato dalla fortuna del poema sinfonico e del dramma musicale wagneriano, una certa dose di "progressismo" e intellettualismo ci voleva anche per uno come Brahms, in apparenza fedele ai canoni classici della musica pura. Prima di quella che doveva essere la sua Prima Sinfonia, Brahms aveva scritto per orchestra solo le Variazioni sul tema di Haydn op. 56 (1874), oltre a due Serenate op. 11 e op. 12 per organici più ridotti. Abbozzata già intorno al 1855, la composizione della monumentale Prima sinfonia procedette tra infinite esitazioni: solo nel 1862 venne scritto il primo tempo (ma senza introduzione), mentre l'attuale fisionomia del lavoro risale agli anni Settanta, in particolare alle estati dal 74 al '76 che Brahms trascorse nell'isolamento del Mar Baltico, a Sassnitz, sull'isola di Rügen, in un contesto naturale del tutto congeniale. I dubbi sopravvissero anche alla prima trionfale esecuzione del 4 novembre 1876 a Karlsruhe, e la partitura venne ancora corretta prima della pubblicazione. Capolavoro ostico, difficile, non del tutto amabile per ammissione dell'autore, la Sinfonia si riallaccia direttamente a Beethoven, come notarono senza esitazioni il critico Eduard Hanslick (già nel 1876) e il celebre direttore Hans von Bülow, salutandola come la «Decima», ideale continuazione del catalogo beethoveniano. Al Beethoven eroico del primo decennio del secolo rimandano con piena coscienza storica la densità contrappuntistica, il pathos ad alto volo, la serietà etica alla base dell'opera, evidenti innanzitutto nei movimenti estremi straordinariamente dilatati, che concedono solo una manciata di minuti all'idillio del terzo tempo. Il problema sinfonico viene affrontato con circospezione, preparando sistematicamente i futuri sviluppi di un discorso rigorosamente consequenziale. Ma quando finalmente la Prima Sinfonia fu varata, il successo che essa conseguì non deluse le aspettative dei seguaci di Brahms. La Prima Sinfonia di Brahms, che porta il numero d'opera 68, è formulata nella tonalità principale di do minore e presenta la classica articolazione in quattro movimenti. Il primo movimento consta di una introduzione (Un poco sostenuto) nelle cui trentasette battute è già contenuta la sostanza tematica dell'intero Allegro che segue. Il primo tema è di carattere volontario e vigoroso, il secondo è melodico e cantabile, il terzo basa il suo interesse principalmente su elementi ritmici. Il secondo movimento (Andante sostenuto), in mi maggiore, ha il taglio di un Lied tripartito con una coda. Dei due temi principali di questo movimento il primo è solenne, a tratti quasi religioso, il secondo lirico e leggiadro. Il terzo movimento (Un poco allegretto e grazioso) ha la forma dello scherzo con trio. Mentre la parte principale è in la bemolle maggiore (il clarinetto le conferisce una dolce atmosfera pastorale), il Trio è in si maggiore ed ha carattere fantastico. Il Finale (Allegro non troppo ma con brio) è preceduto da due episodi lenti (Adagio - più andante). Ognuna di queste parti è in sé bipartita: nei loro rapporti dialettici caratterizzati dal passaggio dall'iniziale do minore al do maggiore finale si riassume lo stesso, fondamentale assunto affettivo del lavoro che riflette l'idea dialettica delle sinfonie beethoveniane che lo stesso Brahms supererà nelle sue successive opere consimili: superamento e riscatto dei motivi drammatici dell'esistenza umana. Qualche critico come Hans von Bülow, Addioritttura" Abbiamo finalmente una Decima Sinfonia identificazione tra la Prima di Brahms e una ideale Ultima Sinfonia di Beethoven. E oggi, a distanza di più di un secolo, l'originalità dell'apporto di Brahms al sinfonismo ottocentesco appare evidente: sempre di meno essa appare come una "pseudodecima" beethoveniana, e sempre più come la Prima dei quattro autentici capolavori con i quali Brahms ha arricchito in modo più sostanziale la letteratura sinfonica dell'Ottocento, prima che Mahler la portasse fuori dal suo, ancora classico, equilibrio.
Johannes Brahms Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73
Mentre la composizione dei suoi precedenti lavori sinfonici su vasta scala era stata tormentata e piena di esitazioni e di ripensamenti e aveva richiesto periodi lunghissimi (dieci anni per il Primo Concerto per pianoforte, quasi vent'anni per la Prima Sinfonia), Brahms scrisse la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell'estate del 1877, durante i sempre proficui periodi di vacanze trascorsi a Pörtschach, in Carinzia. La sinfonia fu terminata alla fine di settembre a Lichtental, nei pressi di Baden-Baden, dove Brahms si era recato per il compleanno di Clara Schumann, che in una lettera al celebre direttore d'orchestra Levi descrisse il suo amico compositore “in ottima forma ed entusiasta del suo soggiorno estivo”.
Qui, davanti a un ristretto gruppo di amici fidati, Brahms ne esegui insieme con Ignaz Brüll una riduzione per pianoforte a quattro mani; il 30 dicembre 1877 e a poco più di un anno dalla presentazione al pubblico della Prima, la seconda Sinfonia venne presentata al pubblico dei Filarmonici di Vienna sotto la direzione del grande Hans Richter, ottenendo grande successo, tanto che Richter fu costretto a concedere il bis del terzo movimento.
La felice situazione spirituale del compositore e la spontaneità e rapidità della composizione sembrano riflettersi nel carattere della Sinfonia. Il pubblico e la critica contemporanei tentarono di definire in vari modi questo carattere, così evidente ma allo stesso tempo inafferrabile: alcuni, per il suo spirito eminentemente melodico e "cantante" la definirono "l'ultima sinfonia di Schubert", aggiornando così la denominazione di "decima sinfonia" (di Beethoven) creata da Bülow per la sua Prima Sinfonia; altri la giudicarono "mozartiana" per la trasparenza della sua orchestrazione; i viennesi vollero credere che fosse ispirata alla grazia e al fascino della loro città e la soprannominarono "sinfonia viennese"; altri ancora la chiamarono "pastorale". L'autore stesso una volta la definì «una suite di valzer», un'altra volta Brahms ne parlò come di «una piccola sinfonia gaia e innocente». Ma forse lo spirito di questa sinfonia viene rivelato, più che da tutte queste definizioni, da un consiglio dell'autore agli orchestrali viennesi: “Per un mese prima non suonate altro che Berlioz, Liszt e Wagner: soltanto così capirete la sua tenera gaiezza”.
Domenica 14 aprile 2019_04_14, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Tutto Brahms
Primo appuntamento con le sinfonie di Brahms
Robert Trevino torna alla guida dell’Orchestra Verdi
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68
Johannes Brahms Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Robert Trevino
Al giovane e talentuoso direttore americano Robert Trevino laVerdi affida la direzione dell’integrale delle sinfonie di Johannes Brahms. Un graditissimo ritorno all’Auditorium di largo Mahler per il direttore texano, classe 1984, una delle “bacchette” più apprezzate e richieste dell’ultima generazione.
Nel primo dei due concerti dedicati a Brahms, venerdì 12 aprile (ore 20.00) e domenica 14 aprile (ore 16.00) l’Orchestra Verdi eseguirà la Prima e la Seconda Sinfonia, mentre venerdì 17 maggio (ore 20.00) e domenica 19 maggio (ore 16.00) sarà la volta della Terza e la Quarta Sinfonia del grande compositore tedesco.
Frutto di lunghe riflessioni, revisioni ed esperimenti, le Sinfonie di Johannes Brahms costituiscono un cardine della musica romantica della seconda metà del XIX secolo, una ideale conclusione del mondo beethoveniano e, al contempo, un punto di partenza per i capolavori della musica futura. La storia del sinfonismo dopo Beethoven è in gran parte quella dei tentativi di risolvere il problema stesso della forma sinfonica, portata da compositore alle più alte vette e lasciata in eredità alle generazioni successive; Johannes Brahms è stato forse il compositore più consapevole di questo e le sue sinfonie ne sono testimonianza eloquente. Brahms dovette attendere a lungo prima di iniziare la sua monumentale Prima Sinfonia, e ancora più a lungo prima di farla eseguire in pubblico, nel 1877, quando aveva ormai 43 anni. Meno lunga la gestazione della Seconda Sinfonia scritta quasi di getto, nell'estate del 1877, durante i sempre proficui periodi di vacanze trascorsi in Carinzia, in un periodo di grande serenità, tanto che lui stesso definì la sua Seconda, “una piccola sinfonia gaia e innocente”. Entrambe sono capolavori ed espressione felice della forma sinfonica, la più alta e più completa nella quale un compositore possa dare l'intera misura del proprio talento e del proprio mondo interiore.
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Conferenza introduttiva
Venerdì 12 aprile ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Programma
Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68
Nel 1876 Johannes Brahms era già famoso ovunque, ma aveva superato la quarantina senza essersi ancora cimentato nel genere strumentale più illustre, quello della sinfonia. Chi si avventurava a scrivere una Sinfonia nella seconda metà dell'Ottocento sapeva bene che la riuscita si giocava sull'originalità con cui i movimenti erano predisposti e collegati fra loro; per colpire un pubblico smaliziato dalla fortuna del poema sinfonico e del dramma musicale wagneriano, una certa dose di "progressismo" e intellettualismo ci voleva anche per uno come Brahms, in apparenza fedele ai canoni classici della musica pura. Prima di quella che doveva essere la sua Prima Sinfonia, Brahms aveva scritto per orchestra solo le Variazioni sul tema di Haydn op. 56 (1874), oltre a due Serenate op. 11 e op. 12 per organici più ridotti. Abbozzata già intorno al 1855, la composizione della monumentale Prima sinfonia procedette tra infinite esitazioni: solo nel 1862 venne scritto il primo tempo (ma senza introduzione), mentre l'attuale fisionomia del lavoro risale agli anni Settanta, in particolare alle estati dal 74 al '76 che Brahms trascorse nell'isolamento del Mar Baltico, a Sassnitz, sull'isola di Rügen, in un contesto naturale del tutto congeniale. I dubbi sopravvissero anche alla prima trionfale esecuzione del 4 novembre 1876 a Karlsruhe, e la partitura venne ancora corretta prima della pubblicazione. Capolavoro ostico, difficile, non del tutto amabile per ammissione dell'autore, la Sinfonia si riallaccia direttamente a Beethoven, come notarono senza esitazioni il critico Eduard Hanslick (già nel 1876) e il celebre direttore Hans von Bülow, salutandola come la «Decima», ideale continuazione del catalogo beethoveniano. Al Beethoven eroico del primo decennio del secolo rimandano con piena coscienza storica la densità contrappuntistica, il pathos ad alto volo, la serietà etica alla base dell'opera, evidenti innanzitutto nei movimenti estremi straordinariamente dilatati, che concedono solo una manciata di minuti all'idillio del terzo tempo. Il problema sinfonico viene affrontato con circospezione, preparando sistematicamente i futuri sviluppi di un discorso rigorosamente consequenziale. Ma quando finalmente la Prima Sinfonia fu varata, il successo che essa conseguì non deluse le aspettative dei seguaci di Brahms. La Prima Sinfonia di Brahms, che porta il numero d'opera 68, è formulata nella tonalità principale di do minore e presenta la classica articolazione in quattro movimenti. Il primo movimento consta di una introduzione (Un poco sostenuto) nelle cui trentasette battute è già contenuta la sostanza tematica dell'intero Allegro che segue. Il primo tema è di carattere volontario e vigoroso, il secondo è melodico e cantabile, il terzo basa il suo interesse principalmente su elementi ritmici. Il secondo movimento (Andante sostenuto), in mi maggiore, ha il taglio di un Lied tripartito con una coda. Dei due temi principali di questo movimento il primo è solenne, a tratti quasi religioso, il secondo lirico e leggiadro. Il terzo movimento (Un poco allegretto e grazioso) ha la forma dello scherzo con trio. Mentre la parte principale è in la bemolle maggiore (il clarinetto le conferisce una dolce atmosfera pastorale), il Trio è in si maggiore ed ha carattere fantastico. Il Finale (Allegro non troppo ma con brio) è preceduto da due episodi lenti (Adagio - più andante). Ognuna di queste parti è in sé bipartita: nei loro rapporti dialettici caratterizzati dal passaggio dall'iniziale do minore al do maggiore finale si riassume lo stesso, fondamentale assunto affettivo del lavoro che riflette l'idea dialettica delle sinfonie beethoveniane che lo stesso Brahms supererà nelle sue successive opere consimili: superamento e riscatto dei motivi drammatici dell'esistenza umana. Qualche critico come Hans von Bülow, Addioritttura" Abbiamo finalmente una Decima Sinfonia identificazione tra la Prima di Brahms e una ideale Ultima Sinfonia di Beethoven. E oggi, a distanza di più di un secolo, l'originalità dell'apporto di Brahms al sinfonismo ottocentesco appare evidente: sempre di meno essa appare come una "pseudodecima" beethoveniana, e sempre più come la Prima dei quattro autentici capolavori con i quali Brahms ha arricchito in modo più sostanziale la letteratura sinfonica dell'Ottocento, prima che Mahler la portasse fuori dal suo, ancora classico, equilibrio.
Johannes Brahms Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73
Mentre la composizione dei suoi precedenti lavori sinfonici su vasta scala era stata tormentata e piena di esitazioni e di ripensamenti e aveva richiesto periodi lunghissimi (dieci anni per il Primo Concerto per pianoforte, quasi vent'anni per la Prima Sinfonia), Brahms scrisse la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell'estate del 1877, durante i sempre proficui periodi di vacanze trascorsi a Pörtschach, in Carinzia. La sinfonia fu terminata alla fine di settembre a Lichtental, nei pressi di Baden-Baden, dove Brahms si era recato per il compleanno di Clara Schumann, che in una lettera al celebre direttore d'orchestra Levi descrisse il suo amico compositore “in ottima forma ed entusiasta del suo soggiorno estivo”.
Qui, davanti a un ristretto gruppo di amici fidati, Brahms ne esegui insieme con Ignaz Brüll una riduzione per pianoforte a quattro mani; il 30 dicembre 1877 e a poco più di un anno dalla presentazione al pubblico della Prima, la seconda Sinfonia venne presentata al pubblico dei Filarmonici di Vienna sotto la direzione del grande Hans Richter, ottenendo grande successo, tanto che Richter fu costretto a concedere il bis del terzo movimento.
La felice situazione spirituale del compositore e la spontaneità e rapidità della composizione sembrano riflettersi nel carattere della Sinfonia. Il pubblico e la critica contemporanei tentarono di definire in vari modi questo carattere, così evidente ma allo stesso tempo inafferrabile: alcuni, per il suo spirito eminentemente melodico e "cantante" la definirono "l'ultima sinfonia di Schubert", aggiornando così la denominazione di "decima sinfonia" (di Beethoven) creata da Bülow per la sua Prima Sinfonia; altri la giudicarono "mozartiana" per la trasparenza della sua orchestrazione; i viennesi vollero credere che fosse ispirata alla grazia e al fascino della loro città e la soprannominarono "sinfonia viennese"; altri ancora la chiamarono "pastorale". L'autore stesso una volta la definì «una suite di valzer», un'altra volta Brahms ne parlò come di «una piccola sinfonia gaia e innocente». Ma forse lo spirito di questa sinfonia viene rivelato, più che da tutte queste definizioni, da un consiglio dell'autore agli orchestrali viennesi: “Per un mese prima non suonate altro che Berlioz, Liszt e Wagner: soltanto così capirete la sua tenera gaiezza”.
2019_04_07 I fratelli Guida debuttano al MAC
Domenica 7 aprile 2019_04_07, ore 11.00
M.A.C. Piazza Tito Lucrezio Caro, 1
Musica da Camera 2018/19
I fratelli Guida debuttano al MAC
I due giovani musicisti torinesi
con Beethoven, Prokof’ev e Brahms
Ludwig van Beethoven Sonata per violoncello e pianoforte n. 4 in do magg. op. 102 n. 1
Sergej Prokof'ev Sonata per violoncello e pianoforte op. 119
Johannes Brahms Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 in Fa maggiore op. 99
Lorenzo Guida, Violoncello
Gianluca Guida, Pianoforte
laVerdi ospita due giovani talenti italiani per una domenica mattina del ciclo “Musica da Camera” al MAC di piazza Tito Lucrezio Caro, 1. Domenica 7 aprile 2019, alle ore 11.00 il duo composto da Gianluca Guida (27 anni, pianoforte) e Lorenzo Guida, (19 anni, violoncello e borsista della De Sono) eseguirà tre sonate per violoncello e pianoforte di Ludwig van Beethoven, Sergej Prokof'ev e Johannes Brahms.
Gianluca e Lorenzo Guida sono figli d’arte: il loro papà infatti è Guido Maria Guida, noto pianista, compositore e direttore d’orchestra. I due giovani musicisti torinesi stanno facendo una importante carriera internazionale che è decollata dopo il debutto nel 2016 alla Carnegie Hall di New York.
Il programma del concerto al MAC è così illustrato di due musicisti “Il programma proposto è espressione del legame intrinseco che unisce l’estetica e la poetica di Beethoven e Brahms, due tra gli artefici massimi della grandissima stagione musicale viennese del secolo XIX, con una digressione nel mondo musicale russo del ‘900, il quale tanti tesori ha donato ai repertori violoncellistico e pianistico. Prokofiev, con la sua personalissima visione musicale e la sua enorme maestria, è stato uno degli autori che nel secolo scorso hanno saputo utilizzare la forma sonata forzandone le polarità armoniche classiche, modificando dunque gli archi di tensione fraseologica, rispettandone però contemporaneamente la costruzione formale tradizionale. In questo senso non è azzardato l’accostamento di questi tre grandi autori, classici da un lato e rivoluzionari dall’altro, tutti strettamente interessati a esplorare le possibilità espressive del duo per violoncello e pianoforte.”
La sede dei concerti è il M.A.C. in piazza Tito Lucrezio Caro, 1. Milano.
I Biglietti (euro 20,00/10,00) si possono acquistare nei giorni precedenti in Auditorium oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al M.A.C.
info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
M.A.C. Piazza Tito Lucrezio Caro, 1
Musica da Camera 2018/19
I fratelli Guida debuttano al MAC
I due giovani musicisti torinesi
con Beethoven, Prokof’ev e Brahms
Ludwig van Beethoven Sonata per violoncello e pianoforte n. 4 in do magg. op. 102 n. 1
Sergej Prokof'ev Sonata per violoncello e pianoforte op. 119
Johannes Brahms Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 in Fa maggiore op. 99
Lorenzo Guida, Violoncello
Gianluca Guida, Pianoforte
laVerdi ospita due giovani talenti italiani per una domenica mattina del ciclo “Musica da Camera” al MAC di piazza Tito Lucrezio Caro, 1. Domenica 7 aprile 2019, alle ore 11.00 il duo composto da Gianluca Guida (27 anni, pianoforte) e Lorenzo Guida, (19 anni, violoncello e borsista della De Sono) eseguirà tre sonate per violoncello e pianoforte di Ludwig van Beethoven, Sergej Prokof'ev e Johannes Brahms.
Gianluca e Lorenzo Guida sono figli d’arte: il loro papà infatti è Guido Maria Guida, noto pianista, compositore e direttore d’orchestra. I due giovani musicisti torinesi stanno facendo una importante carriera internazionale che è decollata dopo il debutto nel 2016 alla Carnegie Hall di New York.
Il programma del concerto al MAC è così illustrato di due musicisti “Il programma proposto è espressione del legame intrinseco che unisce l’estetica e la poetica di Beethoven e Brahms, due tra gli artefici massimi della grandissima stagione musicale viennese del secolo XIX, con una digressione nel mondo musicale russo del ‘900, il quale tanti tesori ha donato ai repertori violoncellistico e pianistico. Prokofiev, con la sua personalissima visione musicale e la sua enorme maestria, è stato uno degli autori che nel secolo scorso hanno saputo utilizzare la forma sonata forzandone le polarità armoniche classiche, modificando dunque gli archi di tensione fraseologica, rispettandone però contemporaneamente la costruzione formale tradizionale. In questo senso non è azzardato l’accostamento di questi tre grandi autori, classici da un lato e rivoluzionari dall’altro, tutti strettamente interessati a esplorare le possibilità espressive del duo per violoncello e pianoforte.”
La sede dei concerti è il M.A.C. in piazza Tito Lucrezio Caro, 1. Milano.
I Biglietti (euro 20,00/10,00) si possono acquistare nei giorni precedenti in Auditorium oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al M.A.C.
info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
2019_04_13 Crescendo in musica Pinocchio in… variazioni!
Sabato 13 aprile 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Crescendo in musica 2018/19
Pinocchio in… variazioni!
In prima assoluta all’Auditorium il racconto in musica del capolavoro di Collodi adattato da Sandra Landi
con la musica di Paolo Furlani e la voce narrante di Elio
Pinocchio in… variazioni!
Lettura orchestrale del racconto di Carlo Collodi nell'adattamento di Sandra Landi
Illustrazioni Roberto Innocenti
Musiche Paolo Furlani
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Attore Elio
Direttore Ferdinando Sulla
Età consigliata: da 7 anni
La storia è quella, senza tempo, del Pinocchio di Carlo Collodi. Ma il nuovo appuntamento della rassegna “Crescendo in musica”, pensata da laVerdi appositamente per il suo pubblico più giovane e le loro famiglie, ne offre una interpretazione completamente inedita e sorprendente. In prima assoluta all’Auditorium di largo Mahler infatti, sabato 13 aprile alle ore 16.00 va in scena Pinocchio in…variazioni!, lettura orchestrale di Paolo Furlani (su commissione della REte MUsica TOscana) del libro di Carlo Collodi nell'adattamento di Sandra Landi.
L’inedito racconto in musica delle vicende del burattino-bambino del compositore Paolo Furlani è una sorta di viaggio dentro l’orchestra, con i vari momenti musicali interpretati dagli strumenti che diventano i personaggi del racconto, in un percorso che punta anche all’educazione all’ascolto, come racconta lo stesso Furlani: “Ho deciso di “proiettare” sulla musica il percorso di situazioni e sentimenti in cui si muove il burattino, in modo che l’ascolto musicale ne risulti facilitato, sfruttando la forza metaforica che le situazioni narrate possono riversare sull’ascolto. Ho immaginato così un ciclo di variazioni su un unico tema che, volta a volta, variazione dopo variazione, “illustrino” con i suoni la scena vissuta da Pinocchio, evidenziando sia uno strumento musicale (più spesso una coppia di strumenti, come i Flauti, gli Oboi, ecc, e talvolta un’intera famiglia strumentale, come i Legni, gli Ottoni, le Percussioni, gli Archi) sia un “carattere” espresso dalla musica”.
La parte drammaturgica dello spettacolo è affidata alle pagine scritte appositamente da Sandra Landi, nota scrittrice e saggista, che ha adattato per l’occasione l’opera di Collodi.
A recitarle da par suo sul palcoscenico dell’Auditorium è stato chiamato Elio, (all’anagrafe Stefano Belisari) musicista e artista poliedrico, noto melomane e diplomato in flauto traverso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che in quella stessa settimana è impegnato anche al teatro Ciro Menotti di Milano con “Il Flauto Magico e cento altre bagatelle”.
La parte visiva dello spettacolo-concerto è affidata invece agli splendidi disegni di Roberto Innocenti, che - proiettati sugli schermi del palcoscenico - aiuteranno nella comprensione durante lo svolgimento del racconto in musica affidato all’’Orchestra Verdi, che per l’occasione sarà diretta dal Maestro Ferdinando Sulla. E come sempre i valenti musicisti di questa grande orchestra sinfonica sapranno trascinare il pubblico di grandi e piccini in una nuova e imperdibile avventura musicale.
Biglietti: bambini fino a 14 anni euro 7,50; adulti euro 15,00.
Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2; on line: www.laverdi.org, www.vivaticket.it )
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Crescendo in musica 2018/19
Pinocchio in… variazioni!
In prima assoluta all’Auditorium il racconto in musica del capolavoro di Collodi adattato da Sandra Landi
con la musica di Paolo Furlani e la voce narrante di Elio
Pinocchio in… variazioni!
Lettura orchestrale del racconto di Carlo Collodi nell'adattamento di Sandra Landi
Illustrazioni Roberto Innocenti
Musiche Paolo Furlani
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Attore Elio
Direttore Ferdinando Sulla
Età consigliata: da 7 anni
La storia è quella, senza tempo, del Pinocchio di Carlo Collodi. Ma il nuovo appuntamento della rassegna “Crescendo in musica”, pensata da laVerdi appositamente per il suo pubblico più giovane e le loro famiglie, ne offre una interpretazione completamente inedita e sorprendente. In prima assoluta all’Auditorium di largo Mahler infatti, sabato 13 aprile alle ore 16.00 va in scena Pinocchio in…variazioni!, lettura orchestrale di Paolo Furlani (su commissione della REte MUsica TOscana) del libro di Carlo Collodi nell'adattamento di Sandra Landi.
L’inedito racconto in musica delle vicende del burattino-bambino del compositore Paolo Furlani è una sorta di viaggio dentro l’orchestra, con i vari momenti musicali interpretati dagli strumenti che diventano i personaggi del racconto, in un percorso che punta anche all’educazione all’ascolto, come racconta lo stesso Furlani: “Ho deciso di “proiettare” sulla musica il percorso di situazioni e sentimenti in cui si muove il burattino, in modo che l’ascolto musicale ne risulti facilitato, sfruttando la forza metaforica che le situazioni narrate possono riversare sull’ascolto. Ho immaginato così un ciclo di variazioni su un unico tema che, volta a volta, variazione dopo variazione, “illustrino” con i suoni la scena vissuta da Pinocchio, evidenziando sia uno strumento musicale (più spesso una coppia di strumenti, come i Flauti, gli Oboi, ecc, e talvolta un’intera famiglia strumentale, come i Legni, gli Ottoni, le Percussioni, gli Archi) sia un “carattere” espresso dalla musica”.
La parte drammaturgica dello spettacolo è affidata alle pagine scritte appositamente da Sandra Landi, nota scrittrice e saggista, che ha adattato per l’occasione l’opera di Collodi.
A recitarle da par suo sul palcoscenico dell’Auditorium è stato chiamato Elio, (all’anagrafe Stefano Belisari) musicista e artista poliedrico, noto melomane e diplomato in flauto traverso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che in quella stessa settimana è impegnato anche al teatro Ciro Menotti di Milano con “Il Flauto Magico e cento altre bagatelle”.
La parte visiva dello spettacolo-concerto è affidata invece agli splendidi disegni di Roberto Innocenti, che - proiettati sugli schermi del palcoscenico - aiuteranno nella comprensione durante lo svolgimento del racconto in musica affidato all’’Orchestra Verdi, che per l’occasione sarà diretta dal Maestro Ferdinando Sulla. E come sempre i valenti musicisti di questa grande orchestra sinfonica sapranno trascinare il pubblico di grandi e piccini in una nuova e imperdibile avventura musicale.
Biglietti: bambini fino a 14 anni euro 7,50; adulti euro 15,00.
Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2; on line: www.laverdi.org, www.vivaticket.it )
2019_04_06 laVerdi POPs ABBA tributo sinfonico
Sabato 6 aprile 2019_04_06 ore 20.30
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione 2018/19 - laVerdi POPs
ABBA: tributo sinfonico
Per il secondo appuntamento con laVerdi POPs
protagonista è la musica del celebre gruppo svedese
Gli ABBA - Un tributo sinfonico
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Ensemble vocale
Direttore Andrea Oddone
Da “Mamma mia” a “Fernando”, da “Dancing Queen” a “Take a chance on me”: tutti i grandi successi degli ABBA suonati dal vivo da una grande orchestra sinfonica. Dopo il doppio sold out delle due date del tributo alla musica dei Queen (2 e 3 marzo 2019) laVerdi prosegue in un percorso che la vede protagonista assoluta nel panorama italiano: la contaminazione tra la musica classica e quella del mondo rock e pop. Un’operazione utile non solo ad avvicinare generi musicali apparentemente lontani, ma anche a creare un ponte ideale tra generi e pubblico apparentemente lontani. Così il secondo appuntamento della mini-rassegna “laVerdi POPs” vede protagonista la musica di uno dei gruppi più iconici del pop internazionale: gli ABBA. Nato in Svezia nel 1972, il gruppo (che prende il nome dalle iniziali dei componenti Agnetha Fältskog, Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad) con all’attivo oltre 400 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, ottenne la popolarità internazionale dopo la vittoria nel 1974 dell’Eurovision Song Contest, con “Waterloo”. Scioltosi nel 1982, il gruppo è tornato alla ribalta mondiale grazie a un Musical di grande successo, visto da 35 milioni di persone, da cui è stato tratto nel 2008 il film campione di incassi “Mamma Mia”, successo replicato nel 2018 dal sequel “Mamma mia, ci risiamo!”.
Il concerto all’Auditorium di Milano in Largo Mahler sabato 6 aprile (ore 20.30) propone la trascrizione e l’arrangiamento in chiave sinfonica dei brani più famosi del gruppo eseguiti dall’Orchestra Verdi, nel cui organico sono stati inseriti per l’occasione anche strumenti elettrici, con le parti cantate affidate all’Ensemble vocale. Sul podio il Maestro Andrea Oddone che racconta: “Il gruppo si è sciolto nel 1982, un anno dopo la mia nascita, ma ricordo che da ragazzino ascoltavo la loro musica riprodotta su una cassetta con i titoli delle canzoni scritti a mano. La loro musica mi piaceva molto e tra l’altro, visto che l’inglese non era la loro madrelingua, riuscivo a capire bene le parole delle loro canzoni. Il mio brano preferito era “Thank you for the music” e questo concerto vuole essere anche un modo per ringraziarli per la musica che ci hanno regalato, una musica con uno stile sempre riconoscibile, anche grazie a melodie mai banali, con una “levità” che ne diventa qualità peculiare. D’altronde tutti e quattro i componenti del gruppo avevano una storia musicale personale importante che è proseguita nel tempo a livello sia di canto che di composizione, anche con carriere soliste. Quindi il mio stato d’animo, nell’accostarmi alla loro musica è quello di una “felice nostagia”.
Nell’attesa che si avveri l’annunciata e mai concretizzata reunion del gruppo, questo concerto sarà dunque un’occasione da non perdere per ascoltare la loro musica e apprezzarne lo stile che non è mai banale.
Il prossimo appuntamento con laVerdi Pops sarà con la musica di David Bowie e Philip Glass (9 giugno 2019)
Biglietti euro 25.00/10.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione 2018/19 - laVerdi POPs
ABBA: tributo sinfonico
Per il secondo appuntamento con laVerdi POPs
protagonista è la musica del celebre gruppo svedese
Gli ABBA - Un tributo sinfonico
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Ensemble vocale
Direttore Andrea Oddone
Da “Mamma mia” a “Fernando”, da “Dancing Queen” a “Take a chance on me”: tutti i grandi successi degli ABBA suonati dal vivo da una grande orchestra sinfonica. Dopo il doppio sold out delle due date del tributo alla musica dei Queen (2 e 3 marzo 2019) laVerdi prosegue in un percorso che la vede protagonista assoluta nel panorama italiano: la contaminazione tra la musica classica e quella del mondo rock e pop. Un’operazione utile non solo ad avvicinare generi musicali apparentemente lontani, ma anche a creare un ponte ideale tra generi e pubblico apparentemente lontani. Così il secondo appuntamento della mini-rassegna “laVerdi POPs” vede protagonista la musica di uno dei gruppi più iconici del pop internazionale: gli ABBA. Nato in Svezia nel 1972, il gruppo (che prende il nome dalle iniziali dei componenti Agnetha Fältskog, Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad) con all’attivo oltre 400 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, ottenne la popolarità internazionale dopo la vittoria nel 1974 dell’Eurovision Song Contest, con “Waterloo”. Scioltosi nel 1982, il gruppo è tornato alla ribalta mondiale grazie a un Musical di grande successo, visto da 35 milioni di persone, da cui è stato tratto nel 2008 il film campione di incassi “Mamma Mia”, successo replicato nel 2018 dal sequel “Mamma mia, ci risiamo!”.
Il concerto all’Auditorium di Milano in Largo Mahler sabato 6 aprile (ore 20.30) propone la trascrizione e l’arrangiamento in chiave sinfonica dei brani più famosi del gruppo eseguiti dall’Orchestra Verdi, nel cui organico sono stati inseriti per l’occasione anche strumenti elettrici, con le parti cantate affidate all’Ensemble vocale. Sul podio il Maestro Andrea Oddone che racconta: “Il gruppo si è sciolto nel 1982, un anno dopo la mia nascita, ma ricordo che da ragazzino ascoltavo la loro musica riprodotta su una cassetta con i titoli delle canzoni scritti a mano. La loro musica mi piaceva molto e tra l’altro, visto che l’inglese non era la loro madrelingua, riuscivo a capire bene le parole delle loro canzoni. Il mio brano preferito era “Thank you for the music” e questo concerto vuole essere anche un modo per ringraziarli per la musica che ci hanno regalato, una musica con uno stile sempre riconoscibile, anche grazie a melodie mai banali, con una “levità” che ne diventa qualità peculiare. D’altronde tutti e quattro i componenti del gruppo avevano una storia musicale personale importante che è proseguita nel tempo a livello sia di canto che di composizione, anche con carriere soliste. Quindi il mio stato d’animo, nell’accostarmi alla loro musica è quello di una “felice nostagia”.
Nell’attesa che si avveri l’annunciata e mai concretizzata reunion del gruppo, questo concerto sarà dunque un’occasione da non perdere per ascoltare la loro musica e apprezzarne lo stile che non è mai banale.
Il prossimo appuntamento con laVerdi Pops sarà con la musica di David Bowie e Philip Glass (9 giugno 2019)
Biglietti euro 25.00/10.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
2019_04_05 Contrasti musicali Brahms e Šostakovič a laVerdi
Venerdì 5 aprile 2019_04_05, ore 20.00
Domenica 7 aprile 2019_04_07, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Contrasti musicali
La serenata di Brahms e la sesta sinfonia di Šostakovič per il ritorno a laVerdi di John Axelrod
Johannes Brahms Serenata n. 1 in Re maggiore op. 11
Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 6 in Si minore op. 54
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore John Axelrod
Per il suo graditissimo ritorno a Milano, il direttore americano John Axelrod, che dell’Orchestra Verdi è Direttore principale ospite, dirige un programma fatto di contrasti. Da una parte la Serenata n.1 di Johannes Brahms, composta durante gli anni sereni del suo soggiorno a Detmold (1857-60) e in un certo senso conclusiva della sua stagione creativa giovanile; dall’altra la Sesta sinfonia di Dmitrij Šostakovič , composta nel 1939, in una Russia ferita dalla guerra contro Hitler e dal regime stalinista, un tragico contesto a cui Šostakovič dà forma con un linguaggio volutamente sconnesso e squilibrato, quasi a voler rispecchiare un mondo ormai senza testa, proprio come è stata definita questa sinfonia.
Il doppio appuntamento sul palco dell’Auditorium con questi due capolavori è per venerdì 5 aprile (ore 20.00) e domenica 7 aprile (ore 16.00).
Conferenza introduttiva
Venerdì 5 aprile ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Programma
Johannes Brahms Serenata n. 1 in Re maggiore op. 11
Nel 1857 Johannes Brahms è impegnato come maestro di coro del principe Leopoldo III a Detmold. In quella cittadina circondata da grandi foreste la musica sembra essere l'occupazione principale della corte dove regna uno spirito mecenatesco d'altri tempi: il sovrano, musicista dilettante e appassionato, finanzia un'orchestra di oltre quaranta elementi e un piccolo coro alla guida del quale è stato chiamato il giovane Brahms che trova il tempo anche per dedicarsi a un intenso studio dei classici, soprattutto Sinfonie e Divertimenti di Haydn e Mozart nonché a lunghe passeggiate solitarie nei boschi vicini. Brahms sembra aver finalmente ritrovato la tranquillità dopo gli anni inquieti trascorsi accanto a Clara nei momenti terribili della malattia e della morte di Schumann, tanto che in una lettera a Clara Schumann del 10 ottobre 1857 egli scrive: «Le passioni non sono connaturali all'uomo. Sono sempre eccezione o anomalia. La persona in cui esse eccedono rispetto alla giusta misura dev'essere considerata malata e deve ricevere cure mediche per preservare vita e salute. Il vero uomo ideale è tranquillo nella gioia e tranquillo nel dolore e nella sofferenza. Le passioni devono passare presto oppure bisogna reprimerle».
Le due Serenate per orchestra furono i primi lavori sinfonici di Brahms a essere pubblicati. Normalmente costituita dai sei agli otto movimenti, la Serenata è stato un genere musicale molto diffuso nel XVIII secolo, con un carattere della musica generalmente luminoso e spensierato, meno incline all'elaborazione tematico-motivica, come avveniva invece nel genere sinfonico. Così il regolato e graduale atteggiamento compositivo di Brahms preferisce accostarsi al genere sinfonico attraverso un lavoro di chiara derivazione cameristica. La prima serenata, infatti, era stata concepita come opera da camera per quartetto d'archi, flauto, due clarinetti, corno e fagotto, e in questa forma era stata inviata dall'autore agli amici Grimme e Joachim, che l'avevano fatta eseguire durante un concerto privato ad Amburgo il 28 marzo 1859. Fu probabilmente l'ascolto di questa esecuzione a convincere Brahms che sarebbe stata preferibile una versione orchestrale del lavoro. La Serenata fu tenuta a battesimo nella sua stesura definitiva ad Hannover il 3 marzo 1860 sotto la direzione di Joseph Joachim. Questo primo lavoro sinfonico rappresenta meglio di ogni altro l'atmosfera serena degli anni di Detmold e in un certo senso conclude la stagione creativa giovanile aprendo nuovi orizzonti al suo comporre.
Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 6 in Si minore op. 54
Per Šostakovič la musica è anzitutto strumento di comunicazione diretta e l’espressione ne è, se non l’unica, certo la più importante ragion d’essere. Tra i diversi ambiti nei quali la sua arte si cimentò, quello sinfonico - comprendente ben quindici titoli composti nell’arco di cinquant’anni (1923-1971) - fu considerato dall’autore il mezzo privilegiato al quale affidare i propri sentimenti di uomo e di artista. La Sesta è una delle meno conosciute tra le sue sinfonie. Il progetto originario era quello di dare seguito al carattere eroico della Quinta accolta con immenso favore nel 1937 e destinata a divenire in breve la sua più celebre pagina orchestrale. Grazie al successo della Quinta, tra l’altro, Šostakovič era approdato alla prestigiosa cattedra di composizione al Conservatorio di Leningrado, ma quando iniziò ad occuparsi della sesta. l’atmosfera era radicalmente cambiata. L’intenzione di Šostakovič
tra l'estate e l'autunno del 1939 era quella di lavorare a una Sinfonia corale ispirata al poema Lenin di Majakovskij, ma l'inizio del conflitto mondiale, l'invasione della Polonia orientale da parte delle truppe sovietiche, le purghe che Stalin effettuava in Unione Sovietica contro gli oppositori interni, creava attorno al compositore un mondo d'inquietudini disperanti, alle quali egli cercò di dare un'immagine musicale altrettanto drammatica e disarmonica. Probabilmente è per questo che la Sesta Sinfonia nella sua insolita struttura tripartita in Largo - Allegro - Presto, è stata definita una Sinfonia "senza testa", specchio di un mondo anch'esso acefalo. La Sesta Sinfonia è sicuramente un'opera sui generis rispetto allo stile di Sostakovic, fatto di ampie dimensioni e con evidenti finalità celebrative in linea con gli intenti del regime sovietico ed esasperante realismo timbrico orchestrale; ma qui, in questa Sinfonia che nasce e muore in meno di 30 minuti, Sostakovic lascia i modelli classici e romantici della Quinta del 1937 e del suo primo Quartetto del 1938, per costruire senza schemi un discorso poetico fatto di suggestioni immediate, in cui si giustappongono il tragico e il grottesco in pannelli tra loro slegati e volutamente squilibrati, senza un inizio e senza una conclusione con sorta di banda jazzistica che conclude l'intera Sinfonia.
Domenica 7 aprile 2019_04_07, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Contrasti musicali
La serenata di Brahms e la sesta sinfonia di Šostakovič per il ritorno a laVerdi di John Axelrod
Johannes Brahms Serenata n. 1 in Re maggiore op. 11
Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 6 in Si minore op. 54
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore John Axelrod
Per il suo graditissimo ritorno a Milano, il direttore americano John Axelrod, che dell’Orchestra Verdi è Direttore principale ospite, dirige un programma fatto di contrasti. Da una parte la Serenata n.1 di Johannes Brahms, composta durante gli anni sereni del suo soggiorno a Detmold (1857-60) e in un certo senso conclusiva della sua stagione creativa giovanile; dall’altra la Sesta sinfonia di Dmitrij Šostakovič , composta nel 1939, in una Russia ferita dalla guerra contro Hitler e dal regime stalinista, un tragico contesto a cui Šostakovič dà forma con un linguaggio volutamente sconnesso e squilibrato, quasi a voler rispecchiare un mondo ormai senza testa, proprio come è stata definita questa sinfonia.
Il doppio appuntamento sul palco dell’Auditorium con questi due capolavori è per venerdì 5 aprile (ore 20.00) e domenica 7 aprile (ore 16.00).
Conferenza introduttiva
Venerdì 5 aprile ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Programma
Johannes Brahms Serenata n. 1 in Re maggiore op. 11
Nel 1857 Johannes Brahms è impegnato come maestro di coro del principe Leopoldo III a Detmold. In quella cittadina circondata da grandi foreste la musica sembra essere l'occupazione principale della corte dove regna uno spirito mecenatesco d'altri tempi: il sovrano, musicista dilettante e appassionato, finanzia un'orchestra di oltre quaranta elementi e un piccolo coro alla guida del quale è stato chiamato il giovane Brahms che trova il tempo anche per dedicarsi a un intenso studio dei classici, soprattutto Sinfonie e Divertimenti di Haydn e Mozart nonché a lunghe passeggiate solitarie nei boschi vicini. Brahms sembra aver finalmente ritrovato la tranquillità dopo gli anni inquieti trascorsi accanto a Clara nei momenti terribili della malattia e della morte di Schumann, tanto che in una lettera a Clara Schumann del 10 ottobre 1857 egli scrive: «Le passioni non sono connaturali all'uomo. Sono sempre eccezione o anomalia. La persona in cui esse eccedono rispetto alla giusta misura dev'essere considerata malata e deve ricevere cure mediche per preservare vita e salute. Il vero uomo ideale è tranquillo nella gioia e tranquillo nel dolore e nella sofferenza. Le passioni devono passare presto oppure bisogna reprimerle».
Le due Serenate per orchestra furono i primi lavori sinfonici di Brahms a essere pubblicati. Normalmente costituita dai sei agli otto movimenti, la Serenata è stato un genere musicale molto diffuso nel XVIII secolo, con un carattere della musica generalmente luminoso e spensierato, meno incline all'elaborazione tematico-motivica, come avveniva invece nel genere sinfonico. Così il regolato e graduale atteggiamento compositivo di Brahms preferisce accostarsi al genere sinfonico attraverso un lavoro di chiara derivazione cameristica. La prima serenata, infatti, era stata concepita come opera da camera per quartetto d'archi, flauto, due clarinetti, corno e fagotto, e in questa forma era stata inviata dall'autore agli amici Grimme e Joachim, che l'avevano fatta eseguire durante un concerto privato ad Amburgo il 28 marzo 1859. Fu probabilmente l'ascolto di questa esecuzione a convincere Brahms che sarebbe stata preferibile una versione orchestrale del lavoro. La Serenata fu tenuta a battesimo nella sua stesura definitiva ad Hannover il 3 marzo 1860 sotto la direzione di Joseph Joachim. Questo primo lavoro sinfonico rappresenta meglio di ogni altro l'atmosfera serena degli anni di Detmold e in un certo senso conclude la stagione creativa giovanile aprendo nuovi orizzonti al suo comporre.
Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 6 in Si minore op. 54
Per Šostakovič la musica è anzitutto strumento di comunicazione diretta e l’espressione ne è, se non l’unica, certo la più importante ragion d’essere. Tra i diversi ambiti nei quali la sua arte si cimentò, quello sinfonico - comprendente ben quindici titoli composti nell’arco di cinquant’anni (1923-1971) - fu considerato dall’autore il mezzo privilegiato al quale affidare i propri sentimenti di uomo e di artista. La Sesta è una delle meno conosciute tra le sue sinfonie. Il progetto originario era quello di dare seguito al carattere eroico della Quinta accolta con immenso favore nel 1937 e destinata a divenire in breve la sua più celebre pagina orchestrale. Grazie al successo della Quinta, tra l’altro, Šostakovič era approdato alla prestigiosa cattedra di composizione al Conservatorio di Leningrado, ma quando iniziò ad occuparsi della sesta. l’atmosfera era radicalmente cambiata. L’intenzione di Šostakovič
tra l'estate e l'autunno del 1939 era quella di lavorare a una Sinfonia corale ispirata al poema Lenin di Majakovskij, ma l'inizio del conflitto mondiale, l'invasione della Polonia orientale da parte delle truppe sovietiche, le purghe che Stalin effettuava in Unione Sovietica contro gli oppositori interni, creava attorno al compositore un mondo d'inquietudini disperanti, alle quali egli cercò di dare un'immagine musicale altrettanto drammatica e disarmonica. Probabilmente è per questo che la Sesta Sinfonia nella sua insolita struttura tripartita in Largo - Allegro - Presto, è stata definita una Sinfonia "senza testa", specchio di un mondo anch'esso acefalo. La Sesta Sinfonia è sicuramente un'opera sui generis rispetto allo stile di Sostakovic, fatto di ampie dimensioni e con evidenti finalità celebrative in linea con gli intenti del regime sovietico ed esasperante realismo timbrico orchestrale; ma qui, in questa Sinfonia che nasce e muore in meno di 30 minuti, Sostakovic lascia i modelli classici e romantici della Quinta del 1937 e del suo primo Quartetto del 1938, per costruire senza schemi un discorso poetico fatto di suggestioni immediate, in cui si giustappongono il tragico e il grottesco in pannelli tra loro slegati e volutamente squilibrati, senza un inizio e senza una conclusione con sorta di banda jazzistica che conclude l'intera Sinfonia.
2019_03_28 Brahms e Bruckner: un conflitto risolto concerto a laVerdi
Giovedì 28 Marzo 2019_03_28, ore 20.30
Venerdì 29 Marzo 2019_03_29, ore 20.00
Domenica 31 Marzo 2019_03_31, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Brahms e Bruckner: un conflitto risolto
Due capolavori dell’ultimo romanticismo
con laVerdi diretta da Flor e il violino di Liza Ferschtman
Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica"
Violino Liza Ferschtman
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Claus Peter Flor
Due capolavori dell’ultimo gloriosa stagione romantica di Vienna; due compositori, Johannes Brahms e Anton Bruckner protagonisti di un’accesa querelle tra sostenitori di due visioni musicali diverse. Da questa contrapposizione nascono così, tra il 1874 e il 1878 i due capolavori di folgorante bellezza che l’Orchestra Verdi diretta da Claus Peter Flor esegue per nell’ultimo weekend di marzo; il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77 Johannes Brahms e la Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica" di Anton Bruckner. Giovedì 28 (ore 20.30), venerdì 29 ( ore 20.00) domenica 31 marzo (ore 16.00) il palco dell’Auditorium di largo Mahler, insieme all’Orchestra Verdi e al suo direttore musicale Flor ospita la violinista olandese Liza Ferschtman, esaltata dal New York per l’"intensità, la purezza e la bellezza raffinata del suo modo di suonare".
Se il concerto per violino scritto per l’amico Joseph Joachim nasce in un momento di speciale felicità artistica di Brahms, ottenendo da subito un grande successo, la quarta sinfonia di Bruckner, concepita in un momento di grande difficoltà economica e soggetta a infinite revisioni, non ebbe immediato successo. Ma in comune le due composizioni hanno la forza del capolavoro assoluto e senza tempo, con un incanto che l’Orchestra Verdi, la direzione sensibile di Claus Peter Flor e il talento della Ferschtman, contribuiranno a esaltare.
Giovedì 28 Marzo 2019_03_28,ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Conferenza introduttiva
“Bruckner romantico”Il caso Bruckner
Relatore Matteo Marni
Anton Bruckner, fra i maggiori sinfonisti del secondo 800, fu vittima di uno dei più curiosi casi di fraintendimento ricettivo. Impropriamente definito “sinfonista wagneriano” e contrapposto al conservatore Brahms, Bruckner seppe interpretare autonomamente lo spirito dei tempi. Nella sinfonia Romantica egli opera con assoluta originalità una sintesi attingendo a Beethoven, Schubert ed ai contemporanei, senza però scadere nella imitazione pedissequa di Wagner
Programma
Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Il Concerto in re maggiore op. 77 per violino fu composto da Brahms a quarantacinque anni nell'estate del 1878 a Pörtschach, un ridente villaggio della Carinzia caro ai soggiorni estivi del compositore che stava vivendo una delle sue più tranquille e feconde stagioni creative. Il concerto rappresenta il culmine dell’amicizia tra il compositore e il violinista Joseph Joachim al quale il concerto era destinato. Poche righe del 21 agosto 78 rivelano in Brahms il desiderio di cointeressare l'illustre violinista alla prima nascita del Concerto: “Caro amico, vorrei mandarti un certo numero di passaggi per violino ... mi domando se non sei tanto sprofondato in Mozart e forse in Joachim stesso, da poter disporre di un'oretta per guardarli.”
Il primo gennaio 1879 lo stesso Brahms ne diresse la prima esecuzione al Gewandhaus di Lipsia, avendo per solista, com'era ovvio, Joachim. Prima che fosse data alla stamperia la partitura, a lui dedicata (ottobre '79), Joachim fu ancora richiesto di pareri; a testimonianza della fiducia di Brahms per l'amico resta la cadenza del primo movimento, di mano di Joachim stesso: e dev'esser stata l'ultima volta, nella storia del Concerto per strumento solista e orchestra, che un compositore abbia lasciato la cadenza in bianco come ai tempi di Mozart, per lasciare libero l'interprete di eseguirla come meglio gli convenisse.
La prima esecuzione pubblica fu accolta con inaspettata freddezza con un pubblico sconcertato per l’ardita concezione della composizione tesa a oltrepassare la moda del concerto virtuosistico per mirare a una più solida coesione tra strumento solista e orchestra. Nonostante l’impegno divulgativo di Joachim e dei suoi allievi l’opera entrò stabilmente in repertorio solo al termine del secolo grazie soprattutto alle lettura e di violinisti destinati a diventare leggendari come Ysaye e Hubermabnn, Enescu e Kreisler capaci di traghettare l’opera nel pieno del ventesimo secolo imponendone i reali valori estetici , con una melodia ampia e regolare, naturale mezzo espressivo di una tranquilla e placida poesia capace di generare al suo interno un numero elevatissimo di raffinate ed energiche idee tematiche. Anche il rapporto tra solista e orchestra è rivisto alla luce delle esigenze estetiche del compositore e si muove quindi controcorrente rispetto ai clichè ottocenteschi: per lui il virtuosismo non è mai fine a se stesso e l’orchestra non appare relegata a una funzione di accompagnamento qualificandosi come interlocutore al pari del solista.
E al pari del Secondo concerto per pianoforte, che lo segue di pochi anni (1881), il Concerto per violino dimostra di essere il frutto di un momento di speciale felicità artistica. Una delle garanzie prime del fascino irripetibile che è proprio del Concerto per violino è infatti il senso di tranquillità formale che in esso si respira quasi ininterrottamente: pressoché assenti essendo da questo lavoro i segni della fatica compositiva che costellano tante pagine di Brahms, anche e soprattutto fra le maggiori. Equilibrio e fantasia sono le strutture portanti di questo capolavoro.
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica"
Anton Bruckner scrisse la sua Quarta Sinfonia a Vienna nel 1874. I quindici anni successivi videro nascere un'intricata serie di revisioni e modifiche (alcune delle quali estranee alla volontà del compositore) che confusero e disorientarono esecutori, storici e studiosi bruckneriani. Soltanto nel 1953, con la pubblicazione dell'edizione critica di Leopold Nowak, la storia delle versioni della Sinfonia divenne chiara
Il 20 febbraio 1881 Hans Richter a capo dei Wiener Philharmoniker diresse questa versione della Sinfonia; ma dopo questa data Bruckner mise mano ancora alla partitura. Conclusi gli aggiustamenti nel giugno 1880, la Sinfonia potè finalmente essere presentata nel Musikvereinsaal della capitale austriaca, il 20 febbraio 1881, in un concerto dei Filarmonici di Vienna diretto da Hans Richter. Il successo della prima non servì ad arrestare la complessa e intricata storia delle rielaborazioni della Sinfonia, che proseguì con altri ritocchi per esecuzioni successive dirette da Felix Motti (nel dicembre 1881 a Karlsruhe, prima esecuzione di un lavoro sinfonico di Bruckner in Germania) e da Anton Seidl. La prima edizione a stampa, curata da Ferdinand Löwe e ritoccata nella strumentazione con il consenso dell'autore, venne pubblicata nel 1889.
La Quarta Sinfonia di Bruckner costituisce indubbiamente uno snodo fondamentale sia nella produzione musicale che nella stessa vita del compositore austriaco, incalzato a metà degli anni Settanta da incertezze e difficoltà. Ciononostante, proprio l'opera partorita in questo clima di angosciosa instabilità si rivelerà, dopo numerose traversie, il suo primo successo in una esecuzione pubblica, contribuendo ad avviarlo verso un consolidamento della propria situazione professionale ed economica (cosa che avverrà solo con il successo della Settima Sinfonia, all'età di 60 anni). Tra le undici Sinfonie portate a termine da Anton Bruckner, la Quarta Sinfonia "Romantica" oltre ad essere la più eseguita insieme alla Settima, è l'unica a portare un titolo di carattere descrittivo voluto dall'autore; furono gli amici e gli intimi di Bruckner a insistere perché lo stesso autore fornisse delle indicazioni programmatiche alla Sinfonia, che sono piuttosto generiche ma aiutano l'ascoltatore a entrare nel giusto clima musicale: una città medievale, l'alba, il richiamo delle trombe, il galoppo dei cavalieri nella foresta (Primo movimento); una marcia funebre (Secondo movimento); una caccia alla lepre seguita dal pranzo dei cacciatori (Terzo movimento); una festa popolare (prima versione del quarto movimento, poi completamente riscritto).
Gli anni in cui nasce la Quarta Sinfonia coincidono anche con l'epoca in cui si sviluppa l'accesa querelle tra i paladini di Bruckner (e indirettamente di Wagner) e quelli di Brahms, vicenda nella quale il compositore austriaco si trovò in una posizione di sofferente soggetto passivo, la sua colpa consistendo esclusivamente nell'adesione pubblica alla poetica wagneriana. Questa professione di fede, culminata poi nella dedica della Terza Sinfonia e riflessa nelle profferte di stima e affetto dell'autore del Tristan, aveva reso Bruckner inviso a Eduard Hanslick, il più potente e autorevole fra i critici viennesi, che pure inizialmente gli aveva mostrato simpatia e dispensato incoraggiamenti.
Oltre a deriderne sarcasticamente le prime Sinfonie, fu lo stesso critico a ostacolare a più riprese la carriera del compositore, come quando nel 1875, appena terminata la Quarta Sinfonia, fece in modo che fosse respinta la richiesta di un incarico all'Università di Vienna, impiego che avrebbe puntellato una situazione economica piuttosto critica.
Nel 1887, dopo anni e anni dall'inizio della composizione, Bruckner compì una quarta e definitiva revisione, che lo stesso Richter diresse il 22 gennaio 1888 a Vienna, insieme con il Te Deum, con successo ancor maggiore rispetto all'esecuzione di sette anni prima. Un altro trionfo si ebbe a Monaco nel '90: poi la Romantica divenne cavallo di battaglia di direttori prestigiosi come Mahler e Weingartner, e la sua sempre crescente fortuna rallegrò gli ultimi anni di Bruckner.
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
Venerdì 29 Marzo 2019_03_29, ore 20.00
Domenica 31 Marzo 2019_03_31, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Brahms e Bruckner: un conflitto risolto
Due capolavori dell’ultimo romanticismo
con laVerdi diretta da Flor e il violino di Liza Ferschtman
Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica"
Violino Liza Ferschtman
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Claus Peter Flor
Due capolavori dell’ultimo gloriosa stagione romantica di Vienna; due compositori, Johannes Brahms e Anton Bruckner protagonisti di un’accesa querelle tra sostenitori di due visioni musicali diverse. Da questa contrapposizione nascono così, tra il 1874 e il 1878 i due capolavori di folgorante bellezza che l’Orchestra Verdi diretta da Claus Peter Flor esegue per nell’ultimo weekend di marzo; il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77 Johannes Brahms e la Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica" di Anton Bruckner. Giovedì 28 (ore 20.30), venerdì 29 ( ore 20.00) domenica 31 marzo (ore 16.00) il palco dell’Auditorium di largo Mahler, insieme all’Orchestra Verdi e al suo direttore musicale Flor ospita la violinista olandese Liza Ferschtman, esaltata dal New York per l’"intensità, la purezza e la bellezza raffinata del suo modo di suonare".
Se il concerto per violino scritto per l’amico Joseph Joachim nasce in un momento di speciale felicità artistica di Brahms, ottenendo da subito un grande successo, la quarta sinfonia di Bruckner, concepita in un momento di grande difficoltà economica e soggetta a infinite revisioni, non ebbe immediato successo. Ma in comune le due composizioni hanno la forza del capolavoro assoluto e senza tempo, con un incanto che l’Orchestra Verdi, la direzione sensibile di Claus Peter Flor e il talento della Ferschtman, contribuiranno a esaltare.
Giovedì 28 Marzo 2019_03_28,ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano
Conferenza introduttiva
“Bruckner romantico”Il caso Bruckner
Relatore Matteo Marni
Anton Bruckner, fra i maggiori sinfonisti del secondo 800, fu vittima di uno dei più curiosi casi di fraintendimento ricettivo. Impropriamente definito “sinfonista wagneriano” e contrapposto al conservatore Brahms, Bruckner seppe interpretare autonomamente lo spirito dei tempi. Nella sinfonia Romantica egli opera con assoluta originalità una sintesi attingendo a Beethoven, Schubert ed ai contemporanei, senza però scadere nella imitazione pedissequa di Wagner
Programma
Johannes Brahms Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77
Il Concerto in re maggiore op. 77 per violino fu composto da Brahms a quarantacinque anni nell'estate del 1878 a Pörtschach, un ridente villaggio della Carinzia caro ai soggiorni estivi del compositore che stava vivendo una delle sue più tranquille e feconde stagioni creative. Il concerto rappresenta il culmine dell’amicizia tra il compositore e il violinista Joseph Joachim al quale il concerto era destinato. Poche righe del 21 agosto 78 rivelano in Brahms il desiderio di cointeressare l'illustre violinista alla prima nascita del Concerto: “Caro amico, vorrei mandarti un certo numero di passaggi per violino ... mi domando se non sei tanto sprofondato in Mozart e forse in Joachim stesso, da poter disporre di un'oretta per guardarli.”
Il primo gennaio 1879 lo stesso Brahms ne diresse la prima esecuzione al Gewandhaus di Lipsia, avendo per solista, com'era ovvio, Joachim. Prima che fosse data alla stamperia la partitura, a lui dedicata (ottobre '79), Joachim fu ancora richiesto di pareri; a testimonianza della fiducia di Brahms per l'amico resta la cadenza del primo movimento, di mano di Joachim stesso: e dev'esser stata l'ultima volta, nella storia del Concerto per strumento solista e orchestra, che un compositore abbia lasciato la cadenza in bianco come ai tempi di Mozart, per lasciare libero l'interprete di eseguirla come meglio gli convenisse.
La prima esecuzione pubblica fu accolta con inaspettata freddezza con un pubblico sconcertato per l’ardita concezione della composizione tesa a oltrepassare la moda del concerto virtuosistico per mirare a una più solida coesione tra strumento solista e orchestra. Nonostante l’impegno divulgativo di Joachim e dei suoi allievi l’opera entrò stabilmente in repertorio solo al termine del secolo grazie soprattutto alle lettura e di violinisti destinati a diventare leggendari come Ysaye e Hubermabnn, Enescu e Kreisler capaci di traghettare l’opera nel pieno del ventesimo secolo imponendone i reali valori estetici , con una melodia ampia e regolare, naturale mezzo espressivo di una tranquilla e placida poesia capace di generare al suo interno un numero elevatissimo di raffinate ed energiche idee tematiche. Anche il rapporto tra solista e orchestra è rivisto alla luce delle esigenze estetiche del compositore e si muove quindi controcorrente rispetto ai clichè ottocenteschi: per lui il virtuosismo non è mai fine a se stesso e l’orchestra non appare relegata a una funzione di accompagnamento qualificandosi come interlocutore al pari del solista.
E al pari del Secondo concerto per pianoforte, che lo segue di pochi anni (1881), il Concerto per violino dimostra di essere il frutto di un momento di speciale felicità artistica. Una delle garanzie prime del fascino irripetibile che è proprio del Concerto per violino è infatti il senso di tranquillità formale che in esso si respira quasi ininterrottamente: pressoché assenti essendo da questo lavoro i segni della fatica compositiva che costellano tante pagine di Brahms, anche e soprattutto fra le maggiori. Equilibrio e fantasia sono le strutture portanti di questo capolavoro.
Anton Bruckner Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore "Romantica"
Anton Bruckner scrisse la sua Quarta Sinfonia a Vienna nel 1874. I quindici anni successivi videro nascere un'intricata serie di revisioni e modifiche (alcune delle quali estranee alla volontà del compositore) che confusero e disorientarono esecutori, storici e studiosi bruckneriani. Soltanto nel 1953, con la pubblicazione dell'edizione critica di Leopold Nowak, la storia delle versioni della Sinfonia divenne chiara
Il 20 febbraio 1881 Hans Richter a capo dei Wiener Philharmoniker diresse questa versione della Sinfonia; ma dopo questa data Bruckner mise mano ancora alla partitura. Conclusi gli aggiustamenti nel giugno 1880, la Sinfonia potè finalmente essere presentata nel Musikvereinsaal della capitale austriaca, il 20 febbraio 1881, in un concerto dei Filarmonici di Vienna diretto da Hans Richter. Il successo della prima non servì ad arrestare la complessa e intricata storia delle rielaborazioni della Sinfonia, che proseguì con altri ritocchi per esecuzioni successive dirette da Felix Motti (nel dicembre 1881 a Karlsruhe, prima esecuzione di un lavoro sinfonico di Bruckner in Germania) e da Anton Seidl. La prima edizione a stampa, curata da Ferdinand Löwe e ritoccata nella strumentazione con il consenso dell'autore, venne pubblicata nel 1889.
La Quarta Sinfonia di Bruckner costituisce indubbiamente uno snodo fondamentale sia nella produzione musicale che nella stessa vita del compositore austriaco, incalzato a metà degli anni Settanta da incertezze e difficoltà. Ciononostante, proprio l'opera partorita in questo clima di angosciosa instabilità si rivelerà, dopo numerose traversie, il suo primo successo in una esecuzione pubblica, contribuendo ad avviarlo verso un consolidamento della propria situazione professionale ed economica (cosa che avverrà solo con il successo della Settima Sinfonia, all'età di 60 anni). Tra le undici Sinfonie portate a termine da Anton Bruckner, la Quarta Sinfonia "Romantica" oltre ad essere la più eseguita insieme alla Settima, è l'unica a portare un titolo di carattere descrittivo voluto dall'autore; furono gli amici e gli intimi di Bruckner a insistere perché lo stesso autore fornisse delle indicazioni programmatiche alla Sinfonia, che sono piuttosto generiche ma aiutano l'ascoltatore a entrare nel giusto clima musicale: una città medievale, l'alba, il richiamo delle trombe, il galoppo dei cavalieri nella foresta (Primo movimento); una marcia funebre (Secondo movimento); una caccia alla lepre seguita dal pranzo dei cacciatori (Terzo movimento); una festa popolare (prima versione del quarto movimento, poi completamente riscritto).
Gli anni in cui nasce la Quarta Sinfonia coincidono anche con l'epoca in cui si sviluppa l'accesa querelle tra i paladini di Bruckner (e indirettamente di Wagner) e quelli di Brahms, vicenda nella quale il compositore austriaco si trovò in una posizione di sofferente soggetto passivo, la sua colpa consistendo esclusivamente nell'adesione pubblica alla poetica wagneriana. Questa professione di fede, culminata poi nella dedica della Terza Sinfonia e riflessa nelle profferte di stima e affetto dell'autore del Tristan, aveva reso Bruckner inviso a Eduard Hanslick, il più potente e autorevole fra i critici viennesi, che pure inizialmente gli aveva mostrato simpatia e dispensato incoraggiamenti.
Oltre a deriderne sarcasticamente le prime Sinfonie, fu lo stesso critico a ostacolare a più riprese la carriera del compositore, come quando nel 1875, appena terminata la Quarta Sinfonia, fece in modo che fosse respinta la richiesta di un incarico all'Università di Vienna, impiego che avrebbe puntellato una situazione economica piuttosto critica.
Nel 1887, dopo anni e anni dall'inizio della composizione, Bruckner compì una quarta e definitiva revisione, che lo stesso Richter diresse il 22 gennaio 1888 a Vienna, insieme con il Te Deum, con successo ancor maggiore rispetto all'esecuzione di sette anni prima. Un altro trionfo si ebbe a Monaco nel '90: poi la Romantica divenne cavallo di battaglia di direttori prestigiosi come Mahler e Weingartner, e la sua sempre crescente fortuna rallegrò gli ultimi anni di Bruckner.
Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.