2019_03_02 Tributo sinfonico ai Queen diretto da Giovanni Marziliano

Sabato 2 marzo 2019 ore 20.30
Domenica 3 marzo 2019_03_03, ore 20.30
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione 2018/19 - laVerdi Pop’s
I Queen - Un tributo sinfonico
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Ensemble vocale
Direttore Giovanni Marziliano
A grande richiesta l’Orchestra Verdi raddoppia l’omaggio al gruppo di Freddie Mercury

Programma musicale
One vision
Now I'm Here
I Want It All
Killer Queen
Who Wants To Live Forever
I Want To Break Free
These Are the Days of our lives
Somebody To Love
Don’t Stop Me Now
In The Lap Of The Gods …. Revisited
Bohemian Rhapsody
Radio Gaga
Crazy Little Thing Called Love
We Will Rock You
We Are The Champions

Dopo il sold out della prima data, laVerdi aggiunge una nuova data del concerto-tributo sinfonico alla musica dei Queen. La prima serata, infatti, sabato 2 marzo (ore 20.30), è già andata esaurita e così domenica 4 marzo (ore 20.30) il concerto verrà replicato, sempre all’Auditorium di largo Mahler. L’Orchestra Verdi, che non è nuova a queste contaminazioni tra la classica e il mondo del rock (dalla musica dei Beatles a quella di Emerson Lake& Palmer, tanto per citare alcuni degli ultimi concerti) prosegue con successo nella strada - ancora poco praticata in Italia dalle altre orchestre sinfoniche - di eseguire con una compagine generalmente votata alla musica classica celebri brani che fanno parte della tradizione musicale rock e pop, arrangiandone le partiture in chiave sinfonica. Un’operazione utile non solo ad avvicinare due generi musicali apparentemente lontani, ma anche a creare un ponte ideale tra il pubblico dei concerti rock e quello della musica sinfonica.
In questa Stagione 2018-19 laVerdi dedica il primo appuntamento della mini-rassegna “laVerdi Pop’s” alla musica dei Queen, gruppo iconico della musica rock come il suo frontman Freddy Mercury. Una popolarità intensificata di recente anche dal grande successo del film "Bohemian Rhapsody", campione di incassi e che dopo il trionfo ai Golden Globes 2019 è candidato agli Oscar in cinque categorie.
Per questo concerto che sarà diretto dal Maestro Giovanni Marziliano nell’organico della formazione sinfonica dell’Orchestra Verdi al gran completo, sono stati inseriti due strumenti elettrici: un basso e una chitarra, mentre le parti vocali sono affidate a un Ensemble vocale. 

La scaletta rispetta la tradizione dei Queen nei loro concerti live più famosi: in apertura “One vision”, brano di Roger Taylor, ispirato al celeberrimo discorso di Martin Luther King Jr e in chiusura “We are the Champions” scritto da Freddie Mercury e considerato uno degli inni rock più famosi e iconici della storia della musica.
Durante il concerto verranno eseguiti i brani più celebri del vasto repertorio dei Queen, tra cui Bohemian Rhapsody, Radio Gaga, We Will Rock You, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, I Want To Break Free, Somebody to Love, e tanti altri nella loro trascrizione per orchestra sinfonica.
Nel corso delle due serate non mancheranno sorprese musicali, di cui ovviamente non possiamo svelare il contenuto.
I prossimi appuntamento con laVerdi Pops saranno dedicati alla musica degli Abba (6 aprile 2019) e a quella di David Bowie e Philip Glass (9 giugno 2019)

Biglietti euro 25.00/10.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org  www.vivaticket.it.

2019_03_01 laVerdi con Manuel Coves e il chitarrista Pepe Romero

Venerdì 1 marzo 2019, ore 20.00
Domenica 3 marzo 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Nel cuore della Spagna
Berio/Boccherini Ritirata Notturna di Madrid
Joaquín Rodrigo Concierto de Aranjuez
Federico Moreno-Torroba Concierto en Flamenco
Maurice Ravel Boléro
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Chitarra Pepe Romero
Direttore Manuel Coves
laVerdi con Manuel Coves e il chitarrista Pepe Romero
tra il Boléro di Ravel e il Concerto d’Aranjuez
Pepe Romero, uno dei più grandi chitarristi del nostro tempo, festeggia i suoi 75 anni con una tournée internazionale che lo vede nella tappa milanese sul palco dell’Auditorium insieme all’Orchestra Verdi venerdì 1 marzo (ore 20.00) e domenica 3 marzo (ore 16.00). Un debutto attesissimo che ci conduce nel cuore della sua Spagna per eseguirne due dei più amati capolavori che hanno per protagonista la chitarra, strumento che a lungo ha rappresentato nel mondo la Spagna e la sua variopinta storia musicale. Al grande talento di Pepe Romero sono affidati due classici del repertorio per chitarra classica: il Concerto d'Aranjuez (Concierto de Aranjuez) l'opera più nota di Joaquín Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del primo dopoguerra e il Concierto en Flamenco composto da Federico Moreno-Torroba agli inizi degli anni ’60.
Il direttore spagnolo Manuel Coves, pianista esperto, regista di opere liriche e di balletto, direttore con una carriera internazionale molto attiva, anche lui al suo esordio con laVerdi, dal podio continua il percorso musicale raccontandoci invece un’altra Spagna, così come è stata raccontata e immaginata da due maestri del Novecento: Luciano Berio e Maurice Ravel. Di Berio ascolteremo le sue trascrizioni per orchestra della Ritirata notturna di Madrid di Luigi Boccherini, brano del 1975, mentre del compositore francese Maurice Ravel l’Orchestra Verdi propone il suo conosciutissimo Boléro, composto nel 1927 e considerato uno dei grandi classici del Novecento. Il concerto che vede protagonista e fonte di ispirazione musicale la Spagna è in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Milano.

Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org  www.vivaticket.it.

Note al Programma

Berio/Boccherini  Quattro versioni originali della «Ritirata notturna di Madrid»
di L. Boccherini sovrapposte e trascritte per orchestra (1975)
Scritto su commissione dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, la composizione trae ispirazione dalla “Musica notturna delle strade di Madrid”, nota anche come “Ritirata notturna di Madrid” di Luigi Boccherini, tra i più importanti compositori di musica da camera e considerato l’ideatore del quintetto per archi. Lo stesso Berio così racconta la genesi dell’opera: “Le variazioni sul tema dalla Ritirata notturna di Madrid sono numerose nell’opera di Boccherini. Si tratta evidentemente di un pezzo che godeva di grande favore presso il pubblico, e il compositore lo ha trascritto parecchie volte per diverse formazioni da camera: due versioni per quintetto d’archi, una per quintetto con pianoforte, un’altra con chitarra, ecc. Ogni volta il testo presenta piccole varianti. Ho scelto quattro di queste versioni, le ho sovrapposte e, come dice il titolo, le ho trascritte per orchestra. L’unica parte aggiunta di sana pianta è quella della percussione, che tuttavia è derivata dagli originali:”

Joaquín Rodrigo Concierto de Aranjuez per chitarra e orchestra
Eseguito per la prima volta nel 1940 con l’Orchestra filarmonica di Barcellona, la chitarra di Regino Sainz de la Maza e la direzione di Cèsar Mendoza Lasalle, il brano ebbe un grande successo fin dalla sua prima esecuzione, tanto da divenire in breve tempo e poi sempre fino ad oggi, il Concerto per chitarra e orchestra di gran lunga più richiesto e più eseguito sulla scena internazionale. Il concerto d’Aranjuez racconta il mondo di un autore (Joaquin Rodrigo) che per tutta la sua lunga carriera volle sempre mantenersi distante dalle avanguardie artistiche e vicino invece alle ragioni di un folclorismo eclettico e di maniera, anche se spesso illuminato da intuizioni melodiche e armoniche di memorabile efficacia.
Questo concerto, composto tra il 1938 e il 1939 fra Parigi e Madrid, nei difficili anni della guerra civile spagnola, è memorabile per le sue felici invenzioni tematiche dando notorietà e risalto al genere di concerto per chitarra e orchestra che stava vivendo proprio in quegli anni un momento di particolare fioritura. Destinato alle abili mani di un virtuoso dell’epoca, Regino Sainz de la Maza, il concierto di Rodrigo trae titolo e ispirazione poetica dal ricordo dei sontuosi giardini del Palazzo Reale di Aranjuez. Sintesi del classico e del popolare, di forma e di sentimento, la composizione, articolata in tre movimenti di neoclassico nitore ed equilibrio, è un abile costruzione che riesce a bilanciare il delicato suono chitarristico con le più accese sonorità orchestrali.

Federico Moreno-Torroba  Concierto en Flamenco
Il nome di Federico Moreno Torroba (Madrid, 3 marzo 1891 – Madrid, 12 settembre 1982) è spesso associato alla zarzuela, tradizionale genere musicale spagnolo che egli ha contribuito a diffondere presso un pubblico internazionale. Tra le più conosciute vi sono la zarzuela Luisa Fernanda (1932) e La chulapona (1934), Virgen de Mayo (1925), El Poeta (1980). Molto note sono anche le sue composizioni per chitarra, molte delle quali sono state scritte per Andrés Segovia. Il suo stile attinge sia alle tradizioni popolari che a quelle classiche.
Torroba scrisse due concerti dedicati ai chitarristi di flamenco, il primo dei quali fu Concierto en Flamenco del 1962, scritto per il leggendario chitarrista di flamenco Sabicas . Pepe Romero ha inciso insieme al chitarrista Vicente Coves per l’etichetta Naxos tutti i concerti per chitarra e orchestra di Torroba, nel 2015 con la Malaga Philarmonic Orchestra diretta da Manuel Coves.

Maurice Ravel Boléro
All'origine di Boléro di Maurice Ravel c'è la richiesta al compositore, nel 1927, da parte di Ida Rubinstein, di una partitura per un breve balletto di ambientazione spagnola. Personaggio centrale nella vita teatrale parigina dei primi decenni del secolo, Ida Rubinstein si era imposta come artista di grande fascino all'interno della celebre compagnia dei Ballets russes, dalla quale si era poi presto staccata fondando una propria compagnia. Nonostante mancasse, come ballerina, di una tecnica veramente solida e fosse afflitta, come attrice, da un forte accento russo, la sua avvenenza e il suo carisma stimolarono la creatività di molti compositori (Debussy, Stravinskij, Honegger, Sauguet), letterati (D'Annunzio, Gide, Valery) e coreografi (Fokine, Massine, Bronislava Nijinska). In un primo momento il progetto di Ravel era quello di orchestrare alcune pagine pianistiche tratte da Iberia, celebre raccolta pianistica di Albeniz, compositore protagonista della rinascita musicale spagnola, scomparso nel 1909. Ma il progetto risultò impossibile, poiché i diritti per la trasformazione in balletto di Iberia erano già stati ceduti ad altri dagli eredi. Di qui la scelta del compositore di ripiegare sull’orchestrazione di una propria melodia di carattere spagnolo, forse annotata durante un viaggio nella regione dei Pirenei. Ravel si richiama a questo fiorentissimo filone della musca francese. Nelle lettere scritte nel corso della stesura Ravel si riferisce al brano chiamandolo Fandango; ma il titolo definitivo fu poi Boléro. Il Bolero, come danza caratteristica, rientrava perfettamente in un fiorente filone della musica francese dell’epoca, quella dell'esotismo ispanico della Francia ottocentesca, sviluppato soprattutto a fine secolo con molte numerose stilizzazioni. 
La prima esecuzione avvenne, il 22 novembre 1928, all'Opera di Parigi, con la direzione di Walther Straram e la coreografia di Bronislava Nijinska; la stessa Rubinstein era protagonista, nei panni di una ballerina gitana danzante sopra un tavolo, mentre, intorno a lei, altri gitani venivano progressivamente coinvolti nel vortice della danza. Fu Ravel a dirigere poi la sua partitura in forma di concerto, l'11 gennaio 1930 ai Concerts Lamoureux. In entrambi i casi un grande successo arrise alla composizione; ma Boléro era destinato a traguardi imprevedibili. Numerosissime le versioni coreografiche che si sono succedute, tra cui quelle di Aurelio Milloss, Serge Lifar, Filar Lopez e Maurice Béjart. Ma la melodia di Boléro si diffuse molto oltre i confini degli ambienti della danza e della musica colta; innumerevoli sono state le trascrizioni di vario tipo e per tutti gli strumenti, le trasposizioni nell'ambito della musica jazz (il Jacques Loussier Trio, fra gli altri), gli impieghi come colonna sonora cinematografica (Boléro di Claude Lélouche, il più celebre).
La piccola commissione per la ballerina, nata in fretta come soluzione di ripiego, da parte di un autore che non la tenne mai in eccessiva considerazione, nel tempo si è affermata così  come uno dei grandi classici del Novecento.

2019_03_19 SOGNANDO LA KAMCHATKA drammaturgia e regia Corrado Accordino

Dal 19 al 31 marzo 2019
Teatro Libero - Milano
SOGNANDO LA KAMCHATKA
drammaturgia e regia Corrado Accordino
con Corrado Accordino, Massimiliano Loizzi, Marco Ripoldi
assistente alla regia Valentina Paiano
scene e costumi Maria Chiara Vitali
Produzione Compagnia Teatro Binario 7

Dopo il debutto monzese e una tappa a Sansepolcro (AR) ospite del teatro diretto da Luca Ricci (direttore artistico del Kilowatt Festival), arriva a Milano il nuovo spettacolo di Corrado Accordino. Una storia di amicizia che nasce dalla collaborazione con Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi, volti noti del collettivo comico Il Terzo Segreto di Satira.

Da martedì 19 a domenica 31 marzo al Teatro Libero di Milano va in scena Sognando la Kamchatka, commedia scritta e diretta dal regista e drammaturgo monzese Corrado Accordino. Con lui sul palco Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi, attori di teatro e cinema protagonisti nei video de Il Terzo Segreto di Satira, collettivo comico nato sul web e approdato recentemente al grande schermo (Si muore tutti democristiani, 2018). Il titolo dello spettacolo allude alla regione russa resa celebre dal Risiko, il gioco da tavolo con cui i tre protagonisti amano passare insieme le serate.

NOTE DI DRAMMATURGIA
“Una visita fa sempre piacere, se non all'arrivo, quantomeno alla partenza”, è una verità ironica e crudele insieme. Stare con gli altri è un piacere, un bisogno, una consolazione, una trasformazione, e quando gli altri sono gli amici che abbiamo scelto la situazione è ancora più significativa.
Questa è una storia che parla di amicizia. Non l’amicizia adolescenziale, tutta viscere e istinto e grandi promesse d’affetto, ma l’amicizia matura, quella per cui bisogna sopportare, comprendere, amare l’amico che abbiamo scelto o che ci ha scelti o che il destino ci ha fatto incontrare. Quando siamo noi a scegliere e quando siamo scelti?
Una serata come tante altre, una partita a Risiko, qualcosa da bere, un po' di leggerezza e tre vite che si intrecciano, tra passato e ricordi e barzellette e rancori repressi e piccole invidie e segreti non detti e frasi a metà.
Cosa si nasconde dietro il nostro bisogno di condividere chi siamo con un amico? Quando una donna, o un uomo, ci ha lasciati o quando non riusciamo a dormire o quando pensiamo di farla finita o quando non c’è più nessuno che ci capisce o quando ci sentiamo senza un posto dove stare.
L’amico è un’àncora, una voce gentile, una spalla sicura, un consiglio premuroso. Ma non solo. È anche qualcuno che ci conosce bene, profondamente, e quando vuole ferire, sa dove e come colpire.
Corrado Accordino

Martedì 19 Marzo 2019_03_19
Mercoledì 20 Marzo 2019_03_20
Giovedì 21 Marzo 2019_03_21
Venerdì 22 Marzo 2019_03_22
Sabato 23 Marzo 2019_03_23
Domenica 24 Marzo 2019_03_24
Lunedì 25 Marzo 2019_03_25
Martedì 26 Marzo 2019_03_26
Mercoledì 27 Marzo 2019_03_27
Giovedì 28 Marzo 2019_03_28
Venerdì 29 Marzo 2019_03_29
Sabato 30 Marzo 2019_03_30
Domenica 31 Marzo 2019_03_31

Orari e giorni di spettacolo
lunedì – sabato ore 21.00
domenica ore 18.00
​Biglietti
intero € 18 under 25, over 60 e convenzionati € 13, under 18, scuole di teatro, allievi accademie e università € 10
Ufficio Stampa
stampa@teatrolibero.it

2019_03_05 Il Festino del Giovedì Grasso di Banchieri per il Coro del Collegio Borromeo

Martedì 5 marzo 2019 ore 21
Collegio Borromeo nella sala degli affreschi - Pavia
Adriano Banchieri
Il Festino del Giovedì Grasso 
Coro del Collegio Borromeo
Ensemble vocale EquiVoci
Barbara Maiulli e Giulia Ghiorzi, soprani;
Tomaso Valseri, controtenore;
Chris Iuliano, tenore;
Marco Grattarola, basso
basso continuo Giovanni Bracchi
Marco Berrini, direttore
ingresso libero

Il "Festino nella sera del Giovedì Grasso avanti cena" è il titolo di una  strepitosa pagina madrigalistica considerata il capolavoro del monaco benedettino Adriano Banchieri, grande protagonista della scena musica tra tardo '500 e '600. Una pagina brillante e gradevolissima caratterizzata da ironia e giocondità che è stata scelta dal maestro Marco Berrini per il nuovo concerto del Coro del Collegio Borromeo,  affiancato per l’occasione dai solisti dell’ensemble vocale EquiVoci (Barbara Maiulli e Giulia Ghiorzi, soprani; Tomaso Valseri, controtenore; Chris Iuliano, tenore; Marco Grattarola, basso).  Il basso continuo è affidato a Giovanni Bracchi. L’appuntamento è fissato per la sera di martedì 5 marzo nella sala degli affreschi (ore 21, ingresso libero).
 Già dal titolo è evidente l’intento parodistico che informa l’opera e che rivela la comicità spontanea e mordace dell’autore. Nel giorno del giovedì grasso il padrone di casa invita i suoi ospiti a divertirsi prima di mettersi tutti a tavola per la cena. Ed ecco quindi alternarsi corteggiamenti mascherati, scherzi e racconti piccanti. Alla fine si va a cena e non mancano neppure i brindisi. I cantori si esibiscono in una vera e propria vetrina di personaggi (vecchietti, zitelle, venditori, giovani innamorati) che si susseguono tra danze e onomatopee d’ogni sorta: imitazione di strumenti musicali e  versi di animali. In un allegro succedersi di rituali di corteggiamento, svolazzamenti di ventagli e molte altre cose, dominerà Lui, l’Amore, grande protagonista di sempre. Su tutto, naturalmente, la splendida musica di Banchieri.

2019_02_28 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

dal 28 febbraio al 28 aprile 2019
GALLERIA CLIVIO
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
presenta
SYLVANO BUSSOTTI
“Memorie e frammenti di vita (privata)"
catalogo con testo critico a cura di Stefano Sbarbaro
inaugurazione 27 febbraio h. 18.30 | Foro Buonaparte, 48 | 20121 Milano
Parma, via Emilio Lepido, 3/13       Milano, Foro Buonaparte, 48
+39 338 5479433

Come sottolinea il curatore della mostra Stefano Sbarbaro che definisce Sylvano Bussotti: ”…artista  poliedrico, dal percorso creativo multidisciplinare che non trova riscontri nel panorama culturale internazionale e che, proprio in ragione di una spontanea e indomita versatilità, sfugge ribellandosi a qualsiasi tentativo di definizione, secondo un atteggiamento che in parte ne costituisce la più evidente cifra stilistica…”, la cui produzione più intima di collages riconducibile al periodo degli anni ’60 e ’70 “……fonda sul processo di reminiscenza il proprio immaginario poetico, celebrato attraverso la forza evocativa dell’immagine e delle sue possibili rappresentazioni. Non è dunque un caso che nella produzione di Sylvano Bussotti la tecnica del collage assuma con il passare degli anni una sempre maggiore importanza, diventando in età matura una pratica quasi ossessiva che si è inoltrata dalla sua produzione artistica, musicale e teatrale insinuandosi inaspettatamente anche nella quotidianità, arrivando persino a incrostare mobili della sua abitazione, ripiani di scrivanie, comodini, mensole e librerie, tavoli e comodini, ante e sponde di armadi. Nell’affastellarsi di conoscenze e di esperienze biografiche e artistiche, il collage assume il valore di una necessaria sintesi visiva per contenere il flusso inarrestabile delle immagini che sedimentandosi nel tempo si mostrano come stratificati accumuli di memoria; il ritaglio è dunque un distillato simbolico e metonimico che, sradicato dal suo contesto, passa attraverso il filtro autobiografico per ricombinarsi coerentemente in una rappresentazione, o apparato visivo, con rinnovate strutture di senso...”. Con questa mostra la galleria intende far scoprire l’opera visiva dell’artista interfacciandola con la straordinaria carriera musicale, compositiva, di regia e di scenografia creando, così, un’endiadi perfetta per comprendere il quadro artistico di Sylvano Bussotti.                                                                               

2019_03_15 TADDRARITE scritto e diretto da Luana Rondinelli

dal 15 al 17 marzo 2019
Teatro Libero - Milano
4^ Rassegna Teatrale PALCO OFF
TADDRARITE
scritto e diretto da Luana Rondinelli
con Silvia Bello, Giovanna Mangiù e Luana Rondinelli
musiche Ottoni Animati - Roberta Prestigiacomo
produzione Accura Teatro Roma
Vincitore del Roma Fringe Festival 2014

Dopo un tour in tutta Italia, e tappe oltre oceano a New York e San Diego, “Taddrarite” tornerà in scena dal 15 al 17 marzo, presso il Teatro Libero di Milano. A ospitarlo è la quarta edizione della rassegna teatrale “Palco Off” dedicata ad “Attori, autori, storie di Sicilia”. Prima degli spettacoli verrà offerta al pubblico una degustazione di vini e prodotti tipici siciliani. Concluderà la serata un incontro con gli attori.

Una storia focosa, crudele, come la terra da cui nasce. Una storia vera di donne succubi, schiave, "sciroccate", accomunate dalla morsa del tragico destino di essere “fimmine”. Segreti stretti in grembo, lingue morse pur di non parlare ed evitare la vergogna delle violenze subite. Una storia di donne violate, ma non vittime. Donne che col sorriso -amaro- ma pur sempre sorriso, ironico, pungente, trovano il coraggio di rompere il silenzio e non rinunciano a sognare.

“Taddrarite” racconta di una notte. Una notte in cui svelare ciò che non è mai stato detto.
Tre sorelle vegliano, come nelle vecchie tradizioni siciliane, il marito morto della sorella minore. Vestite di nero, pipistrelli nella notte senza amore, le tre donne sono immobili e concentrate in un rosario che come una cantilena ripetono senza convinzione. In fondo c’è poco da pregare, e di fronte a quella bara chiusa il velo del silenzio, del pudore, delle bugie di anni viene finalmente squarciato. L’Ave Maria lascia il posto ad uno sfogo lucido, rabbioso e sarcastico che attraversa i loro ricordi di mogli e madri, e dà voce ai soprusi e alle violenze che non hanno mai osato confessare.
Passata la lunga notte, l'anima del defunto, secondo tradizione, abbandona finalmente la casa. Un silenzio nuovo avvolge ora le tre sorelle: un silenzio liberatorio, intessuto di forza, di voglia di reagire e combattere, perché nessuna donna dovrà nascondersi e nascondere mai più.

Un vortice di emozioni, ammissioni e confessioni in dialetto stretto. Il siciliano irrompe nella monotonia della novena come un’esplosione di suoni e colori. Un atto unico di risate al vetriolo, che in un’atmosfera surreale di leggerezza solo apparente affonda gli artigli nelle ipocrisie di famiglia e società, per scuotere le coscienze e ricordare che “a nasciri n’avutra vota c’è sempi tempo”.

Orari e giorni di spettacolo
venerdì e sabato ore 21.00
domenica ore 18.00
Orari e giorni degustazioni
venerdì e sabato ore 20.30
domenica ore 17.30
​Biglietteria
Teatro Libero - via Savona 10, Milano
biglietteria@teatrolibero.it 02.8323126

Biglietti
intero € 18 under 25, over 60 e convenzionati € 13, under 18, scuole di teatro, allievi accademie e università € 10

Ufficio Stampa
stampa@teatrolibero.it

Promozione Palco Off
Andrea Castelli
promozione@palcooff.it

2019_03_15 INCONTRI CON BARBARA COSTA

INCONTRI CON BARBARA COSTA, SOPRANO DALLA CARRIERA INTERNAZIONALE
Entrambi gli incontri adotteranno la formula di lezione concerto
esposizione dei diversi stili
spiegazione dei recitativi
tecnica e approccio migliore per affrontare una esecuzione .

https://www.lestanzedellamusica.org/lezione-concerto/

2019_02_28 CHRONOS3 presenta la prima nazionale di un nuovo lavoro di Emanuele Aldrovandi

TEATRO LIBERO  DI VIA SAVONA A MILANO 
STAGIONE 2018-2019
DIREZIONE ARTISTICA Corrado Accordino e Manuel Renga
dal 28 febbraio al 3 marzo e dal 7 al 10 marzo 2019

Giovedì 28 Febbraio 2019_02_28
Venerdì 01 Marzo 2019_03_01
Sabato 02 Marzo 2019_03_02
Domenica 03 Marzo 2019_03_03
Giovedì 07 Marzo 2019_03_07
Venerdì 08 Marzo 2019_03_08
Sabato 09 Marzo 2019_03_09
Domenica 10 Marzo 2019_03_10
Teatro Libero Via Savona, 10 - Milano
Emanuele Aldrovandi
ASSOCERÒ SEMPRE LA TUA FACCIA 
.. ALLE COSE CHE ESPLODONO
prima nazionale
con Paolo Bufalino, Marzia Gallo, Massimo Scola, Petra Valentini
regia Vittorio Borsari
Produzione CHRONOS3
VEDI FOTOSERVIZIO CONCERTODUTUNNO
Orari e giorni di spettacolo giovedì – sabato ore 21.00;  domenica ore 18.00

Il tema di fondo di Assocerò sempre la tua faccia alle cose che esplodono è quello dell’integrazione delle seconde generazioni di immigrati in Europa, visto da diversi punti di vista: chi discrimina, chi parte come foreign fighter, chi cerca di integrare/integrarsi, chi sfrutta, chi viene sfruttato, chi cerca di approfittare della situazione e chi sceglie la violenza. L’obiettivo non è quello di fornire uno sguardo esaustivo sulla “realtà” – per quello sono molto più adatti i documentari o i reportage giornalistici – ma di aprire squarci di riflessione, con un approccio talvolta empatico talvolta concettuale, sulle dinamiche sociali del multiculturalismo nell'Europa contemporanea. 
L’obiettivo ultimo è quello di esplorare il mistero che circonda questi fatti contemporanei, approfondendone le dinamiche sociali, ma soprattutto le strutture tragiche e archetipiche con ironia e originalità.

Scrive l'autore:
"Non si può parlare di cosa significa essere europei, senza parlare dei sogni delle seconde e delle terze generazioni di immigrati.
Non si può parlare dei sogni delle seconde e delle terze generazioni di immigrati, senza parlare delle difficoltà d’integrazione.
Non si può parlare delle difficoltà d’integrazione, senza parlare del terrorismo di matrice islamica.
Non si può parlare del terrorismo di matrice islamica, senza parlare della politica coloniale degli stati europei.
Non si può parlare della politica coloniale degli stati europei, senza parlare di cosa significa essere europei.
Questo spettacolo parla di queste cose, della difficoltà di viverle e della difficoltà di parlarne".

Come è possibile che i terroristi dominino i titoli degli organi d’informazione e influenzino la situazione politica mondiale? Semplicemente spingono i loro nemici a reagire in maniera eccessiva. Nella sua essenza, il terrorismo è una forma di spettacolo.

Biglietti intero € 18 under 25, over 60 e convenzionati € 13, under 18, scuole di teatro, allievi accademie e università € 10
TEATRO LIBERO
via Savona 10, 20144 MILANO
02 8323126 | biglietteria@teatrolibero.it  https://www.teatrolibero.it/
La Danza Immobile srl Impresa sociale ETS
Sede legale via Savona 10, Milano.

2019_02_28 Grande ritorno sul palcoscenico del Teatro Dal Verme di Milano del grande pianista Louis Lortie

Giovedì 28 febbraio 2019_02_28 ore 20.00
Sabato 2 marzo 2019_03_02 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 28 febbraio ore 10.00
Teatro Dal Verme Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
74ª STAGIONE SINFONICA
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Ritratti d’Autore
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart 
In programma:
Mozart,
La clemenza di Tito, ouverture
Concerto per pianoforte e orchestra n. 24, in do minore, K491
Concerto per pianoforte e orchestra n. 27, in Si bemolle maggiore, K595
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Direttore e pianoforte: Louis Lortie

Giovedì 28 febbraio ore 19.00 e Sabato 2 marzo ore 16.00
Gian Mario Benzing intervista Louis Lortie

Grande ritorno sul palcoscenico del Teatro Dal Verme di Milano del grande pianista Louis Lortie, impegnato anche come direttore nel quarto programma monografico del cartellone della 74ª Stagione Sinfonica dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali, Ritratti d’Autore.
Il ritratto musicale che si vuole delineare è quello del “Genio di Salisburgo”, Wolfgang Amadeus Mozart, attraverso l’ouverture da La Clemenza di Tito, che ci darà un assaggio del Mozart compositore per il teatro, per arrivare a due celeberrimi concerti per pianoforte e orchestra: il n. 24 e il n. 27.
Anche questa settimana il pubblico del Teatro Dal Verme avrà poi la possibilità di partecipare – a ingresso libero e fino ad esaurimento posti – all’incontro di approfondimento che introduce il concerto, durate il quale Gian Mario Benzing, critico e giornalista del “Corriere della Sera”, intervisterà il M° Lortie: giovedì 28 febbraio alle ore 18:00 e sabato 2 marzo alle ore 15:00.
Biglietteria TicketOne - Teatro Dal Verme
Via San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano
Tel. 02 87.905.201 - dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
www.ipomeriggi.it www.ipomeriggi.it/facebook www.ipomeriggi.it/youtube
Biglietteria on-line: www.ticketone.it

2019_03_15 Torna la lirica allo Spazio Teatro 89 di Milano con VoceAllOpera in scena “Rigoletto” di Verdi

Venerdì 15 Marzo 2019_03_15 ore 20.00
Domenica 17 Marzo 2019_03_17 ore 15.00 
Spazio Teatro 89 di Milano
STAGIONE 2018-2019
Spazio Teatro 89 - Ufficio stampa
Giuseppe Verdi
RIGOLETTO
su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse.

Personaggi ed interpreti
Il Duca di Mantova (tenore) DAVIDE TUSCANO
Rigoletto, suo buffone di Corte (baritono) ALESSIO VERNA
Gilda, figlia di Rigoletto (soprano) SABRINA SANZA
Sparafucile, sicario (basso) CARLO ANDREA MASCIADRI
Maddalena, sorella di Sparafucile (contralto) CAMILLA ANTONINI
Giovanna, custode di Gilda (mezzosoprano) CAMILLA ANTONINI
Il Conte di Monterone (baritono) EMIL ABDULLAIEV
Marullo, cavaliere (baritono) FRANCESCO AURIEMMA
Matteo Borsa, cortigiano (tenore) MAURIZIO DE VALERIO
Il conte di Ceprano (basso) MARIANO OROZCO
La contessa di Ceprano (mezzosoprano) LUANA LOMBARDI
Un usciere di corte (basso) GABRIELE FACCIALÀ
Un paggio della Duchessa (soprano) LUANA LOMBARDI
Cavalieri, dame, paggi, alabardieri (coro)
CORO VOCEALLOPERA
diretto dal maestro DIEGO TERRENI
Organico orchestrale di 41 elementi composto
dall’ORCHESTRA D’ARCHI DELL’ENSEMBLE TESTORI
e dalla CIVICA ORCHESTRA DI FIATI DI MILANO
NICOLÒ JACOPO SUPPA, direttore

Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.
Tel: 0240914901; info@spazioteatro89.org; www.spazioteatro89.org
Quando: mercoledì 13 marzo (ore 15) prova generale; venerdì 15 marzo (ore 20); domenica 17 marzo (ore 15). Ingresso: 25 euro intero; 20 euro ridotto (Under 25, Over 65, convenzioni Arci, Feltrinelli, socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi).
Prova generale: 10 euro.
Biglietti: https://www.vivaticket.it/ita/event/rigoletto-voceallopera/127077

La rilettura del capolavoro verdiano è affidata al regista Gianmaria Aliverta, che ha scelto di rimanere fedele alla partitura ma che ha trasformato il protagonista in un travestito. Che organizza i festini dell’alta società, procacciando al Duca e ai suoi ospiti escort giovani e belle

La stagione lirica 2018/2019 dell’associazione VoceAllOpera presso lo Spazio Teatro 89 di Milano continua con “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, in programma venerdì 15 (ore 20) e domenica 17 marzo (ore 15). La prova generale, aperta ai giovani e agli anziani, si svolgerà mercoledì 13 marzo alle ore 15.
La rilettura del capolavoro verdiano è affidata al regista Gianmaria Aliverta, che ha operato su due fronti. Da un lato, insieme al giovane direttore Nicolò Jacopo Suppa, ha scelto di rimanere fedele alla partitura. «Verdi concepisce quest’opera come un flusso costante di musica e drammaturgia, quasi un film ante-litteram. Noi abbiamo eliminato tutte quelle puntature che imprigionerebbero questo flusso in formule chiuse secondo lo schema recitativo-aria-cabaletta, eccezione fatta per “Cortigiani, vil razza dannata”, in quanto Rigoletto va a toccare per l’unica volta una nota che apre nuovi scenari drammaturgici e musicali» afferma Suppa. Dall’altro lato, scavando nel personaggio di Rigoletto, Aliverta pone l’accento sulla sua deformità, cercando di comprendere le ragioni del suo animo inquieto. Del resto, proprio la malformazione è l’aspetto centrale, l’elemento che caratterizza il protagonista, come ebbero modo di argomentare lo scrittore francese Victor Hugo nel dramma “Le Roi s’amuse” (a cui Verdi si rifà), Verdi stesso e il Piave contro i tentativi di censura dell’opera: «Rigoletto è deforme, Rigoletto è malato, Rigoletto è il buffone di corte. Triplice infelicità che lo rende cattivo. Rigoletto odia il re perché è re, i gentiluomini perché sono gentiluomini, gli uomini perché non hanno tutti una gobba sulla schiena».
Come detto, Aliverta rimette al centro la deformità di Rigoletto perché solo evidenziando la sua malformazione si può leggere il personaggio e provare a capirlo. L’odio che egli cova verso il mondo esterno lo acceca al punto di scambiare l’isolamento e la prigionia della figlioletta Gilda per amore paterno e protezione: «Il mio Rigoletto sarà un travestito che organizza i festini dell’alta società finanziaria per il Duca e procaccia a lui e ai suoi ospiti escort giovani e belle - spiega il regista - A causa della sua deformità, il protagonista deve indossare abiti femminili, motivo di derisione e umiliazione. Rigoletto viene concepito come mero oggetto sessuale, benché lui non si prostituisca. Da ciò nasce il suo odio verso la società che, allo stesso tempo, lo schernisce ma che di lui ha bisogno. Un odio che lo condurrà verso il baratro, trascinando dietro di sé la figlia che tanto ha cercato di proteggere ma a cui ha solo sottratto la libertà individuale. Verdi mette in scena l’ennesima denuncia alla società, una società che giudica l’apparenza prima ancora della sostanza, che non si fa mai un esame di coscienza. Così come fa Rigoletto stesso, che odia chiunque lo giudichi, ma è lui il primo a non soffermarsi sulle conseguenze delle proprie azioni, finendo per diventare il sicario della figlia e darne poi la colpa al fato».
Il cast, formato come sempre da giovani talenti, è stato selezionato nelle ultime audizioni indette da VoceAllOpera: Rigoletto sarà il baritono piemontese Alessio Verna, Gilda il soprano campano Sabrina Sanza e il Duca di Mantova il tenore calabrese Davide Tuscano.
Sparafucile sarà Carlo Andrea Masciadri, Maddalena e Giovanna saranno impersonate da Camilla Antonini, Monterone da Emil Abdullaiev, il Conte di Ceprano da Mariano Orozco, Borsa da Maurizio De Valerio, Marullo da Francesco Auriemma, la Contessa di Ceprano e il Paggio da Luana Lombardi e l’Usciere da Gabriele Faccialà. Il Coro VoceAllOpera sarà diretto dal maestro Diego Terreni.
Nicolò Jacopo Suppa dirigerà un organico orchestrale di 41 elementi composto dall’Orchestra d’archi dell’Ensemble Testori e dalla Civica Orchestra di Fiati di Milano, che nel 2019 festeggia i suoi 160 anni di storia e che per la prima volta in assoluto diventerà parte integrante dell’ensemble musicale di uno spettacolo lirico.
Le scenografie, ideate da Alessia Colosso, sono state realizzate dagli ospiti della comunità psichiatrica riabilitativa “La Casa di Anania” della Fondazione Castellini di Melegnano, i quali hanno partecipato al laboratorio di approfondimento dell’opera tenuto da Aliverta e saranno ospiti degli spettacoli in teatro. I costumi sono ideati da Sara Marcucci e le luci da Elisabetta Campanelli.
La stagione lirica di VoceAllOpera è resa possibile grazie alla sinergia con lo Spazio Teatro 89, il Fondo Morosini, l’Ensemble Testori, la Fondazione Castellini e il Comune di Milano.

2019_03_09 Camera del Lavoro di Milano il duo Ronchini-Cattarossi

Viola e pianoforte all’Atelier Musicale: le suggestioni del duo Ronchini-Cattarossi
SABATO 9 MARZO 2019, ORE 17.30
Auditorium G. Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano
corso di Porta Vittoria 43
Penultimo appuntamento della XXV edizione dell’Atelier Musicale, organizzato dall’associazione culturale Secondo Maggio con la direzione artistica di Maurizio Franco e Giuseppe Garbarino.
RONCHINI-CATTAROSSI: SUGGESTIONI IN VIOLA
Maria Ronchini (viola)
Monica Cattarossi (pianoforte)

Programma:
P. Hindemith: Sonata op.25 n.4  per viola e pianoforte
(Molto vivace/Lentamente/Finale/Molto rapido e svelto)
D. Milhaud: 4  Visages  per viola e pianoforte
(La Californienne/The Wisconsonian/La Bruxelloise/La Parisienne)
G. Garbarino: Figure in viola  - Impressioni per viola e pianoforte
R. Clarke: Sonata  per viola e pianoforte
(Impetuoso/Vivace/Adagio)
Ingresso: con tessera di socio (5 euro) e abbonamento (80 euro) o biglietto (10 euro).
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
E-mail: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it; on line: www.secondomaggio.it

Pagine della compositrice inglese Rebecca Clarke (“Sonata per viola e pianoforte”), Hindemith (“Sonata op.25 n.4  per viola e pianoforte”), Milhaud (“4 Visages per viola e pianoforte”) e Garbarino  (“Figure in viola - Impressioni per viola e pianoforte”) con due interpreti d’eccezione nel penultimo appuntamento della stagione organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio
La viola sarà la protagonista del penultimo concerto della XXV edizione dell’Atelier Musicale in programma sabato 9 marzo (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera) nell’auditorium G. Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano: un duo d’eccezione, composto dalla violista Maria Ronchini e dalla pianista Monica Cattarossi, proporrà una serie di importanti pagine della letteratura per lo strumento, a cominciare da quella monumentale “Sonata per viola e pianoforte” che permetterà agli spettatori di conoscere la musica della compositrice e violista britannica Rebecca Clarke.
Musicista di assoluto livello, penalizzata come autrice per il solo fatto di essere donna, Clarke ci ha lasciato una pagina nella quale la viola viene trattata nelle più svariate e complesse maniere. Accanto alla sua stupenda composizione ecco la “Sonata” di Hindemith - autore di saldissima tradizione tecnica, neoclassico nel senso più profondo del termine - costruita con una tessitura di grande impegno, molto libera, varia ed estrosa. Sarà poi la volta di Milhaud, uno dei componenti del famoso “gruppo dei sei”, che ha portato nei suoi “4 Visages” echi ambientali e culturali tipicamente statunitensi, costruendo una musica piena di ritmi complessi e di abbellimenti. Infine, spazio alle “Figure in viola” di Giuseppe Garbarino, scritte con quella freschezza e con quella leggerezza di tratto che caratterizzano i lavori più recenti del compositore e direttore d’orchestra ligure.
Quello proposto dall’Atelier sarà, dunque, un programma originale e di grande levatura, che solo un duo estremamente affiatato può proporre al pubblico.
Maria Ronchini svolge un’intensa attività solistica e cameristica internazionale, valorizzando le caratteristiche espressive della viola attraverso l’esecuzione di un repertorio molto diversificato, con un’attenzione particolare alla musica del Novecento e a quella contemporanea. Vincitrice giovanissima di numerosi concorsi, Maria Ronchini è stata per anni membro dell’orchestra ECYO sotto la direzione di Abbado, Bamert, Bernstein, Leinsdorf e Ashkenasy.
Monica Cattarossi è una specialista della musica da camera. Oltre al sodalizio con Maria Ronchini, collabora stabilmente con il violoncellista Enrico Dindo e tiene corsi e concerti in Italia e all’estero. Tra i suoi partner musicali si possono citare, inoltre, la violinista Dora Schwartzberg e il violoncellista Julius Berger, di cui per anni ha accompagnato le masterclass presso il Mozarteum di Salisburgo. Entrambe le ospiti dell’Atelier insegnano al Conservatorio Guido Cantelli di Novara.

2019_03_09 Haydn protagonista nel concerto de I Pomeriggi Musicali

Giovedì 7 marzo 2019 ore 20.00
Sabato 9 marzo 2019_03_09 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 7 marzo ore 10.00
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
74ª STAGIONE SINFONICA
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Ritratti d’Autore: Haydn
Pianoforte: Dmitry Shishkin
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Direttore: Niklas Hoffmann

Haydn, Ouverture, in Re maggiore, Hob. Ia:7
Haydn, Concerto per pianoforte e orchestra, in Re maggiore, Hob.XVIII:11
Haydn, Sinfonia n. 102, in Si bemolle maggiore, Hob.I: 102
Giovedì 7 marzo alle ore 20:00 (con replica sabato 9 marzo alle ore 17:00), il 6° concerto monografico dei dieci che percorrono questa stagione darà spazio al Ritratto di Franz Joseph Haydn, colui che consegnò alle successive generazioni di compositori un riferimento imprescindibile per la scrittura sinfonica. A descrivere lo stile compositivo di Haydn è stato chiamato il direttore tedesco Niklas Hoffmann, che aprirà la serata guidando l’Orchestra I Pomeriggi Musicali attraverso la di lui Ouverture in Re maggiore.
La serata si concentrerà poi sulla produzione concertistica per pianoforte e orchestra e vedrà come protagonista il giovane Dmitry Shishkin. Vincitore di numerose competizioni internazionali e con una carriera che annovera il suo primo concerto all’età di soli 6 anni, il prodigio russo si esibirà nel Concerto per pianoforte e orchestra, in Re maggiore.
L’orchestra I Pomeriggi Musicali saluterà infine il pubblico del Teatro Dal Verme con l’esecuzione della Sinfonia n. 102.

Biglietti per la 74ª Stagione Sinfonica, Ritratti d’Autore
Interi Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti*Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Biglietti per le prove generali aperte, I Pomeriggi in anteprima
Interi€ 10,00 + prevendita
Ridotti* € 8,00 + prevendita
* (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Associazioni Culturali; Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)

Biglietteria TicketOne - Teatro Dal Verme
Via San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano
Tel. 02 87.905.201 - dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
www.ipomeriggi.itwww.ipomeriggi.it/facebookwww.ipomeriggi.it/youtube
Biglietteria on-line: www.ticketone.it

2019_03_09 PALAZZINA LIBERTY IN MUSICA

PALAZZINA LIBERTY IN MUSICA
Stagione concertistica 2018/19
Comune di Milano | Cultura, Area Spettacolo
Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame, Largo Marinai d’Italia 1, Milano

  
Sabato 9 marzo 2019_03_09, ore 20.45
XXXV edizione di “Incontri con la chitarra”
In ricordo di Rocco Peruggini
TANSMAN RITROVATO
Presentazione dell'integrale delle musiche per chitarra di Alexandre Tansman
Mario Castelnuovo-Tedesco, Tonadilla (sul nome di Andrés Segovia), Volo d’angeli (sul nome di Angelo Gilardino)
Alexandre Tansman, Hommage à Chopin - Suite in modo polonico - Tre danze da “In modo polonico” (prima esecuzione) - Pièce en forme de Passacaille
Johann Sebastian Bach, Ciaccona dalla Partita BWV 1004 per violino
Andrea De Vitis, chitarra
A cura di Ateneo della Chitarra
Ingressi
Intero: € 10 | Ridotto € 8: under26, over65 e dipendenti del Comune di Milano | € 5 per soci Ateneo della Chitarra, studenti della Scuola di Musica Città di Novate | Gratuito per i minori di 13 anni
www.ateneodellachitarra.it | info@ateneodellachitarra.it | T. +39 02 55187286

  
Domenica 10 marzo 2019_03_10, ore 10.45
XXVII stagione di Milano Classica “Geni Italiani”
OMAGGIO A CLARA
Intorno alla vita e alle opere di Clara Wieck Schumann nel bicentenario della nascita
Conversazione-concerto con Le Cameriste Ambrosiane
Clara Wieck Schumann, Trio in sol minore op. 17 per pianoforte, violino e violoncello
Lidia Bramani, conversatore
Le Cameriste Ambrosiane
Eleonora Matsuno, violino
Marija Drinčić, violoncello
Maria Semeraro, pianoforte
A cura di Milano Classica s. c. a r. l. e Associazione Culturale Le Cameriste Ambrosiane
Ingressi
Intero: € 8.00 | Ridotto € 5.00: under26, over65, studenti e dipendenti del Comune di Milano
www.milanoclassica.it | segreteria@milanoclassica.it | T. +39 02 28510173
www.lecameristeambrosiane.it | info@lecameristeambrosiane.it | M. +39 339 6023392
 
 
 Domenica 10 marzo, ore 15.30
XIII stagione del Festival Liederìadi
RARITÀ ITALIANE
Franz Schubert, Luigi Gordigiani, Saverio Mercadante, Giuseppe Martucci
Romanze, cantate, canzoni e liriche di raro ascolto per soprano e pianoforte
Serena Farnocchia, soprano
Paolo Raffo, pianoforte
A cura di Associazione Liederìadi
INGRESSI (anche online su vivaticket.it)
Intero: € 10 | Ridotto € 9: soci Fai e TCI | Gratuito per i minori di 18 anni
www.festival-liederiadi.it | liederiadi@festival-liederiadi.it | M. +39 347 4202137
 
  
Titola “Tansman ritrovato” il terzo appuntamento di sabato 9 marzo, ore 20.45, per la XXXV edizione di “Incontri con la chitarra”, la rassegna dedicata alla memoria di Rocco Peruggini, co-fondatore di Ateneo della Chitarra. In occasione del concerto il chitarrista Andrea De Vitis eseguirà l’integrale delle musiche per chitarra di Alexandre Tansman (1897-1986). Celebre virtuoso del pianoforte e compositore polacco di origine ebraica, trasferitosi in Francia nel 1919, Tansman ha lasciato una ricca produzione orchestrale e cameristica, fra cui numerose opere per chitarra, principalmente composte per il grande chitarrista Andrés Segovia. Nativo di Łódź  in Polonia, Tansman non si è mai discostato dalle proprie radici: ne sono un esempio le opere in concerto “Hommage a Chopin” e la raccolta di danze polacche “Suite in modo polonico”.  Con la fuga negli Stati Uniti nel 1941 in seguito all’ascesa di Hitler in Europa, Tansman modulò il proprio stile compositivo, evolutosi attraverso l’impressionismo sino ad accogliere le proposte dello Stravinskij neoclassico e persino della musica jazz. Come Alexandre Tansman, anche l’italiano di origine ebraica Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) emigrò negli Stati Uniti nel 1939 subito dopo la promulgazione delle Leggi Razziali. E come Tansman, anche Castelnuovo-Tedesco fu prolifico autore di una vasta produzione strumentale, fra cui musiche per il cinema e numerose opere per chitarra, fra cui  “Tonadilla” (sul nome di Andrés Segovia) e “Volo d’angeli” (sul nome di Angelo Gilardino), brani introduttivi al concerto di sabato. Lo chiude la Ciaccona dalla Partita n. 2 in re minore BWV 1004 di J.S. Bach per violino nella trascrizione per chitarra.

Nel duecentesimo anniversario della nascita di Clara Wieck Schumann (1819-1896) Le Cameriste Ambrosiane celebrano la compositrice e pianista romantica, nativa di Lipsia, con la conversazione-concerto di domenica 10 marzo, ore 10.45, “Omaggio a Clara”. L’appuntamento, introdotto dalla musicologa Lidia Bramani, culminerà nell’esecuzione del Trio in sol minore op. 17, composto nel 1846 dalla musicista tedesca; per il pubblico della Liberty lo interpreteranno Le Cameriste Ambrosiane Eleonora Matsuno al violino, Marija Drinčić al violoncello e Maria Semeraro al pianoforte. L’evento, nell’ambito della XXVII stagione di Milano Classica, rientra nella rassegna “Between – Arte & Musica” a cura di Barbara Pietrasanta e Diego Pasqualin. In occasione del concerto sul palco della Palazzina saranno esposte tre tele a olio di Barbara Pietrasanta, riunite nella serie dal titolo “Awakening” (in italiano “risveglio”), omaggio alla femminilità tutta, non soltanto alla celebre consorte di Robert Schumann.


Sempre domenica 10 marzo, ore 15.30, il Festival Liederìadi, fondato e diretto dal tenore Mirko Guadagnini, presenta “Rarità Italiane”, quarto concerto della sua XIII edizione. Il soprano Serena Farnocchia e il pianista Paolo Raffo guideranno il pubblico alla scoperta di opere di raro ascolto nel repertorio vocale del Novecento italiano per la firma dei compositori Luigi Gordigiani (1806-1860), Saverio Mercadante (1795-1870) e Giuseppe Martucci (1856-1909) con un importante tributo alla produzione di Franz Schubert (1797-1828). A partire dalle quattro romanze di Gordigiani, definito lo Schubert italiano – “Il Trovatore”, “La lacrima”, “La notte”, “Elisa” - , si proseguirà con quattro canzoni di Franz Schubert dalla raccolta D688 – “Non t’accostare all’urna”, “Guarda che bianca luna”, “Da quel sembiante”, “Mio ben, ricordati” - ; a seguire la cantata “Virginia” di Mercadante, al suo tempo apprezzatissimo compositore d’opera, per concludere con le sette liriche da “La canzone dei ricordi”, op. 68, fra i maggiori successi di Giuseppe Martucci, considerato uno dei pochi esponenti del sinfonismo italiano del periodo tardoromantico. 

2019_03_07 Fazil Say e il Palazzo che cammina a laVerdi

Giovedì 7 marzo 2019, ore 20.30
Venerdì 8 marzo 2019_03_08, ore 20.00
Domenica 10 marzo 2019_03_10, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Fazil Say e il Palazzo che cammina
Wolfgang Amadeus Mozart Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Fa maggiore K 37
Fazıl Say "Yürüyen Köşk" for piano and strings
Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do minore op. 37
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore e solista Fazıl Say
Il grande direttore, pianista e compositore turco torna all’Auditorium con Mozart, Beethoven e Say

Dopo il debutto nel 2017 (30,31 marzo e 2 aprile) Fazil Say, pianista, compositore, direttore d'orchestra e acclamato jazzista, torna a dirigere l’Orchestra Verdi all’Auditorium di largo Mahler con due capolavori per pianoforte e orchestra: il primo concerto per pianoforte e orchestra n. 1 (in Fa maggiore K 37) composto da Mozart a soli 11 anni e uno dei più noti ed eseguiti concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven il terzo. Inoltre sul palco dell’Auditorium il celebre musicista turco porta una sua recente composizione per pianoforte e orchestra intitolata Yürüyen Kösk (Il palazzo che cammina) in omaggio a Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna e amante della natura al punto che, nel 1930, per salvare un platano fece spostare di diversi metri la costruzione di un edificio che avrebbe successivamente donato al suo popolo. Un gesto di rispetto e generosità che il pianista e compositore turco ha voluto ricordare con la sua musica emozionante e coinvolgente. Nelle sue composizioni Fazil Say fonde esperienze musicali che vanno dal folklore alle sonorità jazz e alle atmosfere del repertorio classico europeo, di cui è uno dei più apprezzati interpreti. Artista geniale e versatile dal talento multiforme Fazil Say non è mai scontato, sia che sieda al pianoforte per eseguire Beethoven o Mozart, sia che esegua la sua musica orientata a creare un ponte ideale tra Oriente e Occidente. Nato nella capitale turca nel 1970, Fazil Say è sulla scena internazionale da oltre venticinque anni; ha suonato con le orchestre e i direttori più importanti e nelle più famose sale del mondo, mantenendo intatta la sua capacità di emozionare e di coinvolgere il pubblico con interpretazioni che arrivano dritte al cuore. Le sue performances sono leggendarie: Fazil Say usa le dita, le mani, i gomiti, il collo, la testa, la bocca, la voce, il corpo intero. “Non possiamo suonare Mozart semplicemente con le dita – ha dichiarato una volta – La sua musica ha bisogno di essere assorbita dal nostro corpo, dal nostro essere, dalla nostra vita. Dobbiamo viverla, respirarla. Ho tanto cercato di raggiungerla e poter essere degno di lei”

Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org  www.vivaticket.it.

Note al Programma
Wolfgang Amadeus Mozart Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Fa maggiore K 37
Composto nell’aprile 1767 a soli 11 anni, l'opera segna il passo successivo a quello della trascrizione per un organico più "ampio" delle tre sonate di Johann Christian Bach, compiuto dal piccolo Mozart, rappresentato dai quattro concerti per pianoforte e orchestra K 37, K 39, K 40 e K 41, composti tra l'aprile e il luglio 1767, a Salisburgo. I quattro concerti sono lavori basati su materiale (per clavicembalo) di altri compositori, tanto che lo stesso Leopold non li inserì nel catalogo delle opere del figlio, redatto nel 1768, in quanto forse rappresentavano parte di quel repertorio che il giovane Mozart avrebbe dovuto eseguire nel giro dei suoi successivi concerti a Vienna.
Mozart, nei suoi primi quattro concerti, ha basato ogni movimento su una sonata per pianoforte composta da qualcun altro. La pratica di prendere in prestito, adattare e organizzare pezzi di altri compositori era comune nelle opere del giorno, e gli studiosi ritengono che Leopold Mozart volesse che suo figlio conoscesse la scrittura orchestrale e, più specificamente, con il mezzo del concerto.
In effetti, potrebbe essere che Leopold Mozart avesse concepito questo come metodo di insegnamento compositivo. Questo è forse supportato da due fatti: in primo luogo, Leopold ha escluso i primi quattro concerti dalla sua lista del 1768, suggerendo che potrebbe non averli considerati vere composizioni da suo figlio. In secondo luogo, gli autografi delle quattro opere sono i prodotti congiunti di Mozart e Leopold (sebbene K. 41 sia principalmente nella mano di Leopold da solo). I concerti furono organizzati nel 1767, quando Mozart aveva undici anni, dopo una lunga permanenza a Parigi. Fu durante questa tappa del tour che Mozart conobbe i compositori Johann Gottfried Eckard, Johann Schobert, Hermann Friedrich Raupach e Leontzi Honauer, dalle cui sonate prese in prestito e arrangiava i movimenti nella forma del concerto.

Fazıl Say Yürüyen Köşk (Il palazzo ambulante)- Hommage à Atatürk, op. 7.
Con questa composizione del 2017 Fazıl Say omaggia Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna. Infatti nel 1930, in un episodio biografico divenuto ormai leggendario, egli decise di salvare un platano spostando una fattoria che avrebbe successivamente donato alla sua gente. Un episodio ben noto che mostra il fondatore della moderna Turchia, come un progressista amante della natura: un gesto di rispetto e generosità che il pianista e compositore turco ha voluto ricordare con questo concerto.
Yürüyen Köşk – Hommage à Atatürk, op. 7 - il cui titolo significa “il palazzo che cammina” - è un ampio brano diviso in quatto movimenti (Illuminazione – Lotta contro l’oscurità – Credere nella vita – Il platano) ed esiste in due versioni, per pianoforte solo – che costituisce la quarta parte di The Art of the Piano - e per quintetto. È ispirato ad un episodio della vita di Atatürk, il padre della Turchia moderna, che in una sua proprietà fondò una “fattoria del popolo” per incoraggiare le pratiche agricole moderne. Quando un platano crebbe così tanto da rendere necessario tagliarne un ramo per non danneggiare un edificio che sorgeva lì vicino, Atatürk decise piuttosto di spostare il palazzo di qualche metro, con una complessa opera di ingegneria. Poi donò al popolo turco questa proprietà e tutti gli altri suoi beni. In questo concerto poetico e coinvolgente Fazil Say riesce a far dialogare il mondo della musica classica europea con la tradizione musicale turca. Un risultato esaltato dalla sua tecnica brillante e sempre capace di sorprendere.

Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do minore op. 37
Beethoven compose il Concerto in Do minore, il terzo tra quelli ufficialmente pubblicati col numero d’opera, tra gli anni 1800-1801. Il lavoro, edito nel 1804 come op. 37, era stato eseguito personalmente da Beethoven a Vienna il 5 aprile 1803, con esiti poco felici, sia di critica che di pubblico. L'anno dopo l’opera veniva pubblicata, incontrando un successo che ne ha fatto per tutto l'Ottocento il concerto pianistico beethoveniano più eseguito.
Questo concerto occupa una posizione centrale nella storia del concerto beethoveniano, segnando un’importante tappa nell’evoluzione del repertorio pianistico con orchestra. Se infatti in esso la struttura e il rapporto fra solista e orchestra sono ancora improntati al modello del concerto classico, la scrittura pianistica sovente se ne distacca, assumendo tratti di inconfondibile originalità. Anche rispetto ai primi due Concerti per pianoforte, il terzo si impone per un linguaggio più serrato e un uso della tastiera più personale. È il primo pezzo per strumento solista e orchestra che rechi inconfondibili le tracce del genio beethoveniano, grazie anche al rapporto che Beethoven instaura tra orchestra e strumento solista, infrangendo la moda di quegli anni che assegnava al pianoforte un ruolo virtuosistico relegando l’orchestra a semplice ruolo di accompagnamento. Qui invece solista e orchestra si oppongono vicendevolmente con pari dignità e intensità drammatica in un confronto sempre vivo e acceso, ponendo così le basi per lo sviluppo del grande concerto classico-romantico.

2019_03_09 Bianco e Rosso al Verdi di Cassolnovo

Sabato 9 marzo 2019 ore 21.00
Teatro Verdi via Oberdan, Cassolnovo.
Bianco e Rosso
di Lorenzo Cordara e Samuel Sciarra
regia di Gaddo Bagnoli
con Lorenzo Cordara e Andrea Magnelli
costumi di Delia Gerli
scenografie di Severino Cordara
musiche di Samuel Sciarra
locandina di Jessica Iorio
produzione Scimmie Nude (2015)
Durata: 65 min. (tempo unico)
Ingresso a libera offerta.
Spettacolo consigliato dai 7 anni in su.
Per la prima volta a Cassolnovo la compagnia Scimmie Nude con il Progetto Speciale BIANCO E ROSSO, dedicato al grande teatro del 900! All’interno della rassegna teatrale al Teatro Verdi organizzata dal Comune di Cassolnovo e dall’Assessorato Cultura e Istruzione, una serata comica e brillante in occasione anche della Festa della Donna!

BIANCO E ROSSO : Progetto Speciale che vede per la prima volta insieme Andrea Magnelli, attore storico della compagnia Scimmie Nude, e Lorenzo Cordara, attore di pluriennale esperienza e dal 2013 insegnante della Scuola di Teatro Scimmie Nude.
I Progetti Speciali Scimmie Nude sono spettacoli in cui la spinta di sperimentazione propria della compagnia viene declinata in un teatro più tradizionalmente inteso e popolare ma nutrito e vivificato dagli studi effettuati in questi anni e dai successi riportati con la presentazione degli spettacoli di ricerca.
Il nostro percorso inizia dal rapporto tra il clown bianco e quello rosso, le note figure circensi, che spesso si ritrovano legati da una relazione padre-figlio. Il rapporto padre-figlio è fondamentale ed ineluttabile per la vita di ognuno di noi. Tutta la nostra esistenza, infatti, viene influenzata dal gioco di potere e di sfida, di amore e di protezione che stabiliamo con nostro padre.
Il “Bianco e Rosso” è un viaggio surreale e comico di due improbabili teatranti che in un tempo sospeso, quello della scena, attraversano caleidoscopiche atmosfere dove la vittima ed il carnefice s’intrecciano con il padre e il figlio, non si capisce più quanto uno appartiene all’altro, chi guida e chi è guidato.
Un percorso che s’ispira al grande teatro del novecento, attraverso il quale i due ‘comici drammatici’ si trasformano in tanti personaggi grazie al contenuto di un baule da viaggio che il Rosso trascina a fatica, tenuto a guinzaglio dal Bianco, in ogni nuovo teatro. Riusciranno a capire chi sono e dove vanno?

2019_03_01 Edouard Manet, Il chitarrista spagnolo

venerdì 1 marzo  2019 ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler
INIZIATIVE CULTURALI de laVerdi
Edouard Manet, Il chitarrista spagnolo, 1860
Suono di Spagna
Relatore Eugenio Della Chiara
Con il Concierto de Aranjuez e con il Concierto en Flamenco Rodrigo e Moreno-Torroba  riescono a rappresentare in musica - con limpida franchezza - i tratti fondamentali della propria identità nazionale, mentre Berio (sulle orme di Boccherini) e Ravel, da forestieri, offrono nelle loro composizioni un’immagine della Spagna più esotica, ma non per questo meno autentica. 

2019_02_25 INNER_SPACES 2018-2019 – identità sonore elettroniche

INNER_SPACES 2018-2019 – identità sonore elettroniche

#07 – Lunedì 25 febbraio 2019
Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b)  – Milano

• Ore 19 - Lezione a ingresso libero
Il paesaggio sonoro di R. Murray Schafer 
a cura di Nicola Scaldaferri – Università degli Studi di Milano

• Ore 21 - Concerto
Ars Monodica (I)
Robert Lippok (D)

Ars Monodica: Beatrice Palumbo voce - Matteo Giuliani, compositore
Giovanni Cospito, live electronics
Filippo Berbenni, regia acusmatica

info e prevendite: Biglietteria Auditorium
lun-ven 10 / 12.30 – 14 / 18 - tel.0286352231 
Acquisto on line: CLICCA QUI – Evento Facebook
www.centrosanfedele.net

Progetto interamente ideato da San Fedele Musica che presenterà due nuove opere commissionate dalla Fondazione Culturale San Fedele. Il programma è in forma di dittico, partendo da due grandi filoni storici della musica sacra, il gregoriano e la policoralità settecentesca.
Nella prima parte, il gruppo Ars Monodica, composto per l’occasione dalla cantante Beatrice Palumbo e dal compositore Matteo Giuliani, vincitore del Premio San Fedele Musica 2015, assistiti da Giovanni Cospito al live electronics, ricostruirà nell’auditorium San Fedele il riverbero di una cattedrale gotica per intonare composizioni del repertorio gregoriano. Senza soluzione di continuità, si succederanno un Kyrie, tratto dal Graduale Romano e la sequenza mariana O virga ac diadema composta da santa Ildegarda di Bingen.
L’inizio prevede un’introduzione musicale elettronica che ricostruisce l’ambiente acustico di una chiesa su cui si innesta il canto del Kyrie in modo stazionale. Il Kyrie eleison è una delle più antiche preghiere della liturgia cristiana. Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all’interno dei Vangeli: le testimonianze di un uso liturgico risalgono al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme, e al V secolo nella messa di rito romano. È usata come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni. L’espressione greca Κύριε ἐλέησον di cui “Kyrie eleison” è la traslitterazione dell’espressione in latino, tradotta nella lingua italiana con Signore, pietà, con maggiore aderenza alle fonti aramaiche e alla stessa lingua greca potrebbe essere tradotta anche come Signore, abbi misericordia, o ancor meglio abbi benevolenza.  Qualche teologo si è spinto fino ad una complessa traduzione: “Signore amami con tenerezza”. In realtà, questa triplice invocazione “Kyrie eleison – Christe eleison – Kyrie eleison” esprime una chiara richiesta di perdono, cui risponde una formula di assoluzione sacerdotale che termina normalmente gli atti penitenziali di rito romano.  Tuttavia, è vero che questa formula, particolarmente in traduzione, presenta un carattere penitenziale, che originariamente le era secondario, come dimostra anche il ricco sviluppo musicale che il testo conosce nella tradizione musicale gregoriana. La benevolenza è un termine oggi poco usato, ma andrebbe pienamente recuperato in tutta il suo significato. La benevolenza è l’amore non centrato sul “sé”, ma sul prossimo, l’altro. Un amore frutto dello Spirito, che infonde nell’anima un senso di serenità, di tranquillità e di pace che contagia e coinvolge chi ci è vicino.
Segue il canto della sequenza O virga ac diadema di santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina dell’alta Renania del XII secolo, autrice di testi poetici sacri e musicista. È una composizione dedicata alla Vergine Maria, nuova Eva, riconosciuto anche durante la vita della santa come uno dei suoi migliori canti. La grazia di questa sequenza risiede nella sua composizione musicale magistrale, in quanto musica e parola si intrecciano inestricabilmente. Ildegarda di solito scrive le sue sequenze seguendo la forma più antica di versi accoppiati, in cui le due strofe di una coppia condividono una melodia comune, ma in O virga ac diadema, la santa utilizza liberamente melodie diverse per ogni coppia successiva. L’elaborazione elettronica interviene in tempo reale per mettere in evidenza alcuni elementi espressivi del testo, senza turbare l’intelligibilità e la linearità della monodia gregoriana.
Dal punto di vista poetico, la sequenza O virga ac diadema ha una struttura ad anello. L’apertura celebra l’altezza regale di Maria (1a) mentre la strofa finale (6a / b) rappresenta Maria con le immagini dell’aurora e della salvatrice. Al centro, le due coppie di versi (3a / b) riprendono l’immagine iniziale del ramoscello (virga) in fiore e della sua predestinazione (3a), cui segue l’immagine del grembo della Vergine come scrigno d’oro (3b) e della femminilità come specchio che abbraccio tutta la creazione (4a), Maria è lodata dalla musica del cielo (4b). Tra queste tre vette tematiche nascono due meditazioni speculari sulla morte da cui il grembo della Vergine e il suo frutto salvano l'umanità: da un lato, il sentiero della vita in fiore che Adamo spogliò per i suoi figli (1b-2a) è restaurato nella Vergine dal potere procreativo non delle cose create ma del divino Creatore (2b); e d'altra parte, il dolore e il dolore deplorevoli introdotti nella femminilità (in mulierem) e nella sua progenie dallo straziante abbraccio di Eva dell'ignoranza (5a / b).
Nella seconda parte, il tedesco Robert Lippok, veterano della musica elettronica, si ascolterà la creazione del nuovo live set dal titolo Crucifixus, ispirato dalla drammatica e imponente polifonia a 24 voci reali suddivisi in sei cori sulla Passione di Cristo del veneziano Antonio Caldara (1670-1736).
La composizione policorale di Caldara è una contemplazione musicale della parte centrale del testo del Credo: Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato. Passus, et sepultus est (Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto).
Nel procedere delle frasi musicali, l’aspetto della crudeltà e l’orrore della crocifissione e della morte di Gesù vengono trasfigurati, resi portatori di un senso nuovo, scaturiti dalla presenza di Cristo. La musica di Caldara, in quel momento tragico di dolore, sofferenza e ingiustizia, immette in una dimensione di senso che stupisce, introduce una presenza che è la presenza stessa di Cristo che guarda tutto con mitezza.
La musica di Caldara, con il suo intenso movimento circolare, fa percepire la scena della crocifissione, morte e sepoltura di Cristo come un flusso che si propaga per raggiungere l’interezza dello spazio e del tempo: la croce di Cristo che abbraccia tutto e tutti.
Il live set di Robert Lippok riprende le intuizioni del musicista veneziano in un ampio affresco sonoro di 40 minuti. L’intento è di ricreare, in una prima parte, il lato disumano, assurdo e violento dell’arresto di Gesù, che passa di mano in mano, attraverso tecniche e contesti sonori provenienti dalla musica concreta e acusmatica. Per giungere, progressivamente, al centro dell’opera, a quella dinamica, mutuata da Caldara, che trasfigura la Passione, orientando l’attenzione sulla presenza di Cristo sulla croce. In questo modo, la crudeltà della crocifissione acquista una luce nuova, una mitezza che arriva improvvisamente e trasforma questo momento di sofferenza in momento di salvezza.

BIOGRAFIE 
ROBERT LIPPOK (D)
Artista audiovisivo e compositore di avanguardia, il tedesco Robert Lippok, fin da giovane, è stato un attore influente nella fiorente scena musicale sperimentale di Berlino. Nel 1983, ha co-fondato la punk band dissidente Ornament und Verbrechen con il fratello Ronald, ispirato dai pionieri dell’industrial Throbbing Gristle. Una piattaforma aperta per esplorare jazz, elettronica e concetti industriali, con collaboratori della scena underground della Germania Orientale. Il gruppo è rimasto attivo fino al 1995, data in cui il progetto è stato ripreso e trasformato dai fratelli Lippok con altri collaboratori nel gruppo dal nome palindromo To Rococo Rot. Una versione significativa della post-rock / elettronica iniziata dai fratelli Lippok e dal bassista di Düsseldorf Stefan Schneider. La band Krautrockish ha inaugurato un nuovo sviluppo di performance elettroniche con indagini acustiche e improvvisazioni in tutti i campi.
Conosciuto per la sua immaginazione espansiva, per i riflessi di una ritmica inventiva, e gli strati sonori disorganici, il lavoro solista di Lippok è altrettanto ampio - dal funky, glitchy, e slittamento dell’ambient techno in Redsuperstructure per Raster-Noton (2011), alla messa in scena di sound design per opere liriche, per installazioni in Gallerie d’arte e importanti collaborazioni con il compositore Ludovico Einaudi (nel Trio Whitetree), con l’arpista Beatrice Martini, il percussionista canadese Debashis Sinha.

L’Auditorium San Fedele è l’unica sala in Italia dotata di acusmonium, un’orchestra di 50 altoparlanti che consente la spazializzazione del suono. Ideato su disegno di Eraldo Bocca, il sistema SATOR è costituito da diverse tipologie di diffusori distribuiti lungo tre corone concentriche e una sezione di effetti che, attivato da due mixer, consente la diffusione di musica acusmatica, elettroacustica e mista. Questa particolare strumentazione viene impiegata anche per valorizzare, attraverso un’interpretazione live, di quei capolavori della storia del cinema che presentano materiale sonoro di  particolare interesse ed elaborazione. L’ acusmonium rende la sala uno spazio acustico tridimensionale, nel quale il suono costruisce effetti di profondità e lontananza inimmaginabili con un semplice impianto provvisto di surround, offrendo dunque allo spettatore un’esperienza unica e coinvolgente.

INNER_SPACES 2018-2019

Una produzione
San Fedele Musica

Guest curator
Plunge

Con il contributo di
Fondazione Cariplo

Con il patrocinio di
Comune di Milano

Media Partner
Digicult, Noisey, Lifegate, Poliradio, URSSS, Zero

In collaborazione con
Archivio Storico Ricordi, Conservatorio di Milano, Fondazione Isabella Scelsi, , Forum Austriaco di Cultura, Milano Musica, Università degli sudi di Milano – Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, Consolato Generale di Repubblica di Polonia in Milano

Un’iniziativa di
Fondazione Culturale San Fedele

Soggetto di rilevanza regionale
Regione Lombardia

2019_03_02 GRANDE SERATA LIRICA A NOVA MILANESE

I duetti d'amore di Puccini e un tenore della Scala

GRANDE SERATA LIRICA A NOVA MILANESE

Sabato 2 Marzo 2019 ore 21
Teatro Comunale di Nova Milanese,
via Giovanni Giussani 9 / piazza Gio.I.A
con
Lorena Balbo, soprano
Andrea Semeraro, tenore
Massimiliano di Fino, pianoforte
info e prenotazioni qui

Giacomo Puccini può essere considerato a tutti gli effetti il grande compositore dell’animo femminile. Lo spettacolo presenta l’amore semplice e genuino de La Rondine, quello ingenuo di Cio Cio San ed opportunista di Pinkerton, nella Butterfly, l’amore passionale e travolgente della Tosca per proseguire con il meraviglioso finale dell’atto primo della Bohème, infine concludendo con i diversi sentimenti presenti nella Turandot, tra la serva Liù ed il principe Calaf e di entrambi verso la principessa Turandot.
Una serata di grande lirica con la straordinaria partecipazione di artisti del Teatro alla Scala di Milano.