2016_12_16 Da Spoleto a Novara arriva il Cosi fan tutte Mozart/Da Ponte

Il commediografo Lorenzo Da Ponte è riuscito ad ottenere una fama imperitura grazie ai suoi tre libretti che ha scritto per Wolfang Amedeus Mozart; la trilogia composta dalle "nozze di Figaro" il "Don Giovanni" e "Così fan tutte" gli ha creato una fama  tanto imperitura da superare il suo corregionale Carlo Goldoni che pure scrisse tantissimi libretti per autori di melodrammi della sua epoca.

Venerdì 16 Dicembre 2016_12_16  ore 20.30 - Turno A
Domenica 18 Dicembre 2016_12_18 ore 16.00 - Turno B
Teatro Coccia - Novara
Wolfgang Amadeus Mozart
COSÌ FAN TUTTE
Ossia La scuola degli amanti
Coproduzione con Spoleto Festival dei due Mondi
Teatro Alighieri di Ravenna
Fondazione Teatri di Piacenza
Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 26 gennaio 1790
Edizioni Bàrenreiter-Verlag, Kassel
rappresentante per l'Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

Personaggi e Interpreti
Fiordiligi ARIANNA VENDITTELLI
Dorabella LUCIA CIRILLO
Guglielmo THOMAS TATZL
Ferrando ILKER ARCAYREK
Despina LAVINIA BINI
Don Alfonso CARLO LEPORE
ORCHESTRA GIOVANILE LUIGI CHERUBINI
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA  
CARLA DELFRATE, Direttore d'orchestra 
Regia GIORGIO FERRARA
Scene e costumi DANTE FERRETTI e FRANCESCA LO SCHIAVO
Luci DANIELE NANNUZZI
Maestro del Coro CORRADO CASATI

Biglietti dai 32,00 ai 62,00 euro. Per informazioni e acquisti www.fondazioneteatrococcia.it – 0321 233201. 
Torna protagonista l’opera lirica al Teatro Coccia di Novara: venerdì 16 dicembre alle 20.30 e domenica 18 alle 16 va in scena Così fan tutte, o sia La scola degli amanti di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte. La storia di una scommessa sulla fedeltà femminile, un’opera straordinariamente complessa sul senso dell’amore.
L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, fondata da Riccardo Muti, è condotta da Carla Delfrate, le scene e i costumi sono dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, la regia di Giorgio Ferrara, le luci di Daniele Nannuzzi, Coro del Teatro Municipale di Piacenza. 
Nel ruolo di Fiordiligi Arianna Venditelli, Dorabella è Lucia Cirillo, Guglielmo Thomas Tatzl, Ferrando Ilker Arcayurek, Despina Lavinia Bini, Don Alfonso Carlo Lepore.  
Arriva al Coccia di Novara l’opera che ha inaugurato nel giugno del 2015 la 58esima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, uno dei più grandi appuntamenti internazionali di teatro, arte, musica e spettacolo, prodotta da Fondazione Teatro Coccia con Spoleto58 Festival dei 2Mondi, Teatro Alighieri di Ravenna e Fondazione Teatri di Piacenza. 
L’allestimento è il primo dei progetti frutto della collaborazione tra il teatro novarese e il Festival dei Due Mondi: a giugno 2016 ha infatti inaugurato l’importante kermesse un’altra opera di Mozart Le nozze di Figaro, produzione di Fondazione Teatro Coccia che a gennaio del 2017 sarà mesa in scena al Cartagena Festival Internacional de Musica. 

Note del Teatro sull’opera
Così fan tutte, o sia La scola degli amanti, è la terza ed ultima delle tre cosiddette opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte, dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). Ultima opera buffa di Mozart, fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito al successo delle riprese viennesi di Don Giovanni (maggio 1788) e delle Nozze di Figaro (agosto-novembre 1789). La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, quasi al termine di quello che verrà poi definito come il noto decennio d’oro del grande compositore austriaco, poco prima della sua morte. L’opera continua a piacere anche nel terzo millennio: il segreto della sua longevità è nella magia della musica mozartiana, nel raffinato gioco linguistico, nella storia arguta e intrigante di una scommessa pericolosa, raccontata con maestria dai versi di Lorenzo Da Ponte, che mette alla prova la saldezza dei sentimenti per rivelare tutta la fragilità dell’essere umano. Quest’opera, che è stata condannata come immorale dopo le prime rappresentazioni, è oggi considerata, da molti, come una fra le migliori opere di Mozart. Composta dai classici due atti, si snoda attraverso sedici scene nel primo atto e diciotto scene del secondo, raccontando la storia di una scommessa sulla fedeltà femminile: "E’ la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!"
Al centro della vicenda, domina il tema amoroso e l’intreccio è di un’ammirevole geometria teatrale. Nella Napoli del XVIII secolo gli ufficiali Ferrando e Guglielmo scommettono con il cinico Don Alfonso che le loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, rimarranno loro fedeli. Don Alfonso vuole dimostrare che le ragazze sono, come tutte le altre, pronte al tradimento. Fiordiligi e Dorabella apprendono da Don Alfonso che i loro fidanzati stanno per partire, richiamati in guerra. Le due donne vengono convinte da Despina, pagata da Don Alfonso, ad accettare la corte di due albanesi che altri non sono che i loro fidanzati travestiti. Secondo il piano concordato con Don Alfonso, i finti albanesi corteggiano le dame, ma Guglielmo si rivolge a Dorabella e Ferrando a Fiordiligi, scambiandosi i ruoli e mettendo alla prova la fedeltà delle fidanzate. Sulle prime, l’atteggiamento virtuoso delle ragazze desta il compiacimento degli ufficiali, ma dopo tante lusinghe, le sorelle, ormai attratte dai due albanesi, cedono accettando di sposarli. Nel bel mezzo del banchetto nuziale viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli albanesi si eclissano e al loro posto tornano i fidanzati delusi. Guglielmo e Ferrando svelano l’intrigo e alle ingannate e ingannatrici, Don Alfonso riassume la morale della vicenda: alla scuola degli amanti il disinganno può solo portare saggezza. Si celebrino dunque le nozze: Fiordiligi con Guglielmo, Ferrando con Dorabella.
L’amore femminile è superficiale, dunque, ma è anche vero che Ferrando e Guglielmo - gettando i rispettivi travestimenti - sconfiggono il filosofo e perdonano le loro fidanzate. Le virtù dell’amore trionfano col ricomporsi delle coppie così come esse erano in origine. Né il cinismo del vecchio Don Alfonso né le malizie femminili della sua complice, la serva Despina, riescono a snaturare la passione amorosa, che ha subìto una semplice prova, vittoriosamente superata. In altre parole, l’amore è intangibile e inattaccabile dagli assalti che subisce tanto dal razionalismo filosofico quanto dai vizi mondani e se il valore dell’amore sta più nel perdono dei maschi che nell’umana debolezza delle donne, ciò corrisponde perfettamente al maschilismo corrente dell’epoca.

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