Teatro Lirico di Magenta
Matinée "Concerto aperitivo"
"W...LIszTALIA!"
concerto in occasione del duecentesimo
anniversario della nascita di Franz Liszt
(In abbonamento)
F.Liszt (1811-1886)
4 Valses oubliées
L'idèe fixe, Andante amoroso su un Tema di Berlioz
Totentanz
G. Verdi (1813-1901)/F.Liszt (1811-1886)
Miserere dal Trovatore
Rigoletto, Parafrasi da concerto
Don Carlo, Coro di festa e Marcia funebre
Aida, Danza sacra e Duetto finale
pianoforte, Luca Schieppati
NOTE DI SALA albert
Nota. Il virtuosismo trascendentale del periodo romantico non poteva essere meglio rappresentato che da Liszt (e da Paganini, per il violino). "Virtuoso" però - inteso cioè soltanto ad esaurire le possibilità tecniche dello strumento - Liszt non volle essere: se la tendenza romantica ad esasperare il virtuosismo a grave scapito della sostanza musicale tocca le vette più alte con l'indebito compiacimento per il 'lustro' mondano che ne sortiva, non perciò si devono ignorare i vantaggi che da quella tendenza derivano alla musica strumentale moderna, come la maestria tecnica nell'assoluto dominio di tutte le possibilità meccaniche, dinamiche ed espressive (coloriture ed effetti) dello strumento. Ed è perciò che - a ragione - Liszt si può considerare 'precursore' dell'impressionismo; Liszt creò uno stile.
Ed è appunto 'quello stile' tanto difficile da riscontrare nel panismo professionale che il più delle volte ostenta invece virtuosismo tecnico in prestazioni 'funamboliche' di gretto esibizionismo.
i 4 Valses oubliées e L'idèe fìxe parlano da sé.
Vale invece la pena di accennare a Totentanz (danza macabra che reca il sottotitolo "Parafrasi sul tema del 'Dies irae') una partitura originale per pianoforte e orchestra che impegnò Liszt per molti, molti anni.
Definito anche "Terzo concerto per pianoforte", è un tema tratto appunto dal celebre canto liturgico, non senza qualche aspetto plateale, ma di inesauribile ricchezza di invenzioni ritmiche ed armoniche.
A volte un po' slegata e discontinua, rappresenta tuttavia forse la più affascinante e tipica pagina lisztiana in quanto specchia gli aspetti contrastanti della personalità dell'autore. Costruita come una serie di 'variazioni', in essa, fantasia ed inventiva tecnica non trovano ostacoli; 'romantica' è la volontà di costruire qualcosa di inedito e stupefacente spezzando ogni aggancio con il passato, con la tradizione e con l'ordine. È una vera miniera di spunti genialissimi ed elettrizzanti; il pianoforte non vi ha funzione decorativa, non tende all'amplificazione sonora, ma è unicamente 'pensato' in funzione del ritmo e dell'inconsueto colore timbrico spesso raggiunto spingendo la scrittura alle estreme regioni dello strumento, sia gravi che acute.
Le parafrasi del repertorio verdiano sono un esempio della capacità di Liszt - che spesso sfiora il preziosismo- nell'arricchire le melodie che rimangono sempre sostanzialmente immutate, sfruttando tutte le risorse di tecnica e di colore del pianoforte con una modernissima ricchezza armonica. Pagine, queste, forse discutibili, ma che contano molto nell'elaborazione di un linguaggio pianistico di sconcertante abilità tecnica.
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