2010_09_16 Milano Teatro Out off Celtic-Metal per un Amleto barbaro ed edipico

Giovedì 16 settembre 2010_09_16 ore 20.45
Venerdì 17 settembre 2010_09_16 ore 20.45
Teatro OUT OFF - Milano 

William Shakespeare
AMLETO
regia, scene, costumi e revisione del testo: John Alexander Petricich
Compagnia del Teatro Popolare Italiano
John Alexander Petricich, Laura Zeolla, Anna Plebani, Marco Favia, Alessandro Bosi,
Stefania Canevalli.
musiche originali eseguite da Furor Gallico
Davide Cicalese, voce
Stefano Centineo, chitarra - voce
Luca Rossi, chitarra
Laura Brancorsini, violino
Becky Rossi, arpa celtica
Maurizio Cardullo, flauti, bouzouky, cornamusa
Simone Sgarella, percussioni
Fonico: Roberto Brogliato

La compagnia novarese del Teatro Popolare Italiano e la band “Furor Gallico” a Milano per uno spettacolo teatral-musicale sperimentale che si segnala per la sua originalità “In un mondo ideale, tutti dovremmo avere la possibilità, almeno una volta nella vita, di riflettere sull’Uomo del Nord, sul Principe del Nord”. Comprendere Amleto, interpretare Amleto: uno sforzo che può durare una vita e non essere coronato dal successo. “Potremo però accontentarci di esplorarlo, cercando di appropriarci, se non altro, del testo, con quella stessa frammentarietà di sforzi e di stili con cui fu composto”. Con questo programma e obiettivo John Alexander Petricich e la compagnia del Teatro Popolare Italiano, da quasi vent’anni protagonisti della vita culturale ed artistica della città di Novara, si propongono all’attenzione degli spettatori e degli appassionati milanesi presso il teatro di sperimentazione Out off di via Mac Mahon 16, in un’originale realizzazione del tragico capolavoro di William Shakespeare. Una rappresentazione pensata in chiave celtica grazie alla musica della band “Furor Gallico”, che intervallerà e accompagnerà lo spettacolo con suoni ispirati al genere del folkmetal. Un connubio che ha già riscosso notevole successo presso il Teatro Coccia di Novara e il teatro-auditorium Lux di Gattinara (Vercelli), del quale Petricich, attore protagonista e regista di questa rappresentazione, è fresco direttore artistico. Petricich aveva inoltre legato il suo nome all'”impresa” della lettura integrale della Divina Commedia, eseguita il 5 settembre 2008 e senza pause, in Piazza Duomo, a Novara, per una durata complessiva di 14 ore e 10 minuti. “Ogni volta che rappresento un'opera di Shakespeare mi sembra sempre l'ultima volta che possa rappresentarla", suole ripetere lo stesso attore e regista, sottolineando l’amore, la passione, ma anche il timore e il rispetto che l’opera del genio inglese infondono anche oggi. Un personaggio Amleto, quello del Teatro Popolare Italiano, che si identifica in un certo senso con Edipo, come aveva già colto il padre della psicanalisi Sigmund Freud (seguito in questo dal suo allievo e biografo Ernest Jones), ma anche interprete paradigmatico della contemporaneità, pensatore geniale ma dalla volontà incerta e imprecisa, quasi soffocata da una riflessione non chiusa in se stessa, bensì china sul dolore e la sofferenza che attraversano la vita di ciascuno di noi. “Ho sempre trovato naturale che l'origine del nostro rapportarsi col mondo fosse il legame che abbiamo con nostra madre”, chiosa Petricich, che lancia una domanda: perché Amleto nella sua furia interpretativa e speculativa si perde, non riuscendo ad analizzare il suo problema (l’amore, la vendetta, il rapporto con il padre e con la madre) con quella stessa potentissima lente che adopera per decifrare il mondo e il destino ultimo dell'uomo? A ciascuno,ad ogni spettatore la sua risposta. Certo è che sarà un Amleto violento, duro e barbaro. “Avrei voluto che Amleto – conclude Petricich - si abbandonasse definitivamente al pasto totemico del genitore e fosse in grado di interpretarlo; che smettesse di avvolgersi in un mantello di lutto per cercare di condividere la dignità dei defunti, delle vittime, che non gli appartiene”. In questo clima si colloca il “Furor Gallico”, ossia ciò che gli antichi Romani dicevano dello stato di bramosia del sangue dei guerrieri celti, pronti ad attaccare in battaglia per difendere il proprio popolo e le proprie terre. 
La band che prende il suo nome proprio da questa definizione e composta da otto elementi (divisi in una sessione elettrica di chitarre, basso e batteria e una sessione acustica composta da arpa celtica, violino, whistles, bouzouki e cornamuse) mescola appunto le melodie delicate e folkloristiche del mondo celtico alla potenza del metal narrando leggende e tradizioni ispirate alla Gallia Cisalpina, alla storia della mitica fondazione celtica di Milano, alle radici pagane della terra d’Insubria. Da Elsinore a Milano, dalla Danimarca al Nord-Italia lo spettatore verrà accompagnato in un percorso musicale in cui le atmosfere celtiche create dagli strumenti tradizionali vengono pindaricamente incalzate dai ritmi sostenuti e graffianti del metal, creando un vortice di sonorità, di volta in volta spigolose o idilliache, che lasciano una "lucida confusione" nella mente dello spettatore, proprio come nel cuore di Amleto. La band ha da poco pubblicato il suo primo album che sta promuovendo in Italia e all'estero. 

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