1983_06_06 Rudy affonda ne IL LAGO DEI CIGNI

PALAZZO DELLO SPORT
Via TESIO (S. SIRO) Milano
6-7-8 giugno 1983 ore 21
RUDOLF NUREYEV
con il
BOSTON BALLET
e le soliste
Laura Young - Marie Christine Mouìs - Yoko Morishita
ne
«IL LAGO DEI CIGNI»
accompagnato dall'orchestra diretta da
David Commanday


Prevendita presso:
Teatro Lirico, Piccolo Teatro, Teatro Ciak. Palazzo dello Sport.
Amplificazione e luci LEM Professional Division
Organizzazione: CIAK, «IL PUNTO» e con la collaborazione di LUIGI PIGNOTTI e VALENTIN PROCZYNSKY

Lunedì 6 giugno 1983
I miei appunti sul LAGO dei CIGNI con l'autografo della coreografa Violette Verdy (1933-2016)

Eccomi, reduce da una altra esperienza negativa, ho visto questo "balletto con la coreografia di Violette Verdy e Bruce Wells,con aggiunte varie di Nurejev recuperate da Petipa e Ivanov, ma non è che ci fosse molto anzi mi sembrava piuttosto tagliato rispetto agli altri che ho visto,compreso quello di Nicholas Beriozoff, un merito della serata è stato quello di rivalutare di molto l’ultima produzione scaligera, 7000 vittime del battage pubblicitario sono state coinvolte dalla presenza mistificatoria di un grande nome come quello di Rudolf e del Boston Ballet, per assistere ad uno spettacolo che prevedeva: 
1- le scenografie originali di Boston, cioè un telo di fondale fisso con la rappresentazione di un parco di un palazzo non meglio identificato;
2- la coreografia ricalcante le passate, con la riduzione notevole della difficoltà tecnica per il protagonista maschile e anche per la femminile;
3- soluzioni sceniche di straordinario effetto, come l'apparizione di Odette dietro uno stuolo di ballerini perciò quasi non vista, il fucile in sostituzione della balestra per la spietata caccia al cigno che vede il principe partire di volata per tornare nel suo stesso giardino affollato di cigni starnazzanti, giusto sdegno che lo guida a farne strage, la stessa festa successiva del terzo atto doveva infatti svolgersi nello stesso giardino, come pure la catarsi finale che vede prostrati e supplici lo stuolo di cigni bianchi con qualche cigno nera, e sullo sfondo Siegfried e Odette partire sulla navicella che ha per l’occasione prestato loro Lohengrin, che lo scenografo non fosse stato informato che l'autore era Tchaikovsky e non Wagner ?
4- Da sottolineare la straordinaria prova dell'arpa, con accompagnamento di orchestra guidata (ecco perché non c'era il nastro) dal maestro a rallentare! e a seguire il balletto piuttosto che un minimo di dinamica che facesse sentire un pò di Tchaikovsky.
totale ==== PECCATO ! ! ! !


I miei commenti sono stati poi condivisi dalla critica "ufficiale".








1981_04_01 BOLLETTINO per BIBLIOTECHE n.25 "opera e cinema" un interessante articolo

BOLLETTINO per BIBLIOTECHE n.25 APRILE 1981

  • GENEVIÈVE PATTE: LE AVVENTURE DEL LEGGERE E IL RUOLO DEL BIBLIOTECARIO
  • LE BIBLIOTECHE IN QUATTRO SITUAZIONI REGIONALI: LOMBARDIA, VENETO, EMILIA- ROMAGNA, CAMPANIA IL TERREMOTO E GLI ARCHIVI
  • DIVI & DIVINE LE RELAZIONI DEL CONVEGNO DI STUDI SUL DIVISMO (VITTORIO MARTINELLI, CLAUDIO CAMERINI, ADRIANO APRÀ, FRANCESCO CASETTI)
  • ERMANNO COMUZIO: L'OPERA LIRICA E IL CINEMA (CON FILMOGRAFIA ESSENZIALE)
  • FRANCO MONTINI: CINEMA E ROCK
  • DAVIDE TURCONI: QUANDO IN LOMBARDIA UNA RICERCA DI STORIA DELLO SPETTACOLO?
  • LE PUBBLICAZIONI DELL'UFFICIO SERVIZI CULTURALI DELL'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PAVIA (ANNI 1979-1980)
  • Amministrazione Provinciale di Pavia, Assessorato all'Istruzione, ai Servizi Culturali e all'Informazione Ufficio Servizi Culturali




1982_06_19 IL MATRIMONIO SEGRETO nel CORTILE DEL CASTELLO LITTA di GAMBOLO'

 "ah il bel tempo antico" dall'archivio di #mariomainino #concertodautunno il ricordo di un evento fuori porta, nella vivina Gambolò con la locandina e il mio solito schizzo per ricordami le scene, non per nulla a 13 anni avevo in mente di fare da grande "lo scenografo" eh eh
COMUNE DI GAMBOLO'
BIBLIOTECA CIVICA
CORTILE DEL CASTELLO LITTA
Sabato 19 giugno 1982 ore 21,30
IL MATRIMONIO SEGRETO
dramma giocoso in due atti di Giovanni Bertati
musica di DOMENICO CIMAROSA
personaggi ed interpreti
IL SIGNOR GERONIMO - ALFREDO CORNO 
ELISABETTA - ANNE DEMAINE
CAROLINA - MARIA GRAZIA POLCARO
FIDALMA - BRUNELLA LAVECCHIA
IL CONTE ROBINSON - FRANCO GOLFIERI
PAOLINO - JIRO FUTAGAMI
AL CLAVICEMBALO : Franco TORRI
Maestro concertatore e Direttore d'orchestra
FRANCO TORRI
REGIA COOP. POLIARTE
Scene e costumi di ALFREDO CORNO
realizzati dai Laboratori Poliarte
aiuto scenografo Dario Hueller
direttore di palcoscenico Gilda Cargiolli
responsabile servizi costruzione Luciano Rebagliati
responsabile sartoria Serafina Rizzitelli
Direttore artistico della cooperativa FLORIANA CAVALLI




1980_02_14 Mario Pasi commenta la performance di Nurejev alla Scala

Giovedì 14 febbraio 1980 - SPETTACOLI
NELLA SERATA CHE HA RIVELATO IL COREOGRAFO LOUIS FALCO 
Nureyev «padrone» della Scala
Per la prima volta una sponsorizzazione entra nel tempio della lirica con una ditta di tessuti

Rudolf Nureyev 1966 Bella addormentata
foto Erio Piccagliani
ricevuta da Ufficio Stampa Teatrto alla Scala
Stagione 2018-2019

MILANO Quell'atmosfera da terzo mondo che si respirava fino all'anno scorso al balletti della Scala, quell'aria di colonia ogni tanto beneficata da qualche generosa donazione straniera, sl è definitivamente dissolta in una serata importante di danza moderna, nobilitata dalla presenza di coreografi e interpreti di rango, e da una esecuzione grintosa, precisa per impegno e volontà con la musica ben diretta.
C'era Rudolf Nureyev con Anna Razzi nella "Signorina Giulia" di Birgit Cullberg; e Luciana Savignano era la protagonista del nuovissimo "Nido d'aquila" di Louis Falco.
Registriamo subito gli applausi e i deliri per i grandi, gli osanna per Rudi, i lanci di fiori per la Razzi e la Savignano, ma rendiamo onore al giovane Falco, ballerino e coreografo americano di ceppo napoletano, che qui alla Scala ha avuto la possibilità di rivelare il suo grande talento. Il suo "Nido d'aquila," malgrado qualche ingenuità, è un balletto di straordinaria bellezza, onesto.
Falco lo ha pensato, assieme allo scenografo Rocco Bufano, come un omaggio a quelle generazioni di italiani che hanno cercato fortuna, o libertà, in America, e quindi alle madri e ai padri dei ragazzi di oggi che hanno perduto il rapporto col paese di origine e vogliono disperatamente inserirsi nella nuova società.
L'America, simboleggiata da un'aquila dorata e imponente, immagine perfetta del capitalismo yankee, è un tiranno che divora gli affetti ma che insegna a vivere modernamente.
Volare con l'aquila fuori di metafora ciò che i giovani vogliono Falco è uno di questi giovani; rievoca il mondo lontano degli sbarchi, i controlli le fatiche, i ghetti con un linguaggio fluido e veloce, creando immagini bellissime e fluttuanti, e infine facendo sbocciare tra l'America del ricchi e quella dei lavoratori in attesa il grande amore in bianco tra Carmela e Francesco, che danno vita a un delizioso duetto che ricorderemo come uno dei momenti più intensi che la danza moderna ci abbia donato in questi ultimi tempi.
La felicità dei due paesani è però di breve durata; ogni loro conquista è preda dell'aquila onnivora e onnipresente, dal giorno. delle nozze in avanti. Carmela contribuisce a fare l'America, tesse le strisce e le stelle che poi proteggeranno i suoi figli; Francesco si batte e si perde come un viandante della fatica. Potranno salvarsi?
Alla fine restano a confrontarsi simbolicamente la madre e l'aquila.
Il balletto di Falco è un apologo chiarissimo, da cui giungono messaggi e segnali di grande importanza: in primo luogo quelli della ragione e della logica, e non quelli della disperazione. Nido d'aquila è la storia di una sconfitta, ma è anche presa di coscienza collettiva. Il racconto è reso con grande fantasia coreografica, con un senso magico dello spazio e quindi con facilità e naturalezza di gesti Luciana Savignano è apparsa stupendamente lirica, generosa, tecnicamente impeccabile, Falco ha danzato con energia, passione, modernità (viene da scuole eccellenti, la Graham e Limon); Bombana è un'aquila perfetta, tutto il corpo di ballo lavora in modo impeccabile, Trionfo, dunque, per Nido d'aquila.
E anche per gli interpreti della Signorina Giulia, che mamma Cullberg ha creato nel 1950 e che regge benissimo al tempo, per la sintetica, tagliente, precisa coreografia che trasforma i passi classici in qualcosa di infallibilmente moderno.
La storia della contessina sedotta dal cameriere e vittima del rimorso al punto di uccidersi è un po' datata, certo, ma la Cullberg ne cancella le rughe con la sua ironia di pretto gusto scandinavo. Purtroppo le scene di Sven Eriksson sono troppo ingrandite e naïf per reggere l'atmosfera da notte d'estate in cui si compie la trasgressione di Giulla, e mal si accordano con le note grigie di Rangstrom, musicista brumoso al punto giusto: è difficile dunque non avvertire qualcosa di confuso e di inesatto.
Nureyev è un omettino che all'inizio sembra non valere nulla ma che poi diventa il padrone con una punta di volgarità davvero classista; danza con scioltezza, sensibilissimo, scattante nel continui mutamenti di umore. Anna Razzi è bella, classica, ma deve aggiungere al personaggio di Giulia qualcosa di più torbido, al momento in cui smette di giocare col fidanzato per iniziare il viaggio nell'eros. Tutti gli altri interpreti hanno contribuito in modo egregio alla felice riuscita di uno spettacolo così rigoroso e severo.
La direzione d'orchestra di Gabriele Bellini è apparsa molto buona. Tra le righe della locandina, si legge che i tessuti dei costumi del Nido d'aquila sono stati donati da una ditta milanese. Senza squilli di tromba, la sponsorizzazione va avanti.
Mario Pasi

Giovedì 14 febbraio 1980 SPETTACOLI 
«Questo è un mito vero, altro che John Travolta»
di PAOLO MOSCA
«Ma i sacchi a pelo dove sono?», si chiede la gente. «Vuoi vedere che il fuoco Nureyev s'è acceso e spento al teatro dell'Opera di Roma»? Poi entri alla Scala, gremita fino all'inverosimile da giovani, e capisci: con una mossa da stratega, Carlo Maria Badini ha dedicato questa «prima» milanese di Rudolf Nureyev al turno «c», ovvero agli studenti e ai lavoratori. 
Così c'è posto per tutti, e i sacchi a pelo sono appesi al guardaroba, accanto alle rare pellicce. Comitive, gruppi. Da Cernusco sul Naviglio sono arrivati in 150. Fino a ieri s'organizzavano per i concerti di Lucio Dalla o Renato Zero. Ci voleva Rudolf per spostarli dalle panche del tendone del circo alle poltrone di velluto della Scala. 
E se a Roma i giovani erano rimasti sorpresi dalla favola di «Giselle", qui a Milano sono stati coinvolti dalla passione rivoluzionaria d'un servo, Jean, per la sua padrona, la signorina Giulia (una tenera Anna Razzi). 
Musica e coreografia svedesi, datate 1951: moderne e credibili. Basta con le favole: Nureyev è volato con i suoi balzi giù in platea.
Adesso, mentre nel loggione i maniaci dei confronti controllano i minuti d'applausi per paragonarli a quelli di Roma, cerco tra il pubblico qualche faccia conosciuta con cui discutere del fenomeno-Nureyev-balletto. 
Non è un caso se incoccio nello stilista Giorgio Armani. 
Lui i giovani li conosce bene: ha fatto la sua fortuna centrando la loro psicologia. «L'ultima generazione è un serpente, che cambia pelle, si mimetizza. Dopo gli slogan, adesso vuole musica, questa musica. Credo sia un bisogno di estetica, di dolcezza, di educazione. Nel balletto c'è un rispetto reciproco di movimenti: si è insieme, ma ognuno rimane solo e autonomo». Gli chiedo se Nureyev si veste da lui. «I ballerini, come gli atleti in genere, hanno le gambe a x, due cosce enormi, un torace fuori misura. Credo che non troverebbe un abito della sua taglia. Comunque, dopo averlo visto stasera, sono disposto a inventare un modello Nureyev. Se lo merita», 
L'attore Renzo Palmer si spella le mani: «E' una lezione per tutti i matusa complessati. Se hai qualcosa da dire, i giovani non ti guardano la carta d'identità. Ma non bastano i jeans per essere giovani..... 
Il pittore Luca Vernizzi: «I giovani vengono qui per fotografare un animale raro, unico. Come aver visto un dinosauro vivo».
Sentiamo anche Nicoletta,anonima studentessa liceale: «Rudolf ha spazzato via l'ultima briciola di John Travolta. Quello è finto e imbrillantinato. Questo è vero. Suda, soffre e ci crede. Invidio la Razzi, che l'ha abbracciato per un'ora». 
Dopo la prima» di Nureyev lo sappiamo: il futuro della Scala è nel turno «e». Musica, poesia e amore a prima vista.




2023_03_21 LA BALENA BIANCA - TOUR MILANO 2023

dal 21/03 al 02/04 a Milano
Evento di Tournée da Bar Milano
LA BALENA BIANCA - TOUR MILANO 2023
Durata: 13 giorni
Di e con Davide Lorenzo Palla

musiche e accompagnamento dal vivo di Tiziano Cannas Aghedu
primo spettatore Riccardo Mallus
una produzione TDB s.r.l Impresa Sociale
Spettacolo vincitore NEXT Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo – progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo - Edizione 2020
Davide Lorenzo Palla, ideatore e mattatore di Tournée da Bar, torna in TOUR a MILANO con una grande novità: LA BALENA BIANCA tratto da Moby Dick di Herman Melville

CALENDARIO
LA BALENA BIANCA dal 21/03 al 02/04

Martedì 21 Marzo 2023_03_21
h.21,00 Cascina Nascosta / Viale Emilio Alemagna 14 / preno: whapp. 3406755196
Mercoledì 22 Marzo 2023_03_22
h.21,00 Ostello Bello / Via Medici 4
Giovedì 23 Marzo 2023_03_23
h.21,00 Cascina Merlata Food Hub / Via Pier Paolo Pasolini 3 / preno: tel. 0221079162
Venerdì 24 Marzo 2023_03_24
h.21,00 Il Balzo / Via Ceriani 14 / preno: tel. 0291638697
Sabato 25 Marzo 2023_03_25
h.20.30 mosso / Via Angelo Mosso 3
Domenica 26 Marzo 2023_03_26
h.21,00 Librosteria / Via Cesare Cesariano 7 / preno: librosteria@gmail.com / whapp 0223187432
Lunedì 27 Marzo 2023_03_27
Riposo
Martedì 28 Marzo 2023_03_28
h.21.30 Aprés Coup / Via Privata della Braida 5 / preno: teatro@apres-coup.it – tel. 0238243105
Mercoledì 29 Marzo 2023_03_29
h.20.30 Spirit de Milan / Via Bovisasca 57/59/ preno: tel. 3667215569
Giovedì 30 Marzo 2023_03_30
h.21,00 U/N locale palco cucina / Piazza Napoli 30/2 / preno: whapp. 3534507193
Venerdì 31 Marzo 2023_03_31
h.21,00 Café Banlieue / Via Inganni 27 / preno: tel. 0222220022
Sabato 01 Aprile 2023_04_01
h.21,00 Germi / Via Cicco Simonetta 14/A / preno: libreria.germi@gmail.com – ingresso con tessera ACSI
Domenica 02 Aprile 2023_04_02
h.21,00 Cascina Torrette / Via Gabetti 15 / ingresso fino esaurimento posti


Davide Lorenzo Palla accompagnato dalle sonorità di Tiziano Cannas Aghedu conduce il pubblico in un altro tempo e un altro spazio, per vivere la caccia alla balena più entusiasmante di sempre. Una storia epica che parla di come un uomo possa veleggiare una vita intera alla ricerca dell’incontro con la parte più remota di se stesso. Un reading musicato pronto a conquistare, per 12 serate, bar e locali di Milano in un’alternanza di aneddoti, teatro e musica live!!
Il bar diventa palco e il palco si tramuta in nave e metafora di vita, per riflettere su temi universali quali l’ambizione, la rivalsa e l’utopica ricerca del senso della vita.
Qui sotto tutte le date del Tour... prendere nota e accorrete!
La prenotazione è fortemente consigliata.

TDB è un’Impresa Sociale che produce e offre eventi di intrattenimento e format culturali dialogando con pubbliche amministrazioni, teatri, aziende, fondazioni al fine di promuovere, valorizzare e diffondere la cultura e l’arte nelle sue diverse forme espressive. Il nostro approccio artistico e creativo ci permette di soddisfare partner, spettatori e clienti, valorizzando la cultura quale motore di crescita personale, collettiva e sociale.
⬇CONTATTI⬇


1993_07_10 Ada Negri disegnatrice di Grignasco, in un ricordo di una sua mostra

10 - 18 luglio 1993
Palazzo D'Adda - Varallo, Piazza Antonini, 4
DISEGNI DI ADA NEGRI
Testi di
Dino Carlesi
Carlo Ludovico Ragghianti

Debbo all'amico Aldo Salvadori la conoscenza di questa singolare artista che egli, gli preme sia chiaro, ha secondato nella sua vocazione e ricerca espressiva, con un colloquio piuttosto che con un magistero, anche se naturalmente il suo esempio è stato illuminante, non però per fortuito incontro, ma per una propensione derivante da una esigenza nativa, per simpatìa elettiva.
I disegni presentati in questo volume sono una parte assai piccola, seppure abbastanza rappresentativa, di una produzione che è quasi quotidiana, segue da un abitato stabile la vicenda delle stagioni e dei giorni quali passano nelle valli della Valsesia, dove il sole sposta a cadenze lunghe le ombre dei monti, e tra mattina e sera trascorrono arie che filtrano e vibrano i colori.
Solo l'occhio poetico registra quest'animazione costante e ne coglie la segreta ricchezza di vita e di contemplazione che si riflette nelle cose, nelle persone, nelle vicende semplici e spesso perenni di un presente intemporale che si apre ogni volta come una scoperta nuova, come una fonte viva e tesa di slancio del sentimento.
Ada Negri, espone per quanto so, dal 1964, raramente, e questo libro affascinante documenta il suo lavoro sino ad oggi, di crescente identità e intensità, ma di altrettanto evidente fedeltà a una visione fermamente radicata in una sensibile certezza, pure in un ciclo palese di eventi inferiori che emergono con immediatezza e talvolta con prepotenza nello spettacolo sempre nascente e improvviso della vita così folta e inesauribile nel più breve e consueto àmbito, commozione, sorriso, ironia, rapimento, melanconia, compassione, meraviglia, lietezza, empito d'amore.
Ciò che colpisce in queste pagine di diario grafico che non è mai abituale, è lo spirito di verità senza limite di convenzione, per cui la realtà si confessa nelle sue esaltazioni e nelle sue miserie, secondo un'esperienza del vivere compiuta con la consapevolezza della nudità dell'esistenza che non tollera parafrasi o velature, dev'essere accettata nel suo transito diverso e nelle sue forme immutabili, fuori di ogni idealismo o d'ogni sofisticazione, con una sorta di dovere semplice a volte quasi austero.
La scala delle proiezioni emotive è vasta, perché l'ispirazione si concentra in un piccolo mondo, benché respirato e inventivo, fittamente sorgivo, pieno d'umori e d'estri istantanei, avvincente per il pullulare dei movimenti, che l'artista non sente di poter rifiutare, in una sorta di incessante slancio o di disposizione comprensiva. Quest'antologia, scelta e ben scelta come raccolta sintomatica, rappresenta quindi un minimo di un lavoro appassionatamente moltiplicato, e che dovrà prima o poi essere più compiutamente rivelato.
Ada Negri per anni ed anni ha fatto questa vita: operaia tessile in una filanda di Grignasco dove è nata e dove vive e disegna, dopo otto ore di fabbrica alla sera andava a Milano per seguire, presso l'Accademia di Brera, il Maestro di sua scelta, compresa la sua cultura notoriamente decantata e di penetrantissima intelligenza moderna. Attraverso questa l'artista sì è misurata con Degas, con Cézanne, con Manet, con Matisse, con una tensione pari a quella con la quale ha accertato nel linguaggio così flessibilmente sensitivo e cosi puramente esaltante di Salvadori la condizione più favorevole per la sua propria espressione. È così che avviene d'incontrare nei disegni di Ada Negri degli episodi che Bonnard avrebbe potuto firmare, e che hanno un analogo impeto vitale mediato con un'affabilità affettiva e comunicativa; e in altri casi si pensa a Manzù per l'essenzialità struttiva di profili immersi e di gesti nativamente densi e compressi che si liberano.
Non si può esitare a riconoscere in questa genuina e chiaramente indipendente artista la spontaneità radicale e l'originalità di uno sguardo intrepido e rivelatore. Ada Negri non assiste alle cose usandole come occasioni di forma, e tanto meno se ne distacca per costruire impervie sublimazioni o coltivate astrazioni intellettuali. L'Artista resta inserita in un tessuto dì umanità e di esperienza terrestre cui partecipa e per cui declina una lingua sempre più avvertita, spoglia e talvolta adunca nelle morsure del tratto e sempre più addensata nei corpi chiaroscurati o sollevati nelle pulsazioni cromatiche.
E ancora una voce autentica e profonda che proviene da una solitudine remota e gelosa. A questo disegno inerme e indomito si volge la nostalgia e si appaga la gioia per le cose nascoste in noi e ritrovate per il limpido dono, immagini d'infanzia e di adolescenza, di lavoro e di giochi, di quiete serena e di rassegnato dolore, di rigoglio solare e d'ora serale e raccolta, d'urto sensuale e di trasparenza sentimentale. Un canto ingenuo e aperto, che tra la lirica e l'elegia, in forme sempre discrete, si avvia a farsi da cattivante a imperioso, nel far condividere a chi guarda l'evocazione inestinguibile dell'evenienza, del rinascere umile e sovrano della vita che anche nei momenti fugaci e nelle situazioni elementari può rivelare un contenuto inatteso.
Agosto 1980: Carlo Ludovico Ragghianti

2023_03_12 iNTENDE VOCI CHORUS diretto da Mirko Guadagnini e le donne in musica di Brahms

Canonica di Bernate - Sala Nobile
Via Vittorio Emanuele, 18, 20010 Bernate Ticino MI, Italia
Domenica, 12 marzo 2023 ore 16:30
Musica in Canonica
LE DONNE DI BRAHMS

CHIARA BRATOS. ELENA GARBELLI, GRAZIELLA TIBONI, soprani
ILARIA MOLINARI, mezzosoprano
CLAUDIA CIGALA, contralto
EDDI DE NADAl, pianoforte
INTENDE VOCI CHORUS (Voci femminili)
MIRKO GUADAGNINI, tenore, voce narrante e maestro concertatore

L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Grazie di cuore a Fondazione Comunitaria Ticino Olona per il sostegno.

PROGRAMMA e NOTE :

JOHANNES BRAHMS (1833-1897)

DIE MEERE OP.20 N.3
per soprano, contralto e pianoforte

DA ZWOLF LIEDER UND ROMANZEN. OP. 44
per coro di voci femminili e pianoforte
- NUN STEHN DIE ROSEN
- DIE BERGE SIND SPITZ
-AM WILDBACH DIE WEIOCN

IMMER LEISER WIRD MEIN SCHLUMMER, OP. 105
per soprano e pianoforte

VON EWIGER LIEBE, OP. 43
per mezzosoprano e pianoforte

DA ZWOLF LIEDER UND ROMANZEN, OP. 44
per coro di voci femminili e pianoforte
- BARCAROLE
- UND GEHST DU ÙBER DEH KIRCHHOF
- DIE BRAUT

WIE MELODIEN ZIEHT ES MIR, OP.105
SAPPHISCHE ODE. OP.94
per mezzosoprano e pianoforte

DIE SCHWESTERN. OP. 61 N.1
per soprano. contralto e pianoforte
§§ inserto per preascolto del tema poi cantato dal coro §§
FRANZ SCHUBERT
Der Leiermann (Die Winterreise, op. 89, D. 911: XXIV)
MIRKO GUADAGNINI, tenore
EDDI DE NADAl, pianoforte

JOHANNES BRAHMS (1833-1897)
DA 13 KANONS, OP. 44
per coro femminile a cappella
EINFORMIG IST DER LIEBE GRAM
WIEGENLIED
 
PROGRAMMA
Il programma del concerto di oggi è interamente dedicato a Johannes Brahms (1833-1897), alla sua vita. Al suo rapporto con il mondo femminile e alle composizioni per il "Frauenchor", il coro di donne da lui fondato e diretto ad Amburgo.
una voce recitante tira un fil rouge tra le varie composizioni raccontando momenti della vita del compositore tedesco, storie di relazioni, fatti e accadimenti che lo hanno visto protagonista nella sua Amburgo, accanto a donne importanti della sua vita come la cara amica Clara Schumann, le cantanti Agathe von Siebold e Amalie Weiss, la madre (Johanna Christiane Hendeike Nissen).
I brani scelti, per voce sola e pianoforte, per due voci e pianoforte o per coro femminile e pianoforte, raccontano come il mondo femminile abbia ispirato l'opera di Brahms con rimandi continui alla natura, alla vita quotidiana di Amburgo, al rapporto conteso, drammaticamente vissuto e rifiutato con l'amore, fino all'ispirazione massima in “Einformig ist der liebe gram” dove Brahms riscrive in forma di canone a 6 voci femminili il noto lied di Franz Schubert "Der Leiermann" che fa parte del noto ciclo "Die Winterreise".
Conclude il programma Wiegenlied il lied forse più "popolare" di Johannes Brahms , una dolce ninna nanna scritta per la nascita del secondogenito di una donna che ebbe grande importanza nella sua vita, la corista di Amburgo Berta Prubszky.