2021_10_27 Dalla Musica sinfonica alla prosa .. Contemporanea, da Tchaikovsky a Remo Binosi

Teatro Coccia, Novara_Appuntamenti 
Mercoledì 27 Ottobre 2021 alle 20.30
un concerto fuori stagione
CONCERTO OMAGGIO A ČAJKOVSKIJ
Biglietti dai 10 ai 15 euro
Orchestra Sinfonica Carlo Coccia
Violoncello Christiana Coppola
Programma musicale:
Variazioni su un tema rococò in la maggiore per violoncello e orchestra op. 33
Moderato assai quasi Andante
Thema. Moderato semplice
Var. I Tempo del Thema
Var. II Tempo del Thema
Var. III Andante sostenuto
Var. IV Andante grazioso
Var. V Allegro moderato
Var. VI Andante
Var. VII e Coda Allegro vivace
Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64
Andante - Allegro con anima
Andante cantabile, con alcuna licenza
Valse. Allegro moderato
Finale. Andante maestoso - Allegro vivace [OCCHIO alla pausa prima della coda finale!]
Il concerto è organizzato in collaborazione con Centro Studi Fratelli Olivieri e Conservatorio Cantelli. Gli incassi saranno utilizzati per il progetto “Chi è di scena” destinato al recupero e riarredo del camerini del Teatro Coccia. 
 

Sabato 30 Ottobre 2021_10_30 alle 21
Domenica 31 Ottobre 2021_10_31 alle 16
torna la Prosa con
L’ATTESA di Remo Binosi
In scena Anna Foglietta e Paola Minaccioni
scene DARIO GESSATI
costumi GIOVANNA BUZZI
musiche originali ANDREA FARRI
assistente alla regia ELVIRA BERARDUCCI
consulenza ufficio stampa GIULIA BINOSI
regia MICHELA CESCON


produzione TEATRO DI DIONISO e TEATRO STABILE DEL VENETO
in collaborazione con FONDAZIONE MUSICA PER ROMA e TEATRO STABILE DI BOLZANO
produzione esecutiva Teatro di Dioniso
Biglietti dai 12 ai 30 euro
Lo spettacolo è in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.
Dopo essersi misurata nella sua prima regia teatrale con la trasposizione scenica dell’ultimo romanzo di Alberto Moravia La donna leopardo, Michela Cescon sceglie di portare in scena L’Attesa di Remo Binosi, testo che ha fatto conoscere  l’autore veneto al grande pubblico permettendogli di conquistare il «Biglietto d'oro Agis» come migliore novità italiana nel 1994 – ne l’indimenticata produzione di Teatro Due di Parma diretta da Cristina Pezzoli ed interpretata da Maddalena Crippa ed Elisabetta Pozzi (che rimane per altro ad oggi l’unica messinscena del testo degna di nota)– e che nel 2000 è diventato un film, Rosa e Cornelia, diretto da Giorgio Treves. 
Ventisei anni dopo, Cescon decide di riproporre l’Attesa con due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco per dare corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla serva Rosa.
Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento cui è difficile rimanere indifferenti e - nonostante l'azione sia ambientata nel '700 - i temi e i contenuti sono universali. 
L’Attesa, anche oggi a tanti anni dalla sua scrittura, è un testo contemporaneo, caratteristica che solo le grandi opere hanno. Il rapporto serva-padrona, il doppio, il grande seduttore Casanova, la maternità, il male, la morte - sono raccontati con cambi di registro narrativo: dalla commedia al dramma, dal noir fino a sfiorare la tragedia. Il linguaggio è originale e sorprendente, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo. La particolarità della messinscena di Cescon è che parte dalla prima stesura che l’autore veronese fece del testo - datata 1991 - che presenta notevoli differenze rispetto a quello portato in scena nel 1994: la nutrice ha un ruolo decisamente più marginale che in questa messinscena scomparirà completamente; i dialoghi sono più scarni, in qualche modo più «contemporanei»; l’azione si concentra totalmente sulle due protagoniste e sull’evoluzione del loro rapporto durante la forzata clausura. 

«…I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due…. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo. Alle due attrici viene richiesta un adesione fisica ai personaggi totale, e il loro stare in scena diventerà molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che per me diventano un gran bel punto di vista, e che  cercheremo di portare in scena con il nostro sguardo più personale e intimo.  I temi affrontati sono universali e, pur essendo ambientato in Veneto nel ‘700, sentiamo la loro storia molto vicina. Il dramma è costruito attorno a da due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità ad uscire e mai, come in questi tempi del Covid, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita. La semplicità di cui parlo si riferisce alla grandezza dell’idea dell’autore, che ritrova drammaturgicamente tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come Ingmar Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet». 
Michela Cescon
 

Sabato 30 Ottobre al Mostro Raduno organizzato dal Comune di Novara farà la sua apparizione il Bianconiglio, simbolo del progetto Chi ha paura del Melodramma? Il simpatico personaggio tratto da Alice nel Paese delle Meraviglie arriverà con gadget e dolcetti per ricordare a bambini e ai più grandi che Chi ha paura del Melodramma? prosegue anche dal vivo con I VIAGGI DI GULLIVER e CENDRILLON.

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