Prime anticipazioni per l’autunno/inverno 2021, quando il Teatro Coccia sarà finalmente restituito alla città dopo l’anno di lavori che hanno interessato messe a norme e sicurezza. Dopo l’inaugurazione del 22 Dicembre 1888, con Gli Ugonotti di Meyerbeer diretto da Arturo Toscanini, del 21 Febbraio 1993, con il concerto diretto da Riccardo Muti, Venerdì 24 Settembre 2021 il Teatro Coccia si prepara a un nuovo grande Concerto d’inaugurazione: l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e la partecipazione straordinaria di Gile Bae come pianista solista, diretti da Tianyi Lu, la giovane direttrice classe 1990, nata a Shangai, trasferitasi poi in Nuova Zelanda con la famiglia, vincitrice dell’XI edizione del Premio Cantelli, quella targata 2020, nell’anno della rinascita dopo 40 anni. Un momento emozionante che si inserisce nel solco della tradizione e nel nome del Maestro Guido Cantelli. Il programma: Le Ebridi Op. 26 di F. Mendelssohn, Concerto per pianoforte n. 5 "l'Egiziano" di C. Saint-Saëns, Sinfonia n. 4 in La maggiore "Italiana" op. 90 di F. Mendelssohn.
E poi spazio ai format sia nuovi che consolidati, originali del Teatro Coccia: concert opera in design Sabato 2 e Domenica 3 Ottobre, un lavoro multidisciplinare in cui musica, teatro, cinema e parola si fondono e confondono. Maudit Tu, Maledetto come noi. Interrogatorio a Rimbaud, con le musiche del Premio Oscar J.A.P. Kaczmarek, che ha sposato immediatamente il progetto, la drammaturgia, i testi e la regia di Davide Rondoni con le voci di Filippo Lanzi (attore) e Clarissa Costanzo (soprano). Ad eseguire le musiche di Kazmarek, scelte in quanto colonna sonora del film del 1995 di Agnieszka Holland “Poeti dall’inferno” con protagonista Leonardo Di Caprio, sarà la Gaga Symphony Orchestra diretta da Simone Tonin. Nel corso dello spettacolo sarà proiettato materiale fotografico a cura di Manuel Palmieri.
Un Ottobre si potrebbe dire “noir” che vede altri due appuntamenti musicali, uno inedito e uno di tradizione: l’Opera da Camera Le Ore delle Spose l’8 e il 9 ottobre alle 20.30 a Casa Bossi e il 23 e il 24 ottobre Il Castello di Barbablù di Béla Bartók al Teatro Coccia, entrambe firmate dalla regia di Deda Cristina Colonna.
Le Ore delle Spose, musica in prima esecuzione assoluta commissionata a Claudio Scannavini, Quartetto d’archi Dàidalos, su libretto di Francesca Bocca-Aldaqre, è firmato dalla regia di Deda Cristina Colonna, con le scenografia Matteo Capobianco. Le voci sono quelle del soprano Laura Ali e due attrici.
Le ore delle spose – spiega Deda Colonna - è la storia di un’attesa. Giuditta oracolare ed incisiva, Arianna attiva e sfidante sono portate in scena da due attrici che incarnano gli arabeschi poetici di Francesca Bocca-Aldaqr in una resa quasi da tanztheater, in cui i linguaggi verbale e non-verbale si concertano nell’accumularsi di parola e azione, gesto e ripetizione […] L’installazione di Matteo Capobianco definisce il contesto di questa avventura intima in uno spazio scandito dalla progressiva stratificazione di forme piene e vuote, leggere come parole, pesanti come note. La performance non rappresenta una vicenda personale, ma illustra un itinerario intimo di ricerca, scoperta e rinuncia: dove il bisogno personale si scopre vertiginoso e profondo, la rinuncia appare come la sola via possibile; di un amore come quello di Barbablù - occupato, infedele, violento, incoerente, avaro di sentimenti - non si può salvare nulla, se non se stesse. La musica composta da Claudio Scannavini rappresenta la presenza/assenza di Barbablù e ritaglia zone della performance in cui la parola del testo poetico quasi si smaterializza per divenire essa stessa materia coreografica, linguaggio astratto di relazione tra parola e gesto, tra il languire dell’attesa e la crudezza del carattere. Il quartetto esegue dal vivo anche composizioni di Bartok e di Schönberg che demarcano nell’irregolare scorrere del tempo le fasi successive di questo labirintico itinerario personale”.
Lo spettacolo sarà anche in scena all’importante Festival di Morgantina Mercoledì 26 Agosto 2021.
Il Castello di Barbablù di Béla Bartók vede coinvolti nel ruolo di Barbablù Andrea Mastroni e in quello di Judith Klára Kolonits, Orchestra del Teatro Coccia, diretta da Marco Alibrando.
Unica composizione operistica nel catalogo bartokiano, Il castello del principe Barbablù mette in luce gli ultimi legami del trentenne Bartok con le risorse musicali della drammaturgia simbolista ed espressionista: si nota, allo stesso tempo, l’urgenza tipica in Bartok di rinverginare il linguaggio attingendo dal repertorio popolare della sua terra. Da parte sua, Bela Balazs non aveva pensato a un libretto in senso stretto, ma piuttosto a una ballata, dotata di una propria autonomia letteraria, impregnata di reminiscenze folkloristiche e ammiccante alle tendenze moderne della ‘Literaturoper’, l’opera lirica che utilizza testi letterari senza passare attraverso un apposito ‘libretto’. Attingendo dal soggetto favolistico di Charles Perrault – per altro gia utilizzato da Maeterlinck e musicato da Dukas – Balazs, regista, scrittore e autore drammatico, imprime al testo un’invenzione autonoma e originale, dove – come avverte prudentemente il prologo parlato con cui inizia il dramma – gli ascoltatori sono messi di fronte a una vicenda che e solo il pretesto per la simbolica rappresentazione di un dramma interiore, dove si gioca il conflitto tra desiderio e impotenza, luminosa sensibilita femminile e meccanica ottusita maschile. Echeggiando i modelli vocali sperimentati da Debussy nel Pelléas et Mélisande, Bartok adotta una vocalita tutta contenuta entro una sorta di recitativo melodico, sfaccettato in modo tale da lasciar intravedere le differenze comportamentali e psicologiche dei due personaggi: se il cupo e austero Barbablu mantiene il suo canto in una sorta di declamazione, costruita entro una scala pentafonica, la luminosa ed esuberante Judit vanta una maggior varieta ritmica e modale.
Tornano, in presenza gli appuntamenti Chi ha Paura del Melodramma? dedicati all’opera da vivere in e con la famiglia. Dopo le felici esperienze online I Viaggi di Gulliver e Cendrillon (e il Bianconiglio) arrivano dal vivo rispettivamente il 7 e l’8 Novembre e il 12 e il 13 Dicembre 2021, con repliche per le scuole il Lunedì mattina.
Il Teatro Coccia dedica a Dante due appuntamenti nell’arco di 15 giorni sul finire di questo 2021 di celebrazioni. E lo fa portando in scena ciò che è parte fondamentale della sua missione: producendo due opere liriche, commissionate e prodotte, che nascono per mano di compositori, poeti e librettisti contemporanei e debutteranno sulle nuovissime tavole del palcoscenico del Coccia tra Novembre e Dicembre. Filo conduttore tra le opere la bacchetta di Matteo Beltrami a dirigere l’orchestra.
Sabato 20 e Domenica 21 Novembre Rapimenti d’Amore, opera in un atto unico, scritta da Cristian Carrara su soggetto e libretto di Davide Rondoni, con la regia di Andrea Chiodi. In buca l’Orchestra I Virtuosi Italiani (anche coproduttori dell’allestimento). Un lavoro inedito che vede impegnato un cast di voci davvero straordinarie, tra le quali quelle di Sonia Prina, Salvatore Grigoli, Vittorio Prato. Fosca, ragazza vivace e di temperamento, si dispera con la sua serva, alla vigilia della festa di maggio, a Firenze. Il padre, un tipo autoritario e formale, l’ha promessa in sposa ad un ragazzo che non ama. Sullo sfondo della vicenda, una Firenze divisa in fazioni, guelfi e ghibellini si fronteggiano. Simone, ragazzo allegro con nel fondo un po’ di mestizia, amico di Fosca, raccoglie dalla serva la confidenza del matrimonio combinato. Anche lui si dispera. Non crede nell’amore, ma lungo la vicenda ne riscopre il senso, proprio scoprendosi innamorato di Fosca. Dante e Cavalcanti, amici di Simone, si ingegnano per aiutarlo. Da loro nasce l’idea di inscenare il rapimento di Fosca. Sullo sfondo della vicenda, le discussioni sull’amore tra Dante e Cavalcanti. I due si stimano, ma diversa è la loro visione della vita e dell’amore. Per Cavalcanti “non conduce a canoscenza/ la nostra umana, povera semenza”. Da questa esperienza Dante capisce che ha un compito “Indicare di ogni amore/ la difficile commedia/ e il dramma che lo assedia” e inizia il suo viaggio, quello che lo porterà a scrivere la Divina Commedia: “Avrò i suoi occhi fissi in me/ cuore sbranato e pur felice/ avrò lei che fin là mi guida/ la mia donna Beatrice”, ”Ora che ho amato da morire/ sono pronto ad iniziare”.
Mercoledì 1 e Giovedì 2 Dicembre un evento straordinario: Gioele Dix firma la regia, il libretto e dà voce a Un divorato cuore, investigazioni sull’amore in risposta ad un sonetto (azione scenica in un atto). Le musiche sono composte da tre compositori del nostro tempo, Cristiano Serino, Joe Schittino, Marco Taralli. Un divorato cuore nasce da “Chi oggi ha il cuore divorato da Amore?” il primo sonetto contenuto nella Vita Nova di Dante Alighieri “A ciascun'alma presa e gentil core”. Dante afferma di aver composto il testo per salutare «tutti li fedeli d'Amore» e per chiedere loro «che giudicassero» un sogno fatto dopo aver incontrato Beatrice per la seconda volta, all'età di 18 anni. In questo sogno il poeta vede Amore personificato che tiene in braccio Beatrice addormentata avvolta in un drappo sanguigno. In una delle mani Amore tiene il cuore del poeta e, dopo aver svegliato la donna, le fa mangiare il cuore, cosa che ella fa «dubitosamente», cioè con paura. Molti sono stati nella storia i poeti che hanno “risposto” a questa sorta di “proposta” lanciata da Dante, a partire da Cavalcanti fino ad arrivare a D’Annunzio. Questo è Un divorato cuore: un’investigazione sull’Amore guidata da Gioele Dix nei panni di un curioso investigatore, che utilizzerà i tre sonetti come fossero degli indizi utili alla comprensione del mistero che aleggia attorno a questo divorato cuore. Ognuno dei tre compositori impegnati nell’opera ha musicato un sonetto proponendo una cifra personale ma al contempo in sintonia con l’intera composizione che troverà unitarietà e completezza nelle parti di raccordo musicale laddove i tre compositori si uniranno in una sorta di contrappunto a tre voci. Con l’attore e i cantanti, una danzatrice e un mimo.
Dal giorno successivo la messa in scena, il Teatro Coccia e la città di Novara diventeranno set del film Un divorato cuore che verrà girato da Gioele Dix come trasposizione del testo teatrale.
Il Teatro Coccia partecipa inoltre alla “maratona” ideata dal Teatro Faraggiana con il Comune di Novara e i partner del Comitato Dantesco, Domenica 12 Settembre, destinando voci e luoghi alla lettura (o rilettura) dei Canti della Divina Commedia. Un grande momento di condivisione e partecipazione cittadina.
Dopo la felice esperienza di Una Domanda di Matrimonio di Chailly andata in scena nell’Arengo del Broletto il 29 Maggi0 2021, come primo spettacolo in presenza del Teatro Coccia, prosegue la collaborazione con il Conservatorio Guido Cantelli: il 22 e 23 Dicembre alle 20.30 La Cambiale di Matrimonio, musica di Gioachino Rossini, libretto Gaetano Rossi, solisti gli allievi del progetto RossiniLab e European Opera Academy, direttore Mirca Rosciani.
L’orchestra sarà un ensemble in seno alla neonata Orchestra del Teatro Coccia, in collaborazione con il Conservatorio Cantelli.
Ensemble orchestrale che sarà anche protagonista del Galà di Arie d’Opera dell’Accademia AMO in scena il 7 Ottobre 2021.
La riapertura coinciderà anche con la programmazione di spettacoli di Teatro di Parola e Musical. I primi in calendario, ad ora, sono L’attesa Sabato 30 e Domenica 31 Ottobre 2021 e All That Musical Venerdì 31 dicembre 2021.
L’attesa, spettacolo firmato da Remo Binosi vede protagoniste due straordinarie e poliedriche interpreti del nostro tempo, Anna Foglietta e Paola Minaccioni, dirette da un’altra importante artista italiana Michela Cescon. La produzione è Teatro Di Dioniso E Teatro Stabile Del Veneto In Collaborazione Con Fondazione Musica Per Roma E Teatro Stabile Di Bolzano. L’Attesa, anche oggi a tanti anni dalla sua scrittura, è un testo contemporaneo, caratteristica che solo le grandi opere hanno. Il rapporto serva-padrona, il doppio, il grande seduttore Casanova, la maternità, il male, la morte - sono raccontati con cambi di registro narrativo: dalla commedia al dramma, dal noir fino a sfiorare la tragedia. Il linguaggio è originale e sorprendente, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo. La particolarità della messinscena di Cescon è che parte dalla prima stesura che l’autore veronese fece del testo - datata 1991 - che presenta notevoli differenze rispetto a quello portato in scena nel 1994: la nutrice ha un ruolo decisamente più marginale che in questa messinscena scomparirà completamente; i dialoghi sono più scarni, in qualche modo più «contemporanei»; l’azione si concentra totalmente sulle due protagoniste e sull’evoluzione del loro rapporto durante la forzata clausura.
Il Musical che accompagna allo scoccare della mezzanotte tra il 2021 e il 2022 è prodotto dalla Compagnia BIT con la regia e le coreografie di Melina Pellicano e gli arrangiamenti musicali di Marco Caselle. Nomi ormai noti al pubblico in sala al Teatro Coccia il 31 Dicembre e che hanno sempre ottenuto un notevole successo.
Ulteriori aggiornamenti sulla programmazione, i costi dei biglietti degli spettacoli e le date di vendite saranno forniti a seguito della pausa estiva, confidando in una allargamento delle misure di contingentamento al Covid e nel poter dare la possibilità a quante più persone possibili di assistere nuovamente agli spettacoli del Teatro Coccia.
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