2020_02_01 DON GIOVANNI DI MOZART AL TEATRO "IL MAGGIORE"

DON GIOVANNI DI MOZART AL TEATRO "IL MAGGIORE"
Sabato 1 febbraio 2020 alle 20,30 l'opera lirica torna a Verbania con uno dei grandi capolavori di tutti i tempi. Spettacolo realizzato in collaborazione con Associazione Mayr-Donizetti di Bergamo


W. A. Mozart
DON GIOVANNI
melodramma in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
Personaggi e interpreti principali Don Giovanni Andrea Porta Donna Anna Annarita Taliento Don Ottavio Danilo Formaggia Il Commendatore Ernesto Morillo Donna Elvira Brigitte Tornay Leporello Maurizio Leoni Regia e impianto scenografico Valerio Lo Pane Orchestra dei Colli Morenici Coro San Gregorio Magno di Trecate Direttore Damiano Maria Carissoni
Sabato 1 febbraio 2020 l'opera lirica protagonista al Teatro Il Maggiore di Verbania: alle 20,30 si alza il sipario su Don Giovanni, melodramma in due atti di W. A. Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Opera realizzata in collaborazione con la Associazione Mayr-Donizetti di Bergamo, realtà attiva nella città lombarda con 6 titoli che sempre incassano il tutto esaurito grazie alla qualità, alla serietà e all'organizzazione degli spettacoli proposti. 
Don Giovanni è la seconda delle opere nate dalla collaborazione fra Mozart e Da Ponte, dopo Le Nozze di Figaro; debuttò il 29 ottobre 1787 a Praga, suscitando subito un grande entusiasmo. Una storia "scura" nella quale si riconoscono i primi fremiti preromantici, grande novità per il periodo nel quale il lavoro è stato composto. Le vicende sono quelle di un nobile cavaliere con una passione sfrenata per le donne, un farabutto che alla fine però diventa quasi simpatico.
Questo capolavoro mozartiano è il primo appuntamento con l'opera in versione integrale della stagione 2019/2020 del Teatro Il Maggiore. Sarà poi la volta di Carmen in due momenti: il 10 maggio sul palco i ragazzi delle scuole locali (nell'ambito del progetto di divulgazione dell’opera tra i giovani), il 16 maggio  la trasposizione classica del capolavoro di Bizet sempre con l' Associazione Mayr-Donizetti di Bergamo.
Ricordiamo anche l'ultima lezione in musica dedicata alla lirica con Michele Mirabella che raccontrà Giacomo Puccini in calendario sabato 15 febbraio alle 21.
L'opera lirica rappresenta lo spettacolo più completo possibile con artistiche scenografie, balletti, momenti di recitazione, canto e bella musica.  Una sorta di "circo" dove al posto del salto mortale senza rete degli acrobati troviamo i virtuosismi dei cantanti, altrettanto senza rete. Il tutto unito da una trama intrigante con colpo di scena sempre garantito. Proprio per godere appieno dell'esperienza è consigliato arrivare a teatro conoscendo almeno per sommi capi la storia.

BIGLIETTI IN VENDITA:
- presso l’Ufficio relazioni con il pubblico della sede municipale in P.zza Garibaldi 15 a Verbania Pallanza dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30
- presso la biglietteria del teatro nei giorni di apertura per spettacoli.
Diritti prevendita € 1,50 (fino a 2 ore prima di ogni evento). Info +39 320 41 26 90

2020_02_07 Eternal Rhythm Liszt, Dorman e Wagner

Stagione Sinfonica 2019/20
Eternal Rhythm
Liszt, Dorman e Wagner
con Simone Rubino e John Axelrod

Venerdì 7 febbraio 2020, ore 20.00
Domenica 9 febbraio 2020_02_09, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler

Franz Liszt Orpheus
Avner Dorman Eternal Rhythm
Richard Wagner Tristano e Isotta, versione sinfonica
Percussioni Simone Rubino
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore John Axelrod

Due ospiti illustri all’Auditorium di Milano per il concerto di venerdì 7 febbraio (ore 20.00) e domenica 9 febbraio (ore 16.00): il direttore d’orchestra di fama internazionale John Axelrod e il virtuoso delle percussioni Simone Rubino, impegnati, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, in un programma che spazia dal Romanticismo ai giorni nostri: l’Orpheus, il quarto dei dodici poemi sinfonici composti da Franz Liszt eseguito per la prima volta il 16 febbraio del 1854 ed ispirato alla figura di Orfeo delineata dal filosofo Pierre-Simon Ballanche in Orphée nel 1829; la suite orchestrale tratta dal Tristano e Isotta di Richard Wagner, un compendio delle parti strumentali della leggendaria opera che il genio di Bayreuth compose tra il 1857 e il 1859, cambiando la storia della musica; e Eternal Rhythm, da cui prende il nome l’appuntamento, una composizione per percussionista solista e orchestra di Avner Dorman, compositore israeliano classe 1975 la cui musica utilizza una gamma ritmica estremamente varia e complessa. Con questa composizione si misurerà il suo dedicatario, il solista Simone Rubino, percussionista brillantemente lanciato nel concertismo mondiale, il cui obiettivo, collaborando con numerosi compositori contemporanei, è da sempre quello di ampliare il repertorio esistente per percussioni e orchestra. Una gioia per i compositori poter destinare a uno strumentista del genere i propri lavori. Di lui ha scritto la Neue Zürcher Zeitung: “Il modo in cui gestisce, maneggia, suona e accarezza i vari strumenti a percussione dell’orchestra dà l’impressione che Simone Rubino sia in grado di ottenere ogni sfumatura timbrica immaginabile”. Una padronanza tecnica assoluta che giustifica senz’altro il fatto che in Eternal Rhythm Rubino debba suonare crotali, glockenspiel, marimba, vibrafono, timpani, tom-tom, lattine e campanacci (oltre a intonare con la voce un testo ebraico dell’XI Secolo). Insomma, una celebrazione dell’enorme gamma timbrica ottenibile dagli strumenti a percussione, nonché un vero e proprio excursus nelle possibilità ritmiche che stanno alla base della musica.
Torna a dirigere l’orchestra il Maestro John Axelrod, che dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi è stato in passato Direttore Principale Ospite.

Conferenza
Il concerto di venerdì 7 febbraio sarà preceduto alle ore 18.00 da una conferenza introduttiva nel foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero.
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar./dom. ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2.
on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it .


Programma

Franz Liszt - Orpheus, Poema sinfonico n.4
Di tutti i poemi sinfonici di Franz Liszt, questo era il preferito di Richard Wagner. Liszt, già Kapellmeister del Teatro di Corte di Weimar, vi diresse l’Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck nel febbraio del 1854, nella versione di Berlioz. In questo adattamento erano previsti due brani sinfonici composti ad hoc da Liszt stesso. Uno di questi due brani, l’unico realizzato, divenne il suo quarto poema sinfonico, l’Orpheus, dedicato alla principessa Carolyne Sayn-Wittgestein e ispirato alla figura di Orfeo delineata dal filosofo Pierre-Simon Ballanche in Orphée nel 1829.
La composizione, che guarda alla figura di Orfeo come civilizzatore dell’umanità attraverso la bellezza dell’arte, è in forma-sonata e ruota attorno a due temi. Il secondo, meno energico del primo, è un leitmotiv che oscilla tra modo maggiore e modo minore. Questo poema sinfonico si chiude richiamando il finale di Orphée di Ballanche: Orfeo scompare tra le nuvole dopo aver lasciato agli uomini il compito di applicare i suoi insegnamenti. Dopo un cromatismo ascendente, il poema termina infatti con un pianissimo dell’orchestra che va piano piano spegnendosi.

Avner Dorman - Eternal Rhythm (2018)
Commissionata ad Avner Dorman dalla Norddeutscher Rundfunk e dal Festival George Enescu di Bucarest, Eternal Rhythm è una composizione per percussionista solista e orchestra, suddivisa in cinque sezioni: Adagio con espressione – With a flexible rubato - Scherzo – Adagio con espressione - Presto con brio.
Le più esatte sul pezzo sono certamente le parole del compositore: “Ciascuno dei movimenti richiama l’idea generale della serie armonica, un’infinita serie di oscillazioni, in modi diversi, mentre il solista si alterna tra una grande varietà di strumenti. La musica del Gamelan di Bali ispira molto del primo movimento, organizzando un numero finito di intonazioni all’interno di cicli ritmici complessi. Come nella musica Gamelan, sono molto presenti le sonorità di tastiere metalliche. Il secondo movimento si apre con un’espressiva melodia cromatica. Via via che il movimento si sviluppa emergono sempre più spirali e linee melodiche, a creare una rete complessa. Il terzo movimento, ritmico e spigoloso, è strutturato come un botta e risposta tra solista e orchestra. Scale ascendenti in ritmi sincopati si combinano a creare un movimento energico e vivace. Il cuore del pezzo è il quarto movimento, basato su un testo ebraico dell’XI Secolo. Questo testo avanza profonde domande riguardo all’interazione tra gli esseri senzienti e il mondo fisico, ribaltando figurativamente i ruoli della coscienza e della fisicità. A questo punto della composizione realizziamo che il ritmo dell’universo e il ritmo della vita sono la stessa cosa, e che la nostra esperienza del mondo è inevitabilmente connessa alla pulsione dell’universo e all’oscillazione di materia ed energia. La composizione finisce con un movimento esuberante, una celebrazione della vita, dell’energia e dell’onnipresente ed eterno ritmo.”

Richard Wagner - Tristano e Isotta, versione sinfonica
La suite orchestrale estrapolata dal Tristano e Isotta consiste in un compendio dei numeri esclusivamente strumentali presenti nell’opera di Richard Wagner, eseguita per la prima volta il 10 giugno 1865 al Teatro Nazionale di Monaco, segnando un punto di svolta rispetto all’uso tradizionale dell’armonia tonale: si tratta infatti di una musica caratterizzata da un’inesauribile tensione, resa possibile attraverso l'insistenza su un cromatismo destinato a influenzare la musica di fine secolo, e anche oltre. Emblematico è quanto detto da Giulio Confalonieri: “Il Tristano ha infettato la musica di un bacillo che nulla, nemmeno le più moderne penicilline, sono ancor riuscite ad eliminare del tutto.” Si tratta di uno dei punti di partenza della disgregazione armonica a cui assisteremo nel Novecento, con la dodecafonia e l’atonalità. Un nuovo tipo di tecnica compositiva è quella che Wagner usa nell’invenzione melodica, che non serve più per comporre in forma “chiusa”, ma viene pensata in funzione di una forma “aperta” (melodia infinita). Viene infatti usata la tecnica del Leitmotiv, ovvero l’associazione di un’idea musicale diversa per ogni personaggio o soggetto rilevante della storia, che con la sua potenza evocativa conduca immediatamente l’ascoltatore in una determinata situazione psicologica. Talvolta i Leitmotiv sono rappresentati anche soltanto da pochissime note; altre volte sono di dimensioni maggiori e possono anche trovarsi uniti fra loro.
Friedrich Nietzsche scrive di Richard Wagner: “Egli conosce un suono per le segrete, misteriose, profonde oscurità dell’anima, quando causa ed effetto sembrano privi di connessione e quando in qualsiasi momento qualcosa può sorgere dal nulla…sì, quale Orfeo di ogni segreta desolazione egli è il più grande di tutti”.


Biografie
Avner Dorman Compositore
Avner Dorman scrive musica di complessa fattura e con una tecnica compositiva rigorosa, espressi con una voce sentimentale e singolare. Nativo di Israele e residente negli Stati Uniti, Dorman incarna una grande varietà di influenze culturali e storiche nel comporre, facendo così risultare la sua musica di notevole impatto emozionale e sempre in cerca di nuovi territori. Usa un ampio e vario vocabolario ritmico, così come timbri e colori unici, sia nei lavori orchestrali, che in quelli cameristici e solistici. Molte delle sue composizioni sono entrate stabilmente nel repertorio. La musica di Dorman viene eseguita da grandi direttori in tutto il mondo, tra cui Zubin Mehta, Christoph Eschenbach, Riccardo Chailly e Andris Nelsons, e solisti del calibro di Pinchas Zukerman, Gil Shaham, Martin Grubinger e Hilary Hahn. Durante la stagione 2019/2020 orchestre come la Boston Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, la Israel Philharmonic Orchestra e la National Arts Centre Orchestra hanno presentato e presenteranno nuove prime assolute di questo compositore, e la sua nuova opera debutterà al Theater Dortmund. La stagione 2019/2020 è iniziata con la prima esecuzione assoluta del suo Doppio Concerto, con Pinchas Zukerman, Amanda Forsyth e la Boston Symphony Orchestra dirette da Asher Fisch. Più tardi nell’ambito di questa stagione questa composizione ha ricevuto la sua prima esecuzione canadese con la National Arts Centre Orchestra diretta da Pietari Inkinen. Nell’aprile del 2020 si terrà la premiére israeliana dello stesso pezzo, con la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Nirmrod David Pfeffer. La Chicago Symphony Orchestra, diretta da James Gaffigan insieme alla solista Cynthia Yeh, ha eseguito la prima assoluta statunitense di Eternal Rhythm in ottobre. Poche settimane prima, Dorman ha diretto la premiére rumena della stessa composizione, al Festival Enescu di Bucarest insieme al solista Simone Rubino, dedicatario del pezzo. L’ultima opera di Dorman, intitolata Die Kinder Des Sultans, è basata su libretto di Ingeborg von Zadow, sarà eseguita in prima mondiale in Aprile del 2020 al Theater Dortmund. Quest’opera tratta della storia di due bambini e della loro avventura per ritrovare il padre in una landa desolata, ed è dedicata ad un pubblico di tutte le età, e tratta le tematiche dell’identità, della diversità, della famiglia e dell’amore. La prima opera di Dorman, intitolata Wahnfried, che ha ottenuto un grande interesse mediatico ed è stata definita “un capolavoro” dalla rivista “Opernwelt”, è tornata a Karlsruhe nella stagione 2017/2018 per una seconda edizione come parte delle messe in scena del ciclo completo dell’Anello di Wagner alla Badisches Staatsoper. Il lavoro è stato nominato finalista nella categoria delle Prime Mondiali agli International Opera Awards del 2018. Nel 2018 Dorman ha vinto il Premio Azrieli per la Musica Ebraica (Azrieli Prize for Jewish Music) per il suo secondo Concerto per violino, intitolato Nigunim. Una parte del Premio ha consistito nella pubblicazione del pezzo a livello commerciale nel settembre del 2019, eseguito dalla solista Lara St. John con l’Orchestre Clasique de Montréal diretta da Boris Brott. Il concerto riceverà contestualmente la sua prima esecuzione europea con la Czech National Symphony Orchestra diretta da Steve Mercurio, e con la Sinfonia Varsovia al Museo della Storia degli Ebrei Polacchi di Polin, in Polonia. La recente incisione del suo Letters from Gettysburg è uscita nel giugno del 2019, acclamata da pubblico e critica. Allan Kozinn, del “Wall Street Journal”, ha descritto il pezzo come una “straziante partitura per coro, soprano, baritono e ensemble di percussioni” ed ha aggiunto che “lo stile di Dorman è coloristico ma disciplinato, uno stile intensamente concentrato sul soggetto da rappresentare. L’autore ha creato un lavoro che fa appello alla sensibilità pacifista mostrando la devastazione della guerra.” Amir Mandel di Haaretz ha scritto che “Dorman spinge l’uso di effetti musicali fino al loro estremo, ma raggiunge un lavoro che è bellissimo all’orecchio ed emozionalmente molto intenso.” Susan Miron di “Art Fusede” ha scritto che questo pezzo è “un inquietante lavoro in cinque movimenti che eleva l’esperienza di un uomo come memoria di tutte le vittime di guerra.” La Stagione 2018/2019 ha visto numerose prime esecuzioni assolute: Nigunim, per violino e orchestra, il Doppio Concerto, Eternal Rhythm, Still (Concerto per violino n.3) eseguito in prima assoluta da Sayaka Shoji con la CityMusic Cleveland diretta dal compositore, e Now, una breve video-opera commissionata dalla Houston Grand Opera. Altre prime assolute della stagione 2017/2018 sono: Boundless, frutto della prima collaborazione con la Houston Grand Opera; la suite For Solo Violin, commissionata dal Concorso Musicale Internazionale ARD di Monaco; Four Marimbas, commissinata da Jianli Percussion; e Dancing with the Torah at Mount Meron, commissionata dal duo pianistico ZOFO. A 25 anni Dorman è diventato il più giovane compositore a vincere il prestigioso Prime Minister’s Award israeliano, per la sua Ellef Symphony. Ha vinto numerosi premi internazionali dall’ASCAP (American Society of Composers, Authors and Publishers) e dell’ACUM, e dalla Lega dei Compositori Asiatici. La sua musica è disponibile su Naxos, Deutsche Grammophone, Canary Classics, e altre etichette. Detiene attualmente un dottorato in Composizione alla Juilliard School e lavora come Professore Associato di Teoria Musicale e Composizione al Sunderman Conservatory of Music del College di Gettysburg.
La sua musica è pubblicata in esclusiva dall’editore G. Schirmer.


Simone Rubino Percussioni
Simone Rubino, che ha brillantemente vinto l'ARD-Musikwettbewerb nel 2014 e ha ricevuto il Crédit Suisse Young Artists Award al Festival di Lucerna nel 2016, fa parte di una nuova generazione di percussionisti che si sono affermati nel mondo dei concerti classici. Si impegna ad ampliare il repertorio percussivo e collabora con compositori come Carlo Boccadoro, Avner Dorman, Adriano Gaglianello e Aziza Sadikova.
Nella stagione 2019/20, Rubino eseguirà Eternal Rhythm di Dorman, che ha debuttato nel 2018 con la NDR Elbphilharmonie Orchester, al George Enescu Festival di Bucarest e con la Filarmonica Arturo Toscanini. La passione di Simone Rubino per il nuovo repertorio si riflette anche nella prima esecuzione assoluta del concerto per percussioni di Boccadoro L'elettricità dei sogni, che si terrà nel febbraio 2020 con l'Orchestra della Toscana e Daniele Rustioni a Firenze. Inoltre, apre la stagione della Staatsoper Hannover con Speaking Drums di Peter Eötvös sotto la direzione di Kevin John Edusei e collabora con la Konzerthausorchester Berlin sotto la direzione di Michael Sanderling, la Tiroler Symphonieorchester diretta da Kerem Hasan, l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da John Axelrod e la Filarmonica Arturo Toscanini con il direttore Yves Abel. Suona in varie formazioni cameristiche (tra cui Lucas & Arthur Jussen, Alexej Gerassimez e Simon Höfele) ad Amsterdam, Berlino, Vienna, Dortmund, Firenze e in tournée in Italia con Enrico Dindo.
Il fortunato album di debutto di Rubino Immortal Bach giustappone la terza suite per violoncello di Bach, trascritta per marimba con opere contemporanee di Xenakis, Piazzolla, Cage e altri. Con il suo corrispondente programma di recital è ospite in numerosi festival come il Schleswig-Holstein Musik Festival, Heidelberger Frühling, Thüringer Bachwochen, Bachfest Leipzig e MDR Musiksommer nel 2019 e 2020.
Nell'agosto 2019 è stato pubblicato il nuovo album di Simone Rubino che ha registrato insieme al Windsbacher Knabenchor con il titolo "Water and Spirit" al SONY Classical. Il programma sarà eseguito nel febbraio 2020 alla Elbphilharmonie di Amburgo.
Rubino si è esibito come solista con i Wiener Philharmoniker, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, hr-Sinfonieorchester, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Münchner Philharmoniker, SWR Symphonieorchester, Netherlands Philharmonic Orchestra, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo. Nel 2019 ha girato la Cina con l'Orchestre National de Lyon e Tan Dun. Ha inoltre lavorato con direttori quali Zubin Mehta, Gustavo Gimeno, Tugan Sokhiev, Santtu-Matias Rouvali, Manfred Honeck, Joshua Weilerstein, Elim Chan e Francesco Angelico.
Oltre alle sue apparizioni come solista, la musica da camera ha un ruolo importante nella vita musicale di Simone Rubino, come dimostrano i suoi concerti con il trombettista Simon Höfele, le pianiste Katia e Marielle Labèque e Beatrice Rana. È ospite gradito in festival rinomati come "La Folle Journée" in Francia e Giappone, Rheingau Musik Festival,
Schwetzinger Festspiele, Schleswig-Holstein Musik Festival, Musical Olympus in Russia e Pfingstfestspiele a Baden-Baden.
Nato a Torino nel 1993, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi nella sua città natale prima di trasferirsi a Monaco di Baviera per studiare con Peter Sadlo. Simone Rubino ha tenuto una cattedra presso l'Haute École de Musique de Lausanne e una visiting professor presso l'Akademie der Künste di Berlino dal settembre 2019. È Consulente Artistico della serie Fasano Musica.

John Axelrod Direttore
Con un repertorio estremamente vasto, programmi innovativi e un carismatico stile direttoriale, John Axelrod continua ad imporsi sempre più come uno dei direttori più interessanti del panorama odierno sinfonico e operistico. La sua tecnica persuasiva è acclamata dalla critica così come le sue capacità comunicative con le orchestre e con il pubblico.
Dal 2014 è Direttore Principale e Direttore Artistico della Real Orquesta Sinfónica de Sevilla (ROSS), incarichi estesi fino alla Stagione 2019-2020. Altre posizioni ricoperte nel tempo sono quelle di Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G.Verdi” (2011-17), Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (2009-2013), Direttore Principale e Musicale della Luzerner Sinfonie Orchester e del Teatro di Lucerna (2004-2009), Direttore Musicale della “Hollywood in Vienna” (2009-2011) con la ORF Radio Orchestra, Direttore Principale della Sinfonietta di Cracovia (2001-2009), Fondatore e Direttore Musicale della OrchestraX di Houston, Texas (1998-2003).
Sin dal 2001, John Axelrod ha diretto oltre 165 orchestre nel mondo, 30 titoli d’opera e 50 prime assolute. Fra le orchestre con cui collabora regolarmente figurano la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, la NDR Symphony di Amburgo, la hr-Sinfonieorchester di Francoforte, la Dresden Philharmonie, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Torino, il Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestre de Paris, la OSI di Lugano, l’Orchestre Philharmonique Royal di Liegi e la Mariinsky Orchestra. In Giappone, John Axelrod dirige regolarmente la NHK e la Kyoto Symphony, e negli USA ha diretto spesso la Chicago Symphony, la Los Angeles Philharmonic, la National Symphony e la Columbus Symphony e la Philadelphia Orchestra. Nella stagione 2018/19 ha debuttato con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e con la Filarmonica della Scala.
Tra i prossimi impegni il debutto con la RTVE Orchestra di Madrid e il ritorno alla Filarmonica della Scala, all’Orchestra Sinfonica della Rai, alla Netherlands Philharmonic, alla Kyoto Symphony, alla Belgrade Philharmonic, alla Graz Philharmonic, alla Prague Radio Symphony, e ai Festival Enescu e Grafenegg.
In ambito operistico, ha diretto Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet, al Teatro alla Scala e al Maggio Musicale Fiorentino, Eugene Onegin al Teatro San Carlo di Napoli, Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny di Kurt Weill al Teatro dell’Opera di Roma, Mirandolina di Martinü al Teatro La Fenice di Venezia, la premiere di Lo Specchio Magico di Fabio Vacchi al Maggio Musicale Fiorentino, La traviata all’Opera di Firenze. Tra il 2004 e il 2009, al Festival di Lucerna ha diretto: Rigoletto, The Rake’s Progress, Don Giovanni, Three Penny Opera, Falstaff e Idomeneo. Nella prossima stagione dirigerà Un romano a Marte di Montalti al Teatro dell’Opera di Roma.
John Axelrod, inoltre, dirige spesso opere in forma di concerto e collabora regolarmente con artisti di fama internazionale quali Nadja Michael, Thomas Hampson, Rinat Shaham, Veronique Gens, Ramon Vargas e Wallis Giunta.
John Axelrod incide regolarmente sia il repertorio di tradizione che quello contemporaneo per etichette quali Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naïve e Nimbus. Con la Telarc, l’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi e i solisti Dame Felicity Lott, Wolfgang Holzmair, Indra Thomas e Nicole Cabell ha pubblicato un album che include Sinfonie di Brahms e Lieder di Clara Wieck intitolato Brahms Beloved.
Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, John Axelrod collabora con diverse orchestre giovanili professionali ed è stato Direttore Principale del Pacific Music Festival di Sapporo anche nel 2019 in occasione del centenario dalla nascita di Bernstein. In tournée ha diretto la Santander Orchestra in Polonia, la Schleswig-Holstein Festival Orchestra al Salzburg Festival, l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, l’Orchestra dell’Accademia della Scala a Muscat, the NordDeutsche Junge Philharmonie in Germania, e la Vienna Jeunesse Orchester in Austria.

Nel 1982 ha studiato con Leonard Bernstein, nel 1988 si è laureato alla Harvard University e nel 1996 ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin.

2020_02_08 Sezioni in concerto Schubert, Debussy e Milhaud

Educational 2019/20
Sezioni in concerto
Schubert, Debussy e Milhaud
con la nuova orchestra I Giovani de laVerdi

Sabato 8 febbraio 2020, ore 20.30
Auditorium di Milano, largo Mahler
Franz Schubert Sinfonia n° 3, D 200 in Re Maggiore
Claude Debussy Petite Suite (orchestrazione di Henri Büsser)
Darius Milhaud Le boeuf sur le toit, op. 58
Orchestra I Giovani de laVerdi
Direttore Andrea Oddone

Debutta sabato 8 febbraio alle ore 20.30 all’Auditorium di Milano, la neonata formazione musicale I Giovani de laVerdi. La nuova proposta muove dalle caratteristiche artistiche proprie della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi e dalle sue molteplici attività rivolte ai giovani e si sviluppa grazie alla sinergia consolidata in più di 10 anni di collaborazione con l’Associazione é Musica Nuova. 
La nascita di questa Orchestra giovanile punta a divenire una preziosa occasione per l’apprendimento del lavoro orchestrale ed è in quest’ottica che I Giovani de laVerdi si propone come vera e propria scuola di formazione, un progetto di grande spessore didattico e fucina di giovani e giovanissimi talenti. Studenti e neodiplomati, sotto la direzione del M° Andrea Oddone, sono affiancati nella loro crescita artistica e professionale dalla preziosissima partecipazione delle prime parti dell'Orchestra Sinfonica che, nella veste di Tutor, hanno il compito di curare le singole sezioni d’orchestra. Per gli archi il primo violino e spalla dell’Orchestra Sinfonica M° Luca Santaniello e il primo Violoncello M° Tobia Scarpolini. Per i legni il primo oboe M° Luca Stocco e il primo flauto M° Nicolò Manachino. Per gli ottoni, M° Giacomo Ceresani, primo trombone. Per le percussioni M° Viviana Mologni, primo timpanista.
Quello di sabato 8 febbraio, insieme al concerto che concluderà la stagione il 6 giugno, rappresentano senza dubbio una chance di grande valenza per i giovani musicisti. Fiore all’occhiello di questa iniziativa è quindi la rinnovata progettualità che mira a rendere evidenti le differenze fra un’esperienza più legata al percorso di formazione e la pratica orchestrale svolta in un ambito professionale. Le prove si svolgono la domenica mattina presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo due volte al mese proprio per favorire gli studenti provenienti dalle diverse regioni del territorio nazionale. 
Nel mese di febbraio saranno bandite nuove audizioni per implementare l’organico (info a orchestregiovanili@laverdi.org).

Con questo nuova formazione si definisce così un disegno di educazione  musicale completo nell’ambito di un più articolato progetto, quello dell’Educational, che da sempre pone l’attenzione sulla divulgazione della musica fra i giovani per lo sviluppo di nuove prospettive con lo scopo di far vivere la musica come espressione culturale della società moderna, di integrare la formazione scolastica, di far apprezzare sia la musica sinfonica che ogni altro genere musicale senza barriere ideologiche, utilizzando il linguaggio universale quale strumento di integrazione.

Programma
Franz Schubert Sinfonia n° 3, D 200 in Re Maggiore
I. Adagio maestoso; Allegro con brio
II. Allegretto
III. Menuetto
IV. Presto vivace
Claude Debussy Petite Suite (orchestrazione di Henri Büsser)
I. En bateau
II. Cortège
III. Menuet
IV. Ballet
Darius Milhaud Le boeuf sur le toit, op. 58

Orchestra I Giovani de laVerdi
Direttore Andrea Oddone

Biglietti: euro 7.00 posto unico; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, 

Biografia
Andrea Oddone direttore

Direttore d’orchestra italiano, si dedica regolarmente al repertorio sinfonico e operistico. I suoi impegni includono inviti con orchestre in Italia e in Europa, tra cui l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi; Orchestra Sinfonica Abruzzese; Orchestra Sinfonica di Sanremo; Donetsk National Philarmonic Orchestra S. Prokofiev; Orchestra Sinfonica B. Bruni di Cuneo; Orchestra Sinfonica Nazionale Rumena; Orchestra Sinfonica di Asti; Orchestra Sinfonica di Oradea; Orchestra Classica di Alessandria; Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte; Orchestra Sinfonica di Bordighera e Ensemble Nuove Musiche.  Presente nei programmi dei maggiori festival e di varie stagioni musicali, ha diretto più volte concerti trasmessi dalla RAI Radio Televisione Italiana. Il suo repertorio spazia dal classicismo al novecento storico, ma non mancano prime esecuzioni assolute o italiane di nuovi lavori. Ha collaborato con innumerevoli solisti, cantanti e attori tra cui: Luca Fanfoni, Silvia Chiesa, Luca Santaniello, Hans H. Suh, Marton Kiss, Michele D’Ascenzo, Stefano Cerrato, Igor Andreev, Nikolay Shugaev, Ermir Abeshi, Leonardo Pierdomenico, Masha Diatchenko, Filippo Mineccia, Natalia Roman, Elena Bakanova e David Riondino. Apprezzato comunicatore, è spesso chiamato a tenere lezioni/concerto e seminari presso le istituzioni pubbliche e private (tra cui citiamo il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma e l’Università IULM di Milano) in merito alla direzione d’orchestra e, più in generale, sulla cultura musicale. È altrettanto richiesto come membro di giuria in occasione di concorsi di esecuzione e come relatore nell’ambito di convegni di studio. Ha studiato presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Torino ottenendo, tra gli altri, i diplomi in composizione e in direzione d’orchestra col massimo dei voti. Si è perfezionato in Italia e all’estero seguendo numerose master class e innumerevoli produzioni quale assistente.

2020_02_13 Un dittico di Requiem

Stagione Sinfonica 2019/20
Stingeranno nei pugni una cometa
Un dittico di Requiem
tra tradizione e innovazione

Giovedì 13 febbraio 2020, ore 20.30
Venerdì 14 febbraio 2020_02_14, ore 20.00
Domenica 16 febbraio 2020_02_16, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler

Wolfgang Amadeus Mozart Requiem in Re minore K.626 (Sequenza Eybler) 
Silvia Colasanti Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa
Soprano Minji Kim
Contralto Solderg Isalv
Tenore Stefano Ferrari
Basso Daniele Caputo
Voce recitante Mariangela Gualtieri
Mezzosoprano Monica Bacelli
Bandoneon Davide Vendramin
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Maestro del Coro Jose Antonio Sainz Alfaro
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Maxime Pascal

“Il sacro è qualcosa di trascendente, fa parte di un mondo che non muta, dunque non è soggetto all'evoluzione del linguaggio. In questo senso ho voluto utilizzare vocaboli musicali arcaici, risalenti agli inizi della polifonia e inserirli in un contesto funzionale, formale e timbrico del presente”. Così Silvia Colasanti, autrice di Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa, in programma giovedì 13 febbraio (ore 20.30), venerdì 14 febbraio (ore 20.00) e domenica 16 febbraio (ore 16.00) all’Auditorium di Milano, parla del sacro in musica, sicuramente un tema centrale del programma che l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta per l’occasione da Maxime Pascal. Il sedicesimo programma della stagione sinfonica 2019/2020 prevede infatti, oltre alla già citata composizione di Silvia Colasanti, il Requiem in re minore K.626 di Wolfgang Amadeus Mozart (sequenza Eybler), in cui i solisti saranno Minji Kim (soprano), Solderg Isalv (contralto), Stefano Ferrari (tenore) e Daniele Caputo (basso). Una vera e propria sfida, quella lanciata da laVerdi, nel mettere a confronto una forma storica come il Requiem in due diverse declinazioni: da una parte la tradizione, la Messa da Requiem per eccellenza, le cui pagine (in particolare quelle del Confutatis e del Lacrymosa) sono ricordate dal grande pubblico anche per essere la colonna sonora di Amadeus di Miloš Forman; dall’altro la contemporaneità, una compositrice di oggi che pensa ad una forma così importante per ricordare un evento tragico dei giorni nostri. Questa composizione di Silvia Colasanti è stata infatti commissionata dal Festival di Spoleto all’indomani dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia nel 2016. Per ricordare le vittime di questo evento catastrofico, la compositrice ha trovato il coraggio di confrontarsi con rispetto e intelligenza ad una forma verso cui non è affatto scontato che un autore contemporaneo non nutra una qualche forma di timore reverenziale. Afferma la Colasanti: “Negli ultimi mille anni sono stati scritti più di 5000 requiem! Quando un compositore nel 2016 si confronta con una forma così antica e anche così esplorata deve fare i conti con la storia, avendo rispetto del patrimonio, che non può di certo ignorare. Questa problematizzazione diventa negativa quando ci schiaccia, quando blocca il processo creativo.” E qui il patrimonio del passato diventa risorsa per il presente e per l’avvenire. Attualizzare una forma considerata storica per far riflettere e suscitare un’emozione nuova nella contemporaneità, grazie anche all’apporto della poetessa Mariangela Gualtieri (voce recitante), di Monica Bacelli (Mezzosoprano) e di Davide Vendramin (bandoneon), che, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, verranno diretti dal giovane e talentuoso Maxime Pascal, bacchetta connotata da “una sensibilità matura, originale e intrigante, in grado di magnetizzare l'attenzione della sala”, come affermato dalla critica. Ancora una volta l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi mostra tutta la sua intenzione e il suo interesse a valorizzare il repertorio contemporaneo, alla ricerca di modalità sempre più efficaci affinché venga recepito e compreso con entusiasmo da un pubblico sempre più ampio.
Conferenza
Il concerto di giovedì 13 febbraio sarà preceduto alle ore 18.00 da una conferenza introduttiva nel foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero. 
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2. 
on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it . 

Programma
Silvia Colasanti 
Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa
Nato da una commissione di Giorgio Ferrara per il Festival di Spoleto all’indomani del terremoto del centroitalia del 2016, questo lavoro di Silvia Colasanti è stato il protagonista dell’edizione del Festival del 2017. Il Requiem ha come sottotitolo “Oratorio per soli, coro e orchestra”, ed è proprio nel fatto di chiamarlo Oratorio che Silvia Colasanti nasconde il suo intento di porre l’accento su una componente drammaturgica e teatrale non affatto propria della Messa da Requiem di per sé: il coro si volta, bisbiglia, tiene in mano delle pietre, interagisce con la voce recitante e con il mezzosoprano. Si tratta di un gioco delle parti in cui il Coro (chiamato infatti “coro di chi non dubita”) incarna la concezione canonica e tradizionale della morte mentre la voce recitante (incarnata da Mariangela Gualtieri, peraltro autrice del testo recitato) declama un testo in italiano, e propone una visione più laica, indubbiamente meno lugubre e più luminosa. “Stringeranno nei pugni una cometa”, è del resto un verso di Dylan Thomas, un poeta che si è dedicato ampiamente al tema della morte, proponendone talvolta una lettura più positiva e piena di speranza. Si crea dunque una sorta di dialettica tra “la dubitante” e il “coro di chi non dubita”, e si dipana così un intreccio tra il la struttura del Requiem così come la conosciamo da secoli e qualcosa di completamente nuovo. A completare la rosa dei protagonisti di quest’oratorio ci sono altri due personaggi: il mezzosoprano, chiamato "Cuore ridotto in cenere", riprendendo il verso del Cor contritum quasi cinis, presente nel Dies Irae; e infine un ultimo personaggio rappresentato dal Bandoneon, chiamato “il respiro della terra”, che compare nell'ultima parte del Requiem e va a personificare il desiderio di rinascita e di speranza con cui termina la composizione.

Wolfgang Amadeus Mozart 
Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K.626 (Sequenza Eybler)
Da sempre esiste una mitologia legata alla corrispondenza tra la prematura morte di Wolfgang Amadeus Mozart e la composizione del suo Requiem. Si tratta di un lavoro infatti incompiuto, che, secondo Stendhal, fu commissionato da un lugubre e misterioso uomo dal mantello nero che si presentò mascherato alla porta di Mozart richiedendogli la composizione di questa messa in quattro settimane per cinquanta ducati. Altra storia vuole che nel luglio 1791 Mozart riceva la commissione da parte di un intermediario del conte Walsegg, un nobile vedovo che intendeva eseguire l’opera nell’anniversario della morte della moglie. Pare che l’intermediario non rivelò a Mozart l’identità del committente, invitando anzi il musicista a non ricercarla; vero o non vero, questo presunto anonimato del committente contribuì indubbiamente all’alone di mistero che avvolge quest’opera. Vera o falsa che sia questa storia, il Requiem fu scritto da Mozart in condizioni di salute molto precarie. Ad occuparsi del completamento del Requiem furono alcuni suoi allievi, Franz Xaver Süssmayr in primis, ma prima di lui erano stati coinvolti Franz Jakob Freystädtler e Joseph Eybler. Tutti costoro furono legati da un vincolo di segretezza; nessuno doveva sospettare che Mozart non fosse l’unico autore del Requiem. Eybler fu il primo a cui la moglie di Mozart chiese di completare il Requiem di suo marito. Ci provò ma non completò la commissione: il Requiem che l’Orchestra Verdi propone termina infatti con le prime otto battute del Lacrimosa, le ultime che il compositore ha scritto, ed è costituito dall’Introitus (Requiem aeternam e Kyrie) e la Sequentia (Dies irae, Tuba mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis, Lacrimosa).

Biografie
Silvia Colasanti Compositrice
Silvia Colasanti (1975) si è formata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con Luciano Pelosi e Gian Paolo Chiti. Si è poi perfezionata con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm, Pascal Dusapin e Azio Corghi all’Accademia Musicale Chigiana e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, ricevendo dal Presidente della Repubblica il Premio Goffredo Petrassi quale migliore diplomata in composizione. Di fondamentale importanza per la costruzione della sua poetica personale e del suo universo sonoro, tra gusto “materico” del suono e ricchezza di registri e livelli compositivi, la collaborazione con solisti italiani e stranieri di fama internazionale. Tra questi Yuri Bashmet e I Solisti di Mosca, per cui ha scritto nel 2014 Preludio, Presto e Lamento, Rachel Andueza, cui ha dedicato Frammenti di lettere amorose nel 2015, Salvatore Accardo, Laura Gorna e l’OCI per cui ha composto nel 2013 Capriccio a due, e inoltre i violoncellisti Enrico Bronzi per cui ha scritto le Variazioni sull’Inquietudine e David Geringas cui ha dedicato il Concerto per violoncello e orchestra (2011), Adagio per violoncello e archi (2013), Tango for David (2018), su commissione del Teatro Comunale di Bologna; il violinista Massimo Quarta, per cui ha scritto Il Canto di Atropo contenuto nel cd monografico In-Canto, e ancora  Vladimir Yurovski ,Jacques Zoon, Arturo Tamayo, Vladimir Mendelssohn, Daniel Kawka, Lior Shambadal, Nathalie Dessay, il Quartetto di Cremona, il Quartetto Arditti. Ha scritto per il teatro il melologo Orfeo.Flebile queritur lyra interpretato da Maddalena Crippa, L’angelo del Liponard. Un delirio amoroso interpretato da Sandro Lombardi, Faust. Tragedia soggettiva in musica su testo di F. Pessoa, commissionato e rappresentato all’Accademia Chigiana da Ferdinando Bruni per la regia di Francesco Frongia, La Metamorfosi, su libretto tratto dall’omonimo racconto di Franz Kafka e regia di Pier Luigi Pier’Alli, commissionata nel 2012 e rappresentata nel 2012 e 2014 al Maggio Musicale Fiorentino. Dalla collaborazione con Mariangela Gualtieri della Compagnia Teatro Valdoca nasce il lavoro per voce e orchestra Dal paese dei rami. Il 27 gennaio 2017, nella Giornata della memoria, è stato eseguito un suo nuovo lavoro, Le imperdonabili, ispirato alla figura di Etty Hillesum su testo di Guido Barbieri e regia di Alessio Pizzech. Nel 2018 firma le musiche di scena per Otello di Elio De Capitani.
Nel 2016 debutta in prima assoluta al Festival dei 2Mondi di Spoleto Tre Risvegli un nuovo lavoro di teatro musicale, su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone, protagonista Alba Rohrwacher. Nel 2017 in Piazza Duomo a Spoleto è stato eseguito Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa. Oratorio per Soli, Coro e Orchestra, in memoria delle vittime del terremoto del Centro Italia, commissionato dal Festival di Spoleto, su testi di Mariangela Gualtieri,con la stessa Mariangela Gualtieri come voce recitante, la cantante Monica Bacelli, Richard Galliano al bandoneon, l’International Opera Choir diretto da Gea Garatti e l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Maxime Pascal. Questo lavoro è stato già ripreso a Bolzano nel Festival Transart e sarà rieseguito nel 2020 a Milano con l’Orchestra Verdi e Maxime Pascal e a Roma sotto la direzione di Oleg Caetani. Sempre nel 2017, la composizione Ciò che resta, per organico sinfonico è stata presentata in prima esecuzione assoluta al Teatro La fenice Venezia. La Fenice (al Teatro Malibran) ospiterà anche la prima di una nuova composizione in fase di stesura, Eccessivo è il dolor quand’egli è muto dal Lamento di Procrii di F. Cavalli. Il suo Orfeo, già presentato nella versione per trio il 4 dicembre 2016 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, da parte dell’Ex Novo Ensemble con la voce recitante di Sandro Cappelletto è stato ripreso nella versione per ensemble il 12 maggio 2017 al Cremona Festival Monteverdi, con la voce recitante di Valter Malosti e in Francia dalla Paris Mozart Orchestra diretta da Claire Gibault, con la voce recitante di Natalie Dessay al Festival Présences Feminines di Toulon, in marzo, mentre l’Orchestra Verdi di Milano ne ha presentato una nuova versione per orchestra sinfonica all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, in settembre, con la voce recitante di Maddalena Crippa, per la direzione musicale di Patrick Fourniller.
Dal 2018 inaugura il Festival di Spoleto con una Trilogia di opere sul Mito. Finora ha realizzato: Minotauro, opera lirica in 10 quadri su testo di Réné de Ceccatty e Giorgio Ferrara tratto dal racconto di Durrenmatt, per la regia di Giorgio Ferrara, sotto la direzione di Jonathan Webb; Proserpine, opera lirica in 2 parti su testo Mary Shelley, con adattamento di Réné de Ceccatty e Giorgio Ferrara, per la regia di Giorgio Ferrara, sotto la direzione di Pierre-André Valade.
Il suo primo cd monografico s’intitola In-Canto, cui segue la pubblicazione di Requiem, sempre per Dynamic. Nel 2020 è prevista l’uscita di un nuovo CD di Quartetti d’archi, interpretati dal Quartetto Nous. Nel 2013 ha vinto lo European Composer Award (Berlino), è diventata membro del Comitato d’Onore Internazionale Viva Toscanini, della Società del Kalevala ed è stata nominata dal Presidente della Repubblica Napolitano Cavaliere della Repubblica, nel 2017 il Presidente della Repubblica Mattarella gli ha conferito il riconoscimento di Ufficiale della Repubblica.
Insegna Composizione al Conservatorio di Benevento.
Le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi.

Mariangela Gualtieri Scrittrice e poetessa
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Si è laureata in architettura allo IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.

Fra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, 1992), Fuoco Centrale (Einaudi, 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, 2006), Paesaggio con fratello rotto (libro e DVD, Luca Sossella Editore, 2007), Bestia di gioia (Einaudi, 2010), Caino, (Einaudi, 2011), Sermone ai cuccioli della mia specie con CD audio (Valdoca ed., 2012), A Seneghe. Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012), Le giovani parole (Einaudi, 2015), Voci di tenebra azzurra (Stampa 2009 ed., 2016), Beast of Joy. Selected poems (Chelsea Editions, New York, 2018), coautrice dell’Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti di Teatro Valdoca (Quodlibet, 2019), Quando non morivo (Einaudi, 2019).
Monica Bacelli Mezzosoprano
Si diploma con Maria Vittoria Romano e Donato Martorella presso il Conservatorio di Pescara, vince il Concorso Belli di Spoleto che la porta a debuttare al Teatro Sperimentale come Cherubino ne Le nozze di Figaro e Dorabella in Così fan tutte. Da questo momento in poi la sua carriera si è sviluppata nei principali teatri italiani ed internazionali (Scala, Staatsoper di Vienna, Covent Garden, San Francisco Opera) e presso le principali istituzioni concertistiche (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Philarmonie di Berlino, Concertgebouw), collaborando con direttori d'orchestra quali Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung, Zubin Metha, Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Antonio Pappano e Simon Rattle.
Vincitrice del premio Abbiati, il suo ampio repertorio comprende ruoli mozartiani (Idamante nell' Idomeneo, Cherubino ne’ Le nozze di Figaro, Donna Elvira nel Don Giovanni, Dorabella nel Così fan tutte, Sesto ne’ La clemenza di Tito) e rossiniani, ma si estende dall’opera barocca (la trilogia monteverdiana Orfeo, Il ritorno di Ulisse in patria e L'incoronazione di Poppea, La Calisto di Cavalli, Tamerlano, Alcina e Giulio Cesare di Haendel) all’opera francese dell’Otto-Novecento (Les Contes d’Hoffmann, Werther, Don Quichotte, L’Enfant et les sortilèges).
Riconosciuta interprete del teatro musicale contemporaneo, le sono state affidate numerose prime esecuzioni, tra cui il monologo lirico di Marco Tutino Le bel indifférent e il ruolo protagonista nell' Antigone di Ivan Fedele che ha inaugurato la settantesima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.
Particolarmente stretta è stata la sua collaborazione con Luciano Berio, che ha scritto per lei i ruoli di Marina in Outis (Teatro alla Scala, 1996) e di Orvid in Cronaca del luogo e il brano Altra voce, presentato al Festival di Salisburgo nel 1999 ed eseguito poi a New York, Tokyo, Parigi e Roma. Dello stesso Berio ha inoltre interpretato i Folksongs con la Filarmonica della Scala, con l’Ensemble Intercontemporain, con i Berliner Philarmoniker e ai Proms di Londra.
Monica Bacelli è particolarmente attenta alla musica sacra e da camera, che negli ultimi anni ha gradualmente affiancato all'attività operistica, esibendosi sia con pianoforte che in formazioni cameristiche in numerosi recital dai programmi che presentano una ricca gamma di filoni tematici.
Tra i suoi impegni recenti: la protagonista femminile in Pélleas e Mélisande alla Monnaye di Bruxelles, Donna Elvira in Don Giovanni al Municipal di Sao Paulo, Sesto ne La clemenza di Tito a Venezia, Mère Marie ne Les dialogues des Carmélites all'Accademia di Santa Cecilia, Ottavia ne L’incoronazione di Poppea a Palais Garnier e alla Scala, Sesto in Giulio Cesare a Toulon, Melisande nel Pélleas e Mélisande al Maggio Musicale Fiorentino con Daniele Gatti, Idamante nell' Idomeneo inaugurale della Fenice e a Valencia, Roggero in Alcina a Ginevra, una serie di concerti dall'eclettico repertorio e un Recital al ROF, ancora Ottavia ne L’incoronazione di Poppea alla Scala, Stabat Mater di Rossini a Trieste diretta da Gianluigi Gelmetti.
Progetti futuri includono: Sesto ne La clemenza di Tito a Madrid; Despina in Così fan tutte all’Opera di Roma e a Ginevra; Meg in Falstaff al Regio di Torino; Il Matrimonio Segreto al Filarmonico di Verona; Pelléas e Melisande a Parma , Modena e Piacenza; Requiem di Verdi a Roma e Milano; Le Nozze di Figaro a Madrid.


Davide Vendramin Percussioni
fisarmonicista e bandoneonista, ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Pesaro, all’Università di Torino e all’ Hochschule der Künste di Berna (Svizzera). Si è esibito nell’ambito di importanti festival e in collaborazione con istituzioni culturali quali Stadt Tehater di Berna, UFA Filmnächte di Berlino, Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, Ferrara Musica, Festival di Lucerna, HEMU di Losanna, Milano Musica,   Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera, Teatro Regio di Parma, Amici della Musica di Modena, Pistoia e Trapani, Associazione Filarmonica di Rovereto, Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, MiTo/Settembre Musica e Rai NuovaMusica di Torino, Théâtre du Capitole de Toulouse, Biennale Musica di Venezia, Wettinger Kammerkonzerte, FBW di Vienna, Accademia di Musica e Teatro di Vilnius.Come solista ha suonato con l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestre de Chambre de Toulouse e la Berner Symphonie Orchestre. Ha collaborato, tra le altre, con l’Orchestra del Teatro alla Scala, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra della Svizzera italiana di Lugano, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, e direttori quali: Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Stanislav Kochanovsky, Michele Mariotti, Wayne Marshall, Juraj Valcuha solo per citarne alcuni.
Insegna fisarmonica al conservatorio di Vicenza. 

Maxime Pascal Direttore
Nato in una famiglia di musicisti, ha iniziato gli studi di pianoforte e poi di violino nella sua città natale, Carcassonne. Nel 2005 è stato ammesso al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi, dove uno dei suoi mentori è stato François-Xavier Roth. Appassionato sostenitore della musica contemporanea, ne fa uno dei fondamenti delle sue collaborazioni musicali. In ambito operistico ciò lo ha portato a dirigere l'ultima opera di Salvatore Sciarrino Ti vedo, ti sento, mi perdo al Teatro alla Scala nel 2016, ripresa alla Staatsoper di Berlino. Ha diretto anche il Requiem di Silvia Colasanti ai Festival di Bolzano e Spoleto, La Voix Humaine di Poulenc all'Opera di Roma nel 2016 e Jakob Lenz di Wolfgang Rihm con la Camerata Salzburg al Dialogue Festival; Kinkakuji di Toshiro Mayuzumi al Bunka Kaikan di Tokyo con la Tokyo Symphony Orchestra, che dirigerà ancora in Lulu di Berg nel 2020. Si dedica molto anche al repertorio operistico francese, è ha già all’attivo diverse collaborazioni con l'Opéra di Parigi, dove, nelle stagioni passate ha diretto Daphnis et Chloé, Boléro e L'Heure espagnole di Ravel, Gianni Schicchi di Puccini; inoltre Pelléas et Mélisande di Debussy all'Opera di Malmö nel 2016. Come membro fondatore del poliedrico gruppo artistico Le Balcon, Pascal ha sviluppato insieme ai suoi colleghi una visione unica dello spettacolo musicale realizzando una esperienza suggestiva e radicale per il pubblico. Eseguendo una vasta gamma di repertori, Le Balcon integra la musica a sistemi audio e di illuminazione avanzati, così da creare esperienze emozionanti e coinvolgenti. Tra i progetti fino ad ora realizzati, Ariadne auf Naxos di Benjamin Lazar, un video spettacolo ispirato a Pierrot Lunaire di Schönberg creato dall'artista colombiano Nieto e il Donnerstag Aus Licht di Stockhausen al Southbank Centre di Londra nel 2019. Questo ha portato a una collaborazione settennale con la Philharmonie di Parigi, dove l'ensemble eseguirà l'intero ciclo Licht di Stockhausen, dopo aver iniziato con Samstag nel giugno 2019 e con il programma di mettere in scena un'opera all'anno.
Maxime Pascal e Le Balcon hanno collaborato con Pierre Boulez, George Benjamin, Peter Eötvös e Michaël Lévinas, e nel settembre 2016 hanno pubblicato il loro album di debutto con l’adattamento di un estratto della Symphonie Fantastique di Berlioz.
Oltre all’opera, si dedica molto anche alla musica sinfonica, partendo dal repertorio classico fino a quello del XXI secolo. Ha eseguito di Grisey con la Radio-Sinfonieorchester di Vienna al Festival di Salisburgo, ma ha anche collaborato Les Espaces Acoustiques con l’orchestra Les Siècles durante la celebrazione del 150° anniversario di Berlioz all'Hong Kong Arts Festival. Ha diretto la Danish National Symphony Orchestra nel Poème de l'amour et de la mer di Chausson e nella popolare Schhérazade di Rimsky-Korsakov. Nel 2020 collaborerà con Patricia Kopatchinskaja ad un programma dedicato a Debussy e Sibelius ed eseguito dall’Orchestra della Svizzera Italiana.
Molto affermato in Italia, ha diretto numerose orchestre, quali l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI insieme a Beatrice Rana, l'Orchestra Sinfonica Siciliana, l'Orchestra Sinfonica e il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi; in Germania a diretto i Münchner Philharmoniker, la SWR Sinfonieorchester, i Münchener Kammerorchester, la Gustav Mahler Jugendorchester e l’Ensemble Musikfabrik; e in Francia, l’Orchestre National du Capitole di Tolosa, l’Orchestre National di Bordeaux e l’Orchestre National di Lilla.
È Associated Artist e Artistic advisor della Fondazione Singer-Polignac di cui Le Balcon è ensemble in residence dal 2010. Nel novembre 2011 l'Accademia di Belle Arti dell'Istituto Francese gli ha conferito il Premio musicale della Fondazione Simone e Cino del Duca. È il primo francese ad aver vinto i premi Nestlé e il Salzburg Festival Young Conductors nel marzo 2014.