Gabriele Romagnoli L'ULTIMO AMORE dall'autore del bellissimo NAVI IN BOTTIGLIA

ArcipelagoMilano
 

23 ottobre 2018

L'ULTIMO AMORE, UNA GRAZIA CONQUISTATA

"Senza fine", il nuovo libro di Gabriele Romagnoli

181023_BellonMolti libri e film sono stati dedicati al primo amore. Ma, secondo Gabriele Romagnoli, giornalista e scrittore, quello che conta è l'ultimo. Viviamo talmente a lungo e facciamo così tante esperienze che il primo ce lo dimentichiamo, resterà una foto scolorita o un nome sulla punta della lingua. Invece l'ultimo è quello con cui arriviamo al traguardo. Quello conclusivo che ci definisce.

Così nel nuovo libro "Senza fine" (Feltrinelli Editore, pagine 94, euro 10), Romagnoli ci descrive la meraviglia dell'ultimo amore. L'idea di un amore giovanile che duri per sempre appartiene alle vecchie generazioni. Questa lunga vita è disseminata di storie, che si accendono e si spengono. Come diceva Woody Allen in uno spot pubblicitario: "Fino a centoventi anni? E quanti divorzi dovremmo affrontare?"

L'importante è imparare durante tutto il percorso, sapendo che la principale ragione di vita è la scoperta. La prima convivenza o matrimonio è facile da sbagliare, non conosciamo a fondo le nostre necessità, i nostri desideri. Nel tempo dobbiamo capire non solo chi sono gli altri ma anche chi siamo noi. Solo imparando chi siamo faremo le scelte giuste. E la foto scattata al traguardo visualizzerà una persona al nostro fianco, l'ultimo amore, quello con cui passeremo la parte non declinante, ma più importante della vita. E' quell'amore, cui consegneremo il ricordo di noi stessi o quello di cui avremo il ricordo quando tutto sarà finito.

Come è possibile individuare la fine del viaggio? Quando si sente il desiderio di fermarsi, la sicurezza di non volere altro e di non voler essere altro. Ci sono tre possibili percorsi, come descrive Romagnoli, che portano all'ultimo amore: il cerchio, la linea retta e quella spezzata. Che sia una persona incontrata al termine della vita o la riscoperta di quella che si è sempre avuta accanto, o ancora chi c'era stato all'inizio, quando non si era pronti. Bisogna essere preparati, sapendo che lungo il cammino si incontreranno degli ostacoli: il disamore, la propria fallibilità e una serie di errori.

Ci si innamora con un colpo di fulmine, ma quando finisce si cercano spiegazioni razionali. Non può l'amore finire come era cominciato, non per un senso ma per un'intuizione? "Ho visto oltre ottanta Paesi – scrive l'autore -, cambiato ventotto case, principalmente perché finiva una relazione e ne cominciava un'altra. Ho messo in conto il disamore, mio e altrui, talora in felice simultaneità. Ne ho fatto una scelta di filosofia, materia che mi appassionava a ventidue anni e a cui vorrei dedicarmi nel finale della vita. Di fatto si è trattato di un confronto teorico pratico tra due pensatori: il danese Søren Kierkegaard e il polacco Zygmunt Bauman."

Pagine che danno speranza, soprattutto per affrontare le due paure più grandi: l'amore e la morte. Romagnoli non lascia spazio al rimpianto senza verifica, perché significherebbe avere mancanza di fiducia nel futuro o in se stessi. Gli ultimi amori hanno qualcosa in comune: la consapevolezza di aver trovato nell'altro la certezza di quel che si è. E il raggiungimento di questo obiettivo è il più avventuroso di tutti, anche quando si è a pochi passi dal traguardo della nostra vita. Perché "non è finita finché ricomincia".

Cristina Bellon


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