MiTo, concerti a Milano Festival edizione 2018
DANZE SPAGNOLE
Ritmi e danze spagnole avvolgono il pas de deux di
Xavier de Maistre, star europea dell’arpa
e
Lucero Tena, leggenda vivente delle nacchere
Lunedì 10 settembre 2018, ore 21, Piccolo Teatro Grassi
Via Rovello, 2, Milano
Posto unico numerato, 15 euro
Biglietti in vendita su www.ticketone.it
Frammento di una grande artista in concerto a Milano al Piccolo Teatro, sperando che questo omaggio non sia bloccato.Un augurio a tutti i musicisti e ascoltatori di vivere la musica così.Buon Natale 2022 Felix Navidad Merry ChristmasPiccolo Teatro Grassi - MilanoLunedì 10 settembre 2018 – ore 21,00MiTo edizione2018 - MilanoDANZE SPAGNOLEXavier de Maistre, arpaLucero Tena, nacchereVideoFotoservizio
DANZE SPAGNOLE
Ritmi e danze spagnole avvolgono il pas de deux di
Xavier de Maistre, star europea dell’arpa
e
Lucero Tena, leggenda vivente delle nacchere
Lunedì 10 settembre 2018, ore 21, Piccolo Teatro Grassi
Via Rovello, 2, Milano
Posto unico numerato, 15 euro
Biglietti in vendita su www.ticketone.it
Frammento di una grande artista in concerto a Milano al Piccolo Teatro, sperando che questo omaggio non sia bloccato.
Ritmi, melodie e stilemi tratti dal patrimonio popolare della danza spagnola impregnano il programma del concerto dell’arpista Xavier de Maistre, che segna un felice ritorno a MITO, in duo con la señora delle nacchere, Lucero Tena, lunedì 10 settembre alle 21 al Piccolo Teatro Grassi per MITO SettembreMusica 2018.
Il duo indulge nel repertorio per tastiere spagnolo – il diritto dell’arpa di “pascolare” in tale ambito si fonda su un’antica prassi che s’intreccia all’evoluzione di una propria letteratura – e per chitarra, dal Settecento al presente, con la prima esecuzione italiana di Pluie à Auvers e di Charing Cross Bridge da Après une visite à Gregynog di Richard Dubugnon (1968).
La Sonata in re maggiore del compositore basco settecentesco Mateo Pérez de Albéniz, pubblicata nel 1925 dal pianista cubano Joachin Nin, è stata adocchiata subito dagli arpisti che l’hanno adottata nel loro repertorio, grazie agli echi di tecniche chitarristiche e allo stile di scrittura innervata di vocaboli popolari, come il chiaro riferimento al fandango. Oltre a Scarlatti, da cui mutua la forma di sonata bipartita, punto di riferimento di Albéniz erano anche le Sonate di Antonio Soler, prolifico monaco catalano, come la Sonata in re maggiore R. 84, trascritta per arpa dallo stesso de Maistre dove, tra viticci di scale e arpeggi intrecciati, ben si scorgono i ritmi di danze spagnole tipiche, come il fandango e la jota.
Basco era anche Jesús Guridi, compositore e organista del primo Novecento, nella cui produzione l’eco della musica nazionale basca si ammanta di una veste armonica ricca e moderna, come nel caso di Viejo Zortzico, del 1949, che prende spunto da una tradizionale danza basca in ritmo composto di 5/8 (e combinazioni più complesse).
In prima italiana, il nuovo lavoro di Richard Dubugnon, commissionato nel 2015 dal Gregynog Festival, Après une visite à Gregynog, s’ispira a tre capolavori della collezione Davies, fondatrici del festival inglese: Pluie à Auvers, l’ultimo domicilio di Van Gogh, evoca il vuoto e la malinconia del paesaggio sferzato dalla pioggia, ma visto con gli occhi di un’anima insaziabile di luce e di colore, e Charing Cross Bridge, uno dei capolavori dell’ultimo Monet, ispira a Dubugnon un’arpa dal suono iridescente e guizzante, figlio del virtuosismo pianistico di Ravel ma irrobustito da sincopi ritmiche di gusto contemporaneo (omesso il brano centrale, ispirato a Cézanne).
A Isaac Albéniz ed Enrique Granados, due giganti del pianoforte spagnolo a cavallo del Novecento, va riconosciuto lo sforzo di elevare canti e danze della tradizione folkloristica alla dignità della musica d’arte, come nelle composizioni intitolate a nomi di luoghi, che in una prospettiva nazionalistica si caricano di un ethos esclusivo, di cui la musica cattura l’essenza profondo: del primo, Torre Bermeja, simbolo della riunificazione cristiana della penisola iberica si traduce in un canto notturno colmo di emozione. Allo stesso modo, nella serenata ispirata dalla misteriosa città di Granada (che dà il titolo del primo dei tre brani in programma tratti da Suite española) affiorano i melismi tipici del cante jondo dei gitani. Zaragoza, invece, capitale dell’Aragona, ha un folklore più legato ai ritmi di danza, che nella trascrizione di de Maistre ritrova il tocco mordente del polpastrello sulla corda della chitarra. Asturia, sintesi perfetta tra il suono del pianoforte e la forza struggente della leggenda di questa terra aspra e infelice è addirittura diventato una pietra miliare del repertorio chitarristico grazie alla celebre trascrizione di Segovia. Del resto, tutta questa musica pianistica, compresa la danza Andaluza di Granados, arriva all’arpa passando dalla mediazione della chitarra, per l’ovvia affinità di produzione del suono.
In qualche caso, però, la letteratura chitarristica fornisce direttamente il materiale, come nel caso del vernacolare Recuerdos de la Alhambra (1896) di Francisco Tárrega, uno dei giovani artisti impegnati nella rinascita della musica spagnola e della chitarra alla fine dell’Ottocento, amico di Albéniz, Granados, Joaquín Turina.
La regione meridionale, quasi confinante con l’Africa della Andalusia era anche la terra di Manuel de Falla, il più radicale e moderno promotore di un rapporto con la tradizione popolare che riscopre dalle sue più autentiche radici, per rinnovare il linguaggio musicale romantico ormai esausto, in maniera analoga all’attività di Béla Bartók. Uno dei risultati più precoci di questa ricerca fu l’opera La vida breve, 1913, basata su autentici elementi del folklore gitano andaluso. La musica ha avuto fortuna soprattutto nella sua versione sinfonica, in sala da concerto, lasciando una scia di trascrizioni che arrivano fino a quella virtuosistica e variopinta di Marcel Grandjany, un arpista americano di origine francese, famoso concertista e importante didatta.
Il concerto è preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon e trasmesso in diretta radiofonica da Radio 3 RAI.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Oreste Bossini.
PROGRAMMA
Mateo Antonio Pérez de Albéniz (1755-1831)
Sonata in re maggiore op. 13 *
Jesús Guridi (1886-1961)
Viejo Zortzico (Zortzico Zarra) *
Isaac Albéniz (1860-1909)
Torre Bermeja (Serenata) n. 12 da 12 Piezas características op. 92 *
Granada (Serenata) dalla Suite española n. 1 op. 47 *
Zaragoza dalla Suite española n. 2 op. 97 *
Asturias (Leyenda) dalla Suite española n. 1 op. 47 *
Antonio Soler (1729-1783)
Sonata in re maggiore per arpa n. 84 *
Richard Dubugnon (1968)
Pluie à Auvers
Charing Cross Bridge
da Après une visite à Gregynog op. 73
Prima Esecuzione in Italia
Enrique Granados (1867-1916)
Andaluza, n. 5 dalle 12 Danzas españolas *
Francisco Tárrega (1852-1909)
Recuerdos de la Alhambra *
Manuel de Falla (1876-1946)
Danza spagnola n. 1 da La vida breve
trascrizione per arpa di Marcel Grandjany
* trascrizioni per arpa di Xavier de Maistre
Xavier de Maistre arpa
Lucero Tena nacchere
BIGLIETTERIA
La biglietteria di MITO SettembreMusica a Milano, presso il Teatro Dal Verme, in via San Giovanni sul Muro, 2 è aperta da martedì a sabato, con orario 11-19. I tagliandi d’ingresso dei concerti a ingresso libero saranno distribuiti contestualmente all'apertura della sala, presso la sede del concerto e fino a esaurimento dei posti disponibili. La distribuzione dei tagliandi inizierà 45 minuti prima dello spettacolo. Ogni spettatore avrà diritto ad un solo tagliando.
Informazioni: +39.02.87905201 – biglietteriamito@ipomeriggi. it
http://www. mitosettembremusica.it/ biglietti/2018/milano- biglietteria.html
Il duo indulge nel repertorio per tastiere spagnolo – il diritto dell’arpa di “pascolare” in tale ambito si fonda su un’antica prassi che s’intreccia all’evoluzione di una propria letteratura – e per chitarra, dal Settecento al presente, con la prima esecuzione italiana di Pluie à Auvers e di Charing Cross Bridge da Après une visite à Gregynog di Richard Dubugnon (1968).
La Sonata in re maggiore del compositore basco settecentesco Mateo Pérez de Albéniz, pubblicata nel 1925 dal pianista cubano Joachin Nin, è stata adocchiata subito dagli arpisti che l’hanno adottata nel loro repertorio, grazie agli echi di tecniche chitarristiche e allo stile di scrittura innervata di vocaboli popolari, come il chiaro riferimento al fandango. Oltre a Scarlatti, da cui mutua la forma di sonata bipartita, punto di riferimento di Albéniz erano anche le Sonate di Antonio Soler, prolifico monaco catalano, come la Sonata in re maggiore R. 84, trascritta per arpa dallo stesso de Maistre dove, tra viticci di scale e arpeggi intrecciati, ben si scorgono i ritmi di danze spagnole tipiche, come il fandango e la jota.
Basco era anche Jesús Guridi, compositore e organista del primo Novecento, nella cui produzione l’eco della musica nazionale basca si ammanta di una veste armonica ricca e moderna, come nel caso di Viejo Zortzico, del 1949, che prende spunto da una tradizionale danza basca in ritmo composto di 5/8 (e combinazioni più complesse).
In prima italiana, il nuovo lavoro di Richard Dubugnon, commissionato nel 2015 dal Gregynog Festival, Après une visite à Gregynog, s’ispira a tre capolavori della collezione Davies, fondatrici del festival inglese: Pluie à Auvers, l’ultimo domicilio di Van Gogh, evoca il vuoto e la malinconia del paesaggio sferzato dalla pioggia, ma visto con gli occhi di un’anima insaziabile di luce e di colore, e Charing Cross Bridge, uno dei capolavori dell’ultimo Monet, ispira a Dubugnon un’arpa dal suono iridescente e guizzante, figlio del virtuosismo pianistico di Ravel ma irrobustito da sincopi ritmiche di gusto contemporaneo (omesso il brano centrale, ispirato a Cézanne).
A Isaac Albéniz ed Enrique Granados, due giganti del pianoforte spagnolo a cavallo del Novecento, va riconosciuto lo sforzo di elevare canti e danze della tradizione folkloristica alla dignità della musica d’arte, come nelle composizioni intitolate a nomi di luoghi, che in una prospettiva nazionalistica si caricano di un ethos esclusivo, di cui la musica cattura l’essenza profondo: del primo, Torre Bermeja, simbolo della riunificazione cristiana della penisola iberica si traduce in un canto notturno colmo di emozione. Allo stesso modo, nella serenata ispirata dalla misteriosa città di Granada (che dà il titolo del primo dei tre brani in programma tratti da Suite española) affiorano i melismi tipici del cante jondo dei gitani. Zaragoza, invece, capitale dell’Aragona, ha un folklore più legato ai ritmi di danza, che nella trascrizione di de Maistre ritrova il tocco mordente del polpastrello sulla corda della chitarra. Asturia, sintesi perfetta tra il suono del pianoforte e la forza struggente della leggenda di questa terra aspra e infelice è addirittura diventato una pietra miliare del repertorio chitarristico grazie alla celebre trascrizione di Segovia. Del resto, tutta questa musica pianistica, compresa la danza Andaluza di Granados, arriva all’arpa passando dalla mediazione della chitarra, per l’ovvia affinità di produzione del suono.
In qualche caso, però, la letteratura chitarristica fornisce direttamente il materiale, come nel caso del vernacolare Recuerdos de la Alhambra (1896) di Francisco Tárrega, uno dei giovani artisti impegnati nella rinascita della musica spagnola e della chitarra alla fine dell’Ottocento, amico di Albéniz, Granados, Joaquín Turina.
La regione meridionale, quasi confinante con l’Africa della Andalusia era anche la terra di Manuel de Falla, il più radicale e moderno promotore di un rapporto con la tradizione popolare che riscopre dalle sue più autentiche radici, per rinnovare il linguaggio musicale romantico ormai esausto, in maniera analoga all’attività di Béla Bartók. Uno dei risultati più precoci di questa ricerca fu l’opera La vida breve, 1913, basata su autentici elementi del folklore gitano andaluso. La musica ha avuto fortuna soprattutto nella sua versione sinfonica, in sala da concerto, lasciando una scia di trascrizioni che arrivano fino a quella virtuosistica e variopinta di Marcel Grandjany, un arpista americano di origine francese, famoso concertista e importante didatta.
Il concerto è preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon e trasmesso in diretta radiofonica da Radio 3 RAI.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Oreste Bossini.
PROGRAMMA
Mateo Antonio Pérez de Albéniz (1755-1831)
Sonata in re maggiore op. 13 *
Jesús Guridi (1886-1961)
Viejo Zortzico (Zortzico Zarra) *
Isaac Albéniz (1860-1909)
Torre Bermeja (Serenata) n. 12 da 12 Piezas características op. 92 *
Granada (Serenata) dalla Suite española n. 1 op. 47 *
Zaragoza dalla Suite española n. 2 op. 97 *
Asturias (Leyenda) dalla Suite española n. 1 op. 47 *
Antonio Soler (1729-1783)
Sonata in re maggiore per arpa n. 84 *
Richard Dubugnon (1968)
Pluie à Auvers
Charing Cross Bridge
da Après une visite à Gregynog op. 73
Prima Esecuzione in Italia
Enrique Granados (1867-1916)
Andaluza, n. 5 dalle 12 Danzas españolas *
Francisco Tárrega (1852-1909)
Recuerdos de la Alhambra *
Manuel de Falla (1876-1946)
Danza spagnola n. 1 da La vida breve
trascrizione per arpa di Marcel Grandjany
* trascrizioni per arpa di Xavier de Maistre
Xavier de Maistre arpa
Lucero Tena nacchere
BIGLIETTERIA
La biglietteria di MITO SettembreMusica a Milano, presso il Teatro Dal Verme, in via San Giovanni sul Muro, 2 è aperta da martedì a sabato, con orario 11-19. I tagliandi d’ingresso dei concerti a ingresso libero saranno distribuiti contestualmente all'apertura della sala, presso la sede del concerto e fino a esaurimento dei posti disponibili. La distribuzione dei tagliandi inizierà 45 minuti prima dello spettacolo. Ogni spettatore avrà diritto ad un solo tagliando.
Informazioni: +39.02.87905201 – biglietteriamito@ipomeriggi.
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