2015_10_05 Ada Negri disegnatrice di Grignasco, scomparsa a 89 anni in un ricordo di una sua mostra

Nella foto Ada Negri (1926-2015) disegnatrice
Addio all’artista Ada Negri, ritrattista e pittrice, aveva 89 anni: il funerale lunedì 5/10/2015 alle 15 al cimitero di Grignasco. Lutto nel mondo dell’arte. È morta a 89 anni Ada Negri. Operaia alla Filatura di Grignasco, aveva frequentato la scuola di nudo dell’Accademia di Brera e aveva iniziato a esporre con grande successo. Una settimana prima era mancata la sorella, Mariuccia, di 90 anni. 

Ada Negri (7 giugno 1926 - 2 ottobre del 2015 Grignasco), disegnatrice, ritrattista e pittrice grignaschese. E’ mancata il 2 ottobre del 2015 a 89 anni. La prima mostra di Ada fu allestita nel 1964, a Novara, presso la Galleria La cruna, dove fu notata dal critico Raffaele De Grada, che scrisse su di lei nella prestigiosa rivista Scena Illustrata

Dal 9 luglio al 26 settembre 2010
Pinacoteca di Varallo
Via Pio Franzani, 2
DISEGNI DI ADA NEGRI
Testi di
Carlo Ludovico Ragghianti e Alberto Crespi
Della sua opera hanno scritto
Dino Carlesi
Luigi Cavallo
Alfio Coccia
Alberto Crespi
Raffaele De Grada
Carlo Ludovico Ragghianti
Franco Russoli
Francesco Vincitorio
Ada Negri abitava in frazione Carola 8 - Grignasco(No)




Debbo all'amico Aldo Salvatori la conoscenza di questa singolare artista che egli, gli preme sia chiaro, ha secondato nella sua vocazione e ricerca espressiva, con un colloquio piuttosto che con un magistero, anche se naturalmente il suo esempio è stato illuminante, non però per fortuito incontro, ma per una propensione derivante da una esigenza nativa, per simpatia elettiva.
I disegni presentati in questo volume sono una parte assai piccola, seppure abbastanza rappresentativa, di una produzione che è quasi quotidiana, segue da un abitato stabile le sequenza delle stagioni e dei giorni quali passano nelle valli della Valsesia, dove il sole sposta a cadenze lunghe le ombre dei monti, e tra mattina e sera trascorrono arie che filtrano e vibrano i colori. 




Solo l'occhio poetico registra quest'animazione costante e ne coglie la segreta ricchezza di vita e di contemplazione che si riflette nelle cose, nelle persone, nelle vicende semplici e spesso perenni di un presente intemporale che si apre ogni volta come una scoperta nuova, come una fonte viva e tesa di slancio del sentimento. Ada Negri, espone per quanto so, dal 1964, raramente, e questo libro affascinante documenta il suo lavoro sino ad oggi, di crescente identità e intensità, ma di altrettanto evidente fedeltà ad una visione fermamente radicata in una sensibile certezza, pure in un ciclo palese di eventi interiori che emergono con immediatezza e talvolta con prepotenza nello spettacolo sempre nascente e improvviso della vita così folta e inesauribile nel più breve e consueto ambito, commozione, sorriso, ironia, rapimento, melanconia, compassione, meraviglia, lietezza, empito d'amore.




Ciò che colpisce in queste pagine di diario grafico che non è mai abituale, è lo spirito di verità senza limite di convenzione, per cui la realtà si confessa nelle sue esaltazioni e nelle sue miserie, secondo un'esperienza del vivere compiuta con la consapevolezza della nudità dell'esistenza che non tollera parafrasi o velature, dev'essere accettata nel suo transito diverso e nelle sue forme immutabili, fuori di ogni idealismo o d'ogni sofisticazione, con una sorta di dovere semplice e a volte quasi austero. 
La scala delle proiezioni emotive è vasta, perché l'ispirazione si concentra in un piccolo mondo, benché respirato e inventivo, fittamente sorgivo, pieno di umori e d'estri istantanei, awincente per il pullulare dei movimenti, che l'artista non sente di poter rifiutare, in una sorta di incessante slancio o di disposizione comprensiva. Quest'antologia, scelta e ben scelta come raccolta sintomatica, rappresenta quindi un minimo di un lavoro appassionatamente moltipllcato, e che dovrà prima o poi essere più compiutamente rivelato. Ada Negri per anni e anni ha fatto questa vita: operaia tessile in una filanda di Grignasco dove è nata e dove vive e disegna, dopo otto ore di fabbrica alla sera andava a Milano per seguire, presso l'Accademia di Brera, il Maestro di sua scelta, compresa la sua cultura notevolmente decantata e di penetrantissima intelligenza moderna. Attraverso questa l'artista si è misurata con Degas, con Cézanne, con Manet, con Matisse, con una tensione pari a quella con la quale ha accertato nel linguaggio così flessibilmente sensitivo e così puramente esaltante di Salvadori la condizione favorevole per la sua propria espressione. E' così che viene di guardare nei disegni di Ada Negri degli episodi che Bonnard avrebbe potuto firmare, e che hanno un analogo impeto vitale mediato con un'affabilità affettiva e comunicativa; e in altri casi si pensa a Manzo per l'essenzialità struttiva di profili immersi e di gesti nativamente densi e compressi che si liberano. Non si può esitare a riconoscere in questa genuina e chiaramente indipendente artista la spontaneità radicale e l'originalità di uno sguardo intrepido e rivelatore. 
Ada Negri non assiste alle cose usandole come occasioni di forma, e tanto meno se ne distacca per costruire impervie sublimazioni o coltivate astrazioni intellettuali. L'Artista resta inserito in un tessuto di umanità e di esperienza terrestre cui partecipa e per cui declina una lingua sempre più avvertita, spoglia e talvolta adunca nelle morsure del tratto e sempre più addensata nei corpi chiaroscurati o sollevati nelle pulsazioni cromatiche. E' ancora una voce autentica e profonda che proviene da una solitudine remota e gelosa. A questo disegno inerme e indomito si volge la nostalgia e si appaga la gioia per le cose nascoste in noi e ritrovate per il limpido dono, immagini d'infanzia e di adolescenza, di lavoro e di giochi, di quiete serena e di rassegnato dolore, di rigoglio solare e d'ora serale e raccolta, d'urto sensuale e di trasparenza sentimentale. Un canto ingenuo e aperto, che tra la lirica e l'elegìa, in forme sempre discrete, si avvia da farsi da cattivante a imperioso, nel far condividere a chi guarda l'evocazione inestinguibile dell'evenienza, del rinascere umile e sovrano della vita che anche nei momenti fugaci e nelle situazioni elementari può rivelare un contenuto inatteso.
Carlo Ludovico Ragghianti, 1980

Individuati nella matita e nel pastello i propri mezzi elettivi d'espressione fin dagli esordi, Ada Negri si è impegnata in un forte processo di crescita tecnica, supportato da una forza d'animo di incontestabile valore, da un rapporto con l'emozione dawero totale e dall'esempio di Aldo Salvatori, suo indiscusso maestro alla Scuola libera del nudo dell'Accademia di Brera che la pittrice frequenta con caparbia continuità per un decennio tra anni Cinquanta e Sessanta. 
Il suo segno appare di rapido accesso e sicuro spessore dopo aver intuito il portato d'esperienza e l'intelligenza sottile che lo governano. Il ventaglio dei soggetti proposti dalla pittrice testimonia il suo orizzonte quotidiano e il clima in cui la sua esistenza si svolge.
Ognuna delle figure di Ada Negri è percorsa da una tensione che se ne impadronisce totalmente, tramite una rete di segni chiari che si sovrappone ai forti traìettori costruttivi principali. Il colore è concesso per brevi appoggiature, ad allargare con momenti di tenerezza i piani delle immagini. 


Dal 1960 ad oggi il percorso creativo di Ada Negri si presenta di estrema coerenza e costituisce un "corpus" di lavori di sicuro interesse, per quanti confronti si vogliano tentare all'interno della fedeltà alla pittura di figura. Ritratti, figure a mezzo busto o intere, sole o in coppia, di uomini intenti al lavoro o di donne, abbigliate o nude, sovente distese ad occupare diagonalmente il foglio; figure di bambini e figure di animali. Il mondo iconico di Ada Negri risulta capito in profondità e testimoniato con ferma decisione senza compromessi, senza indulgenze, senza eufemismi.
Alberto Crespi, 2003






Ex Asilo "CERINO ZEGNA" TRIVERO - Praz. Ronco
dal 4 al 18 Luglio 1999
DISEGNI DI ADA NEGRI
Testi di Dina Carlesi e Carlo Ludovico Ragghianti
ORARIO DELLA MOSTRA
Domenica dalle ore 16 alle ore 22 
Feriali dalle ore 17 alle ore 2

Il grido silenzioso di Ada
Un segno leggero e volante, quello di Ada Negri, che talvolta approda nell'arco acuto di un braccio piegato e talvolta nel gesto sospeso nell'aria da "una ragazza sul prato". 
Il suo dono è quello di saper bloccare una emozione, di dare una direzione a uno sguardo acceso, di confessare il pudore di un nudo.
Chissà quale retro terra di pensieri di infanzie di silenzi di amarezze ha consentilo all'autrice di crearsi un suo spazio memoriale entro cui adagiare una provocazione grafica o una acutezza analitica intorno ad un elemento reale. Una vita può essere non solo vissuta ma anche raccontata per immagini, e i linguaggi hanno i loro interni segreti: c'è un timbro per calare un graffio sulla carta oppure un ghirigoro impensato oppure lo zainetto di una "scolaretta" che cammina.
Semmai vieni a chiederti quale esercizio sia stato necessario - e di quale durata - perché la delimitazione degli spazi raggiungesse questa "naturalità" (non naturalistica), non tradisse mai l'ingenuità della visione tramite l'ingenuità del segno: qui nulla sa di naif, anzi, sono proprio alcuni errori di sintassi a convincerci che 1'accademia le è estranea e che la trascrizione è sapientissima, realizzata naturaliter. La guida di Aldo Salvadori deve essere stata inflessibile nel colpire le incertezze della mano durante le sue lezioni milanesi, ma senza mai forzare in direzione delle pedanti correzioni formali o del graziosismo estetico.
La Negri deve avere assimilato e costruito lentamente le strutture interne relative ad una certa realtà da lei osservata: questa realtà ella raccontava mentalmente a se stessa come sogni o favole, per poi rioffrirle ad altri con candore di chi le ha scoperte un atomo prima. La filatrice Ada Negri doveva pure individuare uno strumento per poter penetrare nell'ombra di un'ascella, nelle curve di un oggetto per coglierne il ritmo vitale. Evidentemente in lei si comprimevano urgenze conoscitive serie, curiosità multiformi, se il suo guardare a qualche Maestro le è stato sufficiente per cogliere l'essenzialità di taluni grovigli arcani, sprigionando verità radicali intorno ali' "umano". 
Ogni elemento, guardandolo, iniziava a respirare per lei la terrestrità temuta e cercata, fino ad elevarsi a simbolo espressivo primigenio, senza velami e astuzie. Forse ogni linea diviene per la Negri la giusta significazione per dar corpo a recenti memorie infantili, a immaginati ricuperi dei cuore. 
E' ovvio, quindi, che l'elegia si accordi con queste resurrezioni grafiche e insieme partecipino al loro definitivo successo segnico, senza tuttavia indulgere al graziosimo e all'intellettualismo: la Negri ha l'intuizione delle misure, essa stessa è spazio e gesto e ritmo che sanno delimitare i confini delle figure, le loro inquietudini, i loro respiri, privilegiando i toni bassi e discreti. Infatti ella si affida al chiaro scuro solo quando la figura le sfugge dal segno pulito o forse l'immagine le si offusca dentro.
I critici parlano di diario o di monologo (come se così non dovesse essere) io parlerei, in aggiunta, di "grido", grido placato nella rassegnazione esistenziale, ma mai spento alla felicità, quella che la Negri deve provare nel momento in cui prende coscienza di aver siglato una nascita, creata un'idea, bloccata un'esistenza o un particolare di essa. 
Mi pare che la Negri sappia esprimere la realtà che circonda e sappia riportare sul foglio il suo sentimento scoperto tramite l'emozione visiva che le giunge dall'esterno; è a quel punto che scatta il suo gesto rapidissimo, perfetto o imperfetto che sia, certamente non accademico, sempre partecipe di quell'intimità personale entro cui - come in ogni griglia affettuosa - chiede un movimento, un atteggiamento, una posa. 
Quel "grido" silenzioso - il bisticcio è d'obbligo - segna una "presenza" chiara e certa su questo lembo terrestre. Il resto non conta. Testo di Dina Carlesi 














SPAZIO-ARTE Mostra di ADA NEGRI

12 gennaio - 6 febbraio 1993

01.Ester - 91 - pastello - il viola le si addice ?

02.Michela-91 - pastello-

03.Laura - 88 - pastello - scontrosa ? distante ?

04.Francesca -73 - pastello - assorta ? sola ?

05.Miriam - 90 - pastello - compiaciuta ? originale ?

06.Laura - 86 - pastello -

07.Michela-91 -pastello

08.Rossana - 87 - pastello - beve ? sbadiglia ? o si vergogna ?

09.Rossana - 87 - pastello - ritorno all'infanzia ?

10.Rossana -88 - pastello - acconciatura verde o verde acconciato ? 

11.Michela-91 - pastello

12.Ester - 91 - pastello - triste, pensosa o annoiata ?

13.Miriam - 90 - pastello

14.Enrico - 87 - pastello -fatica del salire ?

15.Maria Teresa - 91 - pastello - ritratto avvolto di viola ?

16.Ester - 91 - pastello -

17.Ester-91 -pastello

18.Ester - 90 - pastello - un pigiama o in pigiama ?

19.Matteo- 88 -pastello

20.Rossana - 87 - pastello

21.Ester-90-pastello

22.Laura - 88 - matita- sogno ad occhi aperti ?

23.Autoritratto - 88 - pastello - turbante o carezza di fidar ?

24.Miriam - 90 - pastello - mani che giocano ?

25.Michela - 91 - pastello - appoggiata a una spalla ?

26.Miriam e...- 91 - pastello - due occhi per un cappello importante ?

27.Due bambine - 69 - pastello - girotondo di amiche gentili ?

28 Ester - 91 - pastello - prima o dopo la fatica è sempre lo stesso ?

29.Miriam - 89 - pastello

30.Rossana - 85 - matita - volumetria naturale ?

31.Rossana - 85 - pastello -sangue alla testa ?

32.Vittorina - 91 - matita - ritratto di un costume ?

33.Carmen - 85 - pastello

34.Miriam -91 - matita

35.Rossana - 81 - pastello - interessata a cosa ? a se stessa ?

36.Miriam - 91 - matita- occhi e capelli: il resto è silenzio ?

37.Miriam -9U -pastello

38.Matteo - 88 - matita

39.Carmen - 89 - matita - compostezza compiaciuta ?

40.Carmen - 90 - pastello - misteriosa ?

41. Autoritratto - 91 - pastello - archi intrecciati attorno a uno sguardo

42.Carnieri - 90 - pastello

43.Donatella - 84 - pastello

44.Michela -91- pastello - nuova Sfinge ?

45.Carmen - 88 - pastello

46. Autoritratto - 90 - pastello - sciarpe per riscaldare un volto ?

47.Vittorina - 91 - matita- legge o fa finta ?

48.Ester-91 -matita

49.Miriam - 92 - matita - dolcezza interiore ?

50.Ester - 90 - pastello

51.Vittorina - 91 - matita - fattrice maldestra ?

52. Autoritratto - 91 - pastello - trono e corona per un volto che scruta ?

53.Ester - 91 - pastello - da sotto la visiera ?

54.Ester-91 -matita

55.Don Gianluca - 92 - pastello - molto abbottonato ?

56.Ester - 91 - matita - ventaglio o paravento ?

57.Ester - 90 - matita - mani che tengono ? che offrono ?

58.Enrica - 88 - matita - profilo di un carattere volitivo ?


















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