2018_06_16 laVerdi finale di stagione direttore e violino Domenico Nordio

Giovedì 14 Giugno 2018_06_14 
Venerdì 15 Giugno 2018_06_15 
Domenica 17 Giugno 2018_06_17 
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2017/18
Romantico finale di stagione
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore e violino Domenico Nordio 

La Stagione 2017-18 de laVerdi si conclude nel nome di Robert Schumann, con il violinista Domenico Nordio nel doppio ruolo di solista e direttore. Segue poi una pausa estiva, laVerdi dà appuntamento al pubblico dell’ Auditorium per il 20, 21 e 23 settembre con il primo programma della Stagione sinfonica 2018-2019, preceduto il 16 settembre dal concerto inaugurale al Teatro alla Scala.
E’ Robert Schumann il protagonista dell’ultimo dei 31 programmi della Stagione sinfonica 2017-18 de laVerdi.
Per l’occasione sale sul podio dell’Auditorium il grande violinista italiano, Domenico Nordio, qui nella doppia veste di solista e direttore per tracciare insieme all’Orchestra Verdi un percorso inedito del genio romantico: dalla giovanile Ouverture op.52 alla Sinfonia n.2, passando per il Concerto per violino e orchestra in Re minore capolavoro rimasto inedito fino agli anni ’30 del Novecento.
La musica di Schumann, che chiude una stagione più che positiva per l’Orchestra Verdi, sarà anche protagonista nel primo programma  della Stagione  Sinfonica 2018-19 de laVerdi, (il 20, 21 e 23 settembre prossimi) quando in Auditorium verrà proposto il suo Concerto per violoncello e orchestra in La min op.129.
Tre le date proposte per questo imperdibile appuntamento: giovedì 14 giugno (ore 20.30) venerdì 15 giugno (ore 20) e domenica 17 giugno (ore 16).
(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).

Programma
Schumann - Ouverture, Scherzo e Finale
Lo stesso autore le affibbiò nomi diversi, da Symphoniette a Suite a Sinfonia, pubblicandola poi nel 1846 come Ouverture Scherzo und finale (…) Il lavoro venne presentato la prima volta in pubblico nel dicembre 1841 al Gewandhaus di Lipsia insieme alla versione originaria della Sinfonia in re minore, la futura Quarta.
 (…)  All’ascolto, l’orecchio è immediatamente colpito dalla freschezza di questa musica, dovuta sia a una scrittura frizzante, sia a un’orchestrazione tutto sommato contenuta. L’autore ne sottolineò infatti il “carattere leggero, amabile” sostenendo di Averla concepita “in uno stato d’animo lieto” 
Federico Fornoni

Schumann - Sinfonia n.2
Schumann lavorò alla Sinfonia n.2 a partire dal dicembre del 1845, data in cui gli abbozzi presero forma; la composizione si protrasse per i primi mesi dell’anno seguente: era questo un periodo particolarmente difficile della sua vita, poiché si affacciarono per la prima volta i sintomi di quel disturbo mentale che lo condurrà alla follia e alla tomba nel volgere di dieci anni. Una sua testimonianza certifica come egli intendesse l’atto creativo della Seconda Sinfonia come uno dei mezzi – anzi il messo principale -- attraverso il quale lo spirito cercava di opporsi alle avversità del destino: “Posso ben dire che qui si concretizza e si manifesta la resistenza dello spirito ed è palese che qui io abbia cercato di lottare contro il mio stato”
Mario Marcarini

Schumann - Concerto per violino e orchestra
A indurre Schumann nel pieno della sua maturità compositiva a dedicarsi a un concerto per violino, fu senza dubbio l’amicizia con il famoso violinista Joseph Joachim. Composto in soli dieci giorni nel 1835, il concerto avrebbe dovuto essere presentato   al pubblico dei Düsseldorfer Konzerte dei quali Schumann era direttore, con la moglie Clara e Johannes Brahms al pianoforte, Ma Johachim non eseguì mai il concerto e dopo la morte di Schumann non ne completò la revisione che gli aveva commissionato la vedova. Così il manoscritto rimase “sepolto” per trent’anni alla biblioteca di Stato di Berlino fino a che un nipote di Joachim riuscì a fare eseguire il concerto nel 1937 all’Opera di Berlino, anche se fu Yehudi Menuhin a portarlo a un successo che proseguì anche durante il nazismo.
Come scrive lo storico Nino Schilirò: “La propaganda nazista teneva a presentare il Concerto come il capolavoro romantico, l’anello mancante della catena che univa il Concerto per violino di Beethoven a quello di Brahms (1878), dopo che quello in Re minore op.64 (1844) dell’ebreo Mendelssohn era stato cancellato dal repertorio.” 

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