2017_09_21 Maddalena Crippa voce recitante nel nuovo lavoro di Silvia Colasanti

Giovedì 21 settembre 2017_09_21
Venerdì 22 settembre 2017_09_22
Domenica 24 settembre 2017_09_24
Auditorium di Milano - largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2017/18
Tra antico e moderno
Fournillier sul podio de laVerdi per l’apertura della Stagione sinfonica, tra il Papageno di Mozart e l’Orfeo di Colasanti
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Voce recitante Maddalena Crippa
Direttore Patrick Fournillier

Dopo il “tutto esaurito” del concerto del 10 settembre alla Scala, laVerdi apre la nuova Stagione sinfonica nella propria “casa” - l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - all’insegna di un doppio Mozart e di un omaggio alla contemporaneità.
Sarà la bacchetta del francese Patrick Fournillier – già conductor dell’evento scaligero e neo Direttore principale ospite de laVerdi – a guidare l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi nel triplo appuntamento di giovedì 21 (ore 20.30), venerdì 22 (ore 20.00) e domenica 24 settembre (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler.
In locandina un doppio Mozart, dicevamo, con l’Ouverture da Il flauto magico in apertura e la prodigiosa Sinfonia n. 40 in Sol minore in chiusura di programma. Nel mezzo: Orfeo. Flebile queritur lyra., melologo per voce e orchestra dell’apprezzata compositrice romana SilviaColasanti, che vedrà sul palco dell’Auditorium Maddalena Crippa in veste narratrice. L’attrice lombarda infatti darà voce alle suggestioni musicali dell’Orfeo: Silvia Colasanti, ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio – di cui quest’anno ricorre il bimillenario della morte - avvolge la leggendaria e commovente figura del cantore greco in una sorprendente strumentazione contemporanea.
Giovedì 21, sempre in Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto, dal titolo: “Mozart, la quadratura del cerchio”, relatore Lorenzo Casati.
Ascoltando il Flauto magico, si stenterebbe a credere quali e quante siano le influenze che hanno contribuito a rendere unica questa partitura, dalla musica popolare tedesca, a quella massonica, a quella sacra, protestante e cattolica… Influenze apparentemente inconciliabili, spunti diametralmente opposti, ma tali da catalizzarsi nella geniale mente del compositore forse più grande del Settecento, offrendoci un capolavoro assoluto.
(Biglietti: euro 36,00/16,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 14.30/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org).


Programma
Il primo programma della Stagione 2017/18, dedicato ai 2000 anni dalla morte di Ovidio, racchiude fra due celebri capolavori di Mozart un’opera della pluripremiata compositrice romana Silvia Colasanti: Orfeo. Flebile queritur lyra., descritta dalla stessa autrice con queste parole: “Si presenta come un ‘concerto’ per voce e ensemble, con un´alternanza calibrata tra musica e parola. La musica ha una funzione drammaturgica molto intensa, la funzione cioè di esprimere uno stato primordiale del pensiero, quando questo cioè non è già pensare, ma è ancora sentire”.
L’overture da Il flauto magico di Mozart, introducendo l’Orfeo, crea una sorta di parallelismo, come a indicare la similitudine umana tra il voto del silenzio tradito da Papageno e il voltarsi di Orfeo che provoca la perdita dell’amata Euridice, mentre la Sinfonia n. 40, in chiusura, rappresenta in un certo senso il ponte tra antico e moderno che si compenetrano, testimonianza ne è l’apprezzamento del grande pubblico per questa sinfonia, immutato da due secoli.


Orfeo. Flebile queritur lyra
Per voce recitante e piccola orchestra
di Silvia Colasanti
La storia di Orfeo ci commuove perché è la storia di un fallimento, del meraviglioso tentativo di conciliare fra loro le due misteriose forze primordiali dell´esistenza umana, l´amore e il suo doppio, la morte. L´amore è di volta in volta follia - che spinge il pastore Aristeo a causare la morte di Euridice, Orfeo ad essere sprezzante perfino dell´oltretomba e a rifiutare tutte le altre donne in segno di fedeltà assoluta alla donna perduta -, estasi e sofferenza, ma anche esperienza voluttuosa - da vivere o da rimpiangere - desiderio, possibilità di ritrovarsi. Amore come antidoto alla morte. La morte è nemico da sconfiggere, traguardo raggiungibile solo in parte: il poeta riuscirà a vincerla e a far trionfare la resurrezione, ma soltanto una volta, la seconda non sarà più possibile, non per l´inefficacia dell´accorato canto, ma per l´inesorabilità del destino. Accanto a questo, il mito solleva gli antichi temi cari da sempre all´uomo di oggi: la caducità della vita e l´eternità dell´arte, la possibilità di convivere con il dolore attraverso la musica, il potere della poesia, l´arte come espressione della realtà e scontro fra realtà e immaginazione, infine lo straordinario legame tra uomo e natura. Orfeo è un eroe moderno, umano e fragile, che non sapendo resistere alla propria passione, si volta verso Euridice, rompendo l´incantesimo con la sua disubbidienza. Un eroe dunque lontano da perfezione e razionalità, che subisce la duplice tortura di non potersi voltare a guardare l´amata, calmando il timore nato dal grande desiderio, e quella, forse, di essere stato ingannato fin dall´inizio. Infatti, seppure offuscato dalla follia d´amore, il poeta è consapevole fin dal principio di aver perduto per sempre Euridice e di non poterla strappare definitivamente al mondo delle ombre. Non potendo riaverla, dunque, il suo canto d´amore sarà pure già lamento di morte.

Il lavoro Orfeo. Flebile queritur lyra., nato come un ‘concerto’ per voce e ensemble, è qui presentato in una nuova versione per voce e piccola orchestra. La musica ha una funzione drammaturgica molto intensa, la funzione cioè di esprimere uno stato primordiale del pensiero, quando questo non è già pensare, ma è ancora sentire. In determinati momenti i suoni amplificano il significato del testo o ne sottolineano alcuni tratti, in altri vanno ad esprimere qualcosa che non viene neanche detto con le parole. Proprio per questo se a volte la musica convive con la parola, altre volte è sola. Nella salita di Orfeo dagli Inferi c´è una zona esclusivamente strumentale per esprimere la sospensione tra il bisogno passionale di sapere e il freno razionale del tabù, seguita da un´altra sezione musicale - interamente costruita sulla rivisitazione dell´aria che Monteverdi utilizza nello stesso momento dell´opera, qui affidata ad un clarinetto posizionato dietro al pubblico - per raccontare la gioia e il dolore di Euridice nel vedere il volto di Orfeo. La sola musica sostituisce più avanti le storie cantate da Orfeo dopo il suo ritorno dagli Inferi, o ancora nel finale evoca la morte violenta del poeta ad opera delle Baccanti, la sua sofferenza e insieme il suo desiderio di rincontrare l´amata, la sua definitiva discesa nell´Ade. Qui Ovidio ci offre un’immagine meravigliosa: quella del capo e della lira di Orfeo che, trascinati dal fiume, ancora cantano, e la natura sembra rispondere a questi suoni attraverso un diverso canto dell´acqua e delle rive”.

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