2017_03_14 LA TRAVIATA al CineTeatroAgorà Robecco sul Naviglio dal Metropolitan

INETEATRO AGORA' di ROBECCO SUL NAVIGLIO
OPERA al CINEMA ALL’AGORA'
CineTeatroAgorà Robecco sul Naviglio
Stagione Lirica e arte
2016/2017
Teatro, opera e balletti
Martedì 14 marzo 2017 ore 20.00

Giuseppe Verdi LA TRAVIATA
Metropolitan Opera’s Live
Ricordiamo ai nostri le precedenti edizioni trasmesse:
Martedì 2 marzo 2010 con Mariella Devia  In diretta dal Teatro Arena Sferisterio di Macerata
Sabato 7 dicembre 2013 con  Diana Damrau In diretta dal Teatro alla Scala

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Circa due ore e mezza per questo capolavoro di Giuseppe Verdi che torna all'Agorà dal Metropolitan con un cast che comprende:
VIOLETTA VALÉRY, Sonya Yoncheva soprano
ALFREDO GERMONT, Michael Fabiano tenore
GIORGIO GERMONT. Thomas Hampson baritono
Direttore NICOLA LUISOTTI
Produzione Willy Decker
Scene e costumi Wolfgang Gussmann
Luci Hans Toelstede
Coreografie Athol Farmer
Traviata è un'opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto da «La signora delle camelie» una pièce teatrale (e prima ancora romanzo e storia di vita vera) di Alexandre Dumas (figlio), che fa parte della cosiddetta "trilogia popolare" assieme a Il trovatore e a Rigoletto. Traviata è una delle opere più rappresentate al mondo che rivaleggia solo con La Bohème di G.Puccini. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 e come per Barbiere di Rossini la sua fortuna iniziò con un fiasco, ma solo dall’anno successivo, con alcuni ritocchi della partitura che però non ne mutarono lo straordinario contenuto sociale ed umano, riscosse finalmente il meritato successo che continua ancora oggi.  Molto difficile è Il ruolo della protagonista Violetta Valery che muta di accento con l’evolversi della storia. La donna frivola del primo atto viene dipinta da una voce di soprano di coloratura che tocca le vette del suo registro con il mi bemolle del Sempre libera.
La sua maturazione ed il suo dramma viene espresso dall’autore passando poi ad una vocalità più lirica nel II atto e drammatica nel III atto. Questo fa si che solo interpreti di altissimo livello riescano a rendere appieno le sfumature drammatiche del personaggio.

Atto I
Dopo un profondo e toccante Preludio, il sipario si apre nella casa parigina di Violetta Valery (ovvero Margherita Gautier, ovvero Alphonsine Duplessis vera amante di Dumas). La traviata è una donna molto bella che ha fatto del mercificare tale bellezza la fonte di reddito della sua vita. L’ispiratrice di questa storia fu venduta bambina dai genitori ma seppe con tale strumento diventare una delle donne più colte ed ambite nella high society parigina, con illustri e danarosi protettori. Tutto bene sino a questa fatidica serata dove arriva uno strano giovane ammiratore. Voi tardaste! Giocammo da Flora, con Flora e il visconte Gastone ecco Alfredo Germont, sinora sconosciuto; suo ammiratore tanto che nella recente malattia di Violetta era venuto ogni giorno a chiederne notizie Egra foste ogni di con affanno qui .. Il protettore, Barone Douphol, non fece altrettanto se pur la conosce da un anno. Irritato non trova parole per un brindisi generale, toccherà dunque ad Alfredo Vi fia grato? che attacca il celebre Libiamo ne' lieti calici che la bellezza infiora, al quale si unisce Violetta Tutto è follia nel mondo Ciò che non è piacer e gli altri invitati. Quando Violetta li invita nel salone attiguo per le danze non riesce a seguirli perché colpita da un improvviso malore Voi là passate, fra poco anch’io sarò. 
Rimasta sola si accorge che Alfredo si è fermato con lei. Egli la rimprovera riguardo alla trascuratezza della sua salute Ah, in cotal guisa V'ucciderete aver v'è d'uopo cura Dell'esser vostro e poi confessa di amarla da un anno Un dì, felice, eterea, Mi balenaste innante, E da quel tremante Vissi d'ignoto amor. Violetta sente qualcosa di nuovo in se e dona ad Alfredo un fiore (una camelia? rossa?), invitandolo a riportarlo quando sarà appassito. Gli invitati si apprestano a partire Si ridesta in ciel l'aurora. Solitamente la prima donna entrava in scena con recitativo, aria e cabaletta e al finale dell’atto veniva messo un concertato; ma Verdi, con un colpo di genio, lo colloca qui nel finale per farci vedere come Violetta sia rimasta colpita dalle parole di Alfredo È strano! è strano che non riesce a scacciare dalla propria mente, tanto che anche a noi sembrerà d sentire il tenore cantare Di quell'amor ch'è palpito Dell'universo intero. Ma tutto è follia e questo pazzo vero amore deve essere presto dimenticato Sempre libera degg'io Sempre lieta ne' ritrovi A diletti sempre nuovi Dee volare il mio pensier.

Atto II

Il bell’Alfredo, ha fatto centro ed è riuscito a portare via Violetta al suo mondo, da tre mesi vivono felici nella casa di campagna di lei, è molto soddisfatto De’ miei bollenti spiriti quando intercetta Annina che rientra da Parigi dove è stata per vendere tutti i beni della sua padrona coi quali poter pagare le spese, e non bastano ancora perché mancano 1.000 Luigi. Alfredo viveva d’amore lontano dalla realtà di tutti i giorni, ma promette di impegnarsi O mio rimorso!...Oh infamia!.. Violetta riceve appena dopo Giorgio Germont, padre di Alfredo, che la accusa duramente di voler spogliare il figlio delle sue ricchezze. Nel loro colloquio, il famoso “duettone”, entrambi cambiano idea e da avversari diventano “quasi amici” ma Violetta dovrà essere la vittima, sacrificarsi per salvare il futuro dei suoi due figli, Alfredo e la sorella che non potrebbe sposarsi a causa delle loro relazione peccaminosa Pura siccome un angelo. Invano Violetta propone di separarsi momentaneamente ma Germont chiede per sempre invitandola a pensare all’avanzare dell’età Un quando le veneri quando il loro amore potrebbe comunque svanire con la bellezza. Violetta accetta, scrive al barone Douphol, poi ad Alfredo per annunciargli la sua decisione di lasciarlo. Con il disperato Amami Alfredo quanto io t’amo fugge. Alfredo riceve il biglietto di Violetta che lo lascia, vede l’invito alla festa di Flora e nonostante le suppliche del padre Di Provenza il mar il suol si allontana precipitosamente.
Alla festa da Flora Bervoix Coro delle Zingarelle e dei Mattadori si parla della separazione di Violetta che arriva con il Barone, con il quale Alfredo, giocando a carte, ha un diverbio insultando in modo indiretto Violetta, e scatenando l'ira del barone. Invano Violetta cerca di parlargli Invitato a qui seguirmi, Verrà desso? vorrà udirmi? Gli dice di essere innamorata del Barone e Alfredo, sdegnato Or testimon vi chiamo che qui pagata io l'ho le getta una borsa di denaro. Gli ospiti e il padre Di sprezzo degno se stesso rende chi pur nell’ira la donna offende lo rimproverano del misfatto mentre il barone decide di sfidare Alfredo a duello.
Atto III  
Si apre con un altro struggente Preludio. La tisi sta uccidendo Violetta, che ha vicino solo la fedele Annina, anche i soldi ormai sono finiti come le rose del volto, rilegge una lettera Teneste la promessa nella quale Giorgio Germont la informa di aver rivelato la verità ad Alfredo. All'esterno impazza il carnevale.

Alfredo arriva, abbraccia Violetta e le promette di portarla con sé Parigi, o cara noi lasceremo. Per un momento Violetta sembra riacquistare le forze Ma se tornando non m'hai salvato, A niuno in terra salvarmi è dato si alza dal letto sentendosi meglio ma è solo un fugace attimo di sollievo Ah! io ritorno a vivere (trasalendo) Oh gioia! ma subito cade morta sul canapè.

CineTeatroAgorà Piazza XXI luglio, 29 – 20087, Robecco sul Naviglio (MI) 
direzione@cineteatroagora.it  tel.349 825 3070
TEL: 02-94975021 (programmazione via telefono) 
SKYPE: cineteatroagora (programmazione via skype)

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