2016_12_05 Libero di Milano accende l'atmosfera natalizia in stile dickensiano

dal 5 dicembre – 12 dicembre 2016 | Compagnia OspiteTeatro Libero di Milano Stagione 2016-2017
CANTO DI NATALE
A Christmas Carol
da Charles Dickens
Uno spettacolo di Fabrizio Martorelli
con Fabrizio Martorelli
regia di  Antonio Mingarelli
drammaturgia di Fabrizio Martorelli
suoni e musiche originali Roberto Fiore
light designer Eugenio Squeri
marionette e costumi Teatro Colla
elementi di scenici di Luca Passeri
direzione tecnica Luna Mariotti
assistente alla regia Erika Baini
Produzione Teatri della Plebe

ORARI SPETTACOLO:
Lun-sab ore 21
domenica ore 16
Biglietto intero: 16€

Biglietto ridotto: 12€
Info riduzioni e convenzioni:
biglietteria@teatrolibero.it
UN CANTO DI NATALE LONTANO DALLE FAVOLE

Dal 5 all'11 dicembre, il Teatro Libero di Milano accende l'atmosfera natalizia col dickensiano "Canto di Natale". Ripensato in una lettura contemporanea da Fabrizio Martorelli, lo spettacolo è una riscrittura teatrale non in chiave favolistica dell’omonimo racconto, bensì incentrata sulla valenza salvifica del rivivere il proprio passato con tutta la sconvolgente verità di quando accadde, e con la profonda consapevolezza che la propria storia personale non è scritta una volta e per sempre. Così, diretto da Antonio Mingarelli, Fabrizio Martorelli/Ebenezer Scrooge si tufferà in un vorticoso viaggio nel tempo per incontrare gli spettri del Natale, entità ormai senza vita, che nella Notte Santa provocheranno il riscatto dell'uomo. Scendererà giù, fino in fondo al proprio coraggio, per incontrare sé bambino,  rivedere l'unica donna che abbia mai amato, capire tutti gli annullamenti, che ha fatto, sta facendo e che farà in vita e, finalmente, superare la prova di un cambiamento con l'unica dote che i suoi visitatori ultraterreni non hanno: l'umana vitalità. Nell'immaginaria soffitta, metafora della memoria, un solo attore a interpretare tutti i personaggi, quasi a voler dare un’unica voce e un’unica grande intensità a tutte le anime che popolano questa  frenetica e smarrita possessione. E’ come se ogni dialogo prendesse forma di monologo, a sottolineare non soltanto la solitudine da cui muove il protagonista, ma anche la necessità dell’incontro e della relazione con l’altro come sola condizione necessaria, attraverso cui potrà avvenire il cambiamento.

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