Dal 17 ottobre al 23
ottobre 2016 | Al Teatro Libero di
Milano
via
Savona, 10 – 20144 Milano | www.teatrolibero.it
INNOCENTE
tratto
dal romanzo di John Grisham
drammaturgia,
regia e interpretazione Mirko D'Urso
assistente alla regia Ylenia Santo
light design Irradia SA
audio Nello Sofia
scenografia Giuseppe D'Urso
La produzione sconsiglia la visione dello spettacolo a minori di anni 16
Produzione Compagnia Officina Teatro
Biglietto intero: 16€
Biglietto ridotto: 12€
CARTALIBERA, 5 ingressi a soli € 50
CARTALIBERA PLUS, 10 ingressi a soli € 90
CARTALIBERA PALCO OFF, 6 ingressi a soli € 90€
Info riduzioni e convenzioni:
biglietteria@teatrolibero.it
EVENTO SPECIALE. A conclusione della replica di domenica 23 ottobre. Saranno con noi per un incontro di approfondimento
- Lucia Fiumberti, testimone
diretta di un errore giudiziario, documentato nel film doc "Non
voltarti indietro" di Francesco Del Grosso, co prodotto da errorigiudiziari.com e Own Air e
- Donatella Massimilla,
regista e direttrice artistica del CETEC, che da molti anni si occupa
di teatro con le detenute di San Vittore, oltre che aver fondato
un'associazione per il reinserimento lavorativo degli ex detenuti.
INNOCENTE: il caso giudiziario del giocatore di baseball
Ron Williamson
Al Teatro
Libero di Milano dal 17 al 23 ottobre va in scena “L'innocente” di e con Mirko
D'Urso.
La trama
racconta dell’incredibile e triste vicenda giudiziaria del giocatore di baseball
Ron Williamson, che, non vedendo arrivare quel successo prospettatogli dal suo
promettente esordio, si lasciò scivolare nella pericolosa spirale di alcool e
droga, fino a scomparire nella più impenetrabile delle depressioni. Fu proprio
qui, che lo colse l'accusa di aver ucciso una sua giovane concittadina. Ne
seguì un processo sommario. Venne proclamato colpevole e condannato alla pena
capitale.
Inizia
così il calvario del giovane Ron all'interno del famigerato braccio della
morte, dove, nonostante sia sempre più vicino alla pazzia, è deciso a voler
dimostrare a tutti i costi la sua innocenza. Un uomo solo. Una gabbia. Una
confessione. Uno spettacolo duro, violento e volgare, come lo era, a tratti,
lui, divorato da mille sentimenti contrastanti e dagli spettri di una mente non
più lucida.
Eppure non
si tratta di una generalista denuncia della pena di morte.
Lo
spettatore assisterà alla lenta agonia di un uomo, alla sua rabbia,
disperazione e frustrazione.
Sarà
inerme testimone della sua rassegnazione e del suo lento scivolare nella pazzia
fino all'inesorabile morte. Senza poterci far nulla, non potrà che assistere a
ciò che gli sta accadendo davanti agli occhi, infastidito, disturbato.
Una
gabbia, una tuta arancione, un uomo, una finestra e, dall'altra parte, il
pubblico che involontariamente e cinicamente diventerà la società, la legge, il
boia.
E, forse,
se ne vergognerà.
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