2016_06_03 Elio Boncompagni alla guida laVerdi con Beethoven e Schubert

Venerdì 03 Giugno 2016_06_03  (ore 20.00) 
Domenica 05 Giugno 2016_06_05 (ore 16.00) 
Auditorium di Milano, largo Mahler 
Stagione Sinfonica 2016 
Beethoven e Schubert: colossi a confronto
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi 
Direttore Elio Boncompagni

Elio Boncompagni guida laVerdi nella Prima sinfonia del tedesco e nella Nona (La grande) dell’austriaco

Il Beethoven della Prima sinfonia e lo Schubert della Nona, universalmente conosciuta come La grande: Elio Boncompagni, direttore di polso e filologo di pregio, guida l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un confronto al vertice tra due veri e propri mostri sacri di impronta germanica dell’epoca d’oro.
Doppio appuntamento venerdì 3 (ore 20.00) e domenica 5 giugno (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler.
Venerdì 3, la tradizionale conferenza di presentazione del programma (Auditorium, foyer della Balconata, ore 18.00, ingresso libero), in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, vedrà Enrico Reggiani, docente di Letteratura inglese presso l’ateneo di largo Gemelli, parlare de: “Il Beethoven de laVerdi. Prima sinfonia”.   
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ). 

Programma 
Beethoven si avventurò relativamente tardi nel mondo sinfonico: all'età in cui finì di comporre la sua prima, Mozart ne aveva già composte trentasei e Joseph Haydn quasi venti. Era perciò ben lontano da una maturazione stilistica paragonabile a quella dei suoi predecessori. Questa sinfonia è un'opera dall'identità incerta, divisa tra i riferimenti al passato e l'incombenza di un futuro che si lasciava intuire solo a tratti. Collocata all'apertura del nuovo secolo (la prima esecuzione è del 2 aprile 1800 a Vienna) quest'opera guarda in realtà verso il secolo appena concluso, verso quell'ambiente di squisiti intenditori di estrazione aristocratica e alto-borghese che si riuniva nei palazzi gentilizi viennesi per dar luogo alle lunghissime e composite "accademie" musicali.
Prima di cimentarsi nel radicale rinnovamento della sinfonia (i primi abbozzi dell'Eroica sono del 1802, appena due anni più tardi) il compositore doveva dimostrare di essere perfettamente in grado di rispettare i modelli augusti dell'età del Classicismo, Mozart e Haydn. 
È conosciuta col nome La grande per distinguerla dalla sesta sinfonia dello stesso compositore, chiamata La piccola, anch'essa in Do maggiore: Schubert compose la sua nona sinfonia nell'estate del 1825 e la portò all'orchestra della Gesellschaft der Musikfreunde perché fosse eseguita. L'orchestra però rifiutò l'incarico, trovandola troppo difficile. L'autore a questo punto accantonò la partitura, che fu ritrovata nel 1838 da Schumann in una montagna di manoscritti accatastati in casa del fratello del compositore. La prima esecuzione, un evento memorabile nella storia della musica, avvenne a Lipsia, nel 1839, con Mendelssohn alla direzione della Gewandhaus.

Appunti di un direttore
di Elio Boncompagni
Come musicista, direttore d’orchestra, artigiano della Musica, sono abituato a fare l’analisi formale, armonica, contrappuntistica dell’opera che ho allo studio. Quando poi sono sul podio alle prove, limito al massimo il discorrere con l’orchestra se non quando è proprio necessario.  Cerco di trasmettere quanto ho nella mente e nel cuore, con gesti contenuti, con gli occhi e quanto penso sia utile alla orchestra attraverso direttive tecniche che spiegare non è necessario. Quando realizzo poi il lavoro, mi affido alla attenzione del pubblico, evitando coreografici gesti, inutili all’ascolto e talvolta dannosi per chi sta in orchestra.  Passando gli anni, l’analisi delle partiture non mi basta più: sento gli Autori molto vicino a me e cerco di sentire quanto hanno sentito loro nel momento della creazione, che poi hanno saputo realizzare in modo così mirabile. 
Beethoven: mi sento quasi ridicolo a pensare di poter dialogare con lui, come essere umano. Col suo pensiero sinfonico, Beethoven è Beethoven da subito, anche con la Prima sinfonia, il Beethoven del 1800. Beethoven è incommensurabile già dalla Prima sinfonia; anzi, dai primi Trii, Quartetti e Sonate; anzi, dalle due Cantate scritte a vent’anni nelle quali è contenuto in nuce il Fidelio. Il cammino fatto poi fino alla Nona sinfonia non ha uguali nel mondo della Musica: invece di scoprire il mondo, lui ha scoperto l’Universo intero di cui noi possiamo sperare di arrivare a immaginare una parte.  
Schubert: Il Maestro Franco Ferrara, di cui fui il primo allievo, poi divenuto per sua bontà mio Amico fino alla morte, mi diceva che lui, se dovesse ammettere l’esistenza del mondo delle anime, una volta che lui fosse passato in quel mondo, la prima anima che avrebbe voluto incontrare sarebbe stata quella di Schubert: un vero Angelo. Il fascino dei suoi Lieder, l’eleganza e sorpresa delle sue modulazioni, il cuore migliore della sua Austria e della sua Vienna, tutto espresso nel segno della bellezza pura. Morì pochi mesi dopo la scomparsa di Beethoven, quando ancora aveva tante, troppe cose da dire: e non ha fatto in tempo a dircele. Dobbiamo solo piangere la sua scomparsa e sperare, se esiste il mondo delle anime, di poterlo incontrare persino noi.  
Con la sua Sinfonia “Grande” in Do maggiore (per distinguerla dalla n. 6 anche in Do maggiore), Schubert ci dà il segno della grandezza, della luce, della fede in Dio e della sicurezza che lui andrà nel mondo delle anime elette. E anche, ignaro della prossima morte, ci dà un altro messaggio: adesso la grandezza tocca a me, io debbo raccogliere l’eredità di Beethoven, io che fin qui per soggezione verso di Lui mi sono tenuto sovente basso (così credeva: come se bassi fossero i Lieder e i Quartetti e la musica per pianoforte!).

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Stagione Sinfonica 2016
Domenica 5 giugno 2016 ore 16:00


ORCHESTRA SINFONICA GIUSEPPE VERDI MILANO
Direttore ELIO BONCOMPAGNI

Nessun commento:

Posta un commento