Basilica di Santa Maria della Passione
Milano, venerdì 28 agosto 2015 – ore 20,30
Giovanni Sebastiano Bach
Passione secondo San Giovanni
Concerto conclusivo della edizione 2015 della rassegna MAM Milano Arte Musica
Accademia Bizantina
Dirttore OTTAVIO DANTONE
Giovanni Sebastiano Bach
Passione secondo San Giovanni
Concerto conclusivo della edizione 2015 della rassegna MAM Milano Arte Musica
Accademia Bizantina
Dirttore OTTAVIO DANTONE
Milano Arte Musica (MAM2015)
Festival Internazionale di Musica Antica
IX edizione 2015
Venerdì 28 agosto 2015_08_28, ore 20.30
Basilica di Santa Maria della Passione
Via Conservatorio 16, Milano
Johann Sebastian Bach
La Passione Secondo Giovanni BWV 245
***
Soprani Ditte Bræin, Camilla Wiig Revholt, Runa Hestad Jenssen
Contralti Mari Askvik, Eva B. Landro, Astrid Sandvand Dahlen
Tenori Øystein Stensheim, Paul Kirby, Masashi Tsuji
Bassi Olle Holmgren*, Svein Korshamn, Peder Arnt Kløvrud, Arild Bakke
*solista, Pietro/Pilato
***
La nona edizione di Milano Arte Musica termina venerdì 28 agosto con una coinvolgente esecuzione della Passione secondo Giovanni di Bach, una delle sue composizioni sacre più importanti, nella suggestiva cornice della basilica di Santa Maria della Passione. L’interpretazione è affidata ad artisti di punta nel panorama musicale barocco: Norwegian Soloists’ Choir, per la prima volta ospite a Milano, accompagnato da Accademia Bizantina, Lenneke Ruiten (soprano), Delphine Galou (contralto), Martin Vanberg (tenore) e Christian Immler (basso), sotto la direzione di Ottavio Dantone.
Il concerto di questa sera raggiunge il culmine del tema doloroso, pilastro della seconda parte della rassegna, ispirata dalla quarta icona di Expo in città, la Pietà Rondanini di Michelangelo.
Connotate da una forte drammaticità, attraverso la potenza musicale una e quella visiva l’altra, entrambe le opere racchiudono i fili conduttori che hanno ispirato l’intera rassegna - il tema mariano e il tema doloroso - e li uniscono, conferendo centralità al tema del dolore materno per la perdita del figlio.
Negli anni del suo incarico di Thomaskantor in Lipsia (1724-1750) Bach aveva l’impegno, come era uso dal 1717, di provvedere all’esecuzione, nei vespri pomeridiani del Venerdì Santo, di una Passione in stile polifonico, divisa in due parti, prima e dopo il sermone. Si trattava di un tipo di composizione oggi chiamata “Passione oratoriale” per distinguerla dalla “Passione-oratorio”, introdotta in Germania, ad Amburgo solo nel 1704, ma assai comune in Italia nella seconda metà del Seicento (basti citare un capolavoro di Bernardo Pasquini La sete di Christo). La “Passione-oratorio” era svincolata dal testo della narrazione evangelica, fondata su un libretto scritto da letterati per esprimere il sentimento religioso su singoli fatti o aspetti della passione di Cristo. L’organico era assai ridotto (due violini, viola, violoncello e basso continuo), le voci erano solisti che rappresentavano alcuni personaggi (normalmente quattro), la struttura consistente in brevi sinfonie all’inizio delle due parti, numerosi brevi intermezzi strumentali tra i recitativi ariosi e le arie ad una, due, tre o quattro voci. La “Passione oratoriale” invece, in uso a Lipsia al tempo di Bach, constava di due serie di testi: quelli originali dei Vangeli proclamati in recitativi secchi dall’Evangelista (voce di tenore), e quelli a commento emozionale scritti da poeti e cantati in arie o recitativi ariosi di solisti, inframezzati da corali liturgici tradizionali (voce dei fedeli), da corali collettivi nella narrazione (la turba), o da corali nello stile concertante (risposta emozionale dell’umanità ai fatti narrati). L’organico strumentale e vocale era assai ampio potendo raggiungere anche la sessantina di elementi.
Bach, dovendo assolvere questo compito ogni anno, poteva usare composizioni sue o anche di altri compositori. Egli scrisse partiture sui testi di Matteo, Marco e Giovanni ma ci sono pervenute solo quelle di Matteo e di Giovanni.
La Johannes-Passion venne eseguita la prima volta nel 1724 e ripresa, con modifiche, aggiunte e sottrazioni altre tre volte (1725, 1728 o 1732, 1746 o 1747 o 1749). Ciò pone un complicato problema critico che si riflette inevitabilmente in diverse soluzioni sia nelle edizioni critiche, sia nelle esecuzioni. Ma questo non compromette in nessun modo il coinvolgimento emotivo in un’opera di una intensità tale da lasciare il segno ogni volta che la si ascolta, specialmente dal vivo.
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
tel e fax 02.76317176 e-mail mail@lacappellamusicale.com
twitter @lacappellamusic
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