Lo scrittore novarese ha raccontato la storia italiana e la pianura
È stato stroncato da un male incurabile. La chimera del 1990 è il suo capolavoro tradotto nel mondo e adottato a scuola accanto ai Promessi sposi. Aveva appena terminato un nuovo romanzo, Io, Partenope,
in uscita il 12 settembre, quando avrebbe ritirato il premio Campiello
alla carriera. Nelle sue opere, pubblicate da Einaudi, Interlinea e
Rizzoli, viaggi nel tempo e metafore della società contemporanea alla
ricerca del carattere nazionale degli italiani. Mercoledì dalle ore 10
camera ardente alla Biblioteca civica negroni di Novara e funerali
civili alle ore 17,30 al Broletto di Novara, con una lettura no stop dei
suoi testi a cura della sua casa editrice novarese.
Mercoledì 29 luglio 2015 dalle ore 10 camera ardente alla Biblioteca civica negroni di Novara e funerali civili alle ore 17,30 nell’antico al Broletto di Novara, luogo di memoria storica e letteraria dove trascorse l’ultima notte di dolore la giovane Antonia protagonista della Chimera.
È
mancato improvvisamente per un male inguaribile lo scrittore novarese
Sebastiano Vassalli, nato il 24 ottobre 1941 (età 73), che di recente aveva ricevuto notizia della
candidatura ufficiale dell’accademia svedese al premio Nobel 2015 per la
Letteratura.
L’autore della Chimera,
romanzo nel 1990 premio Strega da poco riedito nella “Bur”, tradotto in
tutto il mondo e molto adottato nelle scuole superiori accanto ai Promessi sposi,
è nato a Genova nel 1941 ma fin da piccolo ha vissuto a Novara; viveva
da anni in un’antica casa in mezzo alle risaie in località Marangana
dove conduceva un’esistenza sobria e riservata, quasi eremitica,
dedicandosi alla scrittura. L’annuncio è stato dato dalla moglie e dal
Centro Novarese di Studi Letterari. I suoi libri sono pubblicati da
Einaudi, Rizzoli e Interlinea. Aveva appena terminato un nuovo romanzo, Io, Partenope, in uscita il 12 settembre, quando avrebbe ritirato il premio Campiello alla carriera.
Nell’occasione Interlinea ricorderà l’autore invitando a un reading no
stop del suo capolavoro durante l’apertura della camera ardente in
biblioteca, di cui vassalli è stato testimonial.
I maggiori dati biografici di Vassalli sono raccolti nel sito dello scrittore www.letteratura.it/vassalli.
Negli anni anni ’60 e ’70, dopo la laurea in Lettere con una tesi
sull’arte contemporanea e la psicanalisi discussa con Cesare Musatti e
durante un primo periodo di insegnamento, spicca l’attività di pittore
ed esponente della neoavanguardia nell’ambito del Gruppo 63. Ha infatti
esordito con testi poetici affermandosi con alcune prose sperimentali
(tra cui Narcisso del 1968 e Tempo di màssacro
da Einaudi) travasando nella pagina, attraverso un furore linguistico e
una satira culturale, le inquietudini politico-sociali di quegli anni.
Rispetto a queste esperienze giovanili, Abitare il vento del 1980 segna il primo tentativo di un distacco e di una svolta. Il protagonista, come nel successivo Mareblù,
si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e
rivoluzionari (e poi si chiede: contro chi?). Vassalli cerca quindi
nuovi personaggi o, meglio, una letteratura pura (in questo senso è per
lui emblematico il poeta Dino Campana, la cui vicenda è ripercorsa nella
Notte della cometa, la prima
opera della stagione narrativa matura) e una dimensione esistenziale
anch’essa pura, come la fanciullezza, che è al centro della ricerca
delle origini della società odierna nel romanzo L’oro del mondo,
ambientato nel dopoguerra. Intanto Vassalli non smette di indagare il
mondo con eclettismo intellettuale (si pensi ai pamphlet Sangue e suolo e Il neoitaliano).
L’investigazione letteraria delle radici e dei segni di un passato che
illumini l’inquietudine del presente e ricostruisca il carattere
nazionale degli italiani è quindi approdata prima al Seicento con La chimera, un successo editoriale del 1990, poi al Settecento di Marco e Mattio, uscito l’anno dopo, quindi all’Ottocento e agli inizi del Novecento prima con Il Cigno nel 1993 e successivamente con Cuore di pietra,
dove ricrea un’epopea della storia democratica dell’unità d’Italia
fissando come protagonista una grande casa di Novara. Nei libri a
cavallo del Duemila lo scrittore si è avvicinato al presente riscoprendo
anche il genere del racconto, soprattutto con La morte di Marx e altri racconti del 2006 e L'italiano dell'anno successivo, prima del ritorno al romanzo fondato sulla storia con Le due chiese, del 2010, anno in cui, alla vigilia dei settant'anni, ha dato alle stampe un'autobiografia in forma di intervista, Un nulla pieno di storie, presso Interlinea, la casa editrice dove è uscita anche la raccolta di saggi e letture Maestri e no e vari testi.
Attenzione
privilegiata ha sempre dedicato al territorio novarese ricevendo anche
il premio alla carriera Dante Graziosi/Terra degli aironi per la
narrativa di pianura. Tra i suoi atti d’amore per i suoi luoghi vanno
ricordati almeno Il mio Piemonte, con fotografie di Carlo Pessina, e Terra d'acque. Novara, la pianura, il riso, con presentazione di Roberto Cicala, con fotografie a colori, editi da Interlinea, come Il robot di Natale e altri racconti, Natale a Marradi. L'ultimo Natale di Dino Campana e di recente Il supermaschio da Alfred Jarry. Interventi
militanti di Vassalli sono stati pubblicati sui quotidiani "La
Repubblica", “La Stampa” e "Corriere della Sera", negli ultimi anni con
la rubrica “Improvvisi”. Nel 2014 con Terre selvagge è passato a Rizzoli, che a fine primavera ha pubblicato Il confine. È del maggio 2015 la candidatura ufficiale dall'accademia svedese al premio Nobel per la Letteratura.
A seguito dell'improvvisa scomparsa dello scrittore Sebastiano Vassalli, ecco le dichiarazioni della Senatrice Elena Ferrara:
"Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Sebastiano Vassalli. Soltanto qualche settimana fa mi rallegravo per la sua candidatura al premio Nobel, riconoscimento per una produzione letteraria che ha saputo indagare il profondo dell’animo umano e temi di grande attualità come disagio, solitudine e discriminazione; ben rappresentati nel suo capolavoro “La Chimera”. Un’analisi più che mai contemporanea, soprattutto rispetto al ruolo delle donne. Raccontare la storia per affrontare il quotidiano: Vassalli, che amava definirsi viaggiatore nel tempo, ha dato vita a una narrativa estremamente tesa a rappresentare la condizione umana nel corso della storia, non rinunciando mai a misurarsi con i problemi del proprio tempo. Sapeva farci riflettere sui grandi temi, sulla condizione degli ultimi, sui disagiati. Uno sguardo profondo e fuori dagli schemi che ci mancherà".
Scheda biobibliografica su Sebastiano Vassalli: http://www.novara.com/letteratura/bibliografia900/vassalli.htm
Info Interlinea 0321 612571
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