Festival Internazionale di Musica Antica
IX edizione 2015
Giovedì 23 Luglio 2015_07_23 ore 20.30
Basilica di Santa Maria delle Grazie
Lode della Beata Vergine
Polifonia mariana russa tra il XVI e il XVIII secolo
Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca
Anatolij Grindenko, direttore
BIGLIETTI posto unico 15 euro
Lode della Beata Vergine
Polifonia mariana russa tra il XVI e il XVIII secolo
Anonimi (XVI-XVII sec) Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo
Venite, adoriamo e inchiniamoci davanti a Cristo
Trisagion e Prokimenon
Inno dei Cherubini
Anaphora, o Canone dell’Eucarestia
Inno alla Madre di Dio
Anonimo (XVI sec) Verso per la Comunione
Anonimo (XVI sec) Inno alla Madre di Dio
Thomas Tallis(1505-1583) Kyrie
Tomás Luis de Victoria(1548-1611) Ave Maria
Alexei Mikhailovich Romanov (1629-1676) Inno alla Madre di Dio
Anonimo (XVI sec) Beato l’uomo (Salmo 1) (Stile veneziano)
Wolfgang Amadeus Mozart(1756-1791) Ave Verum Corpus K 618
Dmitry Bortniansky(1751-1825)Preghiera alla Madre di Dio - Te Deum
Dopo il clamoroso successo nel 2012 ritorna, per la seconda volta ospite di Milano Arte Musica, uno degli ensemble vocali più interessanti del panorama musicale sacro: il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca, fondato e diretto da Anatolij Grindenko. Formato da 13 elementi, compreso il direttore, la compagine svolge l’attività di un reale coro da chiesa, caratterizzato da grandissima professionalità. Ognuna delle incisioni discografiche del Coro del Patriarcato rappresenta una virtuale scoperta nel campo del medioevo musicale; l’altissimo livello delle esecuzioni è poi testimoniato dalla regolare partecipazione ai più importanti festival europei (Utrecht, Maastricht, Barcellona, Nizza, Ravenna, Gerusalemme, Innsbruck, ecc.) e dalle performance abituali nelle più prestigiose sale da concerto (Mozart Saal a Vienna, Berliner Philharmonie, Ravel Saal a Lyon, New Hall a Bilbao, Casino Hall a Basilea, ecc.).
Nella splendida Basilica di Santa Maria delle Grazie, giovedì 23 luglio, Anatolij Grindenko dirige il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca in “Lode della Beata Vergine”, programma dedicato alla polifonia mariana russa tra il XVI e il XVIII secolo e, in particolar modo, agli inni destinati alle feste in onore della Vergine Maria.
Il tema mariano, filo conduttore della programmazione di Milano Arte Musica nel mese di luglio, trae ispirazione dallo Sposalizio della Vergine di Raffaello, icona del terzo mese di Expo in città; un leitmotiv che mira a condurre gli ascoltatori in un percorso in cui parole e musica si combinano per lodare la grandezza della Regina dei Cieli.
Nella prima parte del concerto compaiono canti dell’antica monodia e polifonia russa del XVI-XVII secolo, che il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca riscopre per l’ascoltatore moderno: il canto del canone dell’Eucaristia e un inno alla Vergine. L’antica polifonia russa non obbedisce alle stesse regole della polifonia europea: spesso ciò che per la polifonia europea è dissonante, in questo antico stile di canto è consonante. I cantori russi non definivano questo stile – unico al mondo – come polifonico, perché consideravano tutte le voci come varianti della stessa linea, quella della voce principale, analogamente ai diversi rami del corso di un fiume.
Sempre nella prima parte del programma sarà presentato un altro stile di canto dell’antica Russia, molto vicino all’antico stile bizantino, ovvero il canto a bordone (Ison). Lo schema melodico nell’antica monodia è di per sé molto agile, e non necessita di un’ornamentazione melismatica, che è invece molto frequente nel moderno canto greco: le melodie greche, tolte le ornamentazioni, sono molto semplici.
La seconda parte del concerto propone forme di canto giunte in Russia nei secoli da Venezia attraverso la Polonia e l’Ucraina. Lo zar Alexei Mikhailovich Romanov (1629-1676), del quale ascolteremo l’Inno alla Vergine, fu il primo promotore di questo stile musicale, che gli studiosi definiscono “stile veneziano”, al quale appartiene anche l’interessante Salmo 1 (Benedetto l’uomo) del XVI secolo. Il programma si chiude con due brani – esemplari del Barocco russo – del compositore Dmitry Bortniansky (1751-1825), che perfezionò i propri studi di composizione in Italia, dopo essere stato allievo di Baldassarre Galuppi alla Cappella Imperiale di San Pietroburgo.
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