Lunedì 20 Luglio 2015_07_20 ore 20.30
Auditorium di Milano in largo Mahler
Musica (e birra) belga per la quinta tappa di
Around the World
LaVerdi in viaggio verso l'Europa occidentale, alla scoperta delle sonorità di un Paese ricco di contraddizioni.
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
diretta da Francesco Maria Colombo
violinista Lorenzo Gatto
«Eendracht maakt macht», l'unione fa la forza: così proclama lo stemma leonino sulla bandiera del Paese divenuto la culla d'Europa. E laVerdi lo celebra con il 5° appuntamento della rassegna Around the World. Lunedì 20 luglio (ore 20.30), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Francesco Maria Colombo, prosegue il suo viaggio musicale attorno al mondo con un programma interamente dedicato ai grandi compositori belgi, a cavallo tra '800 e '900.
Guest star di questa speciale occasione il violinista Lorenzo Gatto.
In programma: Franck (Psyché et Eros FWV 47), Vieuxtemps (Fantasia appassionata op.35 per violino e orchestra), E. Ysaÿe (Chant d'hiver in Si minore op.15 per violino e orchestra), Lekeu (Deuxième étude symphonique - Hamlet).
Il concerto, patrocinato dall'Ambasciata del Belgio a Roma, sarà anticipato (a partire dalle ore 19.00 nel foyer del bar dell’Auditorium) dalla degustazione gratuita, insieme ai beer expert Grimbergen, delle birre provenienti dall’omonima abbazia dalla lunga e appassionante storia lunga. Non solo: oltre alle birre, saranno proposte in degustazione alcune praline della tradizione artigianale del maestro cioccolatiere Jean Neuhaus, per rivivere il sapore e l'atmosfera dell’antica cioccolateria belga dal 1857.
(Biglietti euro 15,00/9,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334; on line www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Introduzione al programma di Enzo Beacco
Ci sono due momenti magici nella tormentata storia musicale (ma soprattutto politica) del Belgio. Il primo sta fra Medioevo e Rinascimento, quando la scuola franco-borgognona di quel territorio ci regalò i maestri della polifonica vocale, da Guillaume Dufay a Orlando di Lasso, passando da Johannes Ockeghem, Josquin Desprez, Adriano Willaert. Conflitti religiosi e occupazioni militari disperdono un patrimonio secolare. L’egemonia francese a meridione e quella olandese a settentrione, con il rischio sempre incombente sulla frontiera orientale tedesca impediscono quell’unità di lingua e di sentire nazionale che sempre stanno alla base di una cultura diffusa. L’unificazione avviene nel 1830, ma le differenze di radici permangono. C’è però un secondo momento magico, nel pieno romanticismo, quando il violinismo belga illumina Parigi, anche se pochi lo sanno. Infatti, è spesso considerato francese César Franck, che per quasi mezzo secolo vive e lavora a Parigi, come organista a St. Chlotilde e insegnante di conservatorio, autore della mitica Sonata per violino e pianoforte che (forse) Proust sceglie a modello per la Petite phrase che apre la Ricerca del tempo perduto. Invece Franck è belga, per nascita e formazione al conservatorio di Liegi. Forse per questo ama tanto anche l’intensità espressiva del tedesco Wagner che tenta sempre di alloggiare in classici contenitori francesi. Come belga (di Verviers, presso Liegi) è Henri Vieuxtemps, uno dei massimi concertisti di violino nell’Europa del dopo Paganini, ammiratissimo in Russia, pioniere della musica classica in America, autore in proprio di tanta musica di vario genere per il suo strumento, compresi ben sette concerti che rivaleggiano con quelli dei maggiori romantici. A Vieuxtemps si deve la nascita della rinomata scuola violinistica belga, che storicamente ha il suo campione in Eugène Ysaÿe, altro virtuoso famoso a cavallo fra Ottocento e Novecento, autore di una sestina di sonate per violino solo che tuttora stanno nel repertorio dei maggiori violinisti. Chiude la rassegna dei compositori belgi Guillaume Lekeu, pure nativo dell’area di Verbiers e trapiantato a Parigi, precoce talento di compositore, allievo di mostri sacri come Franck e d’Indy. La prematura scomparsa a soli 24 anni non gli impedisce di scrivere musica di gran valore, sinfonica e da camera, compresa una sonata chiesta dal connazionale Ysaÿe e che così bene rappresenta il romanticismo francese alle soglie del l’impressionismo.
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