Domenica 19 Luglio 2015_07_19
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2014/15
laVerdi e la Tomelleri Big Band insieme per
Swing Symphony di Marsalis
Torna in Auditorium il capolavoro del trombettista-compositore americano. Sul podio Wayne Marshall.
Il concerto è dedicato a Gina Lagorio a dieci anni dalla scomparsa.
laVerdi e la Tomelleri Big Band tornano insieme, per rinnovare l’emozione di un capolavoro. A due anni dalla prima esecuzione assoluta in Italia, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, ancora diretta dal britannico Wayne Marshall come già nell’aprile 2013, eseguirà la Sinfonia n. 3 di Wynton Marsalis. Il celebre compositore e trombettista americano scrisse l’opera - divenuta universalmente conosciuta come Swing Symphony - nel 2010, interpretata nello stesso anno a Berlino dai Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle. Data la particolare struttura della sinfonia - un mix di musica contemporanea e jazz secondo il tipico linguaggio compositivo e solistico di Marsalis - laVerdi sarà affiancata dai 16 elementi della Big Band del clarinettista Paolo Tomelleri, apprezzata da anni per le esecuzioni e interpretazioni del repertorio swing.
Tomelleri, jazzista amato e apprezzato sia per le sue qualità musicali che umane, è di casa a laVerdi: numerose sono state le sue apparizioni all’Auditorium di Milano, alla guida di un gruppo che, come il suo leader, condivide successi e apprezzamenti in ogni angolo del pianeta.
Appuntamento giovedì 16 (ore 20.30) e domenica 19 luglio (ore 18.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler. La locandina del doppio evento – a rifinitura di un programma dalla forte connotazione a stelle e strisce - sarà completato dal medley dedicato a George Gershwin e ispirato al cinema di Hollywood, per gli arrangiamenti e l’orchestrazione di Robert Russell Bennett, che propone: The back bay Polka (The shocking Miss Pilgrim), A foggy Day (A Damsel in Distress), Slap that bass (Shall we dance), Love walked in (The Goldwyn Follies), Nice work if you can get it (A Damsel in Distress), One, two, three (The shocking Miss Pilgrim), Love is here to stay (American in Paris), They can’t take that away from me (The Barkleys of Broadway).
In apertura, la quinta delle 24 Expo Variations di Nicola Campogrande, in prima esecuzione assoluta (commissione de laVerdi), dedicata alla Colombia.
Il concerto è dedicato Gina Lagorio, amica e sostenitrice de laVerdi, scomparsa a Milano il 17 luglio 2005. Giovedì 16 luglio (ore 18.00) il Comune di Milano intitolerà alla scrittrice il giardino di piazza Paolo VI che costeggia la basilica di San Simpliciano, nella quartiere di Brera, dove Gina Lagorio ha a lungo abitato.
(Biglietti euro 40,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Cena dopo concerto
Domenica 19, al termine del concerto (ore 20.00 circa), cena al M.A.C. di piazza Tito Lucrezio Caro (€ 12 a persona, cena a buffet con bevanda). Info e prenotazioni: tel. 02.83389334/401/402/403 o alle biglietterie in Auditorium e via Clerici 3; e-mail info@auditoriumdimilano.org
Il Programma
Dopo la versione colombiana delle Expo Variations di Nicola Campogrande, ecco due varianti del sempre difficile connubio fra musica d’Europa e d’America. Poco importa che i tempi siano molto distanti fra loro. Gershwin appartiene al primo terzo del Novecento, Marsalis all’ultimo; come dire che gli stili li dividono ben più delle generazioni anagrafiche. Entrambi cercano una sintesi: la forma “classica” del vecchio continente assieme alla vitalità creativa di quello nuovo. Importa non poco che Gershwin sia creatore istintivo di melodie e ritmi, ma che continui a cercare la tecnica accademica che non ha, soprattutto per strumentare. Infatti, buona parte del successo della sua acclamata Rapsodia in blu viene dall’orchestrazione del bravissimo Ferde Grofé. E sappiamo che Gershwin chiese lezioni a un imbarazzatissimo Ravel; e che volle incontrare Alban Berg durante il suo lungo viaggio in Europa. Così come la sua colonna sonora più famosa, Shall we Dance (per le gambe magiche di Fred Astaire e Ginger Rogers) trovano le veste definitiva grazie al solido mestiere di Robert Russell Bennett, il più famoso arrangiatore di Hollywood, autore anche del delizioso mosaico in programma.
A sua volta Winton Marsalis, fin dai suoi esordi a vent’anni, ha conquistato il successo nel mondo jazz per le sue qualità di trombettista e di testimone della tradizione appena trascorsa, quella del be bop e dello swing. Però non ha mai mancato di guardare al mondo classico, incidendo concerti di Haydn e Hummel; incidendo dozzine di dischi “contaminati” non solo dal pop e dal rock, ma anche dal senso della forma “seria”. Come nella sua terza sinfonia, che non a caso porta il nome di Swing Symphony.
Enzo Beacco
Nessun commento:
Posta un commento