Domenica 10 maggio 2015_05_10 (ore 11.30)
M.A.C. (Musica Arte Cultura), in piazza Tito Lucrezio Caro.
Musica da camera 2014/15
Giro del mondo con la musica in danza
29° appuntamento della nuova stagione con il violino di Luca Santaniello e il bandoneón di Davide Vendramin
L’inedito duo composto da Luca Santaniello, primo violino de laVerdi, e Davide Vendramin al bandoneón, sarà protagonista del 29° appuntamento della nuova stagione di Musica da camera de laVerdi, domenica 10 maggio (ore 11.30), al MAC (Musica Arte Cultura) di piazza Tito Lucrezio Caro, Milano. Spiccata l’intonazione internazionale del programma - in piena sintonia con Expo - ma dal carattere fortemente popolare. Il concerto sarà infatti un viaggio intorno al mondo, da Occidente a Oriente, attraverso la danza o, piuttosto, la musica “al servizio” della danza, con una inedita sorpresa finale. “Tutti i brani sono in realtà delle danza – spiegano Santaniello e Vendramin - . Attraverso quattro autori del Novecento, cercheremo di offrire al pubblico un piccolo ma intenso mosaico della musica in danza dall’Europa all’America. Con una sorpresa finale: un brano inedito scritto appositamente per il nostro duo e per questo concerto da un compositore contemporaneo - di cui naturalmente non sveliamo in nome - che offriamo volentieri al pubblico de laVerdi”. Ecco autori e pagine scelte: Alfred Schnittke (Suite in stile antico), Béla Bartók (Danze popolari rumene), Igor Stravinskij (Chanson russe, Tango), Astor Piazzolla (Café 1930, Escualo, Chiquilin de Bachin, Le grand Tango).
(Biglietti euro 15,00/9,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334 www.laverdi.org).
Note di sala
Alfred Schnittke (Engles, 1934 - Amburgo, 1998) Suite in stile antico (1972)
La Suite in stile antico, risale al 1972: fatte salve alcune dissonanze armoniche, potrebbe essere tranquillamente collocata nella letteratura barocca. Tutta la composizione guarda all’antico con il distacco di chi non prova alcun imbarazzo di fronte ai monumenti del passato. Il tempo d’apertura, Pastorale, è una siciliana, danza in perfetto stile bucolico. Segue un gaio e allegro Ballett, un pas de deux. Il Minuetto colora di malinconia le buone maniere della danza più in voga nel settecento. La Fuga successiva è semplice: due sole voci si imitano, si inseguono, si intrecciano con energia, in maniera più simile a un elementare canone che ad una fuga barocca. Conclude una Pantomima, molto divertente e originale.
Béla Bartók (Nagyszentmiklos, Transilvania 1881 - New York 1945) Danze popolari rumene (1915)
Le Danze rumene di Bartók risalgono al 1915, vennero scritte dapprima per pianoforte e due anni dopo trascritte per orchestra.
La raccolta di danze rientra nel filone dell’elaborazione di materiale etnico, "autenticamente popolare", perlopiù ungherese e rumeno frutto dell’attenta ricerca intrapresa da Bartók attraverso approfonditi studi etnomusicologici condotti nelle valli della Transilvania. L’armonia e la melodia risultano inevitabilmente aspre e dure. Delle Danze rumene sono disponibili adattamenti per altri organici ad opera di strumentisti virtuosi; la versione di Zoltán Székely per violino e pianoforte fu autorizzata dall’autore nel 1926.
Igor Stravinskij (Oranienbaum, San Pietroburgo, 1882 - New York, 1971)
Chanson russe (1922/37)
La Chanson Russe è un adattamento dell’aria del personaggio di Paraša dalla sua opera buffa Mavra in un atto (1922); una trascrizione per violino e pianoforte venne fatta dal compositore Samuel Duškin nel 1937. Basata su una canzone popolare russa, alla quale si uniscono echi di danze popolari, è in tonalità minore ed è pervasa dall’inizio alla fine da un’aura suggestiva, attraversata dal continuo fluire di ricordi malinconici che si esprimono in linee melodiche brevi, di rara bellezza.
Tango (1940)
Dopo aver lasciato l’Europa, Stravinskij si trasferì in America, a Hollywood. Per problemi giuridici si trovò senza le entrate fisse che percepiva in Francia, dovute alla rendita dei diritti d’autore; in più la sua scarsa conoscenza della lingua inglese non gli permise di trovare lavoro come insegnante di musica.
Per far fronte a questo periodo di ristrettezze economiche, compose una serie di pezzi con l’intento di raggranellare un po' di denaro. Tango, scritto originariamente per pianoforte, ne è l’esempio. In questo lavoro, Stravinskij ignora praticamente il ritmo caratteristico del tango: il pezzo è lieve ma affascinante, e il suo appeal commerciale è allo stesso tempo evidente.
Per cercare di ripagare al meglio le sue fatiche, Stravinskij trascrisse Tango per varie formazioni diverse, tra cui una jazz band. Inoltre, autorizzò tre arrangiamenti: due per orchestra da camera e uno per violino e pianoforte.
Astor Piazzolla (Mar del Plata, 1921 - Buenos Aires, 1992)
Café 1930 (da Histoire du tango), Escualo, Chiquilin de Bachin, Le grand Tango Histoire du Tango è il titolo di una composizione per flauto e chitarra di Astor Piazzolla che in quattro brevi movimenti narra a tappe la storia del tango, dalla sua nascita nei bordelli di Buenos Aires fino all’approdo, nella seconda metà del Novecento, alle sale da concerto. Café 1930 è il terzo episodio dei quattro previsti, il più struggente, in cui il tango moderno, abbandonando gli esordi popolari, si arricchisce di soluzioni armoniche raffinate.
Escualo, dedicato al celebre violinista Fernando Suarez Paz, è un’opera maestra di Piazzolla, di costituzione densa e concisa, in cui il ritmo cambia costantemente ed è un omaggio alla sua grande passione per la pesca allo squalo, che esercitava durante le estati trascorse al largo di Punta del Este, in Uruguay.
Chiquilín de Bachín (Ragazzino del Bachín) originariamente per voce e strumento, è uno dei pezzi più struggenti del compositore argentino, nato dalla collaborazione con il poeta Horacio Ferrer che scrive: “Ragazzino che vende rose di tavolo in tavolo nel ristorante Bachin… Angelo triste dammi un ramo di rose per vendere la mia vergogna…per non aver capito la tua fame”.
Le grand Tango (1989) è stato composto su commissione del violoncellista russo Mstislav Rostropovic e nella sua versione originaria per violoncello e pianoforte venne eseguita per la prima volta proprio dallo stesso Rostropovic nel 1990. Successivamente Sofia Gubaidulina trascrisse questo lavoro per violino e pianoforte, su richiesta del celebre violinista Gidon Kremer.
Il primo tempo combina incisivi elementi ritmici con ardite dissonanze miste a melodie di canzoni popolari argentine. Il secondo, è un profondo malinconico dialogo tra i due strumenti, dialogo che diviene ardito e ritmico nell’ultimo movimento.
Nessun commento:
Posta un commento