Sabato 9 maggio 2015_05_09 (ore 20.30, ingresso a invito)
Auditorium di Milano - Largo Mahler Milano
Concerto per l’Europa
Evento straordinario, in occasione dell’inaugurazione del padiglione dell’Unione Europea all’Expo.
In programma la Nona Sinfonia di Beethoven
Marina Bucciarelli (soprano)
Sonia Prina (contralto)
Danilo Formaggia (tenore)
Rudolf Rosen (basso).
Orchestra e Coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Junichi Hirokami, direttore
Orchestra e Coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti rispettivamente dal giapponese Junichi Hirokami e da Erina Gambarini, saranno protagonisti di questo evento straordinario, organizzato in collaborazione con il Parlamento Europeo e la Commissione Europea: in programma la Nona Sinfonia di Beethoven, con quell’Inno alla Gioia che è diventato, di fatto, l’inno dell’Europa stessa. Sul palco di largo Mahler un parterre di solisti di rango internazionale, composto da Marina Bucciarelli (soprano), Sonia Prina (contralto), Danilo Formaggia (tenore), Rudolf Rosen (basso).
Programma
Quando la Nona fu eseguita per la prima volta a Vienna (al Teatro di Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824), la Capitale degli Asburgo venne piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si era persa da tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non regalava ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo lavoro di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in cartellone ormai una decina d’anni prima - esattamente il 27 febbraio 1814 - quando l’Ottava aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e qualche segno d’incomprensione da parte della critica.
La parziale incomprensione dell’Ottava non aveva certo impedito a Beethoven di progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve dedicarsi, per gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, consegnando alla storia senza sosta una serie impressionante di capolavori.
Ma certamente l’estrema sinfonia beethoveniana appare come apportatrice di un’urgenza espressiva capace di trasferirsi in musica con una forza inaudita. Attraverso l’uso del coro, infatti, la partitura può trasmettere con maggiore energia un concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, testo amatissimo che il compositore tedesco aveva progettato di mettere in musica verso per verso addirittura dal 1793. E così, alla “prima” viennese, accompagnata da un successo enorme, il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza arrendersi alle avversità aveva concepito in musica la rappresentazione di una tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. Da quel 7 maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e dedicata A Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra cultura.
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi www.laverdi.org
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