2015_05_01 Turandot va in scena, niente sciopero orchestrali. di bagarre è sufficiente quella per le strade.

Mentre Milano viene saccheggiata dai soliti dementi che non aspettano altro che fare danno alle cose altrui,  è andata in scena tranquillamente l'attesa Turandot inaugurale dell''Expo2015.


Venerdì 1 maggio 2015 ore 20,00 (diretta su RAI5)
Teatro alla Scala - Milano
Giacomo Puccini
TURANDOT
CAST
Turandot - Nina Stemme
Altoum - Carlo Bosi
Timur - Alexander Tsymbalyuk
Calaf- Aleksandrs Antonenko (1, 5, 8, 12, 15, 20);  Stefano La Colla (17, 23)
Liù - Maria Agresta
Ping - Angelo Veccia
Pang - Roberto Covatta (tenore)
Pong - Blagoj Nacoski (tenore)
Mandarino - Gianluca Breda (1, 5, 8, 12); Ernesto Panariello (15, 17, 20, 23)
Principe di Persia Azer Rza-Zada (tenore)
Prima Ancella Barbara Rita Lavarian
Seconda Ancella Kjersti Odegaard
Direttore Riccardo Chailly
Regia Nikolaus Lehnhoff
Scene Raimund Bauer
Costumi Andrea Schmidt-Futterer
Luci Duane Schuler
Coreografia Denni Sayers

TURNI
01/05 Fuori abbonamento
05/05 Turno E
08/05 Turno B
12/05 Turno C
15/05 Turno A
17/05 ScalAperta
20/05 Turno D
23/05 Fuori abbonamento

Così anche questa Turandot è passata, meglio del previsto credo. Non mi aspettavo più di tanto visto quello a cui ci ha abituato il tempio dello spreco milanese (ops! mi sbaglio sempre intendevo il Tempio della Lirica).
Cosi questa sera con panzerotti e dolci ci siamo messi davanti al Tv a seguirla con lo spartito. 
Il M° Chailly ha quasi rispettato i tempi, salvo qualche rallentamento un po lontano dal metronomo a spartito e qualche largo e crescendo di emozione che l'orchestra non ha sottolineato. 
I cantanti della scuderia sono stati giustamente valutati dall'applausometro finale con Maria Agresta al top delle preferenze e giustamente. Seguita da Nina Stemme che ha affrontato la vocalità impervia dando il meglio di se stessa come "attrice" nel lunghissimo interludio musicale del finale nella versione Berio. Aleksandrs Antonenko (Cavaradossi, Ismaele, Otello, Degrieux, Jack-Rance ecc.) ha esordito immediaTamente mettendo in luce un bel vibrato che lo ha messo in crisi nell'aria del primo atto, e che mi ha fatto temere in un sbandata paurosa nel "Nessun dorma" cosa che ha evitato portando(si) a casa il (si) sul vibrato senza crollare. 
Le maschere si sono dovute dimenticare tutta la poesia che Puccini ha messo nella musica, per la cacchio-olliwoodiana lettura di un libro di donnine al posto dei "libri sacri" cosi rimane solo il costume da pagliaccio e la ginnicità dei movimenti. 
Ma i costumi di Andrea Schmidt-Futterer potevano essere la cosa più interessante, dico potevano, se avesse giocato tutto su una meravigliosa veste futurista come lo splendido costume di Altoum, e quelli delle maschere, se pur giocati con gli stessi materiali e lo stesso estro, avessero raffigurato figure seriose di funzionari e non pagliacci. 
Stonava alla grande la Turandot che sembrava presa in prestito da un altro allestimento, quello liberty di Festival Puccini Torre del Lago?. 
In quanto al Popolo di Pechino erano costumi in prestito dall'Opera da tre soldi e inseriti in questo allestimento, che di soldi ne sarà costano tanti, ma tanti, ma tanti (come al solito). 
La "regia" un c'è stà! 
Come al solito si confonde la sfilata del fustacchione chiappettoso che fa da "controfigura" al principino di Persia con il fare regia. Mentre Calaf scuote la povera Liù nella scena della tortura dicendole "Sconterete le sue lacrime, sconterete i suoi tormenti", ma perchè lo dice a lei?
L'impianto scenico poteva essere splendido. 
Giocato tra rosso e blu, inutili le imperfezioni del terreno che fanno solo inciampare Timur, ma non nel primo atto, bensì agli applausi. Molto bella la finestra "a luna" ma  assurdo l'utilizzo dei balconi, vedi il "Lasciatemi .." ma come fanno le maschere a "lasciare" Calaf che lui è a piano terra e loro sui balconi.
Va be andiamo a nanna. Almeno siamo contenti che una idea ce la siamo fatta ma non abbiamo speso un centesimo per andarci. 

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