2014_06_06 LaVerdi con una abbinata a cavallo di tre secoli da Mozart a Shostakovic

venerdì 6 giugno 2014_06_06 (ore 20.00)
domenica 8 giugno 2014_06_08 (ore 16.00)
Auditorium di Milano, largo Mahler 
Stagione Sinfonica 2013/14 “del Ventennale”
Jupiter Sinfonie: fascino e grandiosità dell'ultimo Mozart
Zhang Xian torna a dirigere laVerdi, impegnata anche nella Quinta sinfonia di Shostakovic 
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Zhang Xian
Venerdì 6 giugno, nel Foyer del bar dell'Auditorium (ore 18.00, ingresso libero), incontro con il pubblico e presentazione del programma. 
Relatori Enzo Beacco e Fausto Malcovati.

A due messi dall'ultima performance in largo Mahler con l'accattivante The Ring without words, rivisitazione firmata Lorin Maazel della tetralogia wagneriana,  la bacchetta di Zhang Xian, direttore musicale de laVerdi, torna a guidare la "sua" orchestra, proponendo al pubblico dell'Auditorium una doppia sorpresa. 
Questo 37° e penultimo programma della Stagione del Ventennale, completamente orchestrale, si articolerà infatti su due pilastri del sinfonismo: settecentesco da una parte (Sinfonia n. 41 K.551 di Mozart, universalmente conosciuta come Jupiter Sinfonie, ultima di un ciclo di tre - le altre sono la n. 39 e la n. 40 - composte in rapida successione durante l'estate del 1788) e novecentesco dall'altra (Sinfonia n. 5 di Šostakovic, composta dall'autore russo nel 1937), lasciando allo spettatore "campo aperto" per valutare e riflettere sui 150 anni filati che separano le due superbe opere. 
Appuntamento dunque venerdì 6 (ore 20.00) e domenica 8 giugno (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler.  
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org, biglietti euro 31,00/23,50/18,00/13,00). 

Programma
La Quinta è la sinfonia dell’autocritica e della riconciliazione con le autorità culturali sovietiche. Sconvolto dalla violenza della stroncatura ufficiale alla sua opera Lady Macbeth del distretto di Mzensk, Šostakovic scrive una nota in cui accetta le “giuste critiche” e allega la partitura di un nuovo lavoro per grande orchestra, in cui è chiaro e lineare il percorso che porta al finale grandioso e trionfale, perfetta traduzione in musica della via verso il paradiso in terra indicato da Stalin. In realtà, il linguaggio sinfonico della Quinta non è molto diverso dal precedente e, ormai liberati dalle sovrastrutture ideologiche, possiamo godere della fantasia timbrica e dell’invenzione armonica di un autore che ha sempre trovato la sua forza nell’equilibrio fra conservazione e modernità. 
Non chiede presentazione l’ultima sinfonia di Mozart, salvo l’annotazione che nel genere allora modernissimo, appena inventato da Haydn, il Salisburghese innesta robusti inserti di polifonia rinascimentale e di omaggi a Bach con l’evidente voglia di ritrovare la purezza dello stile antico. [Enzo Beacco]

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