2013_12_07 AMBROGIO DI MILANO all’Abbazia di Mirasole

Sabato 7 dicembre 2013 ore 21.00
Abbazia di Mirasole
Strada consortile di Mirasole, 1 – Opera (MI)
AMBROGIO DI MILANO
drammaturgia per Narratore e Coro
di Paolo Pivetti
direzione musicale Giovanni Scomparin
Coro dei Cantori Ambrosiani
Narratore Marco Balbi
ingresso libero

Non cercare mai moglie a nessuno, e non fare raccomandazioni per chi vuol entrare in uffici pubblici.” Questi saggi consigli, così adatti ai tempi nostri, sono di un uomo di oltre 1600 anni fa: Ambrogio, vescovo di Milano.
Chi era Ambrogio di Milano? Tutti lo conoscono per fama, ma non molti, inclusi i milanesi, sanno bene che volto e che abiti dargli. Per incontrare sant’Ambrogio dobbiamo risalire nientemeno che al tardo Impero Romano, al IV secolo dopo Cristo, tra il 340 e il 397. Allora Milano era già una delle grandi città europee: era una delle capitali dell’Impero. “A Milano tutto è meraviglioso – scrive Ausonio, poeta latino del tempo – D’ogni cosa v’è abbondanza a Milano. E’ fitta di ricchi palazzi, di grandi ingegni, di gente con l’aria felice…” Molto più che una “Milano da bere”! Di qui l’Imperatore governava tutto l’occidente romano.
E qui si salda la storia di allora con la storia di oggi, e rende attualissima, addirittura contemporanea, la figura del grande santo al quale è dedicata questa “drammaturgia per Narratore e Coro” scritta da Paolo Pivetti e realizzata insieme con il Coro dei Cantori Ambrosiani diretto da Giovanni Scomparin, che andrà in scena sotto le volte trecentesche dell’Abbazia di Mirasole la sera di sabato 7 dicembre, proprio nella ricorrenza di sant’Ambrogio.
La rappresentazione si svolge nella semplicità essenziale di una lettura – concerto: i momenti salienti della vita di Ambrogio, insieme con alcune sue famose pagine interpretate da Marco Balbi nelle vesti di Narratore, si alternano con i cori eseguiti dai Cantori Ambrosiani. Alcuni brani musicali su strumenti antichi fanno da intermezzo. Pagine di altissima poesia della parola s’intrecciano con inni, antifone, responsori, arricchiti dalla magia dei melismi. Come nel celebre “Aeterne rerum conditor”, l’inno per la preghiera al canto del gallo: “Il gallo, messaggero dell’alba, già canta / vigile sin dal profondo delle tenebre. / La stella della luce / destata dal gallo / spazza via l’oscurità del cielo / e la genia dei cattivi spiriti è sconfitta”…
Con la poesia degli inni, anche pagine di profonda ed attuale riflessione tratte dalle epistole e dalle omelie, come quella sui doveri di un giudice: “Il bravo giudice non agisce d’impulso, né per interesse personale. Non porta nulla da casa sua già fissato, ma giudica soltanto secondo le prove…”
L’unico ritratto di Ambrogio che ci è pervenuto ce lo mostra di corporatura esile; ma la sua figura morale fu gigantesca. Fece inginocchiare l’imperatore Teodosio prima di concedergli il perdono per la strage che aveva compiuto a Tessalonica. Con un’altra potente, l’imperatrice Giustina, eretica ariana, combatté e vinse una lunga e durissima battaglia. E poi difese la sua gente nei momenti drammatici delle invasioni barbariche degli Unni e dei Goti; impiegò il tesoro della chiesa ambrosiana par riscattare i prigionieri e per sfamare tanti disperati.
Con la storia di Ambrogio s’intreccia anche la vicenda spirituale di sant’Agostino, che proprio da Ambrogio fu richiamato alla fede e battezzato.
Questi e altri temi, tra cui la nascita del Canto Ambrosiano che sta alla radice di tutta la liturgia cattolica, rivivono nella rappresentazione drammaturgica ospitata dalla comunità monastica Premostratense nell’abbazia di Mirasole.
Un unico spettacolo la sera del 7 dicembre alle 21.
E non sarà soltanto un’operazione della memoria: il lascito di Ambrogio non è una pallida traccia nella storia, ma un’impronta tuttora viva, che ha lasciato il suo imprinting in una grande città come Milano e in tutta la sua terra.

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